Le ampolle del vino e dell’acqua
Sull’altare, insieme agli altri vasi sacri, ci stanno anche le ampolle per il vino (più grande) e per l’acqua (più piccola). In genere queste ampolle sono trasparenti per riconoscerne facilmente il contenuto.
In Principi e Norme per l’uso del Messale Romano (Cf Rituale del Matrimonio, Ordinazioni, professioni religiose...) è prescritto l’uso di portare durante l’offertorio all’altare il pane, il vino e l’acqua per il Sacrificio Eucaristico. Il sacerdote successivamente verserà poche gocce di acqua nella coppa del vino.
Mettere acqua nel vino destinato all’Eucarestia risale alle usanze mediterranee delle origini del cristianesimo. Si poteva conservare solo un vino fortemente alcolico. Quando lo si serviva, lo si "tagliava" con l’acqua, lo si mischiava. E tale gesto diceva sobrietà e prudenza perché al calice tutti erano invitati a bere...
La mescolanza di acqua e vino ha dato luogo a varie interpretazioni mistiche.
L’uso molto antico viene testimoniato da Giustino (sec. II) nella sua Apologia e da Cipriano nella sua Epistola 63 ad Caecilium.
Cipriano agli sgnostici che volevano solo l’uso dell’acqua spiega che, come il vino assimila l’acqua, così Gesù Cristo ha preso su di sé i nostri peccati; quando perciò essa viene mescolata al vino, i cristiani vengono uniti a Colui al quale i credenti si sono aggregati nel segno della fede, e questa unione è tanto stretta che nulla può più dissolverla, proprio come non si può più separare l’acqua dal vino. Clemente Alessandrino spiega invece che l’acqua è la salvezza arrecata dal sangue di Cristo. Agostino, richiamando Gv 19,34 ci ricorda che dal costato di Cristo squarciato sgorgarono sangue ed acqua.
In Oriente l’uso dell’acqua nella coppa eucaristica generò parecchie lotte teologiche: l’acqua indicava la natura umana e il vino quella divina. Il significato dell’acqua, nella divina liturgia bizantina, lo si coglie bene prima della Comunione, quando, alcune gocce di acqua bollente, secondo il rito chiamato zeon, vengono versate nella Coppa eucaristica. Quest’acqua, essendo calda, partecipa della natura del fuoco, simboleggia lo Spirito Santo, alcune volte raffigurato con l’immagine dell’acqua.
Appare chiaro il richiamo della discesa dello Spirito Santo sulla Chiesa, sottolineando il carattere pentecostale della Liturgia per cui, chi si comunica, riceve tanto il Verbo che lo Spirito in una rinnovata Pentecoste.
Queste notizie ci fanno comprendere il significato delle parole che il celebrante dice quando versa alcune gocce d’acqua nel calice: "l’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana
". Il Messale Romano mette infatti in relazione l’immissione dell’acqua nel vino con l’incarnazione in cui sono unite le nature divina e umana.Va da sé che l’acqua dell’ampolla usata per essere versata nel vino non può essere usata per lavare le mani e che, per questo atto di purificazione è necessaria una brocca.
Bisogna fare molta attenzione alla pulitura delle ampolle, che deve essere frequente, così da ricambiare totalmente il loro contenuto. Un’ampolla poco pulita rischia di far inacidire il vino con grande facilità.