Pensare positivo
Jerry era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa
di positivo da dire. Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi
meglio, scoppierei!".
Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva
la gestione di un nuovo ristorante. Il motivo per cui i camerieri lo seguivano era che
Jerry aveva un grande atteggiamento positivo. Era un motivatore naturale: se un dipendente
aveva la luna storta, Jerry era lì a spiegargli come guardare al lato positivo della
situazione.
Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi: "Adesso basta!
Spiegami come fai ad essere sempre così positivo, qualunque cosa succeda!!" Lui mi
rispose: "Vedi, io sono così. Quando mi sveglio la mattina mi dico: "Oggi hai
una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore..., e scelgo
di essere di buon umore. Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole: posso fare la
vittima oppure imparare qualcosa dai problemi...io scelgo di imparare. Ogni giorno
qualcuno viene da me a lamentarsi: io posso scegliere di subire passivamente le sue
lamentele o di trovare il lato positivo della cosa...beh, io scelgo sempre il lato
positivo della vita."
"Si - dissi io - ma non è sempre cosi facile!" "Sì, invece - disse Jerry
- la vita è tutta fatta di scelte. In ogni situazione c'è una scelta da fare. Sei tu a
scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente può influire sul
tuo umore. Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore e quindi, in
definitiva, come vivere la tua vita."
Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un
gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una
mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati. Mentre cercava di aprire la
cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la
combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente.
Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto
soccorso. Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry
era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.
Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente e quando gli chiesi come andava, mi disse:
"Se stessi meglio, scoppierei! Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?" Declinai
l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile
esperienza. "La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta
posteriore del ristorante - mi disse Jerry - poi, quando ero già stato colpito e mi
trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di
morire." "Ma non avevi paura? Non sei svenuto?" Jerry continuò: "Gli
infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu quando mi
portarono con la barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle facce dei dottori
e degli assistenti, che mi spaventai veramente: potevo leggere nei loro occhi
<<quest'uomo è già morto!>> Dovevo assolutamente fare qualcosa."
"E cosa hai fatto?" gli domandai. "C'era una infermiera veramente grassa
che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa. Si! - risposi
- e a quel punto tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la
mia risposta... Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gridai loro:
<<Sono allergico alle pallottole!>> Mentre ancora ridevano aggiunsi: sto
scegliendo di vivere: operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto!"
Jerry è sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo
atteggiamento positivo. Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere
pienamente. Un atteggiamento positivo, alla fine, vale più di tutto il resto. Come si fa
ad essere positivi in questo mondo crudele e cinico? Fidandoci di Dio e credendo che tutto
quello che ci accade è per il nostro bene e per il bene di coloro che ci stanno vicini.
Di che cosa ci dobbiamo allora preoccupare, se pensa a tutto Lui?