Consiglio Pastorale Parrocchiale |
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Quinta riunionedel Consiglio Pastorale Parrocchiale del 23.04.2004 |
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Ordine del
giorno: 1.
Saluto e preghiera con riflessione introduttiva cap. 3
p.2° del documento “Siamo Comunità?” 2.
Approvazione verbale precedente 3.
LA FAMIGLIA: confronto, riflessione e definizione
interventi per favorire l’attenzione e l’impegno a favore delle famiglie da
parte della comuntià cristiana. Per prepararci all’incontro suggeriamo di
riflettere su quanto già si sta facendo (vedi “Progetto famiglia” e Gruppo
famiglia e sulle proposte che alleghiamo) verificando le iniziative in atto e
individuando ulteriori passi o scelte da compiere 4.
Varie ed eventuali |
Dopo la preghiera introduttiva Don Sergio ha commentato
la 2°p del 3 cap. del documento “Siamo Comunità?” . Una Comunità non vive: senza silenzio e preghiera perché è nel silenzio che si
acquista la capacità di ascolto in cui le idee diverse si confrontano
facendoci riconoscere che l’altro va rispettato. senza obbedienza intesa come obbedienza “di
tutti a tutti” che deve completarsi con l’obbedienza a chi ha “il servizio
della Comunità” (il parroco). E’ pericoloso escludere uno dei due tipi di
obbedienza poiché escludendo la prima si andrebbe verso il Clericalismo,
escludendo la seconda si creerebbe una frantumazione della Comunità. senza pluralismo dei valori il pluralismo deve esprimersi
all’interno della stessa Comunità come suggerisce la Trinità “uguali e
distinti”, vivendo gli stessi valori ma percorrendo strade diverse oppure
all’esterno fra persone che non appartengono alla stessa Comunità ma che si
rispettano, dialogano, collaborarono arricchendosi reciprocamente. senza gioia la Comunità cristiana è gioia
perché la Chiesa rappresenta con la Risurrezione del Signore la Pasqua del
mondo. Se vogliamo evangelizzare dobbiamo, innanzi tutto, annunciare la morte
del Signore ma PROCLAMARE CON GIOIA la sua Risurrezione. senza scelte significative la Chiesa deve porre al centro
dei suoi obiettivi la promozione umana ogni momento di evangelizzazione non è
tale se non pone sopra ogni cosa quelle scelte significative e coraggiose di
critica e di denuncia. senza poveri la Comunità deve portare
avanti, nello stile di Gesù, l’attenzione verso gli “ultimi” quelli che non
contano e farli contare, senza fare inoltre lo sbaglio di considerare
“poveri” gli assenti e ricchi “i presenti. Trenta G. concorda con
l’attenzione ai “poveri” ma invita a rivolgere l’attenzione anche ai “ricchi”
(presenti) che spesso vengono dimenticati. Lorenzi
D. commentando le riflessioni del libretto ha definito “povero tra i poveri”
colui che vive in assenza di Dio mentre è solo con il silenzio che si può
prestare più attenzione verso il prossimo. L’obbedienza a suo parere è il
punto più “fastidioso” da rispettare poiché non è sempre facile piegarsi alla
volontà di Dio però tutto si supera con la carità ed è meglio piegarsi che
“rompere”. La riunione è proseguita con l’approvazione del verbale
precedente (p. 2) dopo che A. Festa ha precisato che nel verbale precedente mancava una sua affermazione:
“Anche tra i catechisti c’è qualcuno che non partecipa alla S. Messa
domenicale”. Il Segretario provvederà ad integrarla nel verbale. Si è passati al p. 3 dell’OdG:
LA FAMIGLIA 4 confronto, riflessione e definizione interventi per favorire
l’attenzione e l’impegno a favore delle famiglie da parte della Comunità
cristiana Don Sergio ha invitato a riflettere sul significato di
cosa si intende per famiglia? Come devono essere considerate le coppie di
conviventi?, i separati, le unioni gay? Propone di riflettere su 3
punti: 1)
a livello pastorale il terreno è molto mobile, non ci sono certezze,
bisogna interpretare le indicazioni e le intuizioni puntando a una famiglia sempre
più soggetto e non oggetto della pastorale. 2)
esigenza di 1° evangelizzazione o rievangelizzazione delle famiglie. 3)
studiare cammini differenziati specifici per le varie realtà. Festa A alla domanda “cosa si
intende per famiglia?” afferma che a suo parere lo sono tutte le persone che
convivono amandosi. Don
Sergio precisa che la Costituzione definisce Famiglia solo le unioni che
hanno contratto matrimonio non importa se civile o religioso. Rabassini
M.sostiene che effettivamente spesso il termine genera confusione ma ha un
significato giuridico ben preciso. Non è corretto considerare famiglia una
convivenza poiché il non sposarsi, se non ci sono impedimenti particolari, si
esprime solo in una difficoltà ad assumersi delle responsabilità. Forni
A. afferma che le coppie conviventi non credono nell’indissolubilità del
matrimonio, mentre, la coppia che sceglie di sposarsi solo civilmente ha un
rifiuto consapevole verso la Chiesa e questo è più preoccupante. Bettoni
A. sostiene che l’indifferenza verso la Chiesa che caratterizza questi anni
si spiega con il fatto che il benessere ha reso la nostra società autosufficiente,
l’essere autosufficiente porta a non avere bisogno degli altri, perciò ci si
isola, per ipotesi se si verificasse una “catastrofe” certamente torneremmo
ad unirci senza aver bisogno di studiare strategie. Porta l’esempio dei
missionari che compiono il 1° passo d’evangelizzazione soddisfando i bisogni
primari delle persone. De Donno A. dichiara che per
combattere l’indifferenza verso la Chiesa il bisogno primario è ravvivare la
fede. Bettoni
A. riscontra una ricerca di spiritualità da parte dei giovani. Forni
E..riferisce che raggiungere le famiglie attraverso ragazzi si è, purtroppo,
rivelato fallimentare. Don
Sergio afferma che non bisogna trascurare alcun aspetto. Scolari
G.auspica una maggiore “gioia nell’annunciare i concetti cristiani” Forni
E. denota che siamo poco
“missionari” poiché non sottolineamo mai cosa significa essere cristiani. Colamarino
M.A si dice d’accordo sul fatto che non rimarchiamo abbastanza la nostra
appartenenza al cristianesimo, dovremmo pubblicizzare i nostri principi, come
se fosse un’operazione di marketing, anche se il termine può essere
considerato fuori luogo in questo contesto. Bettoni
A. asserisce che anche una sua esperienza nei confronti di un
extracomunitario conferma lo stupore che prova una controparte che riceve
aiuto senza sapere perché. Colamarino
M.A. ritiene che dopo l’analisi sui
probabili motivi che hanno portato all’allontamento dalla Chiesa ora
bisogna passare alle azioni concrete, chiede: ·
quali sono le famiglie che devono diventare
soggetto, esistono già o c’è bisogno
di un’ulteriore evangelizzazione? ·
l’evangelizzazione nelle famiglie del mercoledì è un’esperienza positiva ma non è
sufficiente quali altre vie si potrebbero intraprendere? ·
solo dopo aver chiarito questi 2 punti si potrà pensare
di impostare cammini differenziati come suggeriti da Don Sergio per
intervenire nelle varie realtà. Zandegù
G.propone di incentivare le occasioni per avvicinare le famiglie con momenti
di festa (tipo quello appena concluso con i genitori dei ragazzi che faranno
la 1° Comunione) approfittandone per passare dei messaggi. Festa
A. interviene affermando che non bisogna scoraggiarsi ma gioire anche per le
poche persone in più che si avvicinano alla parrocchia. Trenta
G. propone di sensibilizzare ad essere presenti in Oratorio per esempio una
volta al mese tutte le famiglie della Comunità. Forni
E. sottolinea che molti non comprendono che l’esistenza dell’Oratorio, dei
Catechisti e di tutti coloro che partecipano attivamente alla vita
parrocchiale, non è “dovuta”, non è “scontata” come la scuola o le altre
istituzioni, ma è frutto dell’impegno di volontari cristiani, ed invita ad
individuare delle vie per far passare questo concetto. Don
Sergio esorta ad incentivare
maggiormente il “gruppo famiglie” che purtroppo non riesce a moltiplicarsi
come sperato abbinandolo al progetto che coinvolge le coppie con i bambini da
battezzare. Tavino S. domanda in cosa consiste quest’ultimo
progetto. Don
Sergio precisa che ad una coppia che chiede il battesimo per il proprio
figlio verrà proposto un cammino cristiano, sostenuto con l’ausilio di
qualche coppia che affiancherà Don Sergio. L’obiettivo di questa iniziativa è
quello di evitare che avvenuto il Battesimo si perdano i contatti con la
famiglia fino alla 1° Comunione. Rosica N. evidenzia che in questo modo si rischia che
una coppia, per non affrontare questo itinerario, chieda di battezzare il
proprio figlio in un’altra Parrocchia con tutte le conseguenze che ne
deriverebbero. Don
Sergio concorda con questa possibile evenienza ma ritiene che comunque valga
la pena tentare. Bettoni
A. afferma che se non altro aiuterà a capire meglio se la richiesta è dovuta
solo alla tradizione o se si è veramente consapevoli del significato. Don
Sergio riassume in cinque punti quanto emerso dalla discussione del CPP: 1.
Formazione dei ragazzi: avere il coraggio di sostenere
un “cammino fortemente alternativo”, propone a questo proposito un CPP
dedicato a come portare avanti la proposta formativa verso l’Oratorio. 2.
Studiare cammini formativi per le giovani coppie e per
le coppie mature (vedi gruppo famiglia) 3.
Itinerario battesimale da studiare e definire per poi
applicarlo con l’aiuto di alcune coppie. 4.
Attenzione alle occasioni particolari: le feste
religiose ad esempio, trasformandole in momenti di incontro che portino un
messaggio. 5. Il
legame con la Commissione famiglia della Zona Pastorale Prosegue evidenziando
che i cambiamenti radicali, catastrofi a parte, possono avvenire solo con il coraggio di scelte che diano
l’orientamento. Forni E. chiede a chi è
rivolta la proposta formativa alle famiglie di Lorenzi. Lorenzi
D. chiarisce che è rivolta a tutte le coppie suddiviso in 2 periodi: a)
coppie sposate negli ultimi 5 anni b)
coppie “navigate” con rapporto in difficoltà. Si articola con incontri
ogni 3-4 settimane in cui viene proposto un tema da discutere,si formano
piccoli gruppi di lavoro per l’analisi dell’argomento, al termine si
presentano i risultati dei rispettivi gruppi e si consolidano, seguono infine
dei test di verifica. Don Sergio chiede di: ·
appoggiare la proposta di formazione famiglie di Lorenzi
D. e di collaborare (se fosse richiesta la disponibilità di qualche membro
del CPP); il CPP approva ·
riflettere insieme sulla “linea ragazzi” che sarà il
prossimo tema del CPP. ·
annunciare la propria disponibilità se ci sono coppie
interessate a collaborare con l’itinerario battesimale ·
partecipare all’incontro zonale sul tema delle famiglie. Si è passati ad
affrontare il 4. p. dell’O.d.G.
VARIE: Mese di maggio: Schema consueto:
apertura con rosario il 1° del mese e chiusura con S. Messa l’ultimo del
mese. Ogni MAR/GIO h 20.30 ritrovo nelle varie zone del paese puntando anche
su quelle mai raggiunte. Auspicio a ritrovarsi negli altri giorni anche senza
la presenza di Don Sergio. 2
Maggio Pranzo in Oratorio con 3° Età e Animatori. 6
Giugno Festa della Famiglia: chi desidera partecipare all’organizzazione
della festa si ritroverà lunedì 10.05
presso il Centro Parrocchiale. 10-13 Giugno Giornate di adorazione Eucaristica. Corpus Domini: riprendere la processione alla domenica h.17.00
partendo dal S. Cuore a S. Pietro. Don Sergio propone di
approvare un documento di “disposizioni pratiche” che verrà consegnato a
tutti coloro che richiedono di sposarsi, il CPP approva. Inoltre ci informa che dal CPP
di zona è emerso che il Sinodo Diocesano è stato annullato dal Vescovo Prossimo Consiglio nel mese di
Giugno in data da definirsi. |
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