Don Guerrino Turrini
RICORDO DI MONSIGNOR GUERRINO TURRINI (PARROCO DAL 1944 AL 2003)
Monsignor Guerrino Turrini, scomparso a 87 anni in un tragico incidente il 21 novembre dell'anno 2003, era nato a Piumazzo nel 1916 ed era stato ordinato nel 1939. Fino al '41 fu vicario cooperatore a S. Maria della Misericordia, quindi a Castel Guelfo fino al '44, quando divenne parroco a Loiano, carica che ha ricoperto fino alla morte.
"5 Agosto 1944. Un piccolo pellegrinaggio alla Beata Vergine del Carmine di San Martino di Scanello per impetrare la pace e la liberazione dai mali. Una settantina di persone, devote e preganti".
Con queste parole Don Guerrino Turrini, parroco ventottenne a Loiano da neppure due settimane, aveva descritto la prima attività liturgica svolta dopo il suo insediamento. Era stato inoltre vicario economo di Anconella dal '55 all''81; di Bibulano dal '58 all''82; di Gragnano e Scanello dal '64 al '68. Canonico onorario del Capitolo di S. Giovanni in Persiceto dal '64, nel giugno 2002 era divenuto Canonico onorario del Capitolo Metropolitano. Era stato insegnante di Religione nelle Scuole di avviamento agrario (poi Scuole Medie) di Loiano dal '45 al '78.
LE PAROLE DELL'ARCIVESCOVO GIACOMO BIFFI ALLA CELEBRAZIONE DEI FUNERALI
Un tragico incidente ci ha improvvisamente privati di un sacerdote saggio, generoso, ricco di autentica umanità, come Monsignor Guerrino Turrini. La morte l'ha sorpreso mentre attendeva all'esercizio di quella carità pastorale, che ha colmato ogni sua giornata e l'intera sua vita. Ne siamo tutti addolorati e sgomenti, e facciamo fatica a persuaderci di una perdita così grande. Non riusciamo neppure a immaginare Loiano senza di lui; senza di lui che per quasi sessant'anni si è, per così dire, identificato con la vicenda di questo popolo, e l'ha animata, sorretta, guidata instancabilmente verso il bene. Dopo i primi anni di ministero a Santa Maria della Misericordia in Bologna e a Castel Guelfo, don Guerrino è arrivato a Loiano nel 1944, nel mezzo del tremendo marasma bellico, e non se ne è più allontanato. Ben a ragione perciò questa famiglia di credenti oggi sinceramente lo piange e si impegna a custodire la sua memoria, i suoi insegnamenti, i suoi esempi con affettuosa gratitudine. Chi l'accostava, anche se una sola volta, non lo dimenticava più. Non poteva dimenticare la chiarità dei suoi occhi e la luminosità del suo sorriso, perché da quegli occhi e da quel sorriso traspariva l'intima letizia della sua anima: la gioia di essere in amicizia con il suo Dio, la gioia della sua totale e cordiale appartenenza alla santa Chiesa Cattolica, la gioia di essere prete. Vien fatto di pensare che il Signore sia stato appagato della lunga fedeltà di questo suo servo, ordinato presbitero nel lontano 1939, e lo abbia chiamato a sé a godere di un'esistenza ormai sottratta alle fatiche e alle pene di questi giorni terreni. Don Guerrino non si è mai staccato dalla coinvolgente comunione con il suo Redentore. E perciò le parole sacre che sono qui risonate ci rassicurano della sua sorte e ci rasserenano: «Se siamo morti con Cristo - ci ha insegnato san Paolo - crediamo che anche vivremo con lui» (Rm 6,8). La fede pasquale davvero ci consola, ricordandoci che l'esperienza dolorosa che oggi ci affligge, a causa della morte inattesa di una persona che ci è molto cara, in realtà è una vittoria della vita. «Cristo risuscitato dai morti - ci è stato ancora detto - ormai non muore più; la morte non ha più potere su di lui» (Rm 6,9): se non ha potere su di lui, non ha potere neppure su coloro che sono suoi e hanno speso per lui la loro intera esistenza. Don Turrini ha sempre custodito il dono di un sacerdozio esemplarmente vissuto, la sollecitudine affettuosa verso i fratelli in difficoltà, il gusto di una fede limpida e schietta. Perciò la morte lo ha soltanto avviato a una vita più piena e gratificante. «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). L'ilare e quasi ironica domanda degli angeli alle donne, sconcertate per il sepolcro di Cristo trovato vuoto, arriva anche a noi, in questa nostra liturgia di suffragio e di commiato; e la tramuta in una celebrazione di pacificante speranza. Monsignor Guerrino Turrini vive ormai con il suo Signore, che ha così ben servito, e attende di partecipare senz'ombre alla prerogativa di gloria divina che è propria del Risorto, dal momento che è vissuto e morto avendo nel cuore la stessa disposizione filiale alla volontà del Padre che c'era in Gesù crocifisso: «Se siamo stati completamente uniti a lui in una morte simile alla sua - ci ha confortati la parola di Dio - lo saremo anche con la sua risurrezione» (Rm 6,5).