Una festa per Don Giorgio


da "La difesa del popolo"
settimanale della Diocesi di Padova, 14 settembre 2003

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14 settembre 2003

DON VERONESE


Grazie perché sa davvero parlare al cuore

lettera U n sacerdote di Roma, intervistato sul problema
dell'anima, affermò che "la chiesa ha bisogno soprattutto di preti che parlino al cuore della gente". Già, perché spesso si è convinti che il modo migliore per avvicinare la gente alla fede, o per disperderla, sia quello di "tuonare" in chiesa, o di inventare occasioni di incontro o di preghiera che si perdono nell'esteriorità dei gesti e in mille parole che non sanno di niente, o chissà cos'altro! Parlare al cuore, invece, è un'altra cosa. E' un comunicare da persona a persona che corre sul filo del sentimento senza identificarsi in esso, che colpisce in profondità nonostante si avvalga di espressioni semplici se non, addirittura, dello stesso silenzio.
Parlare al cuore è un modo di interloquire non convenzionale, che presuppone una grande ricchezza interiore, una straordinaria capacità di ascolto, tanta umiltà e semplicità d'animo, tanta
pazienza; in definitiva, tanto amore per il prossimo.
E quando incontri una persona così, senti che è tutta un'altra storia e che le stesse cose, dette e ridette, acquistano un valore più autentico, più sincero, più vero, in una parola, appaiono quasi più credibili.

Ho conosciuto don Giorgio Veronese almeno una decina d'anni fa, quasi per caso. Avevo bisogno di un confessore e, trovandomi da quelle parti, sono entrata nella chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova. Come ogni mattina don Giorgio era lì, nel suo confessionale, dalle 7 alle 9. Per problemi che non starò certo a raccontare, mi sentivo fortemente demotivata e stanca. In quella confessione, e in quelle che da allora sono seguite, ho portato i miei dubbi, le mie lacrime, la mia rabbia, la mia delusione, … ogni volta ne sono uscita serena, rinfrancata nella fede, fiduciosa che la vita avesse ancora qualcosa da dirmi; ogni volta, ho trovato una persona disposta ad accogliermi fraternamente, ad ascoltare il mio cuore senza giudicare nel merito, senza sottovalutare né banalizzare; finalmente qualcuno che non cercasse di soffocare, con le sue, le mie parole o, peggio, che non assumesse quell'atteggiamento indifferente di chi ha cose più importanti a cui pensare.
E ogni volta la

mia fede è stata "ravvivata" dalla parola di Cristo senza che ciò potesse sembrare un semplice fatto di routine.
Così don Giorgio mi è apparso sorprendentemente "grande" nella sua semplicità e nel suo spirito.

Purtroppo, abitando lontano, non ho potuto seguire gli incontri di catechesi, ma, quando mi hanno riferito che è molto apprezzato anche per questo, non ne sono rimasta stupita.

In occasione del suo saluto alla comunità di Santa Maria dei Servi, che lascia dopo 25 anni, vorrei approfittare per aggiungere anche il mio grazie: grazie per tutto il bene che mi ha fatto; grazie per avermi quasi presa per mano; grazie per aver parlato al mio cuore … grazie don Giorgio! E tanti auguri per il cammino pastorale che l'attende!

Alberta Bevilacqua
Montagnana (Pd)


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