La primitiva Chiesa cristiana

La primitiva Chiesa cristiana

 

In origine il primissimo gruppo fu costituito dai dodici apostoli, da Maria Madre di Gesù e da alcuni discepoli ed amici. Dopo circa trent'anni le comunità cristiane si erano moltiplicate in tutto il bacino del Mediterraneo, entro e fuori i confini dell'Impero Romano.

La prima piccola comunità di Gerusalemme, dopo l'anno 30 d.C., aveva al suo interno uomini, contadini, manovali, artigiani, negozianti, liberi professionisti, commercianti, schiavi e uomini di cultura. Anche se le loro esperienze di vita erano diverse, tutti avevano riposto la loro fede in Gesù di Nazareth, che aveva operato tanti miracoli. Essi credevano non solo che Cristo era stato crocifisso, era morto ed era risorto, ma credevano anche che era il Figlio di Dio incarnato, vero Dio e vero uomo.

La vita comunitaria si conformava a determinate basi che non erano vissute come obbliganti:

* Innanzitutto l'insegnamento degli apostoli (la didaché), costituito dall'annuncio della morte e resurrezione di Gesù, Messia e Signore. La comunità aveva il compito di approfondire la Scrittura, imparando a leggere l'Antico Testamento alla luce dell'esperienza pasquale. In questo contesto si forma il "contenuto" dell'annuncio apostolico (il Kerigma apostolico) che doveva essere portato a tutti coloro che ancora non facevano parte della Chiesa.

* La vita di comunione (la Koinonia), secondo cui i beni di ciascuno sono i beni di tutti. Esistevano a quel tempo comunità che mettevano in comunione i loro averi: la comunità di Pitagora, i monaci di Qumran. Ma, a differenza di queste, la comunità cristiana aveva una comune paternità divina e partecipava della stessa famiglia redenta da Cristo. Tutti coloro che avevano riposto la loro fiducia in Cristo avevano "un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro in comune" (cf. At 4,32). Questi primi cristiani sentivano forte il distacco dai beni materiali e per questo furono capaci di grandi cose.

* Lo spezzare il pane, l'eucaristia, celebrata durante un pasto comune. Il pane nel linguaggio biblico indicava tutto ciò di cui l'uomo ha bisogno per sopravvivere. Spezzare insieme il pane significava allora, accettare di spezzare con gli altri e per gli altri la propria vita. L'uso di "spezzare il pane", presente anche nella religione ebraica, con Cristo assume un nuovo significato, un significato eucaristico. I primi cristiani, staccandosi dal culto della sinagoga, daranno vita ad un culto nuovo che culminerà nella celebrazione eucaristica: come Dio si dona agli uomini, così anche gli uomini devono donarsi ai fratelli.

* La preghiera. I cristiani di Gerusalemme alcune volte praticavano la preghiera biblica del Tempio, altre volte essa nasceva all'interno delle loro assemblee. In ogni caso tutti i momenti più importanti della vita comunitaria erano preparati con la preghiera.

Parecchio interessante è il seguente brano tratto dalla Lettera a Diogneto, cap. V, che mette in rilievo le caratteristiche proprie dei primi cristiani, valide anche per quelli di oggi: - "I cristiani non si distinguono dagli altri uomini né per il paese, né per la lingua, né per le fogge del vestire. Non abitano infatti in città loro proprie, non si servono di un linguaggio particolare, il loro tipo di vita non ha nulla di singolare. Passano la loro vita sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite e il loro tenore di vita sopravanza in perfezione le leggi stesse. Amano tutti gli uomini e tutti li perseguitano. Non li si conosce e li si condanna; li si mette a morte e per questo stesso guadagnano la vita. Sono poveri e fanno ricchi molti; mancano di tutto e sovrabbondano in ogni cosa. Li si oltraggia ed essi onorano. Pur facendo solo del bene, sono puniti come dei malfattori; puniti, gioiscono come se nascessero alla vita. I Giudei fanno loro guerra come a gente straniera; sono perseguitati dai Greci e quelli che li detestano non sanno dire il motivo del loro odio".