Gią nel 1028 esisteva il "Ministerium
Sancti Firmani ", come si legge nel Regesto
Fermano che non poca importanza religiosa e politica
ha esercitato nei dintorni. In uno strumento notarile del 1248 si
legge che nel monastero vivevano oltre 20 monaci.
Nel 1248 ci fu un' incursione di ghibellini maceratesi guidati da
Roberto di Castiglione, vicario di Federico II nelle Marche, per
mettere a ferro e fuoco il monastero di San Firmano, perchč
aveva aiutato le soldatesche del vescovo Marcellino e altri
guelfi. La testimonianza suddetta ci permette di conoscere alcune
attivitą dei monaci. Il Castiglione e i suoi infatti,
distrussero e incendiarono : 2 mulini, 12 case appartenenti alla
chiesa del monastero, gli altari, 9 carri, la catena del pozzo,
12 vomeri, tutti iletti e le vesti dei monaci, 12 botti piene di
vino, 4 paia di presse di legno che servivano per la torchiatura,
30 alveari, 3 campane e portarono via tutto il frumento,
arrecando gravi danni agli animali ed a tutte le altre cose dei
monaci e del monastero.
Allora i suddetti ribelli e per essi anche di Macerata, furono
condannati dal cardinale Ranieri (vescovo di Fermo) , delegato di
papa Innocenzo IV (1243-54), nella marca anconetana, al completo
risarcimento dei danni, per poter essere ammessi alla piena
grazia della sede Apostolica.