UNA GIORNATA
CON IL CARDINALE
da Camminiamo Insieme
- anno 30, n.37 del 26/05/2013
Mi costa,
dopo una giornata, il 12 maggio, con il Cardinale Angelo Scola, sedermi
alla scrivania e riordinare pensieri ed emozioni. Realizzare una giornata
con un personaggio è possibile, solo se ci sono persone affidabili. A loro
va la riconoscenza, perché non è da tutti orchestrare ogni aspetto così
che nulla sia lasciato al caso o trascurato. A ben guardare l'Arcivescovo
è un uomo come me e te, confessa pubblicamente che il sole arrossa la sua
carnagione, per cui non può mancare un ombrello bianco a proteggerlo durante
l'omelia. E un simbolo, proprio come la bandiera nazionale. Lui ci propone
Cristo Buon Pastore. Noi a Gesù vogliamo bene e accorriamo al Parco Ferrini,
riempiendolo ben bene. L'Arcivescovo e commosso mentre volge lo sguardo
da sinistra a destra. Mi fa osservare che ho avuto coraggio a vivere questa
celebrazione all'aperto. Gli riconosco che lui ha raccolto la sfida, donandoci
il calore di una Messa e la simpatia di tante foto con i bambini della ,
Prima Comunione, con i Fidanzati, la Croce Rossa e l'UNITALSI, gli Scouts,
gli Amministratori Comunali, la Corale che lo reclama ripetendo: "Angelo!".
Eloquenti i gesti iniziali. L'assegno per il Fondo Famiglia-Lavoro svela
difficoltà e tensioni in questo tempo di crisi, con la volontà di contribuire
al riscatto. Domani riporrò ancora nella cassetta di sicurezza della Banca
i quattro Codici già in uso nella Pieve di Travaglia mille anni fa. Il Cardinale
apprezza il segno di continuità nella fede e nella preghiera. Ora in un
posto privilegiato in casa tua perché non porre, su un leggìo, una copia
che riproduce il Codice del XII secolo? Il ricavato della vendita andrà
a sostenere le spese di restauro della casa del Parroco di Brezzo di Bedero,
sperando nella presenza di un Sacerdote residente. Il pranzo con i sacerdoti
doveva essere contenuto in un'ora, ma la conversazione ha richiesto un tempo
doppio, con la soddisfazione generale. Il nuovo Centro Caritas ha ricevuto
la benedizione dell'Arcivescovo prima di iniziare il pranzo. Già con Martini
e Tettamanzi, ed ora con Scola, è bello trascorrere in auto le nostre valli,
raccogliendo suggestioni paesaggistiche, commenti e riflessioni sugli argomenti
più disparati. Una costante è data dall'incontro personale con Cristo nella
Messa, che, come dice Papa Francesco, "chiede di uscire incontro al mondo".
L'autoreferenzialità è come una malattia che corre il rischio di rendere
malata tutta la Chiesa. Mi fa notare che diventa decisivo rapportarsi con
ogni persona per rendere sempre più vivibile e umana la Città. Gli ho chiesto
di tenerci nel cuore anche se lontani da Milano. Mi ha garantito il ricordo
nella preghiera. Viviamo questa reciprocità. Ha incontrato ad accoglierlo
in casa mia alcuni miei familiari. Non mi sembrava corretto assentarmi per
preparargli il caffè. Ha capito che vivo solo. Mi chiede come riesco a gestirmi
tenendo in ordine la casa. "Mi permetta di non risponderle, o meglio fa
bene anche a un prete un po' di precarietà". E ora vado a letto. Non so
decidermi a tornare nella mia stanza, che gli ho prestato per questa giornata.
Ho deciso, dormirò nello stesso letto di ieri.
don piergiorgio
don Piergiorgio