Notizie e Informazione a cura della Redazione
Copyright © 2006 [NewsWorld by Parrocchia Fiumara]. Tutti i diritti riservati.
Ultimo aggiornamento: 2008.12.08
LA PREGHIERA NELLA BIBBIA La preghiera è come un regalo confezionato che contiene e narra la vita nel suo rapporto con Dio e i fratelli. Lo dicevamo nel mese precedente. Come fare perché la preghiera sia l’espressione della vita? Per prima cosa dobbiamo credere e constatare che “Dio è vicino a noi”, non fisicamente, ma di più, con il suo cuore e il suo amore. A volte ci troviamo a discutere all’infinito con alcune persone per dimostrare l’esistenza di Dio. Ma, è questa la cosa più importante? Siamo certi che Dio si aspetti proprio questo da noi cristiani? Siamo certi che no. Chi tra noi è interessato che sia dimostrata la propria esistenza? Credo nessuno, perché noi non siamo cose, ma persone; e alla persona interessa essere riconosciuta come amico e non come esistente. Nelle nostre relazioni quotidiane, in qualsiasi azione facciamo, cerchiamo sempre di manifestare i nostri sentimenti, non la nostra esistenza. Allo stesso modo, Dio ha lasciato e lascia continuamente i segni della sua presenza amica in tutto quello che esiste. Chi gli è amico, lo riconosce, eccome se lo riconosce! Posso passare davanti a mille palazzi e non provare nulla, ma se tra questi ce n’è uno costruito dal mio amico Giovanni, in me scatta l’emozione, sento il bisogno di dirlo a chi mi sta vicino che quel palazzo lo ha architettato Giovanni e non smetto più di parlare di lui, del suo stile inconfondibile e della nostra amicizia. Se sono “amico” di Dio in ogni cosa che incontro e che mi accade vedo la mano e il cuore di Dio. A questo punto posso tacere? È così che nasce la preghiera che contiene la vita e narra quel meraviglioso rapporto tra me e Dio. |
- ComunicatoPresidenza.doc - biografia.doc
S.E. Mons. Salvatore
Pappalardo nuovo Arcivescovo di Siracusa
Domenico Sigalini altri autori e curatori... Nella collana Sulla Tua Parola - Leggere il Vangelo oggi Dio non ci abbandona mai. Non è un'affermazione scontata per la vita dell'uomo di oggi. Spesso passa l'idea di un Dio lontano, di un Dio a cui non interessa la vita degli uomini. Il nuovo libro di Domenico Sigalini va proprio nella direzione di riproporre con vigore la certezza dell'amore di Dio per l'umanità. Il titolo chiaro e indicativo dice ciò che ai cristiani, forti dell'incontro con il Signore che viene, è chiesto di gridare sui tetti, è chiesto di far sentire a tutti. Seguendo giorno dopo giorno i brani del Vangelo delle giornate di Avvento (e della Novena di Natale), l'autore propone un percorso di particolare interesse esistenziale e spirituale, un cammino di fede per una testimonianza cristiana più viva e incisiva nei luoghi della vita quotidiana. |
Papa: Gmg Madrid 15-21/8 2011, prima la visita pastoraleLa Giornata Mondiale della Gioventù 2011 si celebrerà a Madrid — così come annunciato da Benedetto XVI dopo la messa finale all’ippodromo di Sydney — e si svolgerà tra il 15 e 21 agosto. Lo ha annunciato l’Ufficio per la pastorale giovanile della Conferenza Episcopale Spagnola. “Probabilmente — si legge nella nota dell’Ufficio — il Papa inizierà il suo viaggio apostolico in Spagna una settimana prima, l’8 agosto”.
|
-
SPECIALE
«IL LIBRO DEL PAPA»
1° GENNAIO 2007
►►
news
15.12.06 -Lombardi alla Sala alla stampa vaticana IL RITRATTO |
Mons. Mauro
Parmeggiani nuovo Vescovo di Tivoli Foligno, nomina del nuovo
Vescovo
|
GIORNATA PER LA VITA 2008 “I figli sono una grande ricchezza per ogni Paese: dal loro numero e dall’amore e dalle attenzioni che ricevono dalla famiglia e dalle istituzioni emerge quanto un Paese creda nel futuro. Chi non è aperto alla vita, non ha speranza. Gli anziani sono la memoria e le radici: dalla cura con cui viene loro fatta compagnia si misura quanto un Paese rispetti se stesso”. Si apre così il Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente in occasione della 30ª Giornata nazionale per la vita dal titolo “Servire la vita” che sarà celebrata il 3 febbraio 2008. “La vita ai suoi esordi, la vita verso il suo epilogo. La civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di servire la vita – prosegue il Messaggio -. I primi a essere chiamati in causa sono i genitori. Lo sono al momento del concepimento dei loro figli: il dramma dell’aborto non sarà mai contenuto e sconfitto se non si promuove la responsabilità nella maternità e nella paternità. Responsabilità significa considerare i figli non come cose, da mettere al mondo per gratificare i desideri dei genitori; ed è importante che, crescendo, siano incoraggiati a “spiccare il volo”, a divenire autonomi, grati ai genitori proprio per essere stati educati alla libertà e alla responsabilità, capaci di prendere in mano la propria vita”.Pubblicata 25.10.07 Documenti allegati:MessaggioVita2008.doc |
Don Benzi, Lettera del Presidente e del Segretario
Generale CEI |
"Andiamo
Altrove". Convegno nazionale
“Andiamo
Altrove. Spiritualità diocesana dei ministri ordinati per la missione in un
mondo che cambia” è il titolo del Convegno di spiritualità per ministri
ordinati in occasione del 50° della Fidei Donum. Si terrà dal 5 all'8
novembre 2007 a Montesilvano (Pescara). Si aprirà con la preghiera di S.E.
Mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento e Presidente della Commissione
per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. La prima
relazione sarà affidata a Don Gianni Colzani, docente all’urbaniana. “Il 50°
dell’enciclica Fidei Donum è occasione propizia per rilanciare proposte di
stimolo e confronto sulla spiritualità missionaria; qualificare la
spiritualità missionaria come spiritualità di comunione; far nascere nei
partecipanti il desiderio della missione – spiegano gli organizzatori -. informazioni e programma nel sito www.chiesacattolica.it/missioni |
45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
Oltre mille i delegati provenienti da tutta Italia che parteciperanno alle sei
sessioni in cui è articolato l’evento
La 45ª Settimana
Sociale dei Cattolici Italiani si aprirà nella Cattedrale di Pistoia il 18
ottobre 2007 per ricordare i cento anni della prima edizione svoltasi a
Pistoia nel 1907. Oltre mille i delegati provenienti da tutta Italia che
parteciperanno alle sei sessioni in cui è articolato l’evento.
Il tema è “Il bene comune oggi: un impegno che viene da lontano”. Ogni
sessione approfondirà un tema specifico e di stretta attualità come “il bene
comune nell’era della globalizzazione”, “le prospettive della biopolitica”, il
rapporto tra “Stato, mercato e terzo settore”, “educare e formare” e nella
sessione conclusiva il tema “Un futuro per il bene comune?”.
La prima giornata si aprirà a Pistoia con il saluto di S.E. Mons. Mansueto
Bianchi, Vescovo di Pistoia; del Sindaco di Pistoia Renzo Berti; di S.E. Mons.
Giuseppe Bertello, Nunzio Apostolico in Italia. Interverrà S.E. Mons. Angelo
Bagnasco, Presidente della CEI. La prima relazione della sessione inaugurale
sarà tenuta dallo storico Andrea Riccardi, Ordinario di Storia contemporanea
all’Università degli studi Roma Tre. Sulla figura di Giuseppe Toniolo,
interverrà S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi e postulatore
della causa di beatificazione di Giuseppe Toniolo. Giorgio Petracchi,
Direttore del dipartimento Scienze Storiche e documentarie all’Università di
Udine terrà una relazione su “Prima settimana sociale e impatto sul
territorio”.
“Nella Settimana del Centenario - spiega il Vescovo Arrigo Miglio - vogliamo
fare “memoria costruttiva” del contributo culturale, sociale e politico che i
cattolici hanno elaborato e offerto alla società, affinché il medesimo impegno
si rinnovi e si rafforzi di fronte ai problemi non meno gravi che il nostro
Paese deve oggi affrontare”. Poi un auspicio: “Possa la Settimana del
Centenario diventare il punto di partenza per una nuova stagione di feconda
riflessione e di rinnovato impegno dei cattolici verso il loro Paese,
continuando una tradizione ricca non solo per una cultura ed un pensiero
sociale profondamente radicati nel Vangelo ma anche per quelle figure di
cristiani che, come Giuseppe Toniolo, hanno saputo vivere il Vangelo ed
incarnarlo nella società del loro tempo”.
Nel sito internet
www.settimanesociali.it il
programma dettagliato e tutte le informazioni utili per seguire on-line
l’evento di Pistoia e Pisa.
"La Persona umana, cuore della pace" "La persona umana, cuore della pace" è il tema della 40ª Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio 2007. IL 12 dicembre nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI.
Il Messaggio papale
si presenta strutturato in tre parti, in ognuna della quali il tema della
persona umana viene progressivamente trattato in relazione ai vari aspetti
della promozione della pace. Nella prima parte si evidenzia il senso e il
valore della connessione tra persona umana e pace intese e proposte
attraverso le categorie teologico-spirituali del dono e del compito;
nella seconda, la verità della persona umana è messa in relazione con il
concetto nuovo e innovativo di ecologia della pace; nella terza, la
verità della persona umana è considerata in riferimento alla complessa
realtà del rispetto dei suoi diritti fondamentali, del diritto umanitario
internazionale e di alcune responsabilità inerenti all’azione delle
Organizzazioni internazionali. Il Messaggio si conclude con un invito ai
cristiani a farsi operatori di pace. |
S.E. Mons. Coletti Vescovo di Como Il Papa ha nominato Vescovo di Como S.E. Mons. Diego Coletti, finora Vescovo di Livorno (Italia). S.E. Mons. Diego Coletti è nato a Milano il 25 settembre 1941. Entrato nel Seminario di Milano dopo la maturità classica, ha conseguito la Licenza in Teologia. stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1965, incardinandosi nell'arcidiocesi di Milano. Dopo l'ordinazione sacerdotale si è laureato in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana. E’ stato quindi nominato professore nel Biennio teologico del Seminario Arcivescovile di Saronno (1968-1977). Nel 1977 viene scelto come Rettore del Seminario di Teologia di Venegono, dove è rimasto fino al 1983, quando ha ottenuto di poter usufruire di un anno sabbatico fuori diocesi. Rientrato in diocesi è stato assegnato come Parroco a Pino, sul Lago Maggiore e, contemporaneamente, nominato anche Assistente diocesano per l’AGESCI. Dal 1985 al 1989 è stato Assistente Diocesano dell'Azione Cattolica. Nel 1989 ha ricevuto l'incarico di Rettore del Pontificio Seminario Lombardo. Dal 1997 al 2000 è stato anche Assistente Nazionale dell'AGESCI. Eletto il 9 dicembre 2000 alla sede vescovile di Livorno, è stato ordinato il 13 gennaio 2001 12.12.06 |
S.E. Mons. Di Cristina Arcivescovo di Monreale Il Papa ha nominato Arcivescovo di Monreale S.E. Mons. Salvatore Di Cristina, finora Vescovo titolare di Bilta, Ausiliare dell’arcidiocesi di Palermo ed Amministratore Apostolico della medesima arcidiocesi di Monreale. S.E. Mons. Salvatore Di Cristina è nato a Palermo il 16 marzo 1937. Ha compiuto gli studi liceali e filosofico-teologici presso il Seminario di Palermo. È stato ordinato sacerdote il 2 luglio 1960 per l'arcidiocesi di Palermo. Si è licenziato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense (1975) e in Scienze Patristiche presso l'Istituto Augustinianum di Roma, ove si è poi laureato nel 1983. Dal 1960 al 1979 è stato educatore nel Seminario di Palermo, dove è stato anche Direttore spirituale. Ha insegnato Lettere nella scuola media inferiore e superiore del Seminario (1960-1970) e di religione presso le scuole statali (1974-1979). Dal 1974 è stato docente di Patrologia presso la Facoltà teologica "San Giovanni Evangelista" di Palermo, della quale è stato anche Preside. È Vicario Generale dell'arcidiocesi dal 1999. È autore di numerosi studi a carattere patristico ed è Consultore della Congregazione per l'Educazione Cattolica. Eletto alla Chiesa titolare di Bilta con l’ufficio di Ausiliare di Palermo il 23 dicembre 2000, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 26 gennaio 2001. Attualmente è Segretario della Conferenza Episcopale Siciliana e Membro della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 29 settembre 2006 è Amministratore Apostolico dell’arcidiocesi di Monreale. 12.12.06 |
Scuola Cattolica Presentato a Roma il 5 dicembre 2006 nel corso di una tavola rotonda dal titolo “Gli insegnanti di scuola cattolica in un sistema in transizione” l’8° Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia (Edizioni La Scuola). Sono intervenuti Luciano Corradini, Presidente nazionale Uciim e docente emerito di pedagogia; don Guglielmo Malizia, direttore del Cssc e ordinario di sociologia dell’educazione all’Università Pontificia salesiana; Carlo Petracca, consigliere del ministro della pubblica istruzione e docente alla Lumsa. Introdurrà S.E. Mons. Diego Coletti, Vescovo di Livorno, mentre Mons. Bruno Stenco, direttore dell’Ufficio Cei, ha presentato il rapporto. Lo studio si articola in tre parti. La prima sezione delinea la fisionomia del docente di scuola cattolica oggi in Italia a partire dalla condizione generale dell’essere docente e insegnante di scuola cattolica. I risultati dell’indagine sul campo sono l’oggetto della seconda parte, in cui vengono presentate sistematicamente le ipotesi della ricerca, l’identità e le motivazioni degli insegnanti, la formazione e la pratica didattica. La terza sezione delinea le prospettive in riferimento al ruolo del docente nella comunità educante. Le conclusioni tentano poi di ricondurre a sintesi ordinata i numerosi contenuti esposti e di fornire alcune linee di azione. 12.12.06 |
Pubblicato il Sussidio Avvento-Natale 2006 E’ disponibile in tutte le librerie cattoliche e nelle diocesi attraverso gli Uffici liturgici diocesani il Sussidio Avvento-Natale 2006 dal titolo “Quelli che udirono si stupirono”. Il titolo del Sussidio rimanda al pellegrinaggio dei pastori a Betlemme e coniuga insieme l’ascolto e lo stupore. Tra le novità del sussidio la lectio divina preparata da dom Franco Mosconi, monaco camaldolese. “Se facciamo riferimento alla celebrazione eucaristica, e alla liturgia della Parola in particolare, è facile cogliere nel racconto dei pastori la voce della Chiesa attraverso la quale la parola di Dio raggiunge ogni uomo – scrive il vescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, nella presentazione -. Ma allo stesso tempo, appare evidente l’importanza che tale ascolto assume nella vita del credente: colui che sa essere attento a questa voce, non può che lasciarsi sorprendere dalla novità e dalla ricchezza della Parola”. vai all'ufficio liturgico.....>>>>>> |
|
Salvaguardia del Creato “Dio pose l’uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15)” è il titolo del Sussidio preparato dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e dalla Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo in occasione della Giornata per la salvaguardia del creato che sarà celebrata il 1° settembre 2006. Nel sussidio viene richiamato il capitolo X del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa laddove si sofferma sul degrado dell’ecosistema planetario esaminandone i diversi aspetti (inquinamento nelle sue diverse forme, mutamento climatico, crisi delle risorse idriche, riduzione della biodiversità, ecc). Non manca poi il riferimento alla salvaguardia del creato come impegno ecumenico. “Nella pluralità delle tradizioni cristiane confessare Dio come il Creatore è tema condiviso, sul quale è possibile un comune sentire e un reciproco arricchimento – si legge nel messaggio -. Ecco aprirsi, dunque, un importante spazio di dialogo e incontro tra i cristiani delle diverse confessioni, nel quale essi porteranno le rispettive sensibilità in vista di una crescita comune”. La versione integrale del sussidio è disponibile nel sito internet www.chiesacattolica.it/lavoro I vescovi delle due commissioni inoltre forniscono alcune indicazioni “per vivere la Giornata per la salvaguardia del creato” attraverso iniziative e attività tese a sensibilizzare le comunità diocesane e parrocchiali su un tema di stretta attualità. In tutte le diocesi italiani saranno previsti incontri di preghiera, momenti di approfondimento e di festa dalla HOME PAGE news del 04.09.2006 |
L'Ospedale Belcolle di Viterbo nominato "Ospedale Amico dei Bambini"L'UNICEF Italia
annuncia che l'Ospedale Belcolle di Viterbo ha raggiunto gli standard
validi per il riconoscimento internazionale promosso da UNICEF e OMS "Ospedale
Amico dei Bambini". Verso una rete regionale di "Ospedali amici dei bambini"L'Ospedale Belcolle di Viterbo è la prima delle 17 strutture ospedaliere coinvolte nel programma di "promozione dell'allattamento al seno" lanciato nel 2003 dalla Regione Lazio a ottenere il prestigioso riconoscimento. Questo progetto, coordinato dall'Agenzia di Sanità Pubblica (ASP) della Regione Lazio ha l'obiettivo di aumentare la percentuale di donne che allattano al seno ed intende creare una rete regionale di "Ospedali amici dei bambini". Per diventare "Ospedale Amico dei Bambini", un ospedale deve applicare le dieci norme specifiche UNICEF/OMS in favore dell'allattamento al seno, che prevedono, fra l'altro, di: non accettare campioni gratuiti o a buon mercato di surrogati al latte materno, non usare biberon o tettarelle, promuovere la formazione di tutto il personale, il rooming-in (sistemazione del bambino nella stessa stanza della madre 24 ore su 24) e una informazione corretta alle madri per incoraggiarle ad allattare esclusivamente al seno almeno per i primi sei mesi di vita del neonato. L'Ospedale Belcolle di Viterbo si è impegnato da tempo per il raggiungimento di questo obiettivo, costruendo un solido terreno culturale a favore dell'allattamento materno e sottoponendosi ad una accurata valutazione effettuata da una équipe di esperti del Comitato Tecnico di Valutazione dell'UNICEF Italia, con verifiche approfondite anche attraverso interviste alle madri e al personale, che hanno evidenziato la piena rispondenza alle norme previste dall'iniziativa internazionale. L'UNICEF Italia sottolinea come il progetto veda coinvolte in numero sempre crescente strutture ospedaliere in tutta Italia, espressione dell'interesse da parte del mondo medico e della salute per il diritto al benessere psico-fisico dei bambini italiani e degli altri paesi del mondo. Per saperne di più |
CONTINUA DALLA HOME
PAGE.............. «Se un tempo la missione poteva essere pensata
come dono a giovani Chiese bisognose di personale e di mezzi, oggi è
sempre più evidente che la comunione è una categoria indispensabile
per orientare la reciproca cooperazione. Non solo le Chiese del Sud del
mondo hanno bisogno di noi, ma noi abbiamo bisogno di loro per crescere
nell'universalità e nella cattolicità». |
VITA RELIGIOSA A Trinità dei Monti i monaci delle città Da ieri la celebre chiesa è retta dalla Fraternità di Gerusalemme Questa sera una Messa in San Giovanni in Laterano con il cardinale Ruini Da Roma Fabrizio Mastrofini Un monastero nel cuore di Roma. Retto da una famiglia religiosa che proprio del dialogo tra l'esperienza monastica e la vita della città ha fatto il suo carisma. È iniziata ufficialmente ieri a Trinità dei Monti la presenza della Fraternità monastica di Gerusalemme, la realtà alla quale la Segreteria di Stato vaticana - d'intesa col governo francese, che ne è proprietario - ha affidato la chiesa dopo che, per carenza di vocazioni, le Suore del Sacro Cuore hanno dovuto abbandonare le opere educative e di accoglienza che qui gestivano. Una nuova presenza estremamente significativa per la città di Roma. E proprio a sottolinearlo, l'accoglienza è scandita in queste ore da alcune celebrazioni. A inaugurare il triduo, ieri pomeriggio, è stato il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, che ha presieduto un'affollatissima e commossa Messa di fondazione. Ma intensa sarà anche la giornata di oggi, che inizierà alle 8,30 con la recita delle Lodi nella cripta della Basilica Vaticana guidata dal vescovo Renato Boccardo, segretario generale del Governatorato della Città del Vaticano. Poi, a testimoniare lo speciale legame con la diocesi di Roma, sarà il cardinale vicario Camillo Ruini a presiedere alle 18,30 alla presenza dei monaci una solenne Eucaristia nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Domani, infine, la Messa domenicale a Trinità dei Monti, sarà presieduta dal cardinale Paul Poupard, presidente dei Pontifici consigli della cultura e del dialogo interreligioso. A Roma sono arrivati dodici tra religiosi e religiose, per dare vita a un servizio educativo e di accoglienza in una delle zone più caratteristiche della città. Ogni turista ha ben presente la scalinata di piazza di Spagna, pensata dal cardinale Mazzarino per un accesso monumentale alla chiesa e all'Accademia francese sulla sommità del Pincio. L'origine delle Fraternità monastiche di Gerusalemme risale al 1975: dopo aver vissuto l'esperienza di un soggiorno nel deserto del Sahara, il fondatore, pad re Pierre-Marie Delfieux, intuisce che occorre dare vita a un'esperienza monastica dentro «il deserto della città». Un segno capace di parlare dentro l'ambiente più comune per l'uomo di oggi. Con l'appoggio del cardinale François Marty, allora arcivescovo di Parigi, l'esperienza prende il via proprio nella capitale francese. Al 1978 risale la regola, che nel 1996 ha ottenuto l'approvazione della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. La vita nelle città, in comunità maschili e femminili, è proprio l'elemento che caratterizza le Fraternità di Gerusalemme. L'età media dei monaci piuttosto bassa (oggi intorno ai 33 anni) dà l'idea di quanto questo progetto di vita risponda a un bisogno del nostro tempo. Nelle Fraternità di Gerusalemme la vita contemplativa è ritmata dalle lodi del mattino, dalla preghiera di mezzogiorno, dalla recita dei vespri e dalla Messa quotidiana. La liturgia si ispira allo stile orientale ed è ricca di canti. Come tutti i religiose e le religiose, gli appartenenti emettono i voti di castità, povertà e obbedienza. Sono però affiancati dalle Fraternità evangeliche, aperte ai laici.
|
I laici dal Vaticano II al quarto Convegno nazionale della Chiesa italiana:il cammino, il ruolo, le sfide,le prospettive nelle parole del presidente della Commissione episcopale per il laicato. «Come il Concilio, così anche l’evento di ottobre ci ricorda che molti uomini non possono conoscere Cristo se non per mezzo dei laici». Pubblichiamo oggi la prima parte dell’intervista al presule Verona 2006, appello ai laici «Siate il volto della speranza» Parla Paolo Rabitti,
arcivescovo di Ferrara-ComacchioLe credenziali dei «credenti che sperano»?
Il rispetto della vita, il nitore dell'amore, la verità della famiglia,
l'onestà in economia e in politica, la competenza culturale, l'impegno per
la pace Il Convegno ecclesiale di Verona chiama a
raccolta tutta la Chiesa italiana. Anche i laici. All'arcivescovo di
Ferrara-Comacchio, Paolo Rabitti, presidente della Commissione episcopale
per il laicato e promotore della Lettera al laicato del 27 marzo
2005, abbiamo chiesto una riflessione sulla situazione, le difficoltà, le
prospettive e le responsabilità dei laici cattolici, con uno sguardo che
abbracciasse il cammino compiuto dal Concilio Vaticano II al Convegno di
Verona. |
AGGRESSIONE
IN TURCHIA Padre Pierre: «Mi ha ferito, ma lo perdono» Il sacerdote francese aveva preso il posto di don Santoro «Mi ha attirato in una libreria e poi ha sferrato il colpo» Da Samsun
Stefano Rossi |
ATTORNO A PIETRO «Difendete la vita e la famiglia» La fragilità dei
legami coniugali ed il secolarismo minacciano la società nei Paesi Baltici e
la Chiesa ha un grande compito da svolgere per il progresso e la difesa
della vita. Lo ha ribadito ieri Benedetto XVI, nel discorso rivolto ai
vescovi di Lituania, Lettonia ed Estonia, ricevuti insieme al termine della
loro visita «ad limina». «Accanto a nuclei familiari esemplari, ve ne sono
sovente altri segnati purtroppo dalla fragilità dei legami coniugali, dalla
piaga dell'aborto e dalla crisi demografica, dalla poca attenzione alla
trasmissione di valori autentici ai figli, dalla precarietà del lavoro,
dalla mobilità sociale che affievolisce i legami fra le generazioni, e da un
crescente senso di smarrimento interiore dei giovani». Di fronte a questa
analisi, Benedetto XVI ha proseguito sottolineando che «una modernità che
non è radicata in autentici valori umani è destinata ad esser dominata dalla
tirannia dell'instabilità e dello smarrimento». Per questo ogni comunità
ecclesiale, «ricca della propria fede e sorretta dalla grazia di Dio», è
chiamata «ad essere punto di riferimento e a dialogare con la società in cui
è inserita». La Chiesa, «maestra di vita», ha spiegato ancora il Papa,
«attinge dalla legge naturale e dalla Parola di Dio quei principi che
indicano le basi irrinunciabili per edificare la famiglia secondo il disegno
del Creatore».
|
AFRICA SOFFERENTE Bimbi d'Angola Una nazione in ginocchio malgrado le sue ricchezze A Luanda quasi sei milioni di persone sopravvivono nelle bidonville, soltanto una minoranza si sta giovando del grande boom petrolifero che fa lievitare le entrate statali Dal Nostro Inviato A Luanda Claudio Monici Un aereo vola alto, preciso taglia a metà il cielo azzurro. Va lontano, lasciandosi dietro una scia bianca. Il giovane Alfonso allunga il dito verso quella cosa che gli scintilla sopra il naso, e ride. Quando gli si domanda se immagina dove stia andando quel puntino volante, resta muto e attonito. Ciò che gli preme è vendere qualcosa della scadente mercanzia, «made in china», che si porta in spalla. Si fa largo tra decine di improvvisati venditori ambulanti, molti a piedi nudi, che calpestano liquami e immondizia. Come termiti all'assalto dell'estenuante, sempre più caotico, fumoso, quasi paralizzato traffico di Luanda. Propongono di tutto, ma oggi c'è una curiosa invasione di coperchi in plastica per water, caricabatteria per telefonini e lampadari dalle ampolle "finto Murano". Alvaro è poco più grande, porta i pantaloni lunghi, rammendati davanti e dietro, e così unti di sporco da sembrare caduto nell'olio motore. Indossa una canottiera nera e rossa, orgogliosa bandiera dell'Angola che cerca riscatto ai campionati del mondo di calcio in Germania. Il ragazzo si farà avanti accompagnato dai suoi «bravi» quando, parcheggiata l'automobile, ci si sentirà rivolgere la richiesta di una «gazoza». Un «dono» in kwanza, la valuta locale, che sia almeno equivalente a un paio di euro. Quanto serve a garantire che la vettura non prenda il volo e ad Alvaro di godersi un po' di vita. Al tramonto, ma anche durante il giorno, e non solo nelle strade secondarie, questo sistema non vige più: sono coltelli o armi da fuoco ad accompagnare le richieste di soldi e di valori. La poco sana abitudine di chiedere una «gazoza» è comunque uno sport molto diffuso. I primi a farsi avanti sono, come sempre, i bambini di strada, i meninos de rua. Troppi e soli, dagli occhi acquosi e i visi sempre macilenti. Angelina tutte le mattine da quando ha cominciato a camminare, e sono ormai 12 anni, si schiaccia la fronte posandoci sopra una tanica gialla da 25 litri, colma d'acqua, da depositare nella ba racca della madre vedova, dopo una buona mezz'ora percorsa a piedi. Sotto il tetto di lamiera, senza gabinetto, senza elettricità, c'è anche un coro di fratellini dalle bocche spalancate, in attesa che qualcuno li nutra. Così ogni giorno che passa sotto a quel cielo solcato da un mondo che va lontano, anche gli uomini cariola aspettano, appoggiati spalle al muro, che qualcuno li ingaggi. Un lavoro per garantirsi quella saltuaria pietanza composta da polenta bianca, fagioli neri, erbe cotte e, forse, un pesce arrostito. E poi, se va bene, una sbronza al metanolo. Da qualche parte della città, sopra una branda senza materasso e lenzuola, lontana da un ospedale con le poche medicine che comunque non si potrebbe permettere, la ventenne Francisca è lentamente consumata dal colera. C'è una epidemia che ha già colpito 48mila angolani, uccidendone quasi 2000. La tosse rivela uno stato avanzato tubercolotico, probabilmente causata da una infezione di HIV. Mentre la malaria, oramai, è in una fase cronica. Francisca, pelle e ossa, quasi non si muove più dal letto. Dopo quasi trenta anni di guerra civile che ha piagato l'Angola, le aree rurali resteranno a lungo inaccessibili per le mine, e per la conseguente totale mancanza di qualsiasi opportunità di sviluppo. Aggravata dalla scomparsa di una generazione di artigiani, agricoltori e allevatori. Dunque non rimane che tuffarsi in qualche angolo nella grande città, convinti di potercela fare a cavallo tra legalità e illegalità. Ma sempre in bilico tra la fame che non smette di farsi sentire e le malattie che stagnano nell'aria di una diffusa maleodorante precarietà. Luanda è rimasta la capitale coloniale che era prima della guerra e che poteva permettersi di contenere mezzo milioni di persone; oggi si stima che gli abitanti siano tra i quattro e i sei milioni. Una capitale e un Paese provati dalla mancanza di infrastrutture, reti fognarie, strade. Senza ponti né industrie, dove a crescere a dismisura è solo l'inestricabile dedal o di bidonville. Dove si nasce e si muore senza avere l'opportunità di affacciarsi sul lungomare, punteggiato da bei ristoranti in cui siedono la ricchezza e il benessere derivati dalle risorse e dai commerci che in soli quattro anni hanno fatto fare un balzo in avanti a un ristretto numero di fortunati. Si sopravvive senza essere sfiorati dalla consapevolezza che il proprio Paese sta vivendo una crescita economica enorme. Un boom sostenuto da ricchissimi giacimenti petroliferi, che fanno dell'Angola il secondo Paese africano dopo la Nigeria, al pari con la Libia. Ogni giorno gli impianti pompano 1.500.000 barili di petrolio e, secondo gli esperti, la quota potrebbe raddoppiare nell'arco di un paio d'anni. Cifre da capogiro considerando il prezzo attuale al barile che è di 70 dollari, contro i 35 di appena un anno fa. Gli idrocarburi rappresentano il 95 per cento delle esportazioni. Un terzo se ne va in Cina. Le relazioni commerciali ammontano a 7 miliardi di dollari. I cinesi hanno aperto cantieri per aeroporti, strade, ferrovie, usando, si sussurra, manodopera prelevata nelle carceri di Pechino. Lavoro in Angola in cambio della remissione della pena. Nessuno fa mai domande inopportune quando si tratta di affari e diritti umani. Il petrolio rappresenta il 90% delle entrate statali. Lo scorso 2005 la crescita del Pil è stata del 15%, quella attuale del 18 e si prevede che presto potrà sfiorare il 30%. L'Angola, che dedica il 70% della propria spesa alle Forze armate, è al quarto posto della graduatoria mondiale della produzione diamantifera, oltre ad avere riserve di oro, uranio e altri minerali pregiati. Mentre le risorse idriche fluviali potrebbero offrire ampie possibilità di sviluppo agricolo. Un Paese potenzialmente tra i più ricchi dell'Africa, ma con 6 persone su dieci che vivono in condizioni di povertà e quasi altre 3 in estrema miseria. Con un tasso di analfabetismo elevatissimo. Aspetti che pongono l'Angola al 160° posto, su 177, nella graduatoria dello sviluppo umano dell'Onu. «Luanda è un sogno per tutti gli angolani, fuori di qui c'è il nulla. - dice Licinio, 27 anni, studente universitario -. Siamo usciti dal comunismo e dalla guerra. Ma sembra impossibile sfuggire alla corruzione e alla povertà» 19.06.06 |
Benedetto XVI a Valencia: così le giornate Diffuso il programma del viaggio in
Spagna che si svolgerà l’8 e 9 luglio Da Roma Mimmo Muolo A meno di un mese dal quinto Incontro
mondiale delle famiglie è ormai tutto pronto a Valencia. Ieri al clima
dell'attesa si è aggiunto un altro importante tassello: la diffusione da
parte della Sala Stampa vaticana del programma dettagliato del viaggio di
Benedetto XVI, che come annunciato da tempo non mancherà all'importante
appuntamento. |
La Presidenza della CEI stanzia 2 milioni di Euro, dai fondi derivanti dall’otto per mille, in favore delle popolazioni della zona di Yogyakarta in Indonesia, colpite da un disastroso terremoto La Presidenza della C.E.I., a nome di tutta la Chiesa italiana, esprime viva partecipazione al dolore per le migliaia di vittime causate dal terremoto che ha colpito al zona di Yogyakarta in Indonesia.Tutti i fedeli sono invitati a pregare per le vittime del terremoto e a gesti di concreta solidarietà per sostenere tutte le persone colpite negli affetti e nei beni e per aiutare coloro che si stanno prodigando nel portare i primi aiuti e alleviare le sofferenze.Accogliendo l’appello del Santo Padre, che ha incoraggiato tutti ad adoperarsi per assistere le popolazioni colpite da questo disastro, la Presidenza della C.E.I., attraverso il Comitato per gli interventi caritativi a favore dei paesi in via di sviluppo, ha stanziato 2 milioni di Euro dai fondi derivanti dall’otto per mille, per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali. Come in altre occasioni, il Comitato sta prendendo contatto con la Nunziatura apostolica e con l’Episcopato locale per concordare gli interventi 26.05.06 |
«DOV'ERA DIO?» QUEGLI INTERROGATIVI DEL PAPA Una sera, al
ritorno dai lavori forzati, gli internati di un lager nazista scoprono sul
piazzale interno tre impiccati. Sono due adulti e un bambino, "l'angelo
dagli occhi tristi". Le guardie costringono i prigionieri a guardare in
faccia gli impiccati, come monito contro ogni velleità di ribellione. I due
adulti sono già morti: il ragazzo è ancora vivo, la lingua rossa gli
fuoriesce dalle labbra e gli occhi non sono ancora spenti. Ecco, allora, la
terribile domanda di uno dei prigionieri: "Dov'è il buon Dio? Dov'è?". |
I movimenti dal cenacolo all'areopago.
Come otto anni fa con Giovanni Paolo II. Con il cenacolo che ancora una
volta sarà rappresentato da piazza San Pietro. Mentre l'areopago è
l'immagine che richiama alla mente i diversi luoghi della vita di tutti i
giorni in cui portare l'annuncio del Vangelo. Monsignor Stanislaw Rylko
ricorre a una metafora di immediata comprensione - il cenacolo e l'areopago,
la comunione e la missione - per spiegare il significato del nuovo incontro
dei movimenti con il Papa. Un incontro fortemente voluto da Benedetto XVI
già all'indomani della sua elezione, rivela il presidente del Pontificio
Consiglio per i laici in questa intervista ad Avvenire. E dunque un
appuntamento che, al pari di quello del 1998, dice l'arcivescovo polacco,
sarà sicuramente «una pietra miliare» del cammino che dal cenacolo
porta all'areopago. |
Benedetto XVI a Verona il 19 ottobre 2006 Il Santo Padre, accogliendo l’invito della Presidenza della CEI, interverrà il giorno 19 ottobre 2006 al 4° Convegno Ecclesiale Nazionale, appuntamento decennale della Chiesa italiana, che si svolgerà a Verona (16-20 ottobre) sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”. Il programma della visita, comunicato dalla Prefettura della Casa Pontificia, è già definito e prevede l’arrivo del Santo Padre in aereo a Verona nella mattinata. Benedetto XVI incontrerà i partecipanti al Convegno nella sede dei lavori (Fiera di Verona) e, dopo il saluto del Cardinale Camillo Ruini, Presidente della CEI, e la presentazione dei lavori del Convegno, rivolgerà la sua parola all’Assemblea. Nel pomeriggio, il Santo Padre si recherà presso lo Stadio Comunale di Verona, dove, alle 16.00, presiederà la Santa Messa. A questa celebrazione sono invitati i fedeli di Verona e delle altre diocesi del Triveneto. Il rientro a Roma è previsto in serata. Al Convegno parteciperanno circa 2500 persone tra delegati delle diocesi, rappresentanti di istituti di vita consacrata, membri di aggregazioni laicali, invitati della Presidenza della CEI. 15.05.2006
|
Religione cattolica, pubblicato Annuario 2006
|
L'acustica tra i problemi dei progettisti di chiese “Progettazione di Chiese: il problema dell’acustica” è il titolo del Convegno nazionale che si terrà a Bari dall'1 al 3 giugno 2006. L’appuntamento segna l’inizio di un percorso di approfondimento nel vasto campo dell’edilizia sacra, strutturato intorno a tematiche relative alla progettazione delle nuove chiese. “Con l’ausilio di esperti del settore, ma con una taglio facilmente accessibile a tutti, si cercherà di offrire l’opportunità di individuare, affrontare e risolvere, in modo efficace ed in tempi relativamente brevi, le molteplici questioni implicate nella progettazione di una chiesa – sottolinea don Giuseppe Russo, direttore del Servizio nazionale per l’edilizia di culto della CEI -. IL convegno prende le mosse da un’accurata ricerca sull’acustica architettonica degli edifici di culto condotta dal dipartimento di Fisica Tecnica del Politecnico di Bari”. La ricerca ha consentito di rilevare le caratteristiche acustiche di più di 40 chiese del territorio nazionale, rappresentative di epoche e stili differenti, dal romanico fino all’architettura sacra contemporanea. Il convegno si aprirà giovedì 1 giugno intorno alle 16.45 con la relazione di S.E. Mons. Felice Di Molfetta, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, Presidente della Commissione Episcopale per la liturgia 26.05.03 |
LA MARCIA PAM
23.05.06 Manifestazione globale dell’Onu contro la malnutrizione che colpisce 300 milioni di bimbi Oggi il mondo marcia contro la fame che assilla più di trecento milioni di bambini e quasi un miliardo di persone in tutto il pianeta. Sarà un evento globale, che coinvolgerà 700mila persone in oltre 100 Paesi attraverso i fusi orari: a promuoverlo, in collaborazione con Tnt e la rappresentanza italiana della Commissione europea, è il Programma alimentare mondiale dell'Onu (Pam), che ha sede a Roma. Proprio a Roma c'è stata anche la presentazione mondiale della marcia «Fight Hunger: Walk the world 2006». A fare gli onori di casa il direttore esecutivo del Pam, James Morris, assieme al vice sindaco di Roma Maria Pia Garavaglia e alla nuova ambasciatrice del Pam Maria Grazia Cucinotta. Presenti, tra gli altri, Ludo Oelrich, direttore di «Moving the world», partnership tra Tnt e Pam, e Jacques Betrand, responsabile dei Global Issues della Caritas Internazionale. «È una vergogna - ha detto Morris - che milioni di bambini soffrano la fame oggi», quando da quasi mezzo secolo c'è cibo a sufficienza per nutrire l'intera popolazione mondiale. «Quei bambini - ha esortato - hanno bisogno del nostro aiuto: oggi alle 10, in ogni località del mondo, dalla Nuova Zelanda, alla Cina, fino agli Stati Uniti, partirà la marcia e alcuni dei nostri colleghi scaleranno l'Everest e il Kilimangiaro per piantare in cima la bandiera del Pam e mostrare al mondo che non è possibile accettare questo flagello». In Italia, la marcia si terrà in contemporanea in diverse città: Roma, Brindisi, Catania, Firenze, Genova, Monza, Torino e Trento. A Roma prenderà il via da Piazza del Popolo. Da oggi, per quanti volessero dare il proprio contributo, sarà attivo un numero (il 48583) a cui mandare un euro attraverso un sms: un euro garantisce una settimana di cibo e studio a un bambino del terzo mondo. |
CITTA' DEL VATICANO - Nel primo anno di pontificato, Benedetto XVI ha incontrato più di quattro milioni di persone tra pellegrini giunti per udienze generali o speciali, per gli Angelus domenicali e per le celebrazioni liturgiche presiedute dal Papa. Per la precisione, secondo i dati forniti dalla Prefettura della casa pontificia, i pellegrini sono stati 4.078.600 (il dato comprende anche le persone iscritte alla udienza generale di domani, 19 aprile 2006). Agli oltre quattro milioni di presenze si arriva sommando 1.121.500 persone che hanno partecipato alle udienze generali, i 384.900 delle udienze speciali, i 697.200 delle celebrazioni liturgiche e il milione e 875.000 degli Angelus. I picchi di presenze si sono registrati in ottobre per le udienze generali, con 190.000 presenti; ancora in ottobre, con 132.400 persone, per le udienze speciali; in aprile 2005, con 220.000 persone, per le celebrazioni liturgiche presiedute dal Papa e in dicembre, con 350.000 persone per gli angelus. Nel 1978 duecentomila fedeli parteciparono alle udienze generali di Giovanni Paolo II, eletto il 16 ottobre 1978, e nel '79 i partecipanti alle udienze generali furono 1.585.700. Non si hanno dati relativi alle udienze speciali, alle celebrazioni liturgiche e agli Angelus per i primi anni del pontificato di Karol Wojtyla 23.05.06 |
|
Servizio civile, occhio al nuovo bando Arriverà tra qualche settimana il nuovo bando nazionale per il Servizio civile volontario. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire per quei ragazzi tra i 18 e i 28 anni che hanno deciso di dedicare un anno della propria vita al servizio degli altri. Un’esperienza umana e professionale allo stesso tempo, che permette ai giovani di crescere come individui e di partecipare a un’iniziativa che sarà riconosciuta nel momento in cui entreranno nel mondo del lavoro. Così è stato fino a questo momento per molti di coloro che hanno svolto il servizio civile a Telefono Azzurro. Lo scorso anno, la onlus ne ha accolti 208, che si sono misurati con gli aspetti più diversi del lavoro in associazione: dallo sviluppo dei centri territoriali alla promozione delle attività di Telefono Azzurro sul territorio. E allora occhi aperti: il bando sarà pubblicato sia sul sito dell’Ufficio nazionale servizio civile www.serviziocivile.it, sia su quello di Telefono Azzurro. La scadenza per presentare la propria domanda – da inviare alla sede prescelta dal candidato - sarà fissata a un mese dalla pubblicazione e il servizio inizierà a luglio o, più probabilmente, a settembre. Per maggiori informazioni, a disposizione degli aspiranti volontari c’è l’infoline di Telefono Azzurro 800.090.335 (dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 18.30) o l’indirizzo email serviziocivile@azzurro.it. 15.05.2006
|
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 43.a Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni - 7 maggio 2006 “Vocazione nel mistero della Chiesa”
Venerati Fratelli nell'Episcopato,
|
Sacerdote
italiano ucciso a bastonate
RIO DE JANEIRO - E' stato ucciso a bastonate nella sua parrocchia di «Nossa Senhora das Candeias» a Vitória da Conquista, nello Stato di nord-orientale di Bahia. E' la triste storia di un sacerdote italiano, Don Bruno Baldacci, che da alcuni decenni viveva nella cittadina di Victoria da Conquista, in Brasile L'omicidio sarebbe avvenuto nella notte tra mercoledi e giovedi e secondo gli inquirenti di Vitória da Conquista, il sacerdote sarebbe stato assassinato a colpi di bastone da alcuni giovani che si erano introdotti nel luogo di culto probabilmente a scopo di rapina. «Don Bruno stava organizzando un programma di recupero per ragazzi di strada dediti al consumo di droga; temiamo siano stati proprio alcuni di loro ad averlo ucciso»- ha detto alla Misna Mesias Ferraz, parrocchiano del sacerdote di La Spezia - «ero stato a trovarlo l’ultima volta nell’agosto scorso. Già in quell’occasione mi ero preoccupato perché alcuni ragazzi minacciavano di venire a rubare in parrocchia».
ALLARME -
A dare l'allarme giovedi mattina è stata la segretaria del sacerdote,
che non lo aveva trovato in ufficio. Il parroco don Luigi Gattellini di
La Spezia, terra di origine di Don Baldacci e amico del prelato ha
spiegato «Ci hanno informati che don Bruno Baldacci è stato ucciso,
sembra a colpi di bastone. Don Bruno era amatissimo dalla gente del
posto. Era in Brasile da 36 anni. Dopo aver studiato a Roma era andato
in Brasile e là era stato ordinato. Ha speso la sua vita in quel Paese,
pur essendo uno straniero ormai era una di loro», ha raccontato don
Gattellini. Secondo le prime indiscrezioni la polizia locale avrebbe già
identificato i responsabili, due ventenni, ma per il momento non sono
stati diffusi altri particolari.
31 marzo 2006
|
ETICA E POLITICA Proteggere e promuovere «la dignità delle persone» sono «principi non negoziabili». E quando la Chiesa li richiama «ciò non costituisce una forma di intolleranza o di interferenza». Difesa della vita, «riconoscimento e promozione» della famiglia fondata sul matrimonio e difesa del diritto dei genitori all'educazione dei figlio «non sono verità di fede» ma «sono iscritti nella stessa natura umana» e sono «comuni a tutta l'umanità». Benedetto XVI ribadisce con forza il diritto della Chiesa ad esprimersi e a «illuminare le coscienze». E, nel farlo, tende la mano al dialogo col mondo laico su quei temi topici, sottolineando il carattere «non confessionale» dell'azione della Chiesa che, piuttosto, «è rivolta a tutti». In questo modo, il discorso rivolto ieri mattina ai partecipanti al convegno promosso a Roma dal Partito popolare europeo (che pubblichiamo integralmente a pagina 4), è destinato a segnare un punto fermo, quasi una pietra miliare. Discorso tanto asciutto quanto denso, nel quale Papa Ratzinger parte di nuovo dalla questione delle radici cristiane dell'Europa negando le quali, afferma, si darebbe solo «un segno di immaturità, se non addirittura di debolezza». E così per questo «quando le Chiese o le comunità ecclesiali intervengono nel dibattito pubblico, esprimendo riserve o richiamando principi, ciò non costituisce una forma di intolleranza o di interferenza, poiché tali interventi sono volti esclusivamente ad illuminare le coscienze rendendole capaci di agire liberamente e in modo responsabile». Una precisazione puntuale, questa del Papa, che ha fatto seguito all'apprezzamento espresso per il «il dialogo strutturato» previsto nel Trattato costituzionale tra istituzioni europee e Chiese e comunità religiose. Quel che infatti sta veramente a cuore alla Chiesa, ha spiegato Benedetto XVI, è «la protezione e la promozione della dignità della persona», ed è appunto per questo che «essa perciò sta rivolgendo consapevolmente particolare attenzione a princ ipi che non sono negoziabili». E li ha elencati in quei tre punti già ricordati all'inizio: «Protezione della vita in tutti i suoi stadi, dal primo momento del concepimento fino alla morte naturale; riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia - come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio - e la sua difesa da tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono a destabilizzarla, oscurandone il carattere particolare e l'insostituibile ruolo sociale; la protezione del diritto dei genitori a educare i figli». In una chiave più generale, nella prima parte del suo discorso, Benedetto XVI aveva ricordato che per affrontare le grandi sfide che attendono l'Europa - «come la crescita e lo sviluppo dell'integrazione, la definizione di una politica di vicinato e il dibattito sul modello sociale» - «sarà importante» ispirarsi al patrimonio cristiano «che ha contribuito significativamente a forgiare l'identità di questo continente». Valorizzando infatti le proprie «radici cristiane», ha detto il Pontefice, l'Europa «sarà in grado fornire un orientamento sicuro alle scelte dei suoi cittadini, ne rafforzerà la consapevolezza di appartenere ad una comune civiltà e aumenterà l'impegno di tutti nell'affrontare le sfide del presente in vista di un futuro migliore». Benedetto XVI ha poi espresso ai presenti il proprio apprezzamento per il «sostegno» dato «all'eredità cristiana» del continente, che «può contribuire in modo significativo - ha affermato - alla sconfitta di una cultura, ormai largamente diffusa in Europa, che relega nel privato e nella sfera soggettiva la manifestazione delle proprie convinzioni religiose». Perché «politiche fondate su questa base» ha avvertito il Papa, comportano «il ripudio del ruolo pubblico del cristianesimo», minacciando «così la stessa democrazia, la cui forza dipende dai valori che promuove»
|
- Documento sulla Scuola Cattolica Il Consiglio nazionale della scuola cattolica, organismo collegato alla Cei, ha varato un documento dal titolo "La riforma del sistema educativo e le prospettive del Paese". I documento tratta dell'autonomia e della qualità educativa della scuola; della scuola e della formazione professionale; del "pluralismo istituzionale, diritto di scelta delle famiglie, effettiva parità scolastica"; delle politiche educative. "ci stanno a cuore - si legge nel documento - non gli interessi di parte, ma esclusivamente quelli dei giovani e delle famiglie e la promozione delle condizioni che rendono possibile un'assunzione di responsabilità condivisa da parte di tutte le componenti vive della società civile" 2006.03.29 |
Disegni di speranza Incontro Nazionale, Verona 29 aprile - 1 maggio L'Azione Cattolica nel cammino della ChiesaOBIETTIVI
CONTENUTI La riflessione intorno ai modi
concreti di testimoniare il Risorto, speranza del mondo, è accolta con
gratitudine e senso di responsabilità ecclesiale dall’Azione Cattolica,
impegnata a fare tesoro della consegna di Giovanni Paolo II a Loreto
(Contemplazione – Comunione – Missione), attivando un processo di
realizzazione, capillare e sistematica, del Progetto Formativo. DESTINATARI
Sono altresì invitati a partecipare i presidenti diocesani, gli assistenti unitari diocesani e regionali, i segretari, presidenti e assistenti dei movimenti. 17 marzo 2006 |
|
|
“Nella verità la pace”. Il messaggio del Santo Padre per la giornata
mondiale della Pace 2006 ci invita a coniugare verità e pace. Ci viene richiesto di metterci in cammino – come l’icona dei Magi richiamata alla GMG di Colonia – in ricerca della verità per poter raggiungere e CUSTODIRE la pace. A volte come adulti siamo piuttosto pessimisti e pensiamo sia tutto inutile, ci sentiamo impotenti di fronte a tanto male che sembra vincere nel mondo. Ma noi sappiamo e crediamo nel Cristo Risorto, crediamo anche nella capacità di riscatto dell’uomo, nella sua aspirazione più profonda alla pace come pienezza di vita. Come si sottolinea nel testo Vivi nella speranza “essere adulti di AC significa guardare al mondo con gli occhi di Cristo assumendone le gioie e le speranze... spendendosi per gli altri e non risparmiandosi per la causa del Vangelo”. In questo senso «custodire si deve coniugare ed assimilare al verbo “perdere” e solo così potremo far vedere Gesù agli altri» (cf pag. 83). Il metodo del dialogo resta il fulcro sul quale far crescere il rapporto con gli altri. Come adulti conosciamo quanto sia essenziale il dialogo nel rapporto intergenerazionale, nella famiglia, nel lavoro, nella comunità cristiana. Il dialogo richiede però, come elemento fondamentale l’ascolto dell’altro, il riconoscere che il Signore ha posto in ogni uomo l’anelito alla verità e che quindi ogni persona di buona volontà, che lavora per la giustizia, cammina verso la Verità. Ritorna l’icona di Salomone giovane che chiede un cuore docile all’ascolto del Signore per poter discernere il bene dal male. Più ci poniamo in ascolto del Signore più avremo la capacità di ascolto, dialogo, confronto per ricercare insieme la Verità. Tante possono essere le occasioni di dialogo e confronto da avviare nel corso del Mese della Pace, da valorizzare – tra l’altro – la Settimana di unità dei cristiani per il dialogo ecumenico. 01 marzo 06 |
La Bibbia ci Conduce alla Volontà di Dio ● Saluto e segno della croce ● Introduzione al tema Il 25 Marzo, festa dell’Annunciazione del Signore, il Vescovo dà inizio alla consegna della Bibbia a Tindari. Questa consegna poi continuerà nelle Parrocchie e nelle Piccole Comunità. Perché alla Bibbia diamo tanta importanza? Oggi vogliamo confrontarci su questa domanda. Chiediamo al Signore di assisterci con il suo Spirito e di farci crescere nella fraternità e nella fede. OSSERVAZIONE DELLA REALTA’a) Un fatto della vita di oggi Il re di “Nonsodove”, essendo ormai vecchio, convocò i suoi tre figli: Valente, forte e risoluto, ma arrogante; Folco, intelligente, ma avido e ambizioso; Giannino, ancora giovane, il volto lentigginoso, svelto e furbo, ma oggetto degli scherzi dei fratelli che non lo stimavano molto.Il re disse ai figli: “È ora che io designi il mio successore al trono. Voglio bene a tutti e tre e non so chi scegliere. Pertanto ho pensato che chi di voi mi porterà lo Smeraldo Verde sarà re”. I figli sentendo quelle parole strabuzzarono gli occhi: lo Smeraldo Verde era stato il sogno di tutti i cavalieri, ma tutti coloro che avevano cercato di prenderlo erano morti. Il re allora disse: “So che vi ho chiesto una cosa molto difficile, per questo ho pensato di darvi qualcosa che vi potrà giovare”. Dicendo così aprì un contenitore in cui vi erano una spada, un sacchetto di monete d’oro e una conchiglia. Il re disse ancora: “Ecco: rappresentano la mia forza, la mia ricchezza, le mie parole: la lama di questa spada non può essere spezzata, chi avrà queste monete d'oro sarà il più ricco della terra e in questa conchiglia ci sono tutte le mie parole, quelle che vi ho detto da quando siete nati ad oggi. Scegliete».Valente e Folco si scambiarono un'occhiatina e scelsero secondo le loro inclinazioni, senza badare a Giannino. Con mossa rapida Valente afferrò la spada fiammeggiante e Folco il sacco di monete. Giannino prese la conchiglia e se la legò al collo. Poi tutti e tre partirono. Valente sul suo focoso destriero; Folco sulla sua carrozza dorata; Giannino a piedi, ma fischiettando. Lo Smeraldo Verde si trovava nella grotta Ferrea e per raggiungerla bisognava attraversare per prima la foresta abitata dal bandito Molk. Valente ingaggiò una furibonda battaglia contro i suoi uomini; Folco gli offrì centomila monete d’oro, mentre Molk ne voleva di più. Quando giunse Giannino i fratelli non erano ancora là, uno a combattere e l’altro a contrattare. Portò la conchiglia l’’orecchio e sentì la voce del padre che gli diceva: “Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto”. Giannino preparò una deliziosa bevanda per il bandito e gliela offrì lodando per il suo coraggio e la sua generosità, cosa che mai nessuno gli aveva detto. Molk, commosso gli chiese cosa volesse in cambio. Giannino chiese di poter passare con i suoi fratelli attraverso la sua foresta. Molk glielo concesse. Giannino portò all’orecchio la conchiglia e sentì ancora la voce del padre: “Le ore del mattino hanno l’oro in bocca”; mentre era ancora notte riprese il cammino; giunse al lago delle tempeste prima dell’alba, quando ancora era ghiacciato e lo potè attraversare. I fratelli, invece, avendo dormito fino a tardi, quando arrivarono al lago il sole aveva sciolto il ghiaccio e perciò dovettero fare il giro lungo. Il terzo ostacolo prima della grotta ferrea era la palude della tristezza, immensa e piena d’insidie. Valente con la sua armatura veniva risucchiato dalle sabbie mobili; la carrozza di Folco si capovolse e tutte le monete andarono al fondo: tornati indietro, si sedettero ai bordi della palude disperati. Anche Giannino scivolò tante volte e fu sul punto di temere per la stessa vita, ma ogni volta portava all’orecchio la conchiglia dalla quale gli giungevano le parole del padre che lo guidavano e lo incoraggiavano. Così riuscì a raggiungere la grotta ferrea e a prendere lo Smeraldo Verde. 2006.02.20 |
||
![]() |
Il silenzio dopo l'assassinio di don Santoro- Europa senza radici condannata al mutismo, nelle news troverete un pensiero pubblicato sul giornale Avvenire da Carlo Cardia 2006.02.13 In una lettera pubblicata l'11 febbraio dell'anno scorso sul sito internet del Vicariato di Roma, padre Andrea Santoro, il prete ucciso in Turchia mentre pregava in chiesa, enunciava le ragioni della sua presenza in Turchia. La lettera era rivolta ai suoi amici e discepoli e sottolineava con forza la necessità di insistere e lavorare ad un dialogo interreligioso. 2006.02.07
|
TESTIMONE DEL
VANGELO «I fili d’erba crescono anche nella steppa» Carissimi,
|
"IO VERRO' E TI GUARIRO'"è il testo, per il tempo di Quaresima, pensato per giovani ed i giovanissimi. Prezioso strumento per la preghiera e la ricerca personale, il sussidio intende aiutare i giovani, durante il tempo quaresimale, a riscoprirsi protagonisti di un cammino compiuto in compagnia della Parola. 2006.02.07 |
CONSIDERATO che le elezioni per il rinnovo del Consiglio Presbiterale Diocesano si sono regolarmente svolte nei giorni 16 dicembre 2005 e 13 gennaio 2006; VISTI i verbali delle votazioni nei singoli Vicariati e per il rappresentante dei Religiosi; CONSIDERATO che sono state osservate le modalità espresse nel Regolamento del Consiglio Presbiterale, approvato con Nostro Decreto N. 1107 del 1° dicembre 2005; ai sensi dell’art. 1 del medesimo Regolamento, PROMULGHIAMO LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO PRESBITERALE per leggere la composizione andate alle news 2006.02.09 |
Il silenzio dopo l'assassinio di don Santoro Europa senza radici condannata al mutismo
Dopo la bufera scatenata dalle
vignette sull'Islam, e dalla violenza che ha imperversato in molti paesi
musulmani, dopo il martirio di don Andrea Santoro, è possibile tornare a
parlare di radici cristiane dell'Europa?
|
EMERGENZA
AFRICA Somalia - La siccità torna a uccidere e nei clan rispuntano le
armi Nell’ultimo mese è triplicato il numero di ricoveri in ospedale per
malnutrizione. E mentre la dottoressa Rosa Auat snocciola le cifre, sotto i
suoi occhi muore la piccola Abdurader Barwag: a nove mesi pesa cinque chili
e mezzo ........ Da Dinsor (Somalia) Il piccolo Cessna
vira d’improvviso e punta in basso per atterrare su una striscia polverosa,
color terra di Siena davvero bruciata. Arbusti rinsecchiti e kalashnikov
sono le bandiere dell’inesistente aeroporto: simboli di siccità e guerra
infinita. Visto dall’alto, quest’angolo del Sud della Somalia assomiglia a
una gigantesca lastra di vetro crepata. L’aridità ha aperto venature che
tagliano la boscaglia. Qua e là qualche macchia verde. Strisciano come
enormi serpenti scuri i letti asciutti dei torrenti che in tempi di pioggia
si gonfiano d’acqua. «Ma ora non ce n’è. Per la seconda volta consecutiva la
stagione della piogge è stata scarsissima», si lamenta Mohammed Ibrahim.
Dice di aver già perso almeno trenta dei suoi 102 animali: un terzo del
capitale iniziale della sua famiglia di pastori bruciato da implacabili
agenti meteorologici. È scappato venti giorni fa dalla confinante regione
del Middle Juba per abbeverare mucche, capre e cammelli. Ora bivacca intorno
a una delle poche fonti d’acqua ancora disponibili: il bacino di Safarnolay,
una trentina di chilometri a Nord-Est di Dinsor.
|
LE PAROLE
DEL PAPA Andrea Santoro, il sacerdote assassinato a Trebisonda, in Turchia, era impegnato a promuovere il dialogo fra Cristianesimo e Islam. Originario della provincia di Latina, aveva appena celebrato la messa quando è stato ucciso a colpi di pistola da un ragazzo che poi ha invocato Allah. 2006.02.06
ROMA 10 feb. 06 -
Don Andrea Santoro sarà santo. Lo ha annunciato il cardinale Camillo Ruini
nell'omelia pronunciata ai solenni funerali del sacerdote ucciso da un fanatico
islamico in Turchia. Due lunghi applausi in basilica hanno accolto la notizia
nella basilica di San Giovanni in Laterano gremita da migliaia di fedeli.
«Rispetteremo pienamente - ha detto il porporato - nel processo di
beatificazione e canonizzazione che ho in animo di aprire, tutte le leggi e i
tempi della Chiesa, ma fin da adesso sono interiormente persuaso che nel
sacrificio di don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio
cristiano».
|
CONSIDERATO che le elezioni per il rinnovo del Consiglio Presbiterale Diocesano si sono regolarmente svolte nei giorni 16 dicembre 2005 e 13 gennaio 2006; VISTI i verbali delle votazioni nei singoli Vicariati e per il rappresentante dei Religiosi; CONSIDERATO che sono state osservate le modalità espresse nel Regolamento del Consiglio Presbiterale, approvato con Nostro Decreto N. 1107 del 1° dicembre 2005; ai sensi dell’art. 1 del medesimo Regolamento, PROMULGHIAMO LA COMPOSIZIONE DEL CONSIGLIO PRESBITERALE 1. Longo Ignazio, rappresentante del Vicariato di Patti 2. Musarra Calogero, rappresentante del Vicariato di Brolo 3. Sambataro Antonio, rappresentante del Vicariato di Capo d’Orlando 4. Pichilli Giuseppe, rappresentante del Vicariato di Rocca di Caprileone 5. Tascone Calogero, rappresentante del Vicariato di S. Agata Militello 6. Morsicato Sebastiano, rappresentante del Vicariato di S. Stefano di Camastra 7. Triscari Sebastiano, rappresentante degli Insegnanti di Religione 8. Versaci Ciro, rappresentante Insegnanti dell’Istituto Teologico Diocesano 9. Sidoti Alfonso, rappresentante dei Presbiteri dimessi dall’ufficio 10. Mancuso Benedetto, rappresentante dei Cappellani ospedalieri 11. Gioacchino Cusimano, rappresentante dei Religiosi 12. Orlando Giovanni, vicario generale 13. Fragapane Salvatore, coordinatore della Pastorale diocesana 14. De Maria Gaetano, direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano 15. Carcione Antonino, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano 16. Lo Presti Luigi, direttore della Caritas diocesana 17. Smriglio Vincenzo, direttore dell’Ufficio diocesano per le Missioni 18. Lanza Dino, cancelliere della Curia 19. Rinaudo Basilio, rettore del Seminario I suddetti membri durano in carica cinque anni, con tutti i diritti e i doveri inerenti l’ufficio, secondo le norme dello Statuto. Confidando nella collaborazione di tutti e singoli i componenti del Consiglio, invochiamo abbondante la grazia del Padre, per il Figlio Redentore, nello Spirito che è Signore e dà la vita. Patti, dalla Casa Vescovile, 17 gennaio 2006 Prot. N. 1110 Ignazio Vescovo
|
Convegno di pastorale giovanile: coinvolgere i giovani fuori dal giro “Inculturare il Vangelo, la cultura come opportunità di incontro con i giovani "fuori dal giro", evangelizzare la cultura e la cultura come obiettivo”. Sono i quattro “punti di vista” che “una pastorale giovanile che voglia oggi dirsi missionaria” è chiamata ad assumere “per avere una dimensione culturale”. Lo ha detto don Paolo Giulietti, direttore del Servizio nazionale Cei per la pastorale giovanile (Snpg), aprendo oggi a Lignano Sabbiadoro (villaggio turistico Getur) i lavori dell’VIII convegno nazionale di pastorale giovanile sul tema "Ma io vi dico - nuove parole per la fede. La dimensione culturale di una pastorale giovanile missionaria". “La centralità della missione operata dalla Chiesa italiana – ha dichiarato - implica un ripensamento dell'essere e dell'agire della comunità cristiana, che sposti l'attenzione laddove i cristiani sono chiamati a testimoniare la gioia dell'incontro con Cristo”. Anche la pastorale giovanile è chiamata a misurarsi con
la cultura. Quattro, per don Giulietti, le piste da seguire: “Innanzitutto
è necessario inculturare il Vangelo ripensando l'annuncio dentro le
categorie e i linguaggi dei giovani.
|
Abitare il dolore per custodire la speranzaIl 18 febbraio l’ACR, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù”, organizza un seminario dal titolo “Abitare il dolore, custodire la speranza”, che avrà luogo presso l’Aula Convegni della medesima struttura ospedaliera. Apriranno i lavori del
convegno il dott. Francesco Silvano, Presidente
dell’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù”, e Mirko Campoli,
Responsabile nazionale dell’ACR. L’idea del seminario nasce dal
desiderio di lasciarsi interrogare sul tema del dolore innocente,
facendosi guidare dalla testimonianza di Nennolina, la bambina che seppe
fare della sua malattia uno strumento di santificazione.
|
SEMINARIO su ''SALUTE E PERSONA'' Roma, 15 marzo 2006 Operatori della ricerca, sanità, politica, formazione e divulgazione scientifica affrontano tematiche riguardanti l'ambito della tutela della salute secondo l'ottica in cui il "malato" è innanzitutto "persona". Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della XIV Giornata Mondiale del Malato Adelaide, Australia, 11 Febbraio 2006 Cari fratelli e sorelle, l’11 febbraio 2006, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, si terrà la 14ª Giornata Mondiale del Malato. Lo scorso anno la Giornata si è svolta nel Santuario mariano di Mvolyé a Yaoundé, e in quell’occasione i fedeli ed i loro Pastori, a nome dell’intero Continente africano, hanno riaffermato il loro impegno pastorale per gli ammalati. La prossima sarà ad Adelaide, in Australia, e le manifestazioni culmineranno con la Celebrazione eucaristica nella Cattedrale dedicata a San Francesco Saverio, infaticabile missionario delle popolazioni dell’Oriente. In tale circostanza, la Chiesa intende chinarsi con particolare sollecitudine sui sofferenti, richiamando l’attenzione della pubblica opinione sui problemi connessi col disagio mentale, che colpisce ormai un quinto dell’umanità e costituisce una vera e propria emergenza socio-sanitaria. Ricordando l’attenzione che il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II riservava a questa annuale ricorrenza, anch’io, cari fratelli e sorelle, vorrei rendermi spiritualmente presente alla Giornata Mondiale del Malato, per soffermarmi a riflettere in sintonia con i partecipanti sulla situazione dei malati di mente nel mondo e per sollecitare l’impegno delle Comunità ecclesiali a testimoniare loro la tenera misericordia del Signore. In molti Paesi non esiste ancora una legislazione in materia ed in altri manca una politica definita per la salute mentale. C’è poi da notare che il prolungarsi di conflitti armati in diverse regioni della terra, il succedersi di immani catastrofi naturali, il dilagare del terrorismo, oltre a causare un numero impressionante di morti, hanno generato in non pochi superstiti traumi psichici, talora difficilmente recuperabili. Nei Paesi ad alto sviluppo economico, poi, all’origine di nuove forme di malessere mentale gli esperti riconoscono anche l’incidenza negativa della crisi dei valori morali. Ciò accresce il senso di solitudine, minando e persino sfaldando le tradizionali forme di coesione sociale, ad iniziare dall’istituto della famiglia, ed emarginando i malati, particolarmente quelli mentali, considerati sovente come un peso per la famiglia e per la comunità. Vorrei qui rendere merito a quanti, in modi e a livelli diversi, operano perché non venga meno lo spirito di solidarietà, ma si perseveri nel prendersi cura di questi nostri fratelli e sorelle, ispirandosi a ideali e principi umani ed evangelici. Incoraggio pertanto gli sforzi di chiunque si adoperi perché a tutti i malati di mente sia dato accesso alle cure necessarie. Purtroppo, in molte parti del mondo i servizi per questi malati risultano carenti, insufficienti o in stato di disfacimento. Il contesto sociale non sempre accetta i malati di mente con le loro limitazioni, e anche per questo si registrano difficoltà nel reperire le risorse umane e finanziarie di cui c’è bisogno. Si avverte la necessità di meglio integrare il binomio terapia appropriata e sensibilità nuova di fronte al disagio, così da permettere agli operatori del settore di andare incontro più efficacemente a quei malati ed alle famiglie, le quali da sole non sarebbero in grado di seguire adeguatamente i congiunti in difficoltà. La prossima Giornata Mondiale del Malato è un’opportuna circostanza per esprimere solidarietà alle famiglie che hanno a carico persone malate di mente.Desidero ora rivolgermi a voi, cari fratelli e sorelle provati dalla malattia, per invitarvi ad offrire insieme con Cristo la vostra condizione di sofferenza al Padre, sicuri che ogni prova accolta con rassegnazione è meritoria ed attira la benevolenza divina sull’intera umanità. Esprimo apprezzamento a quanti vi assistono nei centri residenziali, nei Day Hospitals, nei Reparti di diagnosi e cura, e li esorto a prodigarsi perché mai venga a mancare a chi è nel bisogno un’assistenza medica, sociale e pastorale rispettosa della dignità che è propria di ogni essere umano. La Chiesa, specialmente mediante l’opera dei cappellani, non mancherà di offrirvi il proprio aiuto, essendo ben consapevole di essere chiamata a manifestare l’amore e la sollecitudine di Cristo verso quanti soffrono e verso coloro che se ne prendono cura. Agli operatori pastorali, alle associazioni ed organizzazioni del volontariato raccomando di sostenere, con forme ed iniziative concrete, le famiglie che hanno a carico malati di mente, verso i quali auspico che cresca e si diffonda la cultura dell’accoglienza e della condivisione, grazie pure a leggi adeguate ed a piani sanitari che prevedano sufficienti risorse per la loro concreta applicazione. Quanto mai urgente è la formazione e l’aggiornamento del personale che opera in un settore così delicato della società. Ogni cristiano, secondo il proprio compito e la propria responsabilità, è chiamato a dare il suo apporto affinché venga riconosciuta, rispettata e promossa la dignità di questi nostri fratelli e sorelle.Duc in altum! Questo invito di Cristo a Pietro ed agli Apostoli lo rivolgo alle Comunità ecclesiali sparse nel mondo e, in modo speciale, a quanti sono al servizio dei malati, perché, con l’aiuto di Maria Salus infirmorum, testimonino la bontà e la paterna sollecitudine di Dio. La Vergine Santa conforti quanti sono segnati dalla malattia e sostenga coloro che, come il buon Samaritano, ne leniscono le piaghe corporali e spirituali. A ciascuno assicuro un ricordo nella preghiera, mentre volentieri imparto a tutti la mia Benedizione. Dal Vaticano, 8 Dicembre 2005 Benedetto XVI
Pubblichiamo il Messaggio di Benedetto XVI
per la XL Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali
|
Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 28ª Giornata per la vita (5 febbraio 2006) Rispettare la vita “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini” (Gv 1,1.4). La Vita precede il creato e l’uomo: l’uomo – e con lui ogni realtà vivente – è reso partecipe della vita per un gesto di amore libero e gratuito di Dio. Ogni uomo è riflesso del Verbo di Dio. La vita è perciò un bene “indisponibile”; l’uomo lo riceve, non lo inventa; lo accoglie come dono da custodire e da far crescere, attuando il disegno di Colui che lo ha chiamato alla vita; non può manipolarlo come fosse sua proprietà esclusiva. La vita umana viene prima di tutte le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche; precede anche la scienza con le sue acquisizioni. La persona realizza se stessa quando riconosce la dignità della vita e le resta fedele, come valore primario rispetto a tutti i beni dell’esistenza, che conserva la sua preziosità anche di fronte ai momenti di dolore e di fatica. Chi non vuole essere libero e felice e non fa tutto il possibile per realizzare questa sua massima aspirazione? Ognuno ha racchiusa nel segreto del suo cuore la propria strada verso la libertà e la felicità. Ma per tutti vale una condizione: il rispetto della vita. Nessuno potrà conquistare libertà e felicità oltraggiando la vita, sfidandola impunemente, disprezzandola, sopprimendola, scegliendo la via della morte. Questo vale per tutti, ma in modo speciale per i giovani, tra cui non manca chi sembra ricercare la libertà e la felicità con espressioni esasperate o estreme. L’uso pervasivo delle droghe, che in taluni ambienti sono così diffuse da essere considerate cose normali; l’assunzione di stimolanti nella pratica sportiva; le ubriacature e le sfide in auto o in moto e altri comportamenti analoghi non sono semplicemente gesti di sprezzo della morte, un gioco tanto infantile quanto incosciente. No, essi dicono soprattutto indifferenza per la vita e i suoi valori; scarso amore per se stessi e per gli altri. Una società che tollera una simile deriva e non si interroga sulle cause e sui rimedi, o che la considera una malattia passeggera da prendere alla leggera, da cui si “guarisce” crescendo, non si rende conto della reale posta in gioco: chi da giovane non rispetta la vita, propria e altrui, difficilmente la rispetterà da adulto. È nostro dovere, perciò, aiutare quei giovani che si trovano in particolare disagio e difficoltà a ritrovare la speranza e l’amore alla vita, a guardare con fiducia e serenità a progetti di matrimonio e famiglia, a servire la cultura della vita e non quella della morte. Un fattore importante che incide sulla vitalità e sul futuro della nostra società, ma tuttora trascurato, è sicuramente oggi quello demografico: sono molti i coniugi, infatti, che hanno meno figli di quanti ne vorrebbero. Ma, oltre alla mancanza di politiche organiche a sostegno della natalità, resta grave nel nostro Paese il problema della soppressione diretta di vite innocenti tramite l’aborto, dietro al quale spesso ci sono gravi drammi umani ma a cui, a volte, si ricorre con leggerezza. Vanno valorizzati quegli aspetti della stessa legge 194, che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell’aiuto alle donne in difficoltà di fronte ad una gravidanza. Davanti alla piaga dell’aborto tutti siamo chiamati a fare ogni sforzo per aiutare le donne ad accogliere la vita. Il rispetto della vita, infatti, comincia dalla tutela della vita di chi è più debole e indifeso. Nessuno può dirsi padrone e signore assoluto della vita propria, a maggior ragione di quella altrui. Rispettare la vita, in questo contesto, significa anche fare tutto il possibile per salvarla. Quando pensiamo a un nascituro, vogliamo, perciò, pensare a un essere umano che ha il diritto, come ogni altro essere umano, a vivere e a ricercare la libertà e la felicità. Rispettare la vita significa, ancora, mettere al primo posto la persona. La persona governa la tecnica, e non viceversa; la persona, e non la ricerca o il profitto, è il fine. Chiedere l’abolizione di regole e limitazioni che tutelano la vita fin dal concepimento in nome della libertà e della felicità è un tragico inganno, che produce al contrario la schiavitù e l’infelicità di chi lascia che a costruire il futuro siano da un lato i propri desideri soggettivi, dall’altro una tecnica fine a se stessa e sganciata da ogni riferimento etico. Occorre continuare un capillare e diffuso lavoro di informazione e sensibilizzazione per aiutare tutti a comprendere meglio il valore della vita, le potenzialità e i limiti della scienza, il dovere sociale di difendere ogni vita dal concepimento fino al suo termine naturale. Se nel cuore cerchi la libertà e aspiri alla felicità, rispetta la vita, sempre e a ogni costo. PRESENTATO IL TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE Il Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 39ª Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà il 1° gennaio 2006, sarà dedicato al seguente tema: Nella verità la pace. La Costituzione conciliare Gaudium et spes afferma che l’umanità non riuscirà ad «edificare un mondo veramente più umano per tutti gli uomini su tutta la terra, se tutti non si volgeranno con animo rinnovato alla verità della pace» (n. 77). La pace possiede, infatti, una sua intrinseca ed invincibile verità, corrispondendo essa, come tutti sperimentano, ad un anelito e ad una speranza che vivono indistruttibili nel cuore degli uomini. Tale sua verità deriva dal fatto che essa è «il frutto dell’ordine immesso nella società umana dal suo Fondatore e che deve essere attuato dagli uomini assetati di una giustizia sempre più perfetta» (n. 78). La pace è vera perché risponde al desiderio iscritto dal Creatore nel cuore di ogni uomo. La natura umana ha delle esigenze profonde: i diritti dell’uomo chiedono di essere attuati, il «diritto naturale delle genti e i suoi principi universali» (cfr n. 79) esigono di essere rispettati, la giustizia intesa come dare a ciascuno il suo domanda di essere posta in atto. Quando l’agire umano non rispetta l’ordine delle cose, quella grammatica naturale di cui parlò il Papa Giovanni Paolo II di fronte all’Assemblea delle Nazioni Unite il 5 ottobre 1995, quando coarta la vita umana impedendone lo sviluppo, quando impone sacrifici intollerabili ai popoli, la pace non c’è, perché non si ha alcun rispetto per la verità delle cose. La pace è la tranquillitas ordinis, vale a dire la situazione che permette il pieno dispiegamento della verità dell’uomo. La sete che l’uomo ha della verità come pienezza dell’essere si traduce in un desiderio di pace, di non-disordine, della pace vera o della verità della pace. La pace vera è anche pacifica. Essa riconcilia, fa uscire dal proprio isolamento. La verità illumina, fa intravedere la strada delle autentiche relazioni umane, permette di correggere gli errori, di riconciliarsi con se stessi e con gli altri, di essere trasparenti nelle contrattazioni e fedeli alla parola data.
|
Notizie e Informazione a cura della Redazione
Copyright © 2006 [NewsWorld by Parrocchia Fiumara]. Tutti i diritti riservati.
Conferenza
Episcopale Italiana Chiede parimenti a tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite di non ricorrere all'uso della forza finché non sia esaurita ogni possibilità di soluzione pacifica, secondo i principi della stessa Carta dell'ONU. Chiede inoltre al Governo italiano un rinnovato impegno in questa direzione. Domanda in particolare ai credenti, consapevoli che la pace è anzitutto dono di Dio, di insistere nella preghiera e nella penitenza per implorare questo dono, di inestimabile valore per il presente e per il futuro della famiglia umana. Roma, 17 marzo 2003 |