GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 1o GENNAIO 2006 “La persona
umana, cuore della pace”
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Stralci dal messaggio del Papa per la giornata mondiale della PACE
All'inizio del nuovo anno, vorrei far giungere ai
Governanti e ai Responsabili delle Nazioni, come anche a tutti gli uomini e
le donne di buona volontà, il mio augurio di pace. Lo rivolgo, in
particolare, a quanti sono nel dolore e nella sofferenza, a chi vive
minacciato dalla violenza e dalla forza delle armi o, calpestato nella sua
dignità, attende il proprio riscatto umano e sociale. Lo rivolgo ai bambini,
che con la loro innocenza arricchiscono l'umanità di bontà e di speranza e,
con il loro dolore, ci stimolano a farci tutti operatori di giustizia e di
pace. Proprio pensando ai bambini, specialmente a quelli il cui
futuro è compromesso dallo sfruttamento e dalla cattiveria di adulti senza
scrupoli, ho voluto che in occasione della Giornata Mondiale della Pace la
comune attenzione si concentrasse sul tema: Persona umana, cuore della
pace. Sono infatti convinto che rispettando la persona si promuove la
pace, e costruendo la pace si pongono le premesse per un autentico umanesimo
integrale. È così che si prepara un futuro sereno per le nuove generazioni. La pace è insieme un dono e un compito. Se è vero che la pace tra gli individui ed i popoli -
la capacità di vivere gli uni accanto agli altri tessendo rapporti di
giustizia e di solidarietà - rappresenta un impegno che non conosce sosta, è
anche vero, lo è anzi di più, che la pace è dono di Dio. Il dovere del rispetto per la dignità di ogni essere
umano, nella cui natura si rispecchia l'immagine del Creatore, comporta come
conseguenza che della persona non si possa disporre a piacimento. Chi
gode di maggiore potere politico, tecnologico, economico, non può avvalersene
per violare i diritti degli altri meno fortunati. È infatti sul rispetto dei
diritti di tutti che si fonda la pace. Consapevole di ciò, la Chiesa si fa
paladina dei diritti fondamentali di ogni persona. In particolare, essa
rivendica il rispetto della vita e della libertà religiosa di
ciascuno. Per quanto concerne il diritto alla vita, è
doveroso denunciare lo scempio che di essa si fa nella nostra società:
accanto alle vittime dei conflitti armati, del terrorismo e di svariate forme
di violenza, ci sono le morti silenziose provocate dalla fame, dall'aborto,
dalla sperimentazione sugli embrioni e dall'eutanasia. Come non vedere in
tutto questo un attentato alla pace? All'origine di non poche tensioni che minacciano la pace
sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente
presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono, da una parte, le
disuguaglianze nell'accesso a beni essenziali, come il cibo, l'acqua, la
casa, la salute; dall'altra, le persistenti disuguaglianze tra uomo e
donna nell'esercizio dei diritti umani fondamentali. Costituisce un elemento di primaria importanza per la
costruzione della pace il riconoscimento dell'essenziale uguaglianza tra
le persone umane, che scaturisce dalla loro comune trascendente dignità. Anche la non sufficiente considerazione per la condizione
femminile introduce fattori di instabilità nell'assetto sociale. Penso
allo sfruttamento di donne trattate come oggetti e alle tante forme di
mancanza di rispetto per la loro dignità. Non ci si può illudere che la pace
sia assicurata finché non siano superate anche queste forme di
discriminazione, che ledono la dignità personale, inscritta dal Creatore in
ogni essere umano. L'esperienza dimostra che ogni atteggiamento
irrispettoso verso l'ambiente reca danni alla convivenza umana, e
viceversa. Sempre più chiaramente emerge un nesso inscindibile tra la pace
con il creato e la pace tra gli uomini. L'una e l'altra presuppongono la pace
con Dio. La poesia-preghiera di San Francesco, nota anche come « Cantico di
Frate Sole », costituisce un mirabile esempio - sempre attuale - di questa
multiforme ecologia della pace. La distruzione dell'ambiente, un suo uso
improprio o egoistico e l'accaparramento violento delle risorse della terra
generano lacerazioni, conflitti e guerre, proprio perché sono frutto di un
concetto disumano di sviluppo. Uno sviluppo infatti che si limitasse
all'aspetto tecnico-economico, trascurando la dimensione morale-religiosa,
non sarebbe uno sviluppo umano integrale e finirebbe, in quanto unilaterale,
per incentivare le capacità distruttive dell'uomo. Dinanzi agli sconvolgenti scenari di questi ultimi anni,
gli Stati non possono non avvertire la necessità di darsi delle regole più
chiare, capaci di contrastare efficacemente la drammatica deriva a cui stiamo
assistendo. La guerra rappresenta sempre un insuccesso per la comunità
internazionale ed una grave perdita di umanità. Quando, nonostante tutto, ad
essa si arriva, occorre almeno salvaguardare i principi essenziali di umanità
e i valori fondanti di ogni civile convivenza, stabilendo norme di
comportamento che ne limitino il più possibile i danni e tendano ad alleviare
le sofferenze dei civili e di tutte le vittime dei conflitti. Quanto appare attuale, a questo proposito, il monito del Concilio Ecumenico Vaticano II: « Ogni azione bellica che indiscriminatamente mira alla
distruzione di intere città o di vaste regioni con i loro abitanti è un
crimine contro Dio e contro l'uomo, che deve essere condannato con fermezza e
senza esitazione ». Purtroppo ombre minacciose continuano ad addensarsi
all'orizzonte dell'umanità. La via per assicurare un futuro di pace per tutti
è rappresentata non solo da accordi internazionali per la non
proliferazione delle armi nucleari, ma anche dall'impegno di perseguire
con determinazione la loro diminuzione e il loro definitivo smantellamento.
Niente si lasci di intentato per arrivare, con la trattativa, al
conseguimento di tali obiettivi! È in gioco il destino dell'intera famiglia
umana! Desidero, infine, rivolgere un pressante appello al
Popolo di Dio, perché ogni cristiano si senta impegnato ad essere
infaticabile operatore di pace e strenuo difensore della dignità della
persona umana e dei suoi inalienabili diritti. Grato al Signore per averlo
chiamato ad appartenere alla sua Chiesa che, nel mondo, è « segno e tutela
della trascendenza della persona umana », il cristiano non si stancherà di
implorare da Lui il fondamentale bene della pace che tanta rilevanza ha nella
vita di ciascuno. Egli inoltre sentirà la fierezza di servire con generosa
dedizione la causa della pace, andando incontro ai fratelli, specialmente a
coloro che, oltre a patire povertà e privazioni, sono anche privi di tale
prezioso bene. Gesù ci ha rivelato che « Dio è amore » (1 Gv
4,8) e che la vocazione più grande di ogni persona è l'amore. In Cristo noi
possiamo trovare le ragioni supreme per farci fermi paladini della dignità
umana e coraggiosi costruttori di pace. |