Il XX° secolo appena trascorso ha visto la Parrocchia di Riola fruire di tre "chiese" diverse.
Nel primo novecento infatti, quando si chiamava "San Giorgio di Montecavalloro” la Chiesa e la Canonica erano sopra l'altura omonima, posta nel territorio parrocchiale verso levante.
Nel 1921 con l'ampliamento del vecchio Oratorio dedicato alla Assunta e la costruzione della Canonica in località Riola Vecchia prendeva il nome di Parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giorgio di Montecavalloro.
A partire poi dalla fine degli anni '70 con la costruzione della splendida Chiesa su progetto di Alvar Aalto, al centro del paese di Riola oltre il fiume Reno e a fronte della Stazione FF.SS. è chiamata soltanto Parrocchia di Santa Maria Assunta Riola.
A sottolineare la "bellezza" di questa Chiesa sorta dopo il concilio Vaticano II°, su cui tanto è stato scritto in tutto il mondo, a partire da quando nel 1966 venne conosciuto il progetto riteniamo opportuno e esaustivo riportare la poesia che il giornalista poeta MauroDonini le dedicò nel 1978 appena inaugurata, dopo averla visitata.
Dio non si vede
in questa croce spoglia
di legno lucido
che l'uomo ha levigato
col pensiero rivolto al cielo
a cercare la misura dell'eternità.
I chiodi sono infissi nella memoria
e il sangue lambisce l'anima
compendo il silenzio
con un grido di morte
con un inno alla vita.
L'infinito è presente in questo tempio
e la materia si scioglie
in volute di cielo azzurro
lungo le acque limpide del fiume
verso un misterioso destino
oltre quella finestra aperta sul mondo.
In queste volte di cemento freddo
s'avverte l'amore caldo di un artista
di un uomo vero
che ha conosciuto la verità.
E sulle ceneri della mia giornata
ho trovato l'amore
la felicità vera
nel lampo di irreale
fiorito in un abbraccio soffice
di cielo e terra
in quest'isola sconosciuta.
Si è sempre detto che la Chiesa, ogni Chiesa, è la casa di Dio, il luogo d’incontro fra Dio e l’uomo, Luogo Santo che anticipa sulla terra l’esperienza del Paradiso.
Nel 1955 il Cardinal Lercaro diede l'incarico all'ufficio Nuove Chiese per dotare di edifici di culto soprattutto la periferia della città che si andava espandedo in seguito all'urbanizzazione.
Rilevando, però, l'appiattimento architettonico delle chiese, anonime e ripetitive, incaricò i tre maggiori architetti viventi di progettare una chiesa. Questi erano: il francese Le Courbusier, il finlandese Aalto e il giapponese Tange. Ognuno di loro accolse l'invito e fece un progetto. Quello di Aalto è stato l'unico ad essere realizzato concretamente.
Egli pose delle condizioni:
1° voleva lavorare in mezzo alla natura, non in periferia;
Osservando il plastico completo dell'opera possiamo constatare che l'architetto aveva previsto un complesso che avrebbe coperto tutto l'arco della vita umana. Infatti, oltre alla chiesa, alla Canonica e alle opere parrocchiali, Aalto aveva ideato anche un asilo e una casa di riposo: dall'alba al tramonto dell 'esistenza terrena.
Progettata per la realizzazione in legno, che a parità di volume è più robusto del cemento, fu però eseguita dalla ditta Grandi Lavori del geom. Tamburini, con il permesso del maestro ancora vivente, utilizzando un cemento dalle caratteristiche tecnologiche particolari che rispettavano i volumi previsti da Aalto. Gli archi sono stati costruiti a pezzi, poi asseblati in loco e montati da una gigantesca gru. (Il primo di questi si ruppe durante il sollevamento perché l'oscillazione torceva e rompeva il cemento, in seguito furono adottati due bilanceri posti ai lati dell'arco che eliminarono il problema.
Tutti gli arredi e gli accessori, anche i più umili, maniglie, sgabelli, porte, vasi da fiori, tavoli, panche, sedie, lampade, sono stati costruiti su disegno dell'architetto.
Lo sperone esterno doveva contenere una tenda che non è stata realizzata per motivi tecnici e che aveva una funzione pratica: poter usufruire della mezza chiesa come aula di riunione.
L'artista finlandese, di religione luterana, ha voluto dare un rilievo particore al Tabernacolo che si trova in un luogo ben visibile e indipendente, che aumenta ed evidenzia durante la celebrazione lo spazio che occupa solitamente. Le riforme del Concilio gli hanno dato ragione, ridimensionando una venerazione per i Santi, a volte vicina alla superstizione, per concedere più importanza all'Eucarestia. Questa chiesa non ha, perciò, altari laterali.
La cantoria è posta a lato della sala dell'assemblea, leggermente rialzata, ma non appartata. Quindi anche il coro è perfettamente inserito nella liturgia. Infine la larga porta d'ingresso, quando è aperta completamente, consente la visione di tutto il Sagrato, leggermente inclinato verso la chiesa per favorire, nelle grandi celebrazioni, anche gli ultimi fedeli che dal sagrato riescono a vedere l'altare. Inoltre, il fatto che per entrare in chiesa non si debbano salire dei gradini, ma anzi si percorre il Sagrato in pendio, deve suggerire un accoglienza più gradevole, quasi un abbraccio che ci porta alla Casa di Dio.