il SINODO diocesano è stato chiuso dal Vescovo con un comunicato
dato nella Messa crismale del Giovedì santo vai
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Un momento importante di riflessione, preghiera e verifica per tutta la nostra Diocesi voluto dal Vescovo: dopo una fase di consultazione tra tutte le parrocchie seguirà l’Assemblea sinodale che, confrontandosi sulle tematiche proposte, arriverà a definire alcune indicazioni e norme valide per tutti. |
Il risultato della riflessione
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nella nostra Comunità |
PUNTO 1Siamo consapevoli
di essere chiamati come comunità a vivere
il Vangelo e a viverlo con coerenza per rendere così visibile il vero
volto della chiesa. Tuttavia riscontriamo alcune "fatiche e limiti"
: a) la fatica
di aprirci agli altri, al di fuori dei gruppi strutturati; b) il
ridurre il valore della fraternità al "fare del bene", senza
viverlo invece come atteggiamento interiore e profondo: questo porta
all'incapacità di accettarsi, di volersi bene anche se diversi, alla facilità
di giudizi e pregiudizi sulle persone. Siamo
convinti che è il rapporto tra noi cristiani che rende visibile la Chiesa, e
anche il nostro entusiasmo in ciò che facciamo e viviamo. Tutto ciò
dovrebbe maggiormente emergere nelle celebrazioni comunitarie, dove (se ci
fosse più approfondimento e convinzione) il volto della chiesa popolo e
famiglia è chiamato a rendersi evidente a tutti. PUNTO 2Consapevoli
che dobbiamo rafforzare la nostra fede in Gesù risorto per vincere la
sfiducia e lo scoraggiamento, percepiamo le provocazioni che la società
odierna presenta. La fatica sta nella capacità di giudicare secondo i criteri
del Vangelo e nella capacità di metterci in confronto-dialogo con altri, sia
credenti che non. In
particolare si notano alcune tendenze cui far fronte: a)
l'indifferenza per la vita e per la persona umana, che genera solitudine e
violenza; b) una fede
ridotta a fatto puramente individualistico; c) la
famiglia, toccata da una mentalità tutta tesa all'apparire, al far soldi,
alla prepotenza; d) perdita
della norma morale e atteggiamento di autosufficienza (da qui l'indifferenza
e non rispetto per la vita); e) i
problemi mondiali (globalizzazione) che ci provocano a rivedere i nostri
stili di vita. Ancora
apprezzate permangono le tradizioni religiose (in particolare i Sacramenti):
tuttavia non c'è, nei più, consapevolezza e comprensione di ciò che si
celebra (riti vuoti - fede come fatto individuale). I più
provati da sfiducia e pessimismo sono i ragazzi e i giovani, che manifestano
anche verso la Chiesa Istituzione senso critico, se non chiaro rifiuto. Occorre non
adagiarsi alla realtà (tentazione assai presente) ma ripartire dal Vangelo
sia per saper giudicare i fatti, sia per ricostruire la società secondo i
criteri e i valori che sono proposti in esso. PUNTO 3Riteniamo
importante ribaltare la pastorale parrocchiale: dall'aspettare le persone che
vengono, all'andare verso e incontro a loro, alle famiglie, abbattendo le
distanze. Questo chiede preparazione e predisposizione da far maturare
soprattutto in chi già opera nella comunità. Come pure
risulta valida e incisiva l'attenzione caritativa e la solidarietà vissuta:
stimolo ed esempio anche per i "lontani". Lo stesso ritorno ad
alcune tradizioni che possono coinvolgere la gente, creando partecipazione
nelle celebrazioni, può essere una strada da intraprendere. Tutto ciò
chiede continua formazione per tutti. PUNTO 4Pensiamo
possano tornare utili le seguenti due esperienze: §
Il Progetto
Famiglia (che è in fase di attuazione) e di cui alleghiamo la presentazione. §
La Caritas
parrocchiale e la valorizzazione del volontariato all'interno della comunità
parrocchiale. Ciò ha portato a renderci più attenti ai bisogni di tante
persone (malati, anziani, famiglie...); dalla conoscenza dei bisogni si è poi
passati alla concreta disponibilità a prestare un aiuto. Si sta così
costruendo pian piano una rete di persone disponibili che sono pronte a
dedicare tempo e competenze a chi è nel bisogno (es. accompagnamento
all'ospedale o all'ASL, compagnia in casa, ricerca di lavoro o di mezzi di
prima necessità....) Tutto ciò, vissuto insieme, come comunità, permette di
dare testimonianza anche a chi è più lontano dalla vita della chiesa e anche
di accostare persone che altrimenti resterebbero spesso ai margini della vita
stessa del paese. PUNTO 5 a) Riflettere
e studiare insieme uno stile nuovo di essere chiesa: si sente il bisogno
di passare verso una chiesa che non si preoccupa tanto di sancire o difendere
posizioni, ma che sappia farsi rinnovatrice della realtà a partire dal
Vangelo. Necessita quindi una nuova pastorale, questo soprattutto se si vuole
arrivare ad un recupero e a un coinvolgimento dei tanti
"indifferenti". b) La
famiglia considerata in tutti i suoi aspetti (in particolare le
problematiche legate a separazioni, divorzi, convivenze e l'atteggiamento
pastorale da seguire: vedi ammissione ai sacramenti......). c) Giovani,
indifferenza e rispetto della vita. d)
Solidarietà e apertura ai problemi della mondialità. SECONDA CONSULTAZIONE : COSTRIBUTO INVIATO Scheda 1 : PARROCCHIA MISSIONARIA
Domanda 1 : Il volto cristiano della nostra comunità appare ancora
troppo il volto di una “struttura” più che di una comunità famiglia. Prevale
una visione di parrocchia vista come luogo di distribuzione di servizi di
vario genere; sono pochi quanti la sentono come una famiglia. Di conseguenza
anche il vivere cristiano si rivela poco partecipato, molto individuale e
tradizionale. Domanda 2 : E’ sicuramente una comunità che deve crescere nella
missionarietà; e questo a partire dallo stile di vita di ciascuno (imparando
ad essere più aperti e accoglienti verso gli altri) e poi anche
nell’impostazione della vita parrocchiale (passando dal semplice
“conservare”, al saper rinnovare atteggiamenti e iniziative alla luce del
Vangelo). Per attuare ciò è importante che vengano anche indicazioni e linee
“dall’alto”; l’innovazione, in ogni ambito della pastorale, deve riguardare
tutte le parrocchie e non solo alcune, altrimenti non ha efficacia nella
mentalità e nel vissuto della gente. Domanda 3 : I problemi più importanti da affrontare riteniamo essere: -
come attuare il passaggio da uno stile di
conservazione del passato a quello di rinnovamento; -
affrontare il sempre più dilagante atteggiamento di
individualismo-indifferenza verso il fatto cristiano e di conseguenza verso
la comunità cristiana/parrocchia; (atteggiamento che si esprime nel ritenersi
cristiani senza però vivere e partecipare alla comunità); -
necessità di indicazioni precise su aspetti pratici
della pastorale (indicazioni che assumano valore definitivo e universale per tutte le parrocchie).
Alcuni aspetti: modalità per ammissione e celebrazione dei sacramenti (sia
ragazzi che adulti); gestione e organizzazione degli organismi di
partecipazione (consigli pastorali); catechesi; situazioni matrimoniali
irregolari… Scheda 2 : PERCORSI DI
PRIMO ACCOMPAGNAMENTO ALLA FEDE. Domanda 1 : Nell’impegno di catechesi della nostra comunità viene sperimentato: -
in positivo = una partecipazione numerosa al
cammino di catechismo dalla 2 elementare alla Cresima; lo sforzo di
coinvolgimento dei genitori dei ragazzi. -
In negativo = la non partecipazione dei ragazzi e
dei genitori ad altri momenti della vita comunitaria (Messa festiva,
oratorio…); lo stacco dopo la Cresima; il vuoto nella fascia giovanile. -
Per i catechisti si ritiene necessaria una loro
formazione più assidua e la necessità di incontri per il confronto e lo
scambio di esperienze. Domanda 2 : Nell’iniziazione cristiana dei fanciulli occorre trovare
forme diverse da affiancare a quella del catechismo tradizionale. (Es. percorso contemporaneo per i genitori dei
bambini; modalità per riuscire a far passare i ragazzi dalla teoria alla
prassi cristiana; tentare una catechesi nelle famiglie in piccoli gruppi;
soprattutto slegare la catechesi e i Sacramenti dall’età scolastica). Meriterebbe un ripensamento, e delle scelte uguali per
tutte le parrocchie, l’età della celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione,
valutando l’opportunità di un ritorno alla prassi catecumenale della chiesa
antica (battesimo, cresima, eucaristia). Domanda 3 : Per raggiungere e recuperare chi si è allontanato dalla fede
può essere utile una rinnovata impostazione di tutto l’impianto
catechistico. E’ fondamentale
comunque l’apporto e il rapporto con la famiglia. Bisogna poi pensare a
cammini catechistici specifici per giovani/adulti che vogliano riscoprire la
loro fede. Infine, ma non meno importante, conterà sempre la testimonianza e
lo stile di tutta la comunità cristiana, perché chi vive in essa sia aiutato
in un recupero della vita cristiana. Domanda 4: Questioni ritenute più importanti: -
forme nuove di catechesi per fanciulli e ragazzi al
fine di sganciare la celebrazione dei sacramenti dall’età scolastica e
viverla come tappa di un cammino di crescita, di maturazione e di
coinvolgimento della famiglia; -
orientamenti più precisi per la preparazione ai
sacramenti per giovani e adulti; -
ripensamento dell’iniziazione cristiana soprattutto
per coloro che non vivono più in un contesto di famiglia credente. Scheda 3 : IL GIORNO
DEL SIGNORE: LUOGO GENERATORE DELLA PARROCCHIA MISSIONARIA. Domanda 1 : Permane ancora in tanti l’idea del dovere/obbligo; in
altri invece si nota un atteggiamento di totale indifferenza e la riduzione
di importanza data alla domenica. Si fa fatica a far cogliere il “dono” che
ci è dato e che ne motiva poi la partecipazione assidua. C’è soprattutto
un’assenza di partecipazione della fascia 25-40 anni. Occorre dare più gioia
alla celebrazione e un maggior spirito di partecipazione. Fondamentale è la testimonianza di chi va a Messa (non
sempre così limpida come dovrebbe essere). Domanda 2 : Circa la centralità del mistero eucaristico nella nostra
comunità, si nota il rischio di diminuzione nella percezione della Presenza
reale nell’Eucaristia; prevale maggiormente l’aspetto di animazione, incontro
della comunità (l’aspetto esteriore); c’è bisogno di formazione e catechesi
per non perdere la centralità del mistero eucaristico. Non sempre poi
l’Eucaristia si apre alla vita, alla carità, all’attenzione i poveri, ai
malati. Domanda 3 : Le questioni più importanti sembrano essere: -
il bisogno di riscoprire il “dono” che ci è fatto
nell’Eucaristia e nel giorno del Signore, per ritrovare le motivazioni
profonde al fine di viverlo con gioia e assiduità; -
compiere scelte precise al fine di ridurre le Messe
per qualificarle (meno Messe, più Messa). Puntare meno alla comodità della
gente (soddisfacendo ogni richiesta di orario) bensì cercando di offrire
momenti veramente intensi e vissuti e soprattutto che siano incontri di una
comunità che si raduna nel nome del Signore (meno fretta, più attenzione ai
“segni”, più spazio all’ascolto e alla preghiera). Scheda
4 :COLLABORAZIONE INTERPARROCCHIALE PER L’EVANGELIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Domanda 1 : A livello zonale potrebbero maturare le seguenti scelte
che apporterebbero indubbi benefici: -
unire parrocchie vicine con un piano pastorale
comune; -
affidare alcuni settori della pastorale a un
sacerdote che, unicamente responsabile di questo settore, attua l’animazione
tra le parrocchie vicine (es. giovani e oratorio); -
tra parrocchie piccole imparare a collaborare in
alcuni settori (catechesi, caritas…) Domanda 2 : Opportunità e difficoltà per la nostra parrocchia: - una
difficoltà è dovuta a una non chiara organizzazione del lavoro zonale e alla
non preparazione dei laici; - poco
sentita appare l’appartenenza alla Diocesi; - ritenuto
non valido lo strumento del “Settimanale diocesano”, così come ora è
impostato; - sarebbe
un’opportunità il poter lavorare con altre comunità almeno nel settore
ragazzi e giovani. Domanda 3 : Si ritiene importante una revisione globale del lavoro che
si attua nelle zone e indicazioni precise circa il Consiglio pastorale zonale
e le varie commissioni. Val la pena di studiare l’eventuale possibilità di un
passaggio della Zona Valli Varesine alla Diocesi di Milano. Scheda
8 : PRETI PER UNA PARROCCHIA MISSIONARIA
Domanda 1 : Rapporto preti comunità di appartenenza. C’è tanta attesa verso i preti da parte della comunità, ma
spesso sono lasciati soli nelle difficoltà. Spesso il prete è costretto ad accollarsi compiti non
propri, più adatti ai laici (soprattutto nel campo amministrativo). Domanda 2: Si riconosce che la collaborazione tra popolo di Dio e
preti è occasione per una crescita reciproca nel rispetto e per una
maturazione di entrambi. Occorre dare ai preti più opportunità perché possano
realizzare meglio l’accompagnamento delle persone e della comunità, favorendo
così anche una maggior collaborazione e sintonia. Domanda 3 : Attenzioni da dedicare alla formazione dei preti. Conta molto lo “stile di vita”: la gente è più attirata da
persone semplici, sobrie, con stile di vita evangelico. Domanda 4 : Aspetti importanti: -
allargare gli spazi di partecipazione ai laici
nella vita della comunità per sgravare i preti da compiti non propri; - favorire la collaborazione di laici “consacrati” al fianco del prete per la cura della sua vita privata e per la collaborazione al suo ministero. |