IL
CAMMINO
DI
UNA COMUNITA’ PARROCCHIALE
di
Parte Prima LE
ORIGINI (1957 – 1964)
Parte Seconda
LA COMUNITA’ NUOVA (1964 – 1996)
Parte Terza IL
POPOLO DI DIO IN MISSIONE (dal 1996)
LE ORIGINI

A circa un
chilometro dalla chiesa di santa Chiara, sulla destra dell’attuale viale dei Cappuccini
e al centro del pianoro detto “Piane di Contrada san Bartolomeo” il 10 luglio
1575 padre Giovanni da Tufo, cappuccino, erige la chiesa intitolata a San
Bartolomeo Apostolo e l’annesso convento per i frati.
Con la presenza degli operosi Frati Minori
Cappuccini la piccola contrada è sempre più frequentata dagli abitanti di
Lanciano e dai viandanti che si recano nelle località a sud - ovest della
città. Con l’avvento delle pesti del 1600, che colpiscono tutta l’Europa, il
convento diventa il luogo di santificazione di numerosi frati che operano
nell’assistenza dei malati e dei moribondi e polo di aggregazione ed aiuto per
tantissimi fedeli che bussano alla sua porta. Tra loro si distinguono
particolarmente frate Giovanni Marino da Lanciano e fra Antonio Naccaria da
Penne, padre guardiano, il quale prende la peste tre volte e, malgrado ciò,
serve gli appestati senza concedersi tregua ricevendo fiducia e stima mai
riservata ad altri.
Nel Settecento l’aria buona di Piane San
Bartolomeo, gli ampi spazi, gli ubertosi e fertili campi e le nuove mode
cittadine spingono facoltosi signori del centro cittadino e dintorni a costruirvi lussuose ville per la loro
residenza estiva. L’allontanamento dei frati cappuccini avvenuto nel

La nuova realtà
molto probabilmente crea una certa frattura tra gli abitanti perché i nuovi
residenti continuano a frequentare le chiese o le parrocchie di origine: Santa
Lucia e Santa Maria Maggiore, mentre i contadini del luogo si ritrovano nelle
chiesette campestri di San Bartolomeo e San Pietro.
Unica occasione di incontro per i due
gruppi è la festa in onore dei Santi Pietro e Paolo del 29 giugno che invita
tutti i fedeli a ritrovarsi sia nella preghiera che nello svago nei pressi
della chiesetta.
Ai primi del Novecento l’insediamento di
tre grandi industrie, la tipografia Rocco Carabba, il cotonificio Raffaele
Tinari e l’Azienda Tabacchi, favorisce l’aumento graduale della popolazione
residente tanto che in più occasioni i giornali dell’epoca riportano notizie
riguardanti le attività religiose presso l’Ospizio di mendicità e le frequenti
visite di S. E. l’Arcivescovo.
Nel 1926 l’allora mons. Piccirilli,
arcivescovo di Lanciano, chiede un ritorno dei Frati Minori Cappuccini
nell’antico convento per non lasciare soli i fedeli che vanno aumentando di
numero e chiedono sempre di più la presenza di sacerdoti per la guida e
l’assistenza religiosa. Anche la chiesetta rurale di san Pietro, posta a metà
strada tra l’ex convento di San Bartolomeo e Santa Chiara si anima in più
occasioni, come nel dicembre 1928, quando vi si effettua una missione popolare
con prediche del famoso reverendo Beneficiato.
La chiesetta è molto frequentata tanto che
si avverte la necessità di costruirvi una sacrestia. Questa esigenza spinge un
gruppo di fedeli della contrada ad acquistare la terra necessaria e l’8 aprile
1940 a sottoscrivere un contratto in cui
il sig. Di Bucchianico Gennaro cede al Capitolo Cattedrale di Lanciano una
porzione di metri quattro di terreno retrostante la chiesetta per la
realizzazione della stanza necessaria. La nuova piccola opera viene costruita
celermente con una spesa di £ 3.000 ed inaugurata solennemente il 29 giugno
dello stesso anno durante la festa patronale di San Pietro e, nell’occasione,
vengono evidenziate le statue a mezzo busto dei Santi Pietro e Paolo che vi si
trovano da tempo immemorabile.
Il 28 ottobre 1941 la chiesetta si ritrova
di nuovo colma di fedeli accorsi per ascoltare il passionista padre Norberto
chiamato dal parroco di Santa Lucia per una missione pastorale.
Nel 1943 la guerra provoca alle nostre due
chiesette dei danni che vengono subito riparati dagli operosi uomini della
contrada che offrono gratuitamente le loro braccia.
Al termine della guerra, nel 1945,
riprendono le visite pastorali dell’Arcivescovo sia negli opifici danneggiati della zona,
sia nell’ospizio in cui ospiti essendo
aumentati di numero vivono in difficoltà.
Con la ricostruzione post bellica la zona
che circonda il viale Cappuccini subisce una graduale e costante urbanizzazione
che porta nel 1953 la popolazione residente da poche centinaia a circa 1500
anime. I nuovi abitanti che dal danneggiato centro storico e dai paesi vicini si
trasferiscono nelle nuove case popolari creano indubbi problemi ai parroci di
Santa Lucia e Santa Maria Maggiore per la distanza delle nuove abitazioni, per
le aumentate necessità dei fedeli e per l’insufficienza della chiesetta di San
Pietro che, erosa dalle intemperie e ristretta negli spazi, non è più idonea
alle nuove esigenze. Nello stesso periodo arriva a Lanciano l’arcivescovo B. L.
Migliorini che prende a cuore la situazione delle nuove realtà diocesane e
inizia la pratica necessaria alla realizzazione di una nuova chiesa nel
quartiere dei Cappuccini. Si giunge al 18 luglio 1954 quando, su progetto degli
architetti Donato ed Ennio Villante, il Ministero dei lavori Pubblici autorizza
la costruzione della chiesa parrocchiale in rione Cappuccini a Lanciano e
finanzia l’opera elargendo un contributo di 35 milioni di lire. Sicuro di
vedere presto realizzata l’opera, l’Arcivescovo si affretta a scrivere il
giorno 8 settembre1954 una bolla con la quale istituisce la Parrocchia di San
Pietro Apostolo, ne definisce i confini e chiede il suo riconoscimento al
Ministero dell’Interno (doc. 1 bolla originale e confini). Ricevute le
autorizzazioni necessarie la Curia avvia la pratica per l’acquisto del terreno
ed il 24 marzo 1955 presso il notaio De Angelis il sig. Di Bucchianico Gennaro,
proprietario del terreno, e l’arcivescovo B. L. Migliorini firmano il contratto
di compravendita di un sito ampio mq 1750 posto tra viale Cappuccini e via
Marconi. Nella bolla dell’Arcivescovo si legge:”considerato l’ottenuta erezione della nuova Parrocchia di San Pietro
Apostolo nel rione Viale Cappuccini in Lanciano con la costruzione della
rispettiva Chiesa Parrocchiale a spese dello Stato, considerato che la piccola
angusta chiesetta campestre di San Pietro apostolo si trova ad una decina di
metri dall’area della chiesa costruenda, rendendosi così inutile oltre che
inservibile per il suo stato di fatiscenza,… decretiamo: 1) che sia
completamente demolita detta chiesetta; 2) che l’area ottenuta venga ceduta al
Di Bucchianico a completamento della somma dovutagli per la cessione dell’area
necessaria alla costruzione della nuova Chiesa…”.

Espletate tutte le
pratiche burocratiche la costruzione dell’opera viene affidata alla ditta
IFRICEMENTFER di Roma (poi subappaltata all’impresa Ranzi di Lanciano) e il 29
luglio 1956, con una solenne cerimonia, mons. Arciv. B. L. Migliorini, alla
presenza di numerosi fedeli ed autorità civili e religiose, pone la pietra
angolare della nuova Chiesa ed innalza a Dio la seguente preghiera:”Cristo Signore che disse a Simone:-Tu sei
Pietro e sopra questa pietra edificherò
L’edificio viene costruito rapidamente e
consegnato allo stato grezzo all’Arcivescovo, il quale decreta che il giorno 27
ottobre 1957, festa di Cristo Re, la Parrocchia abbia canonico inizio e nomina
Vicario Economo il molto reverendo don Nicola Pollidoro, già parroco della
comunità di San Nicola, fino all’insediamento definitivo del nuovo Parroco. In
questo stesso giorno celebra una solenne cerimonia religiosa e dedica il tempio
in onore di San Pietro, Principe degli Apostoli (doc. 2).
Il territorio della neo parrocchia, già
sotto la giurisdizione della chiesa di Santa Lucia, si estende ora dalle vie S.
Spaventa e Ferro di Cavallo alle contrade di Marcianese e San Nicolino. Le
condizioni dei locali, consegnati allo stato grezzo e privi di qualsiasi
ornamento e suppellettile, non scoraggiano don Nicola che, pieno di fiducia e
impegno, riesce in breve tempo a sistemarli ed a fornirli del necessario per
iniziare le attività pastorali.

Il 28 giugno 1958
pubblica un giornalino:“Tu es Petrus,
voce della parrocchia di san Pietro Apostolo” per far conoscere a tutti che
LA COMUNITA’ NUOVA
All’inizio degli
anni Sessanta Lanciano vive una profonda trasformazione urbanistica che
coinvolge le due direttrici: via del Mare e viale Cappuccini con una popolazione
in aumento, ma con complessi problemi economici e sociali dovuti sia alla
costruzione del villaggio popolare INA Cappuccini sia alla crisi occupazionale
e alla emigrazione. A questo si unisce anche la spinta al rinnovamento della
Chiesa dato dal Concilio Vaticano II che a Lanciano si manifesta con tante
nuove iniziative. Don Nicola, malgrado sia aiutato da numerosi e volenterosi
parrocchiani e da coraggiosi ed entusiasti gruppi di Azione Cattolica che
operano in ogni campo, trova non poche difficoltà per soddisfare le nuove
esigenze dei fedeli a lui affidati per cui chiede di avere delle responsabilità
meno gravose per la sua età. Il nuovo arcivescovo Perantoni venendo a
conoscenza della realtà e delle necessità della neo parrocchia di San Pietro
approva il desiderio di trasferimento del parroco e, memore dell’antica
richiesta del vescovo Piccirilli, ritiene cosa utile un’altra presenza
francescana nel luogo dove già secoli addietro si trovava quella dei Cappuccini
per cui si fa promotore per il ritorno di questi a Lanciano. Il 30 dicembre
1964 il Padre Generale dei Cappuccini risponde all’Arcivescovo comunicando
l’accettazione della proposta di servizio presso la Parrocchia di San Pietro
Apostolo appartenente al Vicariato Urbano di San Donato Martire
dell’Arcidiocesi di Lanciano - Ortona con un minimo di tre sacerdoti. Il 23
gennaio dell’anno seguente mons. Perantoni firma la convenzione con i Frati
Cappuccini d’Abruzzo ai quali, con gioia, affida la cura delle anime della
Parrocchia di San Pietro. Dopo pochi giorni arriva la lettera della Curia
Provinciale dei Frati con l’elenco dei frati assegnati alla giovane parrocchia
frentana. Essi sono: Padre URBANO da Leonessa, come Parroco, al secolo Bernardo
Gizzi, nato il 14.7.1915, già cappellano militare, superiore, insegnante,
direttore del seminario serafico, missionario. Padre BERNARDO da Vasto, come
coadiutore, al secolo Francesco Paolo La Verghetta nato il 26.11.1908, laureato
in diritto canonico, direttore dello studentato teologico, superiore, segretario
provinciale. Padre LORENZO da Chieti, come coadiutore, al secolo Giustino
Polidoro nato il 2. 12.1932, insegnante del Seminario Serafico. Fra EGIDIO da
Avezzano, come fratello laico cuciniere, al secolo Cesare Serafini nato il
9.11.1911.
Appena la notizia viene conosciuta dai
lancianesi si costituisce un comitato di accoglienza anche se molti
parrocchiani ormai affezionati a don Nicola chiedono con una petizione scritta
che l’amato parroco resti tra loro. Per più giorni la stampa locale riporta l’atteso
ritorno dei Cappuccini risvegliando la memoria dell’antico convento francescano
che aveva lasciato tracce indelebili nei ricordi degli abitanti della zona per
la santità dei frati e per la loro Scuola teologica dove, nel secolo XVIII tennero cattedra di Lettere e Scienze maestri
di grande levatura, come padre Bernardo Maria Valera da Lanciano, poeta e
letterato celebre, che avevano dato un notevole contributo alla crescita
culturale della città.
Dopo tre giorni di preghiere, di
preparazione spirituale con rosario, predica e benedizione, nel pomeriggio del
7 febbraio 1965 le autorità cittadine e un gran numero di parrocchiani
accolgono in piazza Plebiscito i quattro frati minori cappuccini che, dopo il
benvenuto, percorrono a piedi corso Roma ”tra
una fitta folla di fedeli plaudenti ed il
lancio di migliaia di manifestini che inneggiano al loro ritorno. Sulle scale
della chiesa di San Pietro il prof. Nicola Bellisario, presidente dell’A. C.,
esprime la gioia di tutti i cattolici frentani per lo storico evento”.
Dopo l’affollata commovente cerimonia di
insediamento nella chiesa parrocchiale e i saluti e abbracci di commiato, i
fedeli tornano a casa sotto fiocchi di neve e i quattro fratelli del poverello
di Assisi si ritrovano soli nelle stanze
della canonica priva di ogni arredo e suppellettile, senza legna nella stufa e
cena ristoratrice. Per pura esperienza missionaria portano nella bisaccia una
brandina, una coperta e qualche altro oggetto di prima necessità indispensabile
in terra di missione. La tempesta di neve che imperversa per tutta la notte, il
gelo delle stanze prive di riscaldamento e inutilizzate da mesi, il digiuno
forzato e la nuova realtà non lasciano il sonno tranquillo ai poveri frati. Al
mattino, però, li si vede sul sagrato della chiesa senza alcun segno di
smarrimento con una pala e una scopa in mano che tolgono la neve e salutano con
un sorriso splendente i passanti e i pochi fedeli che si recano in chiesa per
la preghiera o per conoscerli. Con questi arrivano anche le anime buone che
portano pane fresco, vino e legna. Rotto l’incanto del primo impatto i bambini
toccano con mano le folte barbe degli intrepidi frati e con loro comincia la
nuova avventura della Parrocchia. Nella primavera il parroco favorisce la
nascita di un comitato di entusiasti parrocchiani intenzionati a riprendere la
bella consuetudine della festa popolare in onore di San Pietro Apostolo
interrotta dieci anni prima con l’abbattimento dell’antica chiesetta. Così nei
giorni 27, 28, 29 giugno 1965 l’albero della cuccagna, il coro folcloristico di
Ortona, la famosa Grande Banda Città di Lanciano, gare ciclistiche con in palio
una prestigiosa “Coppa San Pietro” e la conclusiva processione della statua del
santo richiamano una gran moltitudine di persone e la chiesa torna a nuova vita
Nel frattempo padre
Urbano è chiamato a Roma ad avviare la nuova parrocchia della Magliana e fra
Egidio va a svolgere il suo servizio nella comunità di Vasto. Vengono
sostituiti da padre Giacomo Lancioni e da padre Claudio mentre padre Lorenzo
viene nominato parroco di san Pietro. A dicembre già esce il primo giornalino
dei giovani di Azione Cattolica dal titolo” Comunità
nuova” e a febbraio 1966 viene consegnato a tutti i giovani presenti in
parrocchia un volantino con il quale il
parroco si rivolge a “quanti pensano che
il modo veramente cristiano per santificare la Pasqua sia quello di capire e viverne il profondo significato” con
un nutrito programma di incontri sui seguenti temi: Il mistero della Pasqua; I
giovani ed il Concilio; I
giovani in stato di
missione; La scoperta della pace nel mondo; La scoperta della fame nel mondo.
A marzo sul settimanale religioso “La
Domenica” delle Paoline, viene pubblicata una pagina sulla Famiglia
parrocchiale di San Pietro Apostolo di Lanciano che riporta il programma della
Settimana Santa e tutte le attività giornaliere organizzate dalla parrocchia
nei mesi successivi.
Inizia così a partire dalla sede
parrocchiale una serie di avvisi e programmi rivolti a tutti i quattromila
abitanti del quartiere che vengono sempre più coinvolti in ogni attività
sociale, ricreativa e religiosa. I giovani sono accolti dai padri cappuccini ed
invitati ad entrare nel cortile della canonica in qualsiasi momento per
giocare. Questi ne approfittano subito per disegnare un campetto da calcio con
il gesso e stendervi al centro una fune per la pallavolo a due metri di
altezza. E’ un successo! Ben presto si organizzano tornei prima tra i
parrocchiani e poi con altri gruppi cittadini e non. Per soddisfare i bisogni
di tanti giovani che arrivano si formano vere e proprie squadre sportive a cui
padre Bernardo dà il nome di SPAL (San Pietro Apostolo Lanciano).
Nascono così
A dicembre del 1966 arrivano le prime
soddisfazioni al seguito di una commissione incaricata dal vescovo di
controllare tutte le scuole catechistiche della diocesi. I ragazzi della
parrocchia sono esaminati accuratamente e al termine sul bollettino diocesano
“Vita” si legge la seguente relazione:” La
parrocchia di San Pietro ha 516 iscritti alle scuole
elementari pubbliche, mentre gli iscritti alla scuola
catechistica sono n. 384. Ne abbiamo esaminati n. 146 e siamo rimasti molto
soddisfatti: ci è mancata la gioia di sentire anche gli altri. Abbiamo notato
che le catechiste hanno fatto un buon lavoro. Sappiamo che i ragazzi sono
attratti al catechismo da varie iniziative, cui sono interessati i genitori
stessi…”
Il nuovo villaggio Ina Cappuccini, sorto da
poco, vede un gran numero di nuovi abitanti composto da gente povera e
proveniente da zone diverse della città di Lanciano si trova senza adeguati
servizi pubblici di cui la Comunità parrocchiale si rende consapevole anche
dalle sollecitazione dell’Arcivescovo che vi chiede un impegno prioritario per
far sentire a tutti la fraternità cristiana. Subito il Centro Italiano
Femminile (CIF) si attiva per l’istituzione di un asilo infantile per aiutare
le mamme lavoratrici e le famiglie in difficoltà. Gli adulti di Azione
Cattolica organizzano attività di coinvolgimento con altre iniziative come
Nel giorno di Pasqua del 1970, come segno
del rinnovamento che vive
La fraternità cappuccina vede partire padre
Bernardo e padre Claudio, arrivare, nel 1971, padre Bonaventura Del Romano e,
nel 1974, padre Vincenzo Di Marcoberardino, ma non interrompe la sua attività
di coinvolgimento dei giovani. Considerando il successo dei campi scuola
estivi, si decide di coinvolgere le famiglie alla costruzione dell’Ostello
della gioventù a Rosello per permettere a tutti i giovani, ricchi e poveri, di
usufruire di sane vacanze a poco prezzo. Si raccolgono i primi contributi
economici e, con l’estate, i giovani partono per offrire gratuitamente le loro
braccia nella costruzione della nuova casa. Contemporaneamente sorgono i gruppi
sportivi della SPAL Volley maschile e
femminile
e inizia il pellegrinaggio annuale a
Lourdes, che non sarà mai interrotto, insieme alle gite culturali in varie
parti d’Europa e d’Italia, per favorire la conoscenza tra i
partecipanti e
sviluppare la catechesi per gli adulti. Il sabato sera si proiettano anche film
per ragazzi nella sala parrocchiale.

Nel febbraio 1973 viene pubblicato da parte
della Famiglia Parrocchiale di san Pietro Apostolo un foglio di comunicazione
dal titolo “Comunità Nuova” su cui si
legge un significativo messaggio dei sacerdoti della comunità:”Il pensiero che la quasi totalità dei
fratelli segue con crescente interesse e con partecipata presenza tutte le
iniziative della nostra comunità ecclesiale, se da un lato è cosa gradita,
dall’altro dobbiamo sforzarci sempre più per rendere attuale il messaggio di
Cristo. Ogni nostra iniziativa è pervasa da questa volontà di attuazione, anche
se cozziamo spesso sulla cruda realtà che evidenzia i nostri limiti e le nostre
carenze di cristiani. La società oggi pone l’accento sulla necessità
dell’essere insieme, del lavoro in gruppo,
dell’attuazione del dialogo, della comunione di
operazioni, della collaborazione. Sono bisogni inequivocabili del nostro tempo,
che hanno richiamato l’attenzione di chi si preoccupa della realizzazione di un
“contenuto” di vita cristiana, attuale ed efficace. Il cristiano può solo
essere “attore” di questa “comunione”, di questo scambio di stimoli al crescere
nella dimensione religiosa; chi si arresta ad essere solo “spettatore” ha già
tradito il senso della vita e si è arroccato nella comoda difesa negativista.
Il problema è di camminare, ed è certo meglio camminare partecipando che
camminare lasciandosi trascinare. La storia non si muove dal di fuori
dell’uomo, ma dal di dentro, è Dio che la conduce semplicemente sollecitando
l’uomo a realizzare se stesso e dandogli gli aiuti che tutti conosciamo.
Crediamo che la testimonianza del cristiano oggi sia la capacità di dimostrare
che è possibile crescere nella dimensione spirituale svincolandosi da posizioni
miracolistiche e passive. Allora possiamo anche rispondere al bisogno sociale
nella misura in cui questo si manifesta…. ”
Seguono le numerose attività che si svolgono in parrocchia che rivelano una
comunità viva e stimolante, promotrice d’incontri culturali, assemblee di
quartiere e di raccolte firme si richiedono all’Amministrazione Comunale
l’istallazione del semaforo all’incrocio di viale Cappuccini con via Fagiani,
l’inserimento di aree verde pubblico attrezzato nel nuovo piano regolatore
cittadino e l’apertura di una piazza
vicino alla chiesa. Vengono anche aperte le porte della chiesa dalle sei
del mattino alle undici di sera senza interruzione per far sì che la casa del
Signore sia disponibile al di là dell’orario usuale, per dare a tutti la
possibilità di fermarsi a pregare, oltre ad essere simbolo di qualcosa di più:
“Nel senso che una chiesa aperta è veramente una comunità pronta ad accogliere chi
intende tradurre il Vangelo in azione”.
Con l’Anno Santo del 1975 i parrocchiani sono
stimolati ad
aggiornarsi sulle nuove realtà sociali e culturali e per questo più volte si
ritrovano nei nuovi locali delle suore
francescane “ Gesù Bambino” per riflettere sull’attività missionaria e sul tema:
“Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio” che li porta dopo pochi anni ad
organizzare missioni popolari, corsi di preparazione per i giovani sposi,
doposcuola per ragazzi in difficoltà, conversazioni religiose, dibattiti di
approfondimento sull’Evangelizzazione nel mondo contemporaneo ed attività di
sostegno per le missioni nei paesi poveri.
Nel gennaio del 1978 per tenere unita la
comunità parrocchiale ai suoi malati e anziani si riesce ad installare in una
stanza della canonica una centrale radiofonica con una potente antenna sul
campanile da cui Radio SPAL ,91700MHZ FM
stereo tel.39315, irradia le omelie del parroco insieme
alle preghiere, le funzioni religiose e le notizie sulle attività della
parrocchia. Ad essa, dopo pochi anni, si uniscono anche le trasmissioni
televisive di TVL nelle quali i giovani sono attori protagonisti di esaltanti
attività davanti agli occhi di tutta
fatica a tenere
insieme”ricchi” e “poveri”, ma in pochissimo tempo, come dice padre Lorenzo in
una intervista, “si
riesce a dimostrare
che Dio non riconosce le differenze di classe e che la parrocchia è il centro
vivo del quartiere”. Con il trasferimento della palestra pugilistica della
SPAL Nativio in altri spazi, i locali interrati della canonica vengono occupati
nel 1978 dal nascente gruppo scout dell’AGESCI Lanciano 1 SPAL e quelli del
piano superiore dagli aderenti all’Azione Cattolica, che unitamente ai membri
del Coro di canto polifonico degli adulti e ai gruppi musicali giovanili
accolgono centinaia di persone.
Questi gruppi fanno a gara per animare le funzioni religiose e cantare
nuovissime canzoni composte da artisti lancianesi, che vengono diffuse tramite
radio in tutta la regione insieme alle esaltanti imprese dei gruppi sportivi
della SPAL.
Il 1 gennaio 1979 l’arcivescovo mons.
Leopoldo Teofili, visto l’aumentato numero della popolazione nelle contrade di
Marcianese, San Nicolino e Follani, erige
Il territorio della parrocchia di san
Pietro viene privato della zona rurale con i confini a sud –ovest delimitati
dal tracciato ferroviario. Malgrado sia diventata più piccola come territorio
la nostra Parrocchia si ritrova con una popolazione di oltre 6000 anime.
Gli anni che seguono sono anche quelli in
cui maggiormente si manifesta il cosiddetto “Fenomeno San Pietro” per l’enorme numero di persone di ogni età ed
estrazione sociale coinvolte in coraggiose iniziative di volontariato e di
catechesi. Moltissimi sono i parrocchiani che seguono le attività culturali e
di formazione religiosa organizzate dalla Curia arcivescovile, diversi assumono
incarichi di responsabilità in seno al Consiglio Diocesano e in tante
aggregazioni ecclesiali e laiche. Seguire, coordinare le attività e tenere
uniti settimanalmente i 60 responsabili dei gruppi non è facile per padre
Lorenzo, padre Bonaventura e padre Pancrazio arrivato dopo il trasferimento di
padre Vincenzo al convento di Santa Chiara a L’Aquila, Nel
In aiuto del parroco arriva il decreto
arcivescovile che istituisce il Consiglio Pastorale Parrocchiale come organo
ufficiale di “partecipazione dei fedeli alla vita della
Parrocchia, per rappresentare l’intera comunità nella unità della fede e
molteplicità dei suoi carismi e ministeri”. Il 1 ottobre 1987 per la prima
volta il nuovo organo composto da 15 persone nominate dal parroco, scelte tra i
fedeli più impegnati e tra i rappresentanti delle aggregazioni ecclesiali più
significative. Nei primi incontri del Consiglio si provvede ad affidare gli
incarichi ai suoi membri e a compilare un calendario ben strutturato di tutte
le attività sia settimanali che annuali. Successivamente il parroco fa
diffondere un foglietto in cui si legge ”nel
rendere grazie a Dio che ci fa iniziare un nuovo anno di impegno pastorale,
desidero ardentemente ricordarvi che la parrocchia, definita “cellula” della
diocesi in tanto può realizzarsi in quanto si trova nella famiglia,
mirabilmente chiamata dal concilio Vaticano II” Chiesa domestica”, aiuto e
sostegno. E’ indubbio, infatti, che le relazioni tra le due comunità sono
strettissime e tutte finalizzate all’unico obiettivo:”salvare l’uomo, tutto
l’uomo, nel Cristo e nella sua Chiesa. Perciò, mentre vi presento il programma
delle attività della nostra parrocchia, vi invito ad una ricca e fattiva
collaborazione, senza riserve, con apertura di intelligenza e di cuore. Il
lavoro che ci attende è molto e le forze sono poche, ma se ciascuno di noi
svolge la sua parte, con l’aiuto del Signore, i risultati non mancheranno…” Segue
un elenco di attività dove si manifesta un chiaro progetto educativo e
pastorale che coinvolge bambini, ragazzi, giovani, adulti e diversamente abili
con appropriate iniziative di catechesi, di celebrazioni liturgiche, di
preparazione al matrimonio, di formazione religiosa e di attività ricreative e
di aggregazione. Nelle altre poche riunioni che seguono tutti i membri del Consiglio
si sentono un’anima sola unita
al loro pastore e
cercano di tener ordine alla vita dei gruppi con la programmazione della
parrocchia. L’ arcivescovo mons. Enzio D’Antonio dal 14 al 20 novembre 1988
effettua una significativa visita pastorale e, per accoglierlo, viene
organizzato un ricchissimo programma di attività e di incontri in cui tutta la
comunità parrocchiale è “pronta ad
ascoltare”. L’accoglienza è calorosa e l’Arcivescovo tocca con mano il
fervore di iniziative e di fermenti che rendono la parrocchia “amata e desiderata anche al di fuori dei
suoi confini. Fama ben meritata, quando si pensa che in breve tempo avete
raggiunto traguardi ecclesiali così consistenti da formare una grande
famiglia”. Non sfuggono, però, all’attento pastore alcune problematiche
presenti in una così attiva comunità come la convivenza tra i dinamici ed
intraprendenti gruppi che tendono a seguire ognuno la propria strada e i propri
scopi.
Dopo qualche mese giunge al parroco e ai
fedeli dell’amata parrocchia di San Pietro una lunga ed affettuosa lettera di
ringraziamento di mons. D’Antonio per l’indimenticabile gioia provata durante
la sua visita pastorale e per la calorosa accoglienza. A ciò unisce paterni
consigli per meglio procedere nella catechesi e un’esortazione affinché si
cerchi di “inventare un luogo ed un
momento in cui le aggregazioni armonizzino il loro lavoro e le loro iniziative
con il progetto educativo e pastorale
della parrocchia”. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale cerca di attuare i
suggerimenti del vescovo e organizza il “…nuovo
modo di partecipazione alla scelta catechistica”.
La scuola di catechismo per i bambini e i
ragazzi viene concentrata al sabato
pomeriggio utilizzando i locali del vicino Istituto d’Arte, sono intensificati
i servizi per la terza età, anche con una vacanza estiva, e si coinvolgono
tutti i gruppi ecclesiali della parrocchia su un unico tema: “Insieme” per “…sentirsi coinvolti e vivi nella comunità, dove anche il “FARE INSIEME”
è importante”. Per due anni l’attenzione si concentra su questa finalità e
i primi frutti si vedono già il 20 maggio 1990 nella ”Giornata diocesana
del malato”che si
svolge nella parrocchia su iniziativa dell’UNITALSI. E’ un giorno straordinario
ed indimenticabile per tutti perché circa 500 diversamente abili sono accolti
dall’intera comunità in modo gioioso e fraterno e ogni parrocchiano si presta a
qualsiasi servizio. Anche il pranzo, consumato nell’aula magna della Scuola
Media Umberto 1°, è preparato e servito dalle famiglie della parrocchia allo
scopo di creare unità. A ciò seguono corsi di cultura biblica, la veglia di
preghiera ogni giovedì sera, le veglie di Natale, Pasqua e Pentecoste dove ogni
momento di riflessione è curato dai vari gruppi (Terza Età, Azione Cattolica,
Coro, UNITALSI, Caritas, Gruppo Sportivo, AGESCI, Cresimandi, MAC). A
testimoniare questo spirito di unità della Comunità di San Pietro Apostolo di
Lanciano nel 1993 viene stampato e diffuso un calendario poster dal titolo “
Il
31 dicembre 1994 viene pubblicato un volantino avviso dal titolo “Contiamoci”
in cui risulta che in parrocchia ci sono: 280 giovani nell’Azione Cattolica,
450 bambini e ragazzi che frequentano la scuola catechistica, 130 scout
nell’AGESCI, 420 giovani nei gruppi sportivi, 30 ministranti, 15 ministri del
canto, 15 giovani tecnici nella Radio TVL e 4 ministri straordinari
dell’Eucaristia. E’ di questo periodo anche un’originale iniziativa per la S.
Messa. Gli scout, per permettere a tutti i fedeli di leggere il Salmo
responsoriale, collocano nel presbiterio la scritta del salmo a caratteri
grandi. L’idea ha successo e, tra i primi in Abruzzo, si forma in parrocchia un
gruppo di laici che garantiscono ogni domenica la collocazione nell’ambone
della chiesa di un grande striscione con il
breve testo evangelico e una figura appropriata a lato.
Il 23 luglio del 1995 si diffonde la
notizia del trasferimento sia del parroco padre Lorenzo Polidoro resosi indispensabile presso la parrocchia
Mater Domini di Chieti che sta vivendo una profonda crisi d’identità, sia del suo vicario padre Bonaventura Del Romano incaricato
di rinvigorire quella di Guardiagrele. Gli affezionatissimi parrocchiani,
amareggiati, provano tutte le strade possibili per far modificare l’ordine di
trasferimento, ma le decisioni prese dal Definitorio Provinciale dei Cappuccini
e accettato dalla Curia Arcivescovile di Lanciano sono irremovibili per cui padre Lorenzo e padre Bonaventura partono per le loro rispettive sedi lasciando
un ricordo indelebile del loro servizio nell’animo di tutti i parrocchiani.
IL POPOLO DI DIO IN MISSIONE
Il primo settembre arriva il nuovo parroco, padre Vincenzo Di Marcoberardino da Penne,
accompagnato da padre Egidio Ricci da Ateleta. Nei primi mesi i due frati
cappuccini si trovano ad operare con parrocchiani delusi per il trasferimento
dei loro amati sacerdoti, per cui faticano a portare avanti gli impegni
pastorali e a far continuare ai gruppi il cammino con unità di intenti.
Gradualmente, senza mai interrompere le attività abituali e programmate da
anni, i due padri, agendo con spirito
francescano, riescono a ristabilire l’unità e la parrocchia di San Pietro
riprende serena la sua strada.
All’inizio del 1996 la Parrocchia, che ha
superato la cifra 8000 anime in seguito alla costruzione di nuovi grandi
condomini, è invitata dall’Arcivescovo ad organizzarsi diversamente per continuare
a portare avanti la sua opera di evangelizzazione nelle famiglie: “bisogna capovolgere la prospettiva del
vecchio concetto di Missione tradizionalmente affidata dal Parroco a missionari
venuti da fuori la sua comunità riservando a sé un ruolo di fiancheggiamento
per passare dal concetto di “Missione al popolo di Dio” a quello di “Popolo di
Dio in missione”.
Si risponde con entusiasmo. Il Consiglio
Pastorale rinnova i membri soggetti a scadenza del mandato triennale per far sì
che tutti i componenti seguano le fasi di preparazione del triennio di
evangelizzazione e progettino le adeguate iniziative; si compila una armonica
programmazione dove si evidenziano dei punti cardine da sviluppare, come la
pastorale familiare e giovanile, lo studio biblico- teologico dei tre temi
suggeriti dal Papa nella lettera apostolica “”Tertio Millennio Adveniente”. Il
tutto allo scopo di “costituire una forza
spirituale di grande spessore qualitativo pronta ad intraprendere con unità di
intenti la propria azione apostolica al servizio della Chiesa”.
La nuova evangelizzazione parrocchiale è
organizzata in “incontri di comunione” suddivisi in tre cicli che si
sviluppano durante i tre anni di preparazione al Giubileo. Essi sono condotti
dal prof. Nicola Bellisario e vi partecipano i missionari laici, che
frequentano anche i corsi preparatori diocesani tenuti dall’Arcivescovo, tutti
i dirigenti dei vari gruppi e associazioni ecclesiali, i loro soci più
impegnati, i ministri straordinari della Eucaristia e i fedeli che desiderano
arricchire la propria formazione personale. Gli argomenti riguardano
l’approfondimento tematico della Missione. Il 1997 è dedicato alla riflessione
su Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo di ieri, oggi e sempre. Durante il
corso si sottolinea la centralità di Cristo e la fede in Lui che deve suscitare
un anelito alla santità, un desiderio di conversione e di rinnovamento. Nel
1998 si riscopre la presenza e l’azione
dello Spirito che agisce nella Chiesa sia sacralmente sia attraverso molteplici
carismi, compiti e misteri da Lui suscitati per il bene di essa. Con lo Spirito
si rinnova la speranza nell’avvento definitivo del Regno di Dio. Nel terzo ed
ultimo anno si approfondisce lo studio e la conoscenza di Dio Padre perché tutta la vita cristiana è
come un grande pellegrinaggio verso la sua casa. Quindi l’annuncio è quello
della conversione e del confronto con il secolarismo e del dialogo con le
grandi religioni. Insieme a tali tematiche i corsisti hanno la possibilità di
scambiarsi esperienze di vita e di apostolato oltre ad approfondire la
metodologia dell’apostolato.
Durante questi anni i 22 missionari laici
portano la parola di Dio nelle famiglie sensibilizzando i fedeli della chiesa
domestica, come cellula della parrocchia, secondo il piano pastorale della
diocesi e della Chiesa universale.
Il Consiglio Pastorale non si limita a
quanto detto, ma dà anche maggiore risalto alla tradizionale Via Crucis
itinerante per le strade del quartiere che si svolge la sera del venerdì
precedente la Settimana Santa, attraverso il commento e l’animazione da parte
dei gruppi giovanili, i quali sono coinvolti anche a realizzare quadri in
costume che illustrano realmente le scene delle 14 stazioni.
La spinta missionaria per l’Anno Santo
porta ad incrementare le attività a favore della famiglia organizzando incontri
periodici di coppie di coniugi e rinnovando i corsi di preparazione al
Sacramento del Matrimonio nei quali si riducono gli incontri con gli esperti e
si coinvolgono maggiormente i giovani sposi nel dialogo di coppia e di gruppo.
Anche le aggregazioni ecclesiali sono chiamate sempre più ad animare le
attività parrocchiali iniziando dalla Settimana per l’Unità dei cristiani e
favorendo, con contributi economici, la partecipazione di molti giovani ai più
importanti incontri nazionali e mondiali proposti dalla Chiesa.
Le trasmissioni televisive di TVL vengono
interrotte per motivi economici e le energie vengono convogliate per appoggiare
la nuova aggregazione dell’Arca di Noè ed il Progetto Prossimo.

In occasione del
40° anniversario dell’inizio delle attività parrocchiali viene presentato dal
parroco un progetto per sistemare il presbiterio secondo le norme liturgiche,
restaurare tutte le stanze della canonica ed ampliare la chiesa per far spazio
al coro. Il 28 marzo 1998 nella chiesa stracolma di fedeli padre Vincenzo “con grande gioia e profonda commozione” presenta
al popolo ed alle autorità religiose e civili il nuovo Presbiterio, progettato
dall’arch. Giuseppe Di Biase secondo le nuove esigenze liturgiche ed invita l’Arcivescovo Enzio
D’Antonio a presiedere la solenne cerimonia per la consacrazione dell’altare e
della chiesa “segni del compimento dell’alleanza iniziata da Mosè e portata a
pienezza da Cristo e, al tempo stesso, simboli ed immagine della nostra
consacrazione a Dio” A settembre del
1998 i lavori sono ultimati e i parrocchiani si ritrovano in una chiesa
leggermente ampliata, con il tetto isolato, un nuovo presbiterio, comode panche
di rovere a cinque posti, luci ed impianto audio efficienti, pareti tinteggiate
ed infissi e porte rinnovati. Nella nuova veste la parrocchia riceve nel
gennaio del 1999 la visita pastorale dell’arcivescovo il quale “desidera rivitalizzare e dare importanza ai Consigli pastorali
ritenuti importanti per la vita della Chiesa in modo che le responsabilità
siano condivise e non si limitino alla preparazione del calendario delle
attività dell’anno e alla sua verifica”. Le parole del Pastore della
diocesi, ascoltate attentamente, si trasformano, da gennaio a giugno, in una
serie di incontri parrocchiali che vedono coinvolte le famiglie e i giovani
sposi sia in attività di riflessione biblica che di confronti con esperti su
temi come: Il giovani nella famiglia, il ruolo dei nonni, la famiglia nella
comunità parrocchiale, l’accoglienza alla vita, la spiritualità coniugale. Il
tutto si conclude con una giornata di festa dedicata interamente alla famiglia.
Procedono nel frattempo le attività ordinarie e quelle missionarie di
preparazione al Giubileo. Nelle quattro settimane di Avvento viene diffusa
anche una serie di riflessioni giornaliere in modo che tutti i fedeli possano
prepararsi non solo con i gruppi ecclesiali ma anche in famiglia al Natale e
all’apertura della Porta Santa.
Allo scopo di evidenziare l’unità della comunità
parrocchiale e l’amore di Dio che si manifesta nella sua Chiesa, l’anno 2000 è
presentato con un calendario di 12 pagine che,oltre ad illustrare il Giubileo
in ogni suo aspetto, e tutte le attività
settimanali, mensili ed annuali della comunità, contiene l’elenco dei
gruppi e consigli parrocchiali con i loro compiti e finalità insieme ai nomi
dei responsabili.
Nel periodo della Quaresima e dell’Avvento,
vengono distribuiti due serie di foglietti settimanali, dal titolo “Camminiamo insieme” per “mettere ognuno nelle migliori condizioni
interiori di raccoglimento per meditare la Parola del Signore e riservare giorno per giorno qualche minuto per leggere
il pensiero che la Chiesa offre e riflettere su di esso. Così facendo non solo
potremo migliorare singolarmente, ma avremo anche la possibilità di unirci
all’intera Comunità che in quel giorno medita sulla stessa Parola: ecco un
nuovo modo per “camminare insieme”. Oltre a ciò la parrocchia organizza ed
effettua un pellegrinaggio giubilare e
partecipa numerosa ai vari eventi proposti dalla Chiesa diocesana ai pellegrini
che si recano a Roma.

Anche le scuole che
si trovano nel quartiere vengono coinvolte durante la quaresima a vivere
insieme l’Anno Santo. Gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale e per
Geometri “Fermi”, con quelli dell’Istituto d’Arte “Palazzi” e delle Scuole
Medie “Mazzini” e “Umberto 1°” si ritrovano presso lo stadio di atletica di via
Rosato per assistere alla rappresentazione scenica in costumi d’epoca della
passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, realizzata da un nutrito gruppo
di giovani guidati dal registra D. Potenza e per partecipare, poi, alla Santa
Messa.
Dal maggio del
2000, ogni giovedì sera del mese mariano, annunziata dal suono festoso delle
campane, che ora hanno un impianto di amplificazione, inizia la nuova
tradizione della “Peregrinatio Mariae”. La statua della Madonna con Bambino
seguita da un gran numero di fedeli viene portata nelle strade del quartiere e,
dopo una breve processione orante, sosta in un piazzale per la preghiera e la
riflessione mariana.
Anche nel 2001 la parrocchia continua la
sua missione evangelizzatrice nelle case attraverso un calendario appositamente
realizzato con bellissime fotografie della chiesa di San Bartolomeo allo scopo
di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica verso la salvaguardia delle
opere d’arte che vi si trovano e, nello stesso tempo, per offrire a tutti, ogni
giorno, l’occasione di crescere spiritualmente attraverso la lettura di un
breve passo del Vangelo, riflettere su una pagina riguardante la Madre di Dio
per poi concretizzare la Parola attraverso la proposta di vita suggerita.
Il nuovo arcivescovo, mons. Carlo Ghidelli,
arrivato a Lanciano il 14 gennaio 2001, è accolto con simpatia nelle ripetute
visite mensili alla Comunità di San Pietro. Colpisce l’animo di tutti i gruppi
con i suoi tre pensieri: “Ecco sono con
voi”, “Coraggio, non temete”, “Avanti insieme”. Con lui si cerca di capire e far scomparire le
cicatrici ancora aperte nelle persone deluse dalle incomprensioni seguite al
trasferimento di padre Lorenzo e di procedere unita nella preghiera e nel
servizio.
Con lo scadere del triennio il Consiglio
Pastorale rinnova molti suoi membri e fa il punto della situazione prima della
visita pastorale dell’Arcivescovo prevista dal 6 al 9 febbraio 2003 che ha
l’intento di “essere considerata in
continuità col passato…contribuisca a rendere più bella e santa la Chiesa
frentana …nella speranza di una più serrata e consistente rete di rapporti tra
di noi..”. La visita è preceduta da una lettera indirizzata al parroco in
cui mons. Ghidelli esprime il desiderio di “venire
da voi come un padre, un fratello maggiore per: rilevare il tasso di fede che
caratterizza la comunità parrocchiale; prendere atto e rilanciare le tante
belle iniziative di cui è ricca la pastorale parrocchiale, lasciarmi ispirare
dalle vostre proposte e attese, favorire rapporti sereni e costruttivi tra
laici e clero, tra associazioni e gruppi, tra fedeli e vescovo”. I
risultati degli incontri, le relazioni effettuate dai responsabili dei gruppi e
dal parroco, la partecipazione numerosa e fortemente sentita in ogni incontro
rendono “visibile la Chiesa di Cristo
che è in S. Pietro apostolo unita al suo
pastore”, lasciano intravedere che la Parrocchia procede con entusiasmo e
unità di intenti nei servizi richiesti ed è punto di riferimento per molti.
Dopo la sua visita l’Arcivescovo invia
un’affettuosa e significativa lettera di ringraziamento e di plauso comunicando
anche dei significativi suggerimenti per migliorare il servizio di per sé già
buono:“alle associazioni, gruppi, e
movimenti presenti in parrocchia, segnatamente l’ACI, gli Scout, l’Arca di Noè,
oltre ai ministri straordinari dell’Eucaristia raccomando di procedere sempre
con retta intenzione alla edificazione dell’unica Comunità, mettendo al suo
servizio il proprio carisma e la massima disponibilità a partecipare, a
collaborare e chiedo alla cara comunità di san Pietro, di intensificare il suo
impegno missionario…”.
Incoraggiata da tale affettuosa visita la
Comunità parrocchiale continua la sua strada partecipando numerosa ai corsi di
aggiornamento dell’Arcidiocesi che
per due anni di seguito vertono sul tema “La Parrocchia oggi” ed aprendosi ad
altre problematiche sociali come il disagio giovanile e
la crisi che va
colpendo
attività tra cui
una grande “Festa della famiglia” il 17 aprile 2005 per dare occasione ai coniugi
di ritrovarsi insieme, riflettere sulla loro vita cristiana e divertirsi con i
figli nel cortile dell’Istituto “Gesù Bambino” insieme al famoso cantautore
cappuccino padre Cesare.
Per i giovani si costituisce un gruppo di
volontari che porta avanti il “Progetto Aurora”. Tra le altre occasioni di
coinvolgimento proposte alle famiglie spicca il concorso: “I presepi nel
quartiere”, indetto già da alcuni anni dall’associazione “Ai Cappuccini” con la
collaborazione della parrocchia, allo scopo di favorire lo sviluppo di questa
bella tradizione cristiana nelle case e nei luoghi di lavoro.
Anche le feste patronali del 29 giugno in
onore di San Pietro nel corso degli anni subiscono modifiche sostanziali. Si
inizia con il coinvolgere, sia nella gestione che nell’esecuzione, i gruppi
giovanili della parrocchia in modo che la festa sia più familiare e sentita,
inoltre per l’animazione si preferisce dare la preferenza a gruppi e cantanti
che offrono repertori di alto contenuto religioso e morale, come il “Gen Rosso”
e il “Predicantore” padre Cesare.

Il 25 aprile 2006 alla comunità parrocchiale
giunge la bella notizia della restituzione ai Frati Cappuccini della chiesa di
san Bartolomeo con alcune stanze dell’antico convento. Dopo la soppressione
dell’Ospizio di mendicità dal parte del Comune di Lanciano, la ASL, nuovo
proprietario, non considerando più idoneo il prestigioso edificio storico alla
sue finalità sociali e sanitarie, preferisce restituire una sua parte agli
antichi proprietari che l’accettano con gioia perché utile alla parrocchia, da
sempre in cerca di locali per i suoi bisogni. Dopo la bellissima cerimonia
religiosa di insediamento, il
Consiglio Pastorale dà mandato ad una commissione di studiare uno Statuto per
crearvi un Oratorio parrocchiale.
Con il nuovo anno tutti sono spronati da
padre Vincenzo ad organizzare adeguatamente un programma per il 50°
anniversario dell’inizio delle attività della parrocchia. Si inizia con una missione popolare sul tema:”Importanza della Parrocchia oggi, struttura
fondamentale sulla quale far leva per il futuro” che coinvolge centinaia di
persone riunite in diverse case e sale condominiali per pregare e dialogare
insieme. Ne segue un intenso programma di attività spirituali, culturali e
ricreative che mirano a far sì che la Parrocchia di San Pietro sia sempre il
centro unificatore vivo e dinamico del quartiere “Cappuccini” di Lanciano.