Breve sguardo sulla Famiglia
Sguardo di speranza sulla famiglia
Nel Vangelo non c'è un vocabolo che corrisponda al nostro termine "famiglia".Tuttavia l'insegnamento di Gesù è molto ricco di parole che valorizzano i legami familiari: da quelli dell'unità indissolubile tra uomo e donna a quelli dei reciproci rapporti tra i membri di una stessa comunità familiare. Ma soprattutto, Gesù Cristo ha voluto valorizzare la realtà della famiglia nel mistero e nel dinamismo della sua incarnazione: ha una vera madre, nasce in un vero contesto familiare. Proprio questo permette di guardare alla famiglia con occhi di speranza. Per il Signore, la famiglia ha una missione, un disegno da realizzare. Dio è per la famiglia. La famiglia troverà sempre nel Signore la sua "roccia" e la sua "difesa". Ma attualmente com'è la famiglia? È una realtà amata, stimata, apprezzata, oppure è una di quelle realtà che sono entrate o stanno entrando in crisi profonda? Credo davvero siano parecchi i motivi che portano a guardare con preoccupazione, a volte anche con paura, alla realtà della famiglia. Difficili sembrano i rapporti di dialogo all'interno della coppia, difficili i valori della fedeltà e della fiducia, del rispetto e dello spirito di sacrificio. Difficili sono anche i rapporti con i figli, al punto che, di frequente, anche la trasmissione della vita non è vista come un dono da desiderare e da condividere, ma un sacrificio o un peso da affrontare. Tutto questo porta ad avere uno sguardo di preoccupazione sulla famiglia. A volte, sembra addirittura venir meno la speranza. È bene quindi fermarsi sulle ragioni che portano alla fiducia nella vita, nell'amore e nella famiglia, anche nel mondo attuale. Lo sguardo di speranza sulla famiglia può emergere da questo adattamento della "parabola del buon samaritano" proprio alla famiglia. "La famiglia scendeva da Gerusalemme a Gerico per le vie tortuose della storia, quando incontrò i tempi moderni. Non erano più briganti di altri, ma si accanirono contro la famiglia. Le rubarono la fede, che più o meno aveva conservato, poi le tolsero l'unità e la fedeltà, la serenità del colloquio domestico, la solidarietà con il vicinato e l'ospitalità per i viandanti e i dispersi. Passò per quella strada un sociologo. Vide la famiglia ferita sull'orlo della strada e disse: "È morta", e continuò il cammino. Passò uno psicologo e disse: "Era oppressiva. Meglio che sia finita". La incontrò un prete e la sgridò: "Perché non hai resistito? Forse eri d'accordo con chi ti ha assalito?". Infine passò il Signore, che la vide e ne ebbe compassione e si chinò su di lei lavandone le ferite con l'olio della sua tenerezza e il vino del suo amore. Se la caricò sulle spalle e la portò alla Chiesa, affidandogliela, dicendo: "Ho già pagato per lei tutto quello che c'era da pagare. L'ho comprata con il mio sangue. Non lasciarla sola sulla strada in balia dei tempi. Ristorala con la mia parola e il mio pane. Al mio ritorno vi chiederò conto di lei"". Ecco la prima certezza che illumina il nostro dialogo: Cristo "ha già pagato tutto quello che c'è da pagare" per la salute e la bellezza della famiglia. Fino a dare la sua vita. Questo deve sempre stare alla base della nostra fiducia per la vita familiare.
Pietro Cancemi