- La
Preghiera Eucaristica
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- Un noto proverbio recita così:
"A pregare si impara pregando"; sono sorte oggi
moltissime scuole che vogliono far sperimentare la
preghiera, ad ogni cristiano che voglia metterla in un
posto rilevante nella propria vita.
- Se è vero che esitono svariate
scuole, di fatto ve nè una alla portata di tutti e
al di sopra di tutte, la più significativa, la più
completa e per dirla come qualcuno afferma, "la
cattedra privilegiata" per linsegnamento e la
formazione della preghiera personale; si tratta della
Preghiera Eucaristica, cuore dei nostri culti.
- La parola culto
deriva dal latino e significa onorare, venerare,
coltivare; culto è dunque quel sentimento religioso con
cui, nel nostro cuore, rendiamo grazie a Dio, ma sono
anche i riti e le preghiere che manifestiamo insieme o da
soli. Il culto ci aiuta a stabilire una relazione tra noi
e il Signore. Liniziativa è sempre di Dio, la
risposta deve essere delluomo. E così che
avviene nellAntico Testamento: ogni buon ebreo
aderiva totalmente a Dio al punto da non trovare più la
linea di demarcazione tra culto e vita.
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- Il culto ebraico era stato però
soltanto un inizio poiché viene rifiutato dai cristiani
i quali capiscono lassoluta novità del culto di
Cristo; culto non sono i riti, le cose sacre, le persone
addette al culto, il vero culto viene iniziato da Gesù
nella sua vita mortale, sul Calvario e poi continuato
dalla Chiesa che a Lui si associa. San Paolo ci viene in
aiuto nella comprensione della parola "culto" e
scrive che ogni battezzato deve offrire se stesso "come
sacrificio vivente, santo e gradito a Dio", ognuno
deve offrire se stesso come "culto spirituale".
Ma come la nostra vita può diventare "culto
spirituale"? Attraverso le azioni sacre della
Liturgia, attraverso cioé la partecipazione alla vita
sacramentale di Cristo e, anzitutto, al suo sacrificio
eucaristico che mette tutta la vita del cristiano dentro
il culto che Cristo, unito alla sua Chiesa, rende
continuamente al Padre.
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- La Preghiera Eucaristica è
quella preghiera che esprime desideri, domande,
ringraziamento, lode, ammirazione, pentimento, fede-speranza-amore,
in varie forme. Essa presenta le verità che si compiono
nel rito pregandole; dunque è una catechesi di preghiera
già in preghiera. La Messa possiamo definirla come una
finestra aperta sul mistero pasquale, ogni volta che
apriamo questa finestra il mistero di Cristo risorto
passa attraverso essa e ci rigenera, ci rende partecipi
della vita del Risorto. E' come la luce del sole che
avvolge tutta la terra, ma entra nelle nostre stanze solo
quando apriamo le imposte, allo stesso modo, la luce di
Cristo, accesa una volta e per tutte nella Domenica di
Pasqua, ci giunge se celebriamo il memoriale eucaristico
cioé, se apriamo la "nostra finestra".
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- Qual è la Preghiera
Eucaristica?
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- La Preghiera Eucaristica è
quella parte della Messa che inizia con il Prefazio,
comprende il racconto dell'Ultima Cena e termina con il
grande Amen dell'assemblea prima del Padre nostro. Se l'Eucaristia
è il culmine e il centro di tutta la vita sacramentale
della Chiesa, la Preghiera Eucaristica è il cuore della
stessa Eucaristia. Eppure questa parte della Messa,
questa grande preghiera è ancora troppo poco conosciuta
e troppo poco partecipata dai noi cristiani che
frequentiamo la Messa. Poco partecipata perché quasi del
tutto sconosciuta e anche perché questa parte della
Messa sembra la meno adatta alla partecipazione, come
viene normalmente intesa, a base di canti, suoni,
gestualità.
- La Preghiera Eucaristica è
tutta raccolta intorno alla celebrazione di chi presiede
l'assemblea e così, anche se il sacerdote, dopo la
riforma liturgica del Vaticano II, celebra in italiano
rivolto verso il popolo, durante la Preghiera Eucaristica
la nostra attenzione cala, come se quello che si dice e
si fa all'altare riguardasse solo il sacerdote. Molti dei
cristiani presenti si risvegliano solo alle parole della
consacrazione.
- Ma le parole del racconto dell'istituzione
dell'Eucaristia, staccate dall'insieme di tutto quello
che accade nella Messa, non ci possono dire tutto.
- La Messa è un' "azione
totale" costituita da parole e fatti, in essa cioé
conta quello che vi si dice e quello che vi si compie. Il
significato intero della Preghiera Eucaristica non si
esaurisce nelle parole di quella che chiamiamo "consacrazione".
Per meglio comprendere, possiamo dire così: le parole
che raccontano l'istituzione dell'Eucaristia sono come un
gioiello di inestimabile valore racchiuso in uno scrigno
anch'esso preziosissimo. Bisogna spalancare lo scrigno
per apprezzare il gioiello.
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- Le origini della Preghiera
Eucaristica
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- L'origine della Preghiera
Eucaristica si deve cercare nelle parole e nei gesti di
Cristo durante l'Ultima Cena e che vengono tramandati a
noi mediante i racconti dell'Istituzione.
- Anche se gli esegeti discutono
sulla natura dell'Ultima Cena, la Chiesa ha sempre avuto
la certezza di realizzare, attraverso la celebrazione
eucaristica, il comando di Gesù agli apostoli: "Fate
questo in memoria di me" (1 Cor 11,24). Che cosa
fece allora Gesù? Secondo il racconto dei sinottici (Matteo,
Marco e Luca), vediamo che Gesù inserì nello
svolgimento della cena pasquale ebraica qualcosa di
completamente nuovo, inatteso.
- All'inizio del pasto, quando
normalmente c'era una benedizione sul pane, anche Gesù
pronunziò la preghiera consueta ("rese grazie"),
poi spezzò il pane e lo distribuì con le parole nuove:
"Questo è il mio corpo che è dato per voi". A
conclusione del pasto, quando l'uso ebraico prevedeva (e
tutt'ora prevede) una solenne preghiera di benedizione a
Dio sul calice di vino che veniva distribuito a tutti,
Gesù inaspettatamente aggiunge queste parole: "Questo
calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene
versato per voi" (Lc 22,20). La preghiera con cui
Gesù benedice il Padre per l'alimento dato (in ebraico
birkat ha-mazon), è considerata l'origine della
Preghiera Eucaristica cristiana. La birkat ha-mazon è
una preghiera composta da tre strofe:
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- 1) Benedizione: si benedice Dio
per l'alimento dato;
-
- 2) Memoriale: Si ringrazia Dio
ricordando la storia della salvezza dall'uscita d'Egitto
alla cena consumata;
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- 3) Ringraziamento e Supplica:
Si supplica Dio perché Israele, Gerusalemme, la dinastia
davidica e il tempio possano sempre sussistere.
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- Si tratta solo di uno schema
che serve solo ad impostare la preghiera.
- La Preghiera cristiana, pur
derivando dalla birkat ha-mazon, si rivela del tutto
originale. Nei primi secoli non esistevano testi
prescritti: la Preghiera Eucaristica veniva formulata
liberamente restando sempre fedeli ad alcuni contenuti
tradizionali. Solo tra il IV e il VI secolo si
svilupparono molti formulari eucaristici che si
differenziarono a partire dalla Chiesa di appartenenza:
-
- 1) La Tradizione siro-occidentale
e gallicano-ispanica;
-
- 2) La Tradizione alessandrina e
romana (canone).
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- Nella prima la Preghiera
Eucaristica viene divisa in tre grandi sezioni che si
possono attribuire a ciascuna delle tre persone divine.
Più complessa risulta la preghiera della seconda
tradizione.
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- Quali sono i temi dominanti
nella Preghiera Eucaristica?
- 1) L'Azione di grazie;
- 2) La memoria;
- 3) L'offerta sacrificale.
- Questi tre temi percorrono
tutta la Preghiera Eucaristica ed emergono alternandosi,
in modo dominante.
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- L'AZIONE DI GRAZIE:
- Con questa azione i cristiani
ringraziano Dio Padre perché ha donato suo Figlio come
Salvatore. Si tratta di quel sacrificio di lode che
affonda le sue radici nell'Antico testamento. Al capitolo
7 del libro del Levitico si parla del "sacrificio di
comunione" in cui parte della vittima veniva
bruciata sull'altare e parte veniva consumata dall'offerente,
come rendimento di grazie a Dio e come mezzo di unione
con lui. Questi sacrifici venivano accompagnati dalla
preghiera di lode (todah) che ne dava anche il nome. Era
questa una preghiera che proclamava le opere di salvezza,
unita ad una supplica. Con essa si esprimeva a Dio il
desiderio aderire e restare nella sua alleanza,
nonostante i peccati. Senza la preghiera di lode e di
ringraziamento il sacrificio non era altro che un gesto
vuoto, contro cui i profeti lanciano invettive terribili.
I profeti non rifiutano i culti, non vogliono cambiare i
riti ma si sdegnano per quegli atti di culto che non
nascono dal cuore. Per lo stesso motivo il salmista del
Sl 50 può dire: "Signore apri le mie labbra e la
mia bocca proclami la tua lode; poiché se offro
olocausti non li accetti. Uno spirito contrito è
sacrificio a Dio". Nel Sl 49,14 si legge "offri
a Dio un sacrificio di lode" che in una traduzione
aramaica diventa: "Offri a Dio la lode come
sacrificio". Gesù, sul terreno già preparato dell'Antico
testamento può affermare: "Misericordia voglio e
non sacrifici" (Mt 9,13).
- Ecco come l'antico sacrificio
di lode ha preparato i cuori all'unico sacrificio di lode
della Nuova Alleanza divenendo quel sacrificio in cui Gesù
si offre al Padre per noi e con noi come "Agnello
senza macchia e lode perfetta" (Prefazio II dell'Eucarestia).
- Il posto privilegiato della
lode, nella Preghiera Eucaristica, è il Prefazio che
invita proprio a render grazie a Dio, fermo restando il
fatto che anche l'offerta del sacrificio viene fatta in
rendimento di grazie.
- In definitiva possiamo
affermare che questa parte della Preghiera Eucaristica ci
deve insegnare a non considerare "nulla dovuto",
ma il ringraziamento più grande che possiamo rivolgere a
Dio è l'avere ricevuto il dono totale di Cristo.
Parliamo del dono della Redenzione. Poiché l'uomo non può
contraccambiare al dono che sta per ricevere, l'unica sua
risposta è l'azione di grazie, lode e fonte di salvezza.
Con la nostra azione di lode professiamo la nostra fede e
diciamo grazie:
-
- 1) Perché abbiamo Cristo,
Unigenito del Padre, Dio stesso, datoci come Signore e
fratello.
-
- 2) Perché riconosciamo la bontà
di Dio che, per noi, non ha risparmiato suo Figlio.
-
- 3) Perché da Cristo crocifisso
glorioso, ci viene dato lo Spirito Santo, primo dono dato
ai credenti.
-
- 4) Perché grazie al suo "Corpo"
e al suo "Sangue", nasce ogni giorno la Chiesa.
-
- 5) Perché grazie all'Eucarestia
diventiamo sempre più uomini
- * a cui è consentito ragionare
in un mondo irragionevole;
- * a cui è dato di amare in un
mondo devastato dall'odio;
- * a cui è dato di giore in
mezzo a tanta gente triste e sfiduciata.
- La nostra azione di grazie
viene rafforzata dalla lode divina del Santo dei cori
celesti.
-
- MEMORIALE:
- Il primo aspetto della
Preghiera Eucaristica che abbiamo già esaminato
riguardava lazione di grazie; il contenuto di
questo ringraziamento è il memoriale stesso. Andando un
po a ritroso nella Bibbia e, precisamente, nel
libro dellEsodo al capitolo 12 si legge circa le
disposizioni date da Dio a Mosé per la celebrazione
della Pasqua ebraica, che riguardava la morte dei
primogeniti egiziani e il passaggio della palude dei
giunchi. Nello stesso capitolo al versetto 14 si legge:
"Questo giorno sarà per voi un memoriale: lo
celebrerete come festa del Signore: di generazione in
generazione, lo celebrerete come un rito solenne" e
al capitolo successivo: "Ricordati di questo giorno
nel quale siete usciti dallEgitto, dalla condizione
servile, perché con mano potente il Signore vi ha fatto
uscire di là".
- Memoriale è dunque il ricordo
di fatti già avvenuti. Ma Dio precisa che il memoriale
non è solo memoria del passato, ma si svolge nelloggi.
In Dt 29, 13-14 sta scritto: "Non soltanto con voi
io sancisco questa alleanza e pronuncio questa
imprecazione ma con chi oggi sta qui con noi davanti al
Signore nostro Dio e con chi oggi non è con noi".
La Pasqua celebrata da Mosé vale ancora oggi per tutti
gli ebrei che la celebrano.
- Anche nella preghiera
eucaristica il memoriale vale oggi così comè
valso quando è stato istituito nellultima cena e
consumato sulla croce.
- Di fatto tutta la Messa è un
memoriale (ricordo) della Pasqua di Cristo. Nel momento
dell "Anàmnesi" questo ricordo racchiude
due aspetti:
-
- 1) lobbedienza al comando
di Gesù: "Fate questo in memoria di me";
-
- 2) e la risposta della Chiesa
"Memori dunque (...) Ti offriamo il pane della vita
e il calice della salvezza.
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- Il comando di Gesù sembra
volerci dire di ripetere quello che Lui ha fatto per
ricordarci di quei fatti. San Paolo invece in 1 Cor 11,26
specifica: "ogni volta che mangiate di questo pane e
bevete di questo calice, voi annunciate la morte del
Signore finché egli venga". Ebbene il sacrificio
di Cristo sulla croce non viene ripetuto né rinnovato ma,
semplicemente perpetuato nei secoli (Sacrosantum
Concilium n 47) fino al suo ritorno. Del sacrificio di
Gesù ne parla a lungo la lettera agli Ebrei dichiarando
che è avvenuto "una volta e per tutte" e non
attende nessun perfezionamento, essendo già un sacrificio
perfetto gradito a Dio. Nel sacramento dellEucarestia
la morte di Cristo è sempre presente e mantiene la sua
efficacia per la salvezza del mondo. Cristo nella Messa
è presente, non viene sostituito anzi, glorioso accanto
al Padre può celebrare il sacrificio sia in cielo che in
terra: "LEucarestia terrestre è latto
di Cristo stesso, il Sommo Sacerdote dellaltare
celeste; lui stesso offre, lui stesso prega, lui stesso
consacra il proprio sacrificio".
- E grazie al ricordo della
pasqua del Signore che noi fedeli possiamo offrire al
Padre il pane e il calice, lunico sacrificio cioé
accetto al Padre: il Figlio stesso Gesù.
- Nel memoriale Dio dunque si
ricorda di ognuno di noi e col suo amore ci salva. Anche
noi dobbiamo avere memoria di Dio nelle nostre giornate;
non dobbiamo ricordare solo quelle cose che desideriamo
chiedere o quelle cose di cui vogliamo lamentarci.
Solitamente abbiamo molta memoria di noi stessi, ma ci
ricordiamo poco che Dio si ricorda continuamente di noi.
Proviamo allora a ricordarci della sua presenza in mezzo
a noi per ricambiargli, almeno un poco, il ricordo divino
eterno che Lui ha di noi.
-
- L'OFFERTA SACRIFICALE:
- Il terzo tema che emerge nella
Preghiera Eucaristica è proprio l'offerta sacrificale.
- Nelle parole dell'Istituzione dell'Eucarestia:
"Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per
voi e per tutti (...) Questo è il calice del mio sangue,
versato per voi e per tutti" Gesù è presente col
suo stesso sacrificio. Quando mangiamo il pane,
comunichiamo anche alla passione e morte del Signore.
Cena e sacrificio sono dunque due realtà strettamente
connesse che fanno parte di un unico mistero. Il Concilio
di Trento del 1562 focalizza la sua attenzione e la sua
apologia sull'Eucarestia come "Sacrificio"; di
contro la Chiesa protestante, cancellando il termine
sacrificio, pone l'accento soltanto sulla "Cena"
eucaristica. Per fortuna sia la Chiesa Cattolica che
quella protestante hanno riconosciuto di avere
tralasciato, ognuna per sua parte, un aspetto essenziale
dell'Eucarestia. E' per tale motivo che la Chiesa ha
ridato equilibrio a queste due realtà così che nel
catechismo della Chiesa Cattolica possiamo leggere:
"La Messa è un tempo ed inseparabilmente il
memoriale del sacrificio nel quale si perpetua il
sacrificio della croce, e il sacro banchetto della
Comunione al Corpo e al Sangue del Signore. Ma la
celebrazione del sacrificio eucaristico è totalmente
orientata all'unione intima dei fedeli con Cristo
attraverso la comunione. Comunicarsi, è ricevere Cristo
stesso che si è offerto per noi". (CdCC n 1382). E
al numero 1323, riprendendo un passo della Sacrosantum
Concilium, n 47 dichiara: "Il nostro Salvatore nell'Ultima
Cena, la notte in cui venne tradito, istituì il
sacrificio eucaristico del suo corpo e del suo sangue,
col quale perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il
sacrificio della croce, e per affidare così alla sua
diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e
resurrezione". L'unico perfetto sacrificio della
Chiesa è quello di Cristo, perpetuato fino al suo
ritorno. La Chiesa offre al Padre "tutto il suo bene"
e, il bene per il Padre non può che essere Gesù stesso.
- Assieme al Figlio la Chiesa offre
se stessa in un unico sacrificio perfetto e gradito a Dio.
- La parola sacrificio, anche se non
se ne parla tanto, è parecchio conosciuta. Esistono vari
tipi di sacrifici: ci sono quelli che non si possono
evitare, quelli imposti dalle circostanze, quelli scelti
liberamente. Ognuno di noi può essere vessato da
malattie o da altre cause, ma questi non sono sacrifici;
questi diverranno sacrifici nel momento in cui verranno
trasformati, dall'interno, dall'amore. E' l'amore che dà
alla volontà un buon motivo del perché sacrificarsi!
-
- Attraverso il "si" di
Gesù è venuta la salvezza nel mondo
- Nella Lettera agli Ebrei (10, 5-9)
, che cita a sua volta il Salmo 40, Gesù si rivolge al
Padre dicendogli che non ha più voluto sacrifici per i
peccati. I profeti ebbero a dire di non sacrificare più
animali perché in essi non c'era il cuore degli uomini.
Così Gesù dice: "Ecco vengo io, Padre, a fare la
tua volontà", si fa uomo e vive facendo la volontà
di Dio. Infine, sulla croce, porta fino in fondo a
compimento la volontà del Padre. Il sì di Gesù: "Padre
nelle tue mani consegno il mio spirito" -, viene
pronunciato sulla croce.
- Il sacrificio della croce non è
importante per il dolore umano in quanto tale. Tanti
uomini sono morti appesi alla croce, sia delinquenti che
innocenti. Rispetto alla sofferenza di Gesù sulla croce
un qualsiasi ammalato di cancro potrebbe dire che la sua
agonia è ben più lunga di quella del Cristo che durò
solo tre ore.
-
- Ciò invece che fa del supplizio
della croce un "sacrificio gradito a Dio" è l'affermazione
di Gesù in Gv 10, 17-18: "Io do la mia vita per
prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la do da me
stesso, ho il potere di darla, ho il potere di prenderla
di nuovo". In altre parole Gesù vuol dire: "Sono
qui perché lo voglio io, sono qui inchiodato per fare la
volontà del Padre, senza fuggire".
- Il sacrificio dunque è "fare
la volontà del Padre".
-
- Anche noi, come Gesù, diciamo con
le parole del 'Padre nostro' "sia fatta la tua
volontà"; di fatto però siamo molto incapaci di
compiere la volontà del Padre. Perché ciò possa
avvenire è necessario ricorrere all'Eucarestia, che è
sempre a nostra disposizione, bisogna nutrirsi di Gesù
che dice "fiat" al Padre. Quando abbiamo
comunicato al corpo e al sangue di Cristo veniamo
trasformati in colui che abbiamo ricevuto (è così che
scrive Sant'Agostino). Con l'Eucarestia la crocifissione
alla volontà del Padre diventa perfetto e perenne
abbandono nelle sue mani, sembra quasi che le braccia
della croce s'intenerissero facendoci intravedere le
braccia del Padre sempre pronte ad accoglierci, a
rialzarci e a continuare a farci vivere della sua divinità.
- Il sacrificio è dunque un
sacrificio "dall'alto" poiché si tratta di un
dono fatto dal buon Dio , per mezzo del sì di Gesù.
-
- E' legittimo interrogarsi circa il
modo con cui il sacrificio di Cristo entra nella nostra
vita.
- Perpetuando il sacrificio ogni
cristiano prende la sua vita e la presenta a Dio in un
gesto di offerta e di amore, quasi a dire: "sono tuo",
"voglio quello che tu vuoi per me". Il nucleo
dell'amore in ogni rapporto umano consiste proprio nell'entrare
nei desideri, nelle preferenze, nella volontà dell'altro
per conoscerlo e condividere, offrire ed accettare...
Avviene così fra Dio e noi. Sacrificio non significa
offrire a Dio un dono per ricevere la cosa che gli
chiediamo in cambio. I nostri sacrifici sono "sacrifici
spirituali" e in quanto tali vogliono far combaciare
la nostra volontà a quella del Padre così che ognuno di
noi, possa fare della propria vita un "culto
spirituale" attraverso la partecipazione al
sacrificio eucaristico di Cristo il quale mette tutta la
vita quotidiana del cristiano dentro il culto che Egli
stesso, unito alla sua Chiesa, offre al Padre.
-
- Celebrare e vivere l'Eucarestia
significa quindi offrire con Cristo (e con il suo Spirito
che ci dà la grazia) al Padre tutti i nostri "sì"
della giornata così da farli diventare un tutt'uno con
il "sì" eucaristico di Gesù.
- Non si può negare il fatto che
qualsiasi sacrificio ci comporta delle rinunce o delle
sofferenze. Poiché lo scopo del sacrificio è quello di
consegnarci al Padre, si comprende bene quanto sia
necessario strapparci dalle nostre radici, dal nostro
egoismo, dall'amor proprio, e certamente tutto ciò fa
male. La speranza ci giunge da Gesù che ci rimette nella
giusta posizione con la sua obbedienza. Lui, da essere
divino, ha obbedito al Padre divenendo figlio di Maria;
ha obbedito da uomo a Maria. Il sacrificio di Gesù, nell'incarnazione,
nella crocifissione e nell'Eucarestia, è sacrificio di
obbedienza al Padre che è anche la fonte del nostro
personale sacrificio di obbedienza (San Paolo recita che
per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti
giusti, cfr. Rm 5, 19).
- L'obbedienza dunque non è un'imposizione
bensì dono; non è legge ma grazia; noi non abbiamo l'obbligo
di obbedire a Dio, abbiamo ricevuto invece il dono di
potere obbedire con Cristo al Padre.
-
- I nostri sacrifici (i nostri
"sì") devono però in ogni modo fare i conti
con la quotidianità. Se quest'ultima viene vissuta male
allora vivremo male anche i rapporti con gli altri. La
mamma ad esempio che si lascia logorare dalle tante
piccole o grandi cose trite e ritrite di una giornata,
alla fine è intrattabile, nervosa e snervante. Chi
invece usa la propria quotidianità come il mezzo per
arricchire una spiritualità crescente è colui il quale
non si sentirà appiattito dagli eventi, non si logorerà
anzi, si aprirà alla continua novità del rapporto con
Dio.
Diamo
ora uno sguardo d'insieme alla P.E. II ed individuiamo i temi
emergenti. Ci accorgeremo che essa non riguarda solo il sacerdote;
tutti siamo chiamati a farla nostra.
Leggiamola
passandoci sopra con il mouse ed si apriranno così delle
finestre per spiegarci le varie parti differenziate dal colore
diverso
Preghiera
Eucaristica II
E' veramente cosa buona
e giusta
nostro dovere
e fonte di salvezza,
rendere grazie
sempre e in ogni luogo
a te, Padre
santo,
per Gesù
Cristo , tuo dilettissimo Figlio. (...) Santo
Padre veramente santo,
fonte di ogni santità,
santifica
questo doni
con l'effusione
del tuo Spirito,
perchè
diventino per noi
il corpo ed il
sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
Egli offrendosi
liberamente alla sua passione,
prese il pane
e rese grazie,
lo spezzò, lo
diede ai suoi discepoli, e disse:
"
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO E'
IL MIO CORPO
OFFERTO IN
SACRIFICIO PER VOI".
Dopo la cena,
allo stesso modo,
prese il
calice e rese grazie,
lo diede ai
suoi discepoli , e disse:
"
PRENDETE E BEVETENE TUTTI:
QUESTO E'
IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA
NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO
PER VOI E PER TUTTI
IN
REMISSIONE DEI PECCATI,
FATE
QUESTO IN MEMORIA DI ME".
Celebrando il
memoriale
della morte e
resurrezione del tuo Figlio,
ti offriamo,
Padre,
il pane della
vita e il calice della salvezza, (...)
Ti preghiamo
umilmente: per la comunione
al corpo e
sangue di Cristo
lo Spirito
Santo ci riunisca in un solo corpo, (...)
Ricordati, Padre,
della tua Chiesa
diffusa su
tutta la terra:
rendila
perfetta nell'amore
Ricordati dei nostri
fratelli
che si sono
addormentati
Di noi tutti abbi
misericordia:
donaci di
avere parte alla vita eterna,
insieme con la
beata Maria,
Vergine e
Madre di Dio,
con gli
apostoli e tutti i santi (...)
Per Cristo, con
Cristo e in Cristo,
a te, Dio
Padre onnipotente,
nell'unità
dello Spirito Santo,
ogni onore e
gloria
per tutti i
secoli dei secoli. Amen