Betlemme: "Casa del Pane"
Betlemme è una piccola borgata situata 8 Km a sud di Gerusalemme, sulla strada dei Patriarchi che conduce ad Ebron. Il suo nome significa "casa del pane" e si trova al confine del deserto di Giudea, circondata da terre fertili, prima che comincino le grandi distese aride coperte di pietre.
Oggi è una citta della Cisgiordania, occupata da Israele dopo la guerra dei "sei giorni" (1967).
Questa cittadina evoca subito la grotta della natività, dei pastori e dei Magi, ma è molto importane ricordare alcuni avvenimenti che vi si sono svolti e che hanno segnato questo luogo così caro agli ebrei e ai cristiani. Prima di essere il luogo della nascita di Gesù, Betlemme è il luogo della nascita dell’ultimo dei Patriarchi, discendente di Giacobbe: Beniamino (Gn 35,16). Il parto fu così difficile che la madre Rachele ne morì. Allora Giacobbe prese il neonato tra le braccia e invece di chiamarlo "Ben-Oni" cioé "figlio del mio dolore", come desiderava Rachele, lo chiamò "Ben- Yamin" cioé "figlio della mia forza", o anche "figlio mio preferito". Attraverso questo episodio, Betlemme sarà il luogo in cui la morte dona la vita, in cui la speranza trionfa sulla sofferenza e l’amore è più forte del dolore. Rachele sarà per i discendenti di Giacobbe la madre per eccellenza, colei che ha sacrificato la sua vita per dare la vita. Ancora oggi all’entrata di Betlemme esiste un umile monumento chiamato "Tomba di Rachele", dove numerosi fedeli si raccolgono per pregare la "madre".
Betlemme è anche la città del re Davide. Egli è nato qui e vi ha trascorso tutta l’infanzia pascolando il gregge di suo padre sulle colline circostanti. E sempre a Betlemme egli riceverà l’unzione regale dalle mani del profeta Samuele.
Nel VII secolo il profeta Michea, profetizza la vocazione la vocazione messianica di Betlemme (Mic 5,1).
Il Messia uscirà da questo luogo, Giuseppe, lo sposo di Maria, è appunto originario di Betlemme e per tale motivo marito e moglie dovettero recarvisi per essere censiti secondo l’ordine dell’Imperatore Augusto.
Questo piccolo "fatto straordinario" fa nascere Gesù non a Nazareth, ma a Betlemme "casa del pane". Era stato predetto infatti che in questo luogo, colui che fosse nato da vergine, sarebbe stato il "Pane vivo disceso dal cielo" (Gv 6, 41), dono gratuito e grazia santificante di Dio Padre agli uomini, nell’amore dello Spirito Santo.
Cibo che nutre lo Spirito e che cambia totalmente lo stile di vita di ogni cristiano. Gesù, "Pane del cielo" che nasce in una grotta adibita a stalla, non nutre l’uomo solo per quell’occasione, ma continua ad essere fonte di vita nell’Eucarestia che è il più grande mistero dell’amore di Dio per l’uomo.
In ogni Santa Messa, nutrendoci del Corpo di Cristo, avviene in noi un vero miracolo: quel cibo nutre e fa crescere la nostra fede, allarga i confini della carità cioé dell’amore. Accostandoci alla sua mensa, ognuno di noi vive un’intensa e profonda esperienza di "comunione":
- Comunione con il Signore presente nel segno del suo Corpo;
- Comunione con i fratelli con i quali condividiamo l’unico Pane. Da qui nasce l’impegno di essere costruttori di unità, che dobbiamo edificare, grazie anche alle particolarità che ci differenziano, e che devono essere accolte come doni diversi dell’unico Spirito. Nutrendoci di questo "Pane" veniamo resi capaci di fare della nostra esistenza un dono di amore a Dio e ai fratelli. Il dono eucaristico ci chiama a forme concrete di servizi.
- Accoglienza verso tutti gli uomini, nostri fratelli in Gesù.
- Attenzione per i piccoli e i poveri, prediletti dal Signore.
- Annunciatori del Vangelo a chi non lo conosce e lo ha ormai dimenticato.
Guardiamo con fede la Tavola dell’Eucarestia che prepara ed anticipa la "Tavola del cielo" preparata da sempre per gli amici di Dio.