La Pieve di Santa
Maria Assunta
Nella seconda metà del IV secolo l’imperatore Teodosio promulga l’editto
di divieto dei culti pagani. Il cristianesimo diviene la religione
ufficiale dell’impero. È l’anno 380 dell’era volgare.
L’evangelizzazione del Trentino ebbe inizio allora: S. Vigilio, terzo
vescovo di Trento, si insedia dopo il 381.
Tuttavia, il paganesimo permase nelle valli ancora per lungo tempo, come
testimonia il martirio, nel 397, di Sisinio, martirio e Alessandro, i
tre missionari cappadoci inviati da S. Ambrogio vescovo di Milano, ad
evangelizzare la terra d’Anaunia.
I cristiani erano allora largamente minoritari: un’unica comunità, a
Trento, sede della cattedra vescovile. Solo in tale sede si celebrava la
Messa e si amministravano i sacramenti.
Nei successivi secoli, lentamente, il cristianesimo si diffuse nelle
valli; e, a partire dal V secolo, si formarono nuove comunità. La
distanza dalla sede primaziale indusse a stabilirvi dei presbiteri la
cui presenza garantisse la regolarità della vita liturgica e
sacramentale.
Sorsero così le Plebs christianae (pievi): là dove esisteva un “pagus” o
un “vicus”, che nella zona alpina indicava un insediamento a popolazione
sparsa, avente organizzazione propria.
La caduta dell’Impero Romano d’Occidente produsse un situazione di
anarchia che dominò i secoli dal V all’VIII. La pieve cristiana tuttavia
resistette all’onda disgregatrice e anzi, nella conseguente assenza di
autorità, essa divenne riferimento anche per la vita civile.
La pieve è caratterizzata dalla presenza del Pievàno assistito da alcuni
chierici. È dotata di fonte battesimale, vi si amministrano i
sacramenti, si celebra stabilmente la liturgia domenicale, vi si
seppelliscono i morti.
Dalla pieve dipendono le chiese minori (cappellanie o curazìe) presenti
sul territorio e sulle quali esercita il diritto di decima. La loro
progressiva indipendenza determinerà più tardi la nascita delle
Parrocchie.
La più antica menzione scritta riguardante la pieve di S. Maria di Mezo,
porta la data del 17 luglio 1199: il vescovo di Trento, Corrado da
Beseno autorizza Albertino e Manfredino di Tono a erigere un castello
sul dosso delle Visioni. Il documento è redatto “in ecclesia de Meze”.
In un altro scritto, del 1217, riguardante una questione di decime, si
nomina “Rodegerium plebanum ecclesiae Sanctae Mariae plebis de Mezo”.
Il territorio della pieve di Mezo, fino al 1608, si estendeva lungo la
riva destra dell’Adige e comprendeva i villaggi di Magré, Favogna,
Rovere della Luna, Mezzocorona, Grumo, Mezzolombardo, Nave S. Rocco, Fai
e Zambana.