Anno B – 15 domenica ordinariaMc.6,7-13

Qual è il nostro destino?


Liturgia penitenziale

*Signore, Tu ci vuoi veri discepoli: perdonaci quando non abbiamo voluto ascoltare la tua parola:

*Cristo Gesù, tu ci vuoi annunciatori del tuo Vangelo: perdonaci quando invece abbiamo annunciato noi stessi o il male:

*Signore, tu ci vuoi testimoni e costruttori del tuo regno:perdonaci quando abbiamo offeso, scandalizzato, danneggiato gli altri:


Il Vangelo ci presenta Gesù che rende i suoi discepoli partecipi della sua missione, del suo amore per ogni uomo e donna e li manda ad annunciare l’intervento di Dio nella storia dell’umanità: un dono assolutamente gratuito che si è realizzato in Lui. E sembra che abbia una certa fretta, perché tutto il resto, l’equipaggiamento, il denaro, lo stesso cibo passa in seconda linea.

Il discepolo deve trascinare gli altri, e gli uditori devono saper accogliere bene l’annuncio: non c’è tempo da perdere: la gente , l’umanità ha troppo bisogno di Dio e della sua Parola.


La 1 lettura è molto chiara: Amos, respinto dal re Amasia, non è un profeta, ma Dio lo strappa dalla sua vita di pastore, lo getta in mezzo alla gente e gli comanda:”Va profetizza al mio popolo Israele!”.

E il profeta si rende conto di sconvolgere il sistema politico: il palazzo è turbato da questo pastore, che osa dire cose terribili. E’ la sorte di ogni profeta che viene ad annunziare la verità che sconvolge ogni vita ed ogni pensiero e comportamento sbagliato. i nostri sistemi, le abitudini sbagliate e cattive”gridandoci” l’annuncio della conversione, del cambiamento. Deciso davvero il richiamo che Dio fa al Profeta Amos, invitandolo a recarsi dal popolo d'Israele. Dio non ama che la Sua Parola rimanga nascosta, perché sa bene che solo la Sua Parola, come dirà Gesù, è `pane di vita'.


Nella 2 lettura S. Paolo ci ricorda che tutti noi abbiamo un destino che non è affatto quello che si saremmo potuti immaginare o che altri avrebbero pensato per noi. E’ un destino più impegnativo di qualsiasi progetto umano:quello di presentarci al cospetto di Dio che è Amore, ma pieni noi di carità.”In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità”.

Presentarsi ad un Altro guardandolo con amore, mentre ci ama..è questo il nostro destino…

E’ il progetto che Dio ha avuto da sempre e che ha messo in noi: il desiderio dell’incontro nell’Amore.

Ci sarà davvero una persona con cui incontrarci così?

Quanta gente pensa di trovare in una persona amata la sua felicità e poi non la trova, mentre il nostro destino è proprio fatto per l’incontro supremo con Dio. “Il nostro cuore è inquieto fin che non riposa in Te” dice S. Agostino. Solo così si capisce il destino supremo e la risposta alla domanda di infinito che c’è in noi.

Quando vediamo due ragazzi che si fidanzano e poi si sposano, è bello vederli così felici e contenti, ma come è bugiardo augurare loro solo :” Siate felici!”, sapendo ognun di noi che dovranno affrontare, come tutti, difficoltà e sacrifici, perché noi siamo felici solo se avremo vissuto una vita che avrà preparato questo incontro con Dio, nel vero amore, verso Dio e verso gli altri.

Se ci dimentichiamo di questo riferimento a questo incontro con Dio, che inizia già di qua, la povera umanità ricomincia la sua ricerca incessante di gioia e felicità, ma viene rapidamente bruciata.

Un’illusione che domina specialmente i nostri giovani è quella di credere che l’ amore si fondi unicamente nel corpo, mentre finisce tutto lì; un amore che si consuma in fretta e non comprende o addirittura respinge la pienezza della vita e la comunione profonda. E questa riduzione dell’amore umano all’esperienza fisica e terrena, spesso deludente ed effimera, sempre terribilmente limitata, è il rischio più grande.

O fratelli, c’è un’altra dimensione che è aperta per noi: quella dell’infinito, un amore infinito e sicuro!

Chiediamo al Signore di capirlo bene, perché siamo tutti avidi di felicità, ma troppi, profondamente infelici.

Ci procuriamo estasi e paradisi artificiali che ci stanno rovinando, mentre stiamo perdendo totalmente la possibilità e la speranza di poter essere felici con Dio, che è l’unica felicità per l’uomo.

I cristiani invece, quelli che vogliono esserlo veramente, credono a questo: già di qua si può avere felicità vera, senza che diventi un’attesa del dopo.

Se sappiamo che cosa è la preghiera, se ci incontriamo qualche volta con questo Signore che già ci ama ed è presente: se abbiamo la saggezza di metterci a faccia a faccia con Lui, noi, fratelli figli di Dio, possiamo pregustarne la dolcezza, la gioia vera.

Chi prega bene, e non solo recita preghiere, queste cose le conosce bene. E le conosce a tal punto che è capace di comunicare agli altri, con semplicità:”Dio ci attende. Ogni giorno e notte, presenza paziente ed amante, sempre in attesa che ritorniamo a Lui, sempre pronto ad accoglierci.

La nostra prima conversione non è tanto quella di cambiar vita: questa verrà dopo, ma è quella di ritrovare o imparare a guardare a Dio, ad incontrarci con Lui. Tutto il resto viene dopo.

Era stato chiesto a Silvio Dissegna:”Silvio vuoi bene a Gesù? Sì. E Gesù vuol bene a Silvio? Sì. Vuol più bene Silvio a Gesù o Gesù a Silvio? Tutti e due uguali”. È la risposta. E anche se Silvio aveva scritto in un compito che non sempre riesce ad essere buono, tuttavia ha capito il segreto, l’inizio del dialogo con Gesù, con Dio, che l’ha portato a capire sempre meglio chi era Dio per lui.

Il cristianesimo in fondo è semplice, ma come è grande!


Beati noi se potremo presentarci davanti a Dio santi ed immacolati nell’amore,perché abbiamo imparato che questa è l’unica strada che dobbiamo percorrere.

La vita è data per questo:”Essa sulla terra finisce, ma non si distrugge affatto, vien solo trasformata”

Se già lo facciamo, lo dobbiamo però vivere sempre meglio. Per questo affidiamoci a Maria, perché Lei ci insegni a guardare a Gesù come Lei lo guardò durante tutta la sua vita. Lei ci può far capire che cosa voglia dire guardare Gesù e sapere che ci è amico, anche se non siamo già santi: Egli ci ama così.

Se pensiamo ad un Dio terribile, di fronte al quale non abbiamo il coraggio di alzare gli occhi, un Dio solo giudice, non oseremo mai avvicinarci a Lui, ma se lo vediamo come amore e possiamo sperare nella sua misericordia, cominceremo ad aver fiducia e a diventare buoni e misericordiosi come Egli è.

La vita ci dimostra che solo chi ama diventa buono, puro, umile obbediente.

Proviamoci sul serio, Dio non ha mai ingannato nessuno.


PREGHIERA

O Signore, i dodici non erano tuoi apostoli perché stavano sempre appiccicati al tuo vestito, ma perché sono stati mandati ovunque ad annunziare il tuo Vangelo.

Non basta averti sulle labbra e nel cuore, ogni momento, dobbiamo comunicarlo agli altri.

Così anche noi, in forza del nostro battesimo siamo stati mandati a seminare la tua parola.

Ma più che tutto crediamo che tu ci voglia dire:: : "Cari amici, voi siete mandati. Non lontano, ma a casa vostra. Volete fare i missionari di mestiere? Bene, ecco come. State insieme in famiglia, parlatevi, pregate, sopportatevi. Date una mano ai vostri vicini. Abbiate pazienza coi vecchi, visitate i malati. Non pensate solo alle ricchezze, perdonate e chiedete perdono. Sostenete il vostro parroco, se potete fate catechismo. Occupatevi dei problemi della vostra città, non criticate a vanvera. Andate a Messa, la domenica, e salutate tutti, regalate sorrisi, c'è già tanta tristezza in giro. Lavorate e rispettate il denaro giustamente guadagnato, ma chiacchiere con Dio.

Ci vorrebbe qualche parroco o vescovo che parlasse così. Radunata un po' di gente alla volta, in semplicità, potrebbe dire:”Ecco come diventare missionari. Siete mandati per queste cose.

Sono troppe? Non è obbligatorio riuscirle tutte. Ma mettetevi d'impegno.

Questa è la missione. Qui è dove Gesù vi manda".

Che dici Signore? Anche questa volta questo nostro proposito durerà fino alla porta della chiesa, perché appena usciti fuori, ce ne dimenticheremo? Aiutaci tu a fare le cose sul serio.