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Letture liturgiche di Domenica 11 Novembre 2001 XXXII Settimana del Tempo Ordinario. |
PRIMA LETTURA Dal secondo libro dei Maccabei. Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva largamente all'intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando: <<Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dá conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi>. Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: <<Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?>>. Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: <<No>>. Perciò anch'egli si ebbe gli stessi tormenti del primo. Giunto all'ultimo respiro, disse: <<Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna>>. Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani e disse dignitosamente: <<Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo>>; così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: <<E` bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita>>. |
Ci sazieremo, Signore, contemplando il tuo volto. Accogli, Signore, la causa del giusto, sii attento al mio grido. Porgi l'orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c'è inganno. Sulle tue vie tieni saldi i miei passi e i miei piedi non vacilleranno. Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta; porgi l'orecchio, ascolta la mia voce. Proteggimi all'ombra delle tue ali; io per la giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua presenza. |
SECONDA LETTURA Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi. |
VANGELO![]() Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie>>. Gesù rispose: <<I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui>>. |
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