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Anche
quest’anno abbiamo avuto la grazia di celebrare la S. Messa di prima comunione
per un bel gruppetto di nostri ragazzi che si sono debitamente preparati durante
l’anno con l’incontro settimanale di catechismo. Come
già sperimentato lo scorso anno, le celebrazioni sono state due, una a
Pedemonte, il nove maggio, l’altra a Lastebasse la domenica successiva. Questo
per dare occasione ad ambedue le comunità di celebrare festosamente questo
momento importante della vita dei nostri ragazzi. Così gli undici ragazzi sono
stati presenti in tutte e due le occasioni. A
Pedemonte Ilaria Pergher, Nicola e Ivan Giacon hanno fatto compagni agli otto
che per le prima volta hanno incontrato Gesù nel sacramento dell’Eucaristia:
Giacomo Battheu, Massimo Carotta, Mauro Carotta, Serena Carotta, Silvia Carotta,
Bruno Ciechi Stefania Strazzer e Diego Zambon. La domenica successiva è stata
la volta degli otto di Pedemonte ad accompagnare i tre amici di Lastebasse. Le
due celebrazioni solennizzate dal canto, dalla presenza di tante persone e dalle
chiese addobbate a festa con dei fiori splendidi, sono state da un segno
particolare e nolto bello preparato con cura dai ragazzi aiutati dalla maestria
delle catechiste Cristina Longhi e Fioretta Rocchetti. Ognuno
dei ragazzi è entrato in chiesa con un girasole di carta al centro del quale
c’era una loro foto. Questi sono stati posti sul presbiterio, vicino
all’altare. Perché
un girasole? Beh, è abbastanza facile da indovinare. Come ben sapete la
caratteristica di questo fiore è quella di orientarsi sempre verso l’astro
che illumina il nostro pianeta. il girasole rappresentava proprio la vita di
ognuno di loro. Il cristiano dovrebbe essere proprio come un girasole, capace di
orientare la propria storia sempre verso il Sole che è Gesù Cristo che
illumina il nostro cammino e sostiene la nostra esistenza anche attraverso i
doni grani del Pane eucaristico e della Parola di Dio che è stata donata a
tutti i ragazzi, alla fine della celebrazione, come ricordo ma soprattutto come
strumento importante nel proprio cammino di fede. Il
rito è stato caratterizzato anche da parecchi altri segni che hanno
caratterizzato il momento dell’omelia a Pedemonte e quello dell’offertorio a
Lastebasse. Segni per lo più legati alla parola di Dio delle due domeniche in
questione. Un
altro elemento significativo da ricordare è sicuramente lo stile con cui i
ragazzi hanno vissuto la celebrazione. L’emozione iniziale ha presto lasciato
il posto al raccoglimento e alla partecipazione intensa aiutati in questo
dall’atteggiamento altrettanto positivo degli adulti presenti alla
celebrazione. È
evidente che le cose non sono finite lì. Dopo festa per tutti con le proprie
famiglie. Ma soprattutto quello che non deve finire è la partecipazione
domenicale alla S. Messa come momento di incontro fondamentale con il Signore
Gesù. Quelle
del nove e del sedici maggio sono state solo le prime volte di un incontro
completo con il Signore. La Prima Comunione non è un punto di arrivo ma una
tappa importante nel nostro cammino di cristiani, un itinerario che non finisce
mai perché nella fede non possiamo mai considerarci degli arrivati; non
possiamo avere la presunzione di sapere tutto e di essere a posto. Ma questa è
un’idea che deve passare nella mente di noi adulti perché questi ragazzini
hanno davanti il tempo per capire e comprendere sempre più e sempre meglio il
grande dono che Gesù ci ha fatto in quell’ultima cena nella quale spezzando
il pane ha detto ai suoi discepoli: “Fate questo in memoria di me”. Speriamo
che la gioia di quel giorno continui a lungo nella vita dei nostri ragazzi e in
quella di ciascuno di noi, gioia che viene sempre alimentata dal Cristo. |