La sacra Bibbia
La
Bibbia è stato da sempre il libro più tradotto,
copiato e stampato. Con l’invenzione della stampa ad opera
di Johann Gutemberg, la
Bibbia fu il primo libro ad essere stampato.
Prima
di allora, il libro sacro veniva trascritto a mano su carta ricavata dalla corteccia
del papiro o su rotoli di pergamena (così chiamata perché usata anticamente a
Pergamo). Questi rotoli venivano custoditi in
particolari astucci. Oggi non possediamo gli originali della Bibbia, bensì
copie dei manoscritti, redatti nelle lingue originali.
La
Sacra Scrittura contiene 73 libri (46 l’Antico Testamento e 27 il Nuovo), il primo libro è la Genesi e l’ultimo è
l’Apocalisse. Leggendo i racconti dei
primi capitoli della Genesi (l’origine del mondo, la creazione dell’uomo, Caino
e Abele...) ci si rende subito conto quanto differenza ci sia con le conoscenze
che abbiamo oggi sull’origine del mondo e dell’uomo.
Per la verità, coloro che scrissero i primi racconti
non avevano la benché minima intenzione di narrare la storia di quegli
avvenimenti. L’idea centrale dei racconti presi in considerazione nacque tra le
tende, accanto ai fuochi, quando i ragazzini chiedevano agli anziani: “Chi ha
creato il sole, le stelle?”, “Noi facciamo il pane, le tende ed altri oggetti,
ma chi ha creato noi?”, “Perché ci sono le epidemie e i terremoti e come mai
non parliamo tutti la stessa lingua?”
A
queste domande gli ebrei risposero non con ragionamenti ma con racconti, che
via via si abbellirono diventando “piccoli capolavori letterari”. Il
messaggio però rimaneva sempre tale e quale:
-
Il sole e la luna non sono dèi ma creature di Dio, che
ha creato dal nulla tutto ciò che esiste.
-
I primi uomini furono creati da Dio per amore e superiori a tutti gli altri
esseri viventi.
-
Ogni persona è stata creata ad immagine e somiglianza del Creatore, cioé avente in sé libertà e responsabilità.
-
Il male si è tanto dilagato da far sì che gli uomini non si riconoscessero più
come fratelli.
-
Ogni uomo vuole costruire il proprio futuro mettendo da parte Dio, che lo
abbandona a se stesso.
Dio
stesso ha ispirato tutti coloro che hanno composto
questi racconti e ha assistito quelli che li hanno messi per iscritto. In ogni
caso, la forma dei racconti e dei testi della Bibbia si deve attribuire agli uomini
che si sono espressi di volta in volta secondo la lingua e il modo di dire del
tempo.
Ogni
libro della Bibbia, inoltre, presenta dei generi letterari cioé,
dei modi con cui gli autori raccontano una storia, la vita di un popolo...
Nella
Bibbia si distinguono diversi generi letterari. Tra i più conosciuti
ricordiamo:
-
il genere storico che si trova nei
libri che raccontano gli eventi principali della storia di Israele;
-
il genere profetico, presente
soprattutto nei libri profetici dove si raccolgono le predicazioni dei profeti,
con i loro discorsi ai capi, al popolo, le loro visioni e i loro sogni;
- il genere
poetico rintracciabile soprattutto
nei Salmi o nel Cantico dei Cantici;
-
il genere sapienziale
che fa riferimento a massime e proverbi della saggezza di Israele;
-
il genere legislativo che richiama
riti, sacrifici e le leggi che regolavano la vita del popolo;
-
il genere apocalittico ricco di
simboli e scene straordinarie, che ci presenta il significato più profondo
degli avvenimenti della vita e della storia dell’uomo;
-
le parabole usate molto da Gesù.
All’inizio
gli Israeliti erano un piccolo popolo di pastori erranti che, durante le danza, vicino ai pozzi, nei canti che si improvvisavano
vicino le tende, declamavano antichi racconti. Con essi
si esaltava la misericordia di Dio che dirigeva il filo degli eventi per il
bene del suo popolo. Quando gli ebrei ebbero terre e città, durante le feste
religiose dell’anno, ricordavano e trasmettevano alle
nuove generazioni le grandi tappe della storia della salvezza (i patriarchi, la
schiavitù d’Egitto, il Mar Rosso...). In quelle circostanze si recitavano a
memoria preghiere, proverbi e poesie; i padri spiegavano ai figli il
significato delle feste e dei gesti rituali.
Quegli
antichi racconti poco per volta diventarono una raccolta sempre più ricca,
anche se per centinaia di anni nulla fu messo per
iscritto. Poi, verso il sec. XIII a. C. circa si decise di annotare tutti i racconti, facendo
diventare il racconto orale scritto.
La
maggior parte dei libri della Bibbia è stata scritta in ebraico, la lingua più
antica parlata in Palestina, riservata perlopiù all’ambito religioso o a
persone di una certa cultura. Alcuni libri furono scritti in aramaico, una lingua che assomigliava all’ebraico. Il
sabato, nelle sinagoghe, la Bibbia veniva letta in
ebraico e tradotta e commentata in aramaico. Altri
libri, soprattutto tutti quelli del Nuovo Testamento, furono scritti in greco.
Tutta la Bibbia fu tradotta per la prima volta in greco da “settanta saggi” e per questo detta
dei “Settanta”. San Gerolamo la
tradusse successivamente dal greco al latino.