Con i santi Avventore e Solutore, Ottavio è un
santo martire, patrono di Torino.
S. Massimo, vescovo di Torino (+ 423c.) invitava i suoi
fedeli a celebrare con devozione il natale (= giorno
della morte) di tutti i martiri, ma in modo speciale
di questi tre, dei quali possedevano anche le
reliquie.
L’imperatore del tempo era Diocleziano, molto
superstizioso, che obbligava i cristiani (soprattutto
militari) a fare sacrifici alle divinità pagane.
I tre martiri sarebbero stati soldati della famosa
legione Tebea (originaria dell’Oriente) , che durante
il massacro presso Agauno riuscirono a fuggire.
Inseguiti, Avventore e Ottavio furono raggiunti a
Torino e colà trucidati. Solutore continuò a fuggire,
ma ugualmente raggiunto fu decapitato (300-305c.).
Torino tributò in ogni tempo grande venerazione ai tre
martiri, per i quali è stata eretta, con vicende
alterne, una basilica a loro dedicata e denominata
“dei santi Martiri”.
I segni del martire: la spada, l’armatura, la corona
del martirio.
AVVENTORE, OTTAVIO e SOLUTORE
santi, martiri di Torino. S. Massimo, vescovo di
Torino (+ 423 ca.), invitando i suoi diocesani a
celebrare con viva devozione il natale di tutti i
inartiri, li esorta ad onorare con eccezionale
solennità la festa di coloro « qui in nostris
domiciliis proprium sanguinem profuderunt ».
E soggiunge: « Cuncti igitur martyres devotissime
percolendi sunt, sed specialiter ii venerandi sunt a
nobis, quorum reliquias possídemus ».
Chi fossero questi martiri torinesi il santo vescovo
non dice, ma Ennodio di Pavia (+521), nel suo viaggio
da Pavia a Briancon, compiuto nell’ultimo decennio del
sec. V. scrive di aver visitato lungo il cammino le
basiliche dei martiri seguenti:
Limina sanctorum praestat lustrasse trementem,
martyribus lacrimas exibuisse meas.
Ecce, Saturninus, Crispinus, Daria, Maurus,
Eusebius, Quintus, gaudia magna parant.
Octavi meritis da, Adventor, redde, Solutor,
candida ne pullis vita cadat maculis.
Se è difficile l’identificazione dei martiri
ricordati nel secondo distico, possiamo invece
sicuramente vedere in quelli del terzo distico i
martiri torinesi a cui si riferiva a. Massimo E ciò
grazie al Martirologio Geronimiano che, agli inizi del
sec. VI, reca al 20 nov. : « Taurinis civitate,
sanctorum Octavi, Solutoris, Adventoris ». Una passoi
(BHL, I, p. 16, n. 85) non anteriore alla metà del V.
sec., dipendente da quella di S. Maurizio di Agaune
scritta tra il 432 e il 450, cerca di completare a suo
modo ciò che, sulla storia dei tre martiri, non dicono
né Massimo, né Ennodio. né il Geronimiano. Secondo la
passio i tre martiri sarebbero stati soldati della
famosa legione Tebea, che durante il massacro di
Agaune riuscirono a fuggire. Inseguiti, Avventore e
Ottavio furono raggiunti a Torino e colà trucidati;
Solutore, più giovane e più agile, continuò a fuggire.
benché ferito, e si nascose in una cava di sabbia.
Scoperto a sua volta, fu decapitato sulle rive della
Dora Riparia, in mezzo ad una palude che si prosciugò
miracolosamente. Una matrona cristiana, Giuliana,
raccolse i corpi dei martiri e li seppellì nei pressi
di Toríno, costruendo sul sepolcro una cellula
oratoria, convertita poi in basilica con atrio dal
vescovo Vittore, di cui si sa soltanto che viveva nel
494.
Perché lo scrittore della passio abbia collegato i tre
martiri con la legione Tebea non risulta in alcun
modo. E’ molto probabile che, seguendo l’uso corrente
tra gli agiografi piemontesi del suo tempo, abbia
riallacciato alla legione Tebea tutti i martiri di cui
non si conosceva più con esattezza la storia. Nel sec.
X comparve una nuova redazione della passio,
attribuita al vescovo Guglielmo (BHL, 1, p. 16, n.
86). Il Martirologio Geronimiano commemora i tre santi
al 20 nov.: al 15 marzo figurano un Ottavio e un
Solutore, interpolati in una schiera di martiri
africani, che dovrebbero essere identificati con due
dei nostri martiri. Anche il Martirologio Romano li
ricorda il 20 nov.
Torino tributò in ogni tempo grande venerazione ai tre
santi. Nel 1006 l’antica basilica eretta sul loro
sepolcro fu rinnovata ed incorporata in un monastero
benedettino costruito dal vescovo Gezone e da lui
intitolato a san Solutore. Ne fu primo abate un certo
Romano, al quale successe Goslino (o Goselino), morto
nel 1061 in fama di santità (v.). Le reliquie dei tre
martiri riposarono in S. Solutore insieme con quelle
della matrona Giuliana, venerata come santa, e di san
Goslino, abate fino al 1536. In quell’anno i francesi
che occupavano Torino ordinarono la demolizione del
monastero e della chiesa, distruggendo nello stesso
tempo quattro sobborghi e altre undici chiese. I corpi
dei santi furono perciò trasferiti all’interno della
città nel priorato di S.Andrea e provvisoriamente
collocati nella cappella della Consolata. Nel 1568,
Vincenzo, perpetuo commendatario dell’abbazia di
s.Solutore, col permesso del papa s.Pio V, donava ai
Gesuiti tutti i beni già appartenuti al distrutto
monastero a condizione che erigessero in onore dei tre
santi martiri un tempio, nel quale fossero trasferiti
i loro corpi. Costruito il tempio, il 19 gennaio 1575,
con il consenso di Gregorio XIII, fu fatta la solenne
traslazione delle reliquie racchiuse in quattro arche
di noce rivestite di bronzo dorato. Alle solenni
funzioni della reposizione delle reliquie intervennero
il duca Emanuele Filiberto, l’episcopato piemontese,
il patriziato e gran folla di fedeli. Achille
Gagliardi, primo rettore della chiesa, stese una
relazione del memorabile avvenimento. La chiesa esiste
tuttora e i martiri vi sono venerati con immutata
devozione.
Benedetto Cignitti, colonne 663-667 in
Bibl.Sanctorum
e un dare senza fine. Ma la condivisione è dono di
sé, non di cose. Sapendo che ognuno ha bisogno degli
altri".
Bibliografia
In Biblìotheca Sanctorum
Roma, Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia
Università Lateranense
Vol.I s.v. AVVENTORE,OTTAVIO e SOLUTORE
Iconografia:
Di Ottavio abbiamo anche una pregevole tela del
Lanfranco nella chiesa della Steccata a Parma, in cui
il Santo è raffigurato nell’estasi della morte.
v. D.CAVALIERE, G.Lanfranco a Parma, in “Aurea Parma”
, 9 (1931)219
v. G.CAPERTINI, Un dipinto sconosciuto di
G..Lanfranco, Reggio Emilia, 1925
dal “Codice della catena” manoscritto degli Statuti
comunali di Torino del 1360
da Torino. I percorsi della religiosìtà, a cura di
Andreina Griseri e Rosanna Roccia, Torino, Archívio
Storico della C i t tà, 1998:
pag.106, Antonio Parentesi (attr. a) , Santo della
Legione Tebea (Sant’Ottavio?), Torino,Convento della
Basilica di Superga, D.C.303
pag.398 Domenico Piola e Giorgio Tasnière, Santi
Martiri… incisione ìn rame, 1693, poi riprodotta
pag.399 Felice Cervetti e Gìovanni Antonio Belmond,
Santi Martiri… incisione 1740
da I Santi Martìri. Una chiesa nella storia di Torino,
a cura di Bruno Signorelli, Torino, Compagnia di san
Paolo, 2000: p.21 Martirio di s.Ottavio.
CASA SANTI MARTIRI
DELLA COMPAGNIA DI GESU’
VIA BARBAROUX, 30 10122 TORINO
TEL. (011) 562.25.81 562.94.08 FAX (011) 533.888
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