Getsemani
Al tempo di Gesù:
Giuda, uno dei dodici apostoli, non è contento. Avrebbe voluto che
Gesù si mettesse alla testa di un movimento di rivolta e fondasse un
nuovo regno. Vorrebbe che si fosse più efficaci e per questo, un bel
giorno, cambia di campo. Si accorda con i capi dei sacerdoti per i quali Gesù
è di disturbo. Gli vengono date 30 monete d'argento perché consegni
Gesù. E' il prezzo di uno schiavo, il salario di 30 giornate di lavoro.
Durante l'ultima cena di Gesù, Giuda si informa sul luogo che raggiungeranno
subito dopo. Quindi si eclissa discretamente per incontrarsi in casa dei capi
dei sacerdoti con i soldati che devono impadronirsi di Gesù. Poiché
questi non conoscono Gesù ed è buio, Giuda saluterà Gesù
con un bacio. Si tratta di una forma abituale di saluto. Dopo la cena, gli
undici apostoli e Gesù si recano in un giardino, situato al piedi della
montagna, dove ci sono degli ulivi ed un frantolo: è il Getsemani.
Gesù è lucido davanti agli avvenimenti: capisce che si sta tramando
contro di lui e sa che l'ora fatale è vicina. Per questo ha bisogno
dell'aiuto di Pietro, Giacomo e Giovanni, suoi amici. Ma questi sono prostrati
dal sonno. Gesù è triste ed ha paura. L'angoscia lo afferra
e allora si rivolge al Padre suo: vorrebbe sfuggire a ciò che lo attende.
E tuttavia l'accetta. Si sente solo: gli apostoli dormono. E arriva il traditore:
il bacio dell'amicizia diventa il bacio del tradimento. Gesù è
fatto prigioniero e lo resterà fino alla morte.
Al tempo dei Vangeli:
Quando Marco scrive (verso il 67) la storia dell'arresto di Gesù, sono
già cambiate molte cose. Giuda si è suicidato per disperazione
(nel 30). Il suo posto nel gruppo dei dodici è stato preso da Mattia.
Pietro è stato messo a morte perché cristiano al tempo dell'imperatore
Nerone (nel 64). Giacomo è stato fatto morire di spada sotto Erode
(nel 44). Giovanni è responsabile dei cristiani di Efeso (che si trova
nell'attuale Turchia). 1 cristiani di Gerusalemme non hanno dimenticato, però,
il giardino del Getsemani in cui Gesù ha provato angoscia. Leggendo
il Vangelo, i cristiani possono comprendere che anche i migliori apostoli
hanno avuto dei momenti di debolezza. Pietro, Giacomo e Giovanni erano già
insieme sul monte della trasfigurazione. Allora non avevano capito bene quello
che voleva Gesù. Ora si trovano nel giardino del Getsemani. E dormono.
Saranno loro, tuttavia, a continuare l'opera di Gesù e arriveranno
fino a donare la vita per questo. Marco vuole allora mostrare che, pur con
le difficoltà degli inizi, dopo la risurrezione di Gesù tutto
è possibile. Marco scrive che Gesù si rivolge a Dio con una
parola strana. Essa figura nel suo Vangelo una volta sola: "Abbà".
Vuol dire "papà". Gesù si rivolge a Dio proprio come
un figlio che parla a suo padre. I cristiani comprenderanno così ancor
meglio che Gesù è il Figlio di Dio. Essi stessi, poi, saranno
invitati a pregare con questa parola: "Anche noi possiamo gridare: 'Abbà,
Padre!', grazie allo Spirito che abbiamo ricevuto" (Romani 8,15).
Il testo Evangelico
32 Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai
suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". 33 Prese con sé
Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34
Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte.
Restate qui e vegliate". 35 Poi, andato un pò innanzi, si gettò
a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. 36 E
diceva: "Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana
da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò
che vuoi tu". 37 Tornato indietro, li trovò addormentati e disse
a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? 38
Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto,
ma la carne è debole". 39 Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo
le medesime parole. 40 Ritornato li trovò addormentati, perché
i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
41 Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta,
è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani
dei peccatori. 42 Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è
vicino".
43 E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e
con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi
e dagli anziani. 44 Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello
che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona
scorta". 45 Allora gli si accostò dicendo: "Rabbì"
e lo baciò. 46 Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.
Vangelo secondo Marco, c.14, vv. 32-46.
Per
comprendere meglio il testo
l. Cerca quali sono i gruppi che serbano rancore verso Gesù?
2. Cerca tutte le parole che esprimono paura e angoscia.
3. Rileggi le frasi pronunciate da Gesù e scegli quella che ti colpisce
di più.
4. Osserva l'atteggiamento di Pietro, Giacomo e Giovanni nel racconto della
''Trasfigurazione''.
Per vivere oggi
SOLI Si pensava di avere amici su cui fare affidamento o
una famiglia che ci avrebbe sostenuto. Ed ecco che essi sono assenti proprio
nel momento in cui abbiamo urgente bisogno della loro presenza: non hanno
tempo o sono occupati in altre cose oppure dicono che ognuno deve sbrogliarsela
da solo! Cosi ci si n'trova soli, come isolati nell'Oscurità. Soli
di fronte a quelli che distruggono la nostra reputazione: non c'è nessuno
che mi difenda. Soli sul letto d'ospedale: non c'è nessuno che mi visiti.
Soli nella vecchiaia: nessuno mi offre un po' di tenerezza. Soli nel lutto
e nella tristezza: non c'è nessuno che mi consoli. Soli davanti alle
decisioni importanti: non c'è nessuno che mi consigli. Soli nello scoraggiamento:
non c'è nessuno che mi rialzi. Soli nell'ingiustizia: non c'è
nessuno che mi difenda. Si è abbandonati. E come si fa a resistere
da soli quando si ha l'impressione che gli amici dormano e ci lascino soli,
quando siamo schiacciati da pesanti fardelli? E' come se la morte ci imprigionasse
nella sua rete tenebrosa. Gesù ha conosciuto la solitudine. Proprio
come noi, come tutti gli uomini. Ma lui non ci abbandona mai alla nostra solitudine.
PAURA La paura afferra lo spirito, il cuore e il corpo, toglie
ogni possibilità alla speranza. Stende un velo di oscurità sull'esistenza
e annienta la voglia di lottare. E' come se paralizzasse la volontà.
Ci percuote nel profondo,rimbomba dentro di noi e sbarra la strada ad ogni
melodia gioiosa. E quando si è soli è ancora peggio, perché
allora si è completamente in suo potere. Ecco allora il panico davanti
ad una malattia incurabile, l'angoscia del condannato a morte, l'apprensione
dinanzi all'insuccesso che si ripete, il timore davanti agli sguardi che giudicano,
lo spavento di colui o di colei che è stato rinchiuso e torturato per
le sue idee, il terrore provocato dalla mancanza di cibo, l'ansia di non trovar
più un lavoro, lo sgomento del bambino picchiato, l'inquietudine dell'innocente
che non viene ascoltato da nessuno: sono queste le paure degli uomini! Gesù
ha conosciuto la paura, proprio come noi, come tutti gli uomini. E non ci
abbandona mai alla nostra paura.
FIDUCIA Se si lotta e si continua il cammino, nonostante
la solitudine e la paura, è perché si ama Dio e ci si sente
amati da lui. E' questo amore che fa nascere la fiducia. Nella notte più
oscura la fiducia brilla come una fragile fiamma: così ci si abbandona
a Dio, alle sue braccia di padre premuroso. Anche se tutto sembra levarsi
contro di noi, Dio veglia su di noi. Nessun potere malvagio può riuscire
vittorioso nei confronti dei figli di questo Padre che è nei cieli!
Gesù ha avuto fiducia. E il Padre suo l'ha sostenuto fino al compimento
della sua missione. Il Padre non ci abbandona mai.
Passione, morte e risurrezione