Quello delle Crociate è un tema spinoso, perché evoca comportamenti di cristiani del passato che appaiono incompatibili con il Vangelo e riguarda i delicati rapporti con l'Islam.
Ma parlare di Crociate oggi a Modena, come abbiamo fatto nella nostra parrocchia la sera di venerdì 1° dicembre alla presenza di almeno 250 persone, significa chiarire i rapporti fra noi cristiani e la cultura laicista dell'Europa, che cerca tutti i pretesti possibili per allontanare la gente dalla Chiesa.
Per fare un po' di chiarezza, la Parrocchia e Alleanza Cattolica hanno chiamato un relatore illustre: lo storico Andrea Arnaldi, conduttore di una rubrica di Storia della Chiesa su Radio Maria. Ecco una sintesi del suo intervento.
PRIMO: NON SCANDALIZZARSI
L'intento centrale della rubrica storica su Radio Maria è ristabilire la verità storica. Nel farlo, possiamo anche imbatterci in pagine oscure, ma queste non devono scandalizzarci.
La Chiesa , voluta da Gesù, è stata affidata all'uomo, che ha in sé la ferita del peccato originale, la tendenza al male. Tutti noi siamo peccatori e sbagliamo: ma allora perché dobbiamo scandalizzarci, quando la Storia della Chiesa ci presenta qualcun altro che ha sbagliato?
LE CROCIATE: DEFINIZIONE
Il termine “Crociate” fu coniato due secoli dopo la loro fine. I cristiani che vi partecipavano erano detti “Cruci signati”, cioè segnati con la Croce. Le Crociate erano pellegrinaggi armati, proclamati a partire dalla fine dell'XI secolo per difendere i pellegrinaggi e i territori dei Cristiani in Terrasanta.
Ce ne sono state otto, in un periodo durato quasi tre secoli, dalla prima indetta nel 1096 all'ottava del 1274.
ll termine “Crociata” è talvolta usato anche in senso lato, per indicare altri episodi di conflitto fra cristiani e non cristiani, sia prima delle Crociate vere e proprie (presa di Gerusalemme del 610, battaglia di Poitiers nel 733), sia dopo (battaglie di Lepanto nel 1571 e di Vienna nel 1683).
ONESTA' INTELLETTUALE
Le Crociate evocano anche episodi indifendibili, ma meritano di essere studiate e valutate nel loro senso più profondo, per andare oltre ai luoghi comuni e agli slogan. Per farlo, bisogna avere onestà intellettuale.
Dobbiamo pensare che noi abbiamo alle spalle due millenni di cristianesimo: abbiamo acquisito la tolleranza, la convivenza, il dialogo. Novecento anni fa questi valori non erano acquisiti.
Per valutare in modo onesto le Crociate dobbiamo cercare di calarci nella situazione storica e nella mentalità di quell'epoca, molto diversa dalla nostra.
LA CHIESA E LA SPIRITUALITA '
Dopo un lungo periodo di crisi, alla fine dell'XI secolo la Chiesa è molto rafforzata, e si presenta come centro ispiratore della realtà del tempo.
L'uomo di allora mette al centro della sua esistenza la dimensione soprannaturale, ha il senso della dipendenza da Dio; sa che c'è un bene e c'è un male, e di conseguenza ha il senso del peccato (cose che sembrano banali, ma che oggi sono in gran parte perdute).
Anche il pellegrinaggio, come pratica di devozione e penitenza, si sviluppa notevolmente, perché il cristiano, da sempre realista, sa di essere fatto di anima e di corpo, quindi ama rafforzare la propria fede cercando segni tangibili. Fra le mete predilette dei pellegrinaggi, Santiago de Compostela, Mont Saint Michel, San Michele al Gargano, Roma e la Terrasanta.
LA CIVILTA ' CRISTIANA ROMANO-GERMANICA E L'USO DELLA FORZA 
Le invasioni barbariche si sono risolte in un fatto straordinario: gli invasori pagani comprendono che la religione degli invasi è superiore alla loro.
Da questa consapevolezza e dalle conversioni dei barbari al cristianesimo nasce la “civiltà cristiana romano-germanica”: un processo secolare, nel quale la Chiesa cerca di guidare i popoli barbari fuori dalla barbarie, istituendo usanze come la “Tregua di Dio”, la “Pace di Dio” o come la stessa cavalleria. Lo scopo è incanalare la forza bellica in un alveo di accettabilità, spiritualizzandola. E non c'è, a quel tempo, nient'altro da fare.
All'epoca gli strumenti diplomatici sono poco efficaci e non esiste in alcun modo un “pacifismo” di tipo ideologico: quindi lo scontro armato è la modalità normale per risolvere certe controversie. Non ci si può stupire, ad esempio, che i condottieri normanni amassero la guerra: discendevano dal feroce popolo vichingo, convertito al Cristianesimo da poco tempo e sommariamente. Un popolo non può cambiare le proprie abitudini da un giorno all'altro.
L' AVANZATA ISLAMICA E LE MOTIVAZIONI DELLE CROCIATE
In meno di 80 anni l'Islam conquista con la “guerra santa” e con distruzioni gravissime tutto il Medio Oriente, il Nord Africa e la Penisola Iberica : terre che erano cristiane da secoli.
L'Europa cristiana avverte di essere presa in una morsa a tenaglia; e la situazione si aggrava quando in Terrasanta prendono il potere i Turchi Selgiuchìdi, che attaccano e spesso uccidono i pellegrini cristiani.
L'idea di Crociata nasce quindi come incontro del concetto di pellegrinaggio col concetto di guerra giusta di legittima difesa.
Fra le motivazioni, ci sono senza dubbio quelle militari-difensive, economico-sociali e politiche; ma di certo la motivazione prevalente è quella religiosa. I “crucisignati” non si considerano militari, ma pellegrini; e lo sono nei loro atteggiamenti di preghiera e di condotta generale. Fra gli altri, lo scrive benissimo Mons. Luigi Negri, attuale Vescovo di San Marino, nei suoi saggi “False accuse alla Chiesa” e “Controstoria”.
MISTIFICAZIONI
A partire dal 1800 la cultura illuminista ha creato e diffuso una “leggenda nera” riguardo allo Crociate, manipolando la realtà storica per screditare il Cristianesimo, e in particolare la Chiesa Cattolica.
Proviamo a fare chiarezza su tre grandi mistificazioni.
1. Le Crociate non sono mai state uno “scontro di civiltà”. Neanche gli Islamici dell'epoca le videro così: per loro erano semplici battaglie, non distinguibili da quella che era la norma, l'abitudine alla guerra.
La consapevolezza di un periodo di lotte di cristiani contro l'Islam, e di conseguenza l'odio musulmano contro i Crociati risale al 1800-1900, quando si diffuse la “leggenda nera” contro il cristianesimo.
2. Le Crociate non sono mai state aggressioni militari. Negli intenti della Chiesa, dovevao essere missioni religiose e militarmente difensive, mai aggressioni all'inerme.
3. Le Crociate non hanno mai avuto l'intenzione di convertire alcuno al Cristianesimo. Nella dottrina della Chiesa da sempre l'adesione alla fede è stata libera, e San Bernardo di Chiaravalle scrive esplicitamente che spingere qualcuno a convertirsi con la forza è peccato mortale. La conversione forzata, che è normale nell'Islam, non è mai appartenuta al Cristianesimo.
FINE

Relazione a cura di Alessandro Bortolamasi
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