La
gioia dei pellegrini
«Quale gioia quando mi dissero:
Andremo alla casa del Signore!».
Le parole del salmo 122 si adattano perfettamente a descrivere
il significato del nostro pellegrinaggio giubilare a Roma.
Come dice il salmista, il nostro è stato un andare
comunitario
(eravamo più di cento) un andare gioioso che esprimevamo
con il canto ad ogni momento di preghiera (e non) e, infine, un andare
alla
casa del Signore.
Una casa bellissima e sempre diversa nei suoi affreschi
e mosaici, nel suo aspetto architettonico e nel suo nome (...), ma una
casa sempre uguale, visto che ad accoglierci c’era ovunque Lui, il Signore.
Le parole del salmo ci hanno accompagnato anche nei momenti
fondamentali del nostro cammino.
Il passaggio delle quattro Porte Sante era infatti scandito
dal canto: Quale gioia,un gesto semplice questo, che tuttavia trasmetteva
il senso profondo del nostro atto di fede.
Spesso l’emozione ci ha colti di sorpresa facendoci tacere
per un attimo, per esempio nel vedere un volontario in servizio che si
univa al nostro canto, oppure nel provare un senso di fratellanza cantando
insieme a persone che poco prima sentivamo estranee.
Un momento davvero emozionante è stato il vedere
il Papa passare accanto a noi e avvertire in piazza S.Pietro che, pur essendo
tanti e di diversi paesi, ci univa una sola fede.
Ecco la gioia di cui parla il salmista, la gioia di andare
incontro al Signore da fratelli.
Se qualcuno prova rammarico per non aver potuto partecipare,
ricordi che questa gioia la possiamo provare tutti, ogni Domenica: il Signore
possiede tante case
e ne ha sempre una vicina a noi nella quale
ci aspetta per cantare insieme le sue lodi!
[Martina]
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Vacanze
di condivisione
Velturno,Bolzano 19-26
agosto 2000
E’ stata una bella
settimana di vacanza, di riposo e di svago, di camminate, di splendidi
panorami e di tempo veramente eccezionale. Sembra già detto tutto
eppure questa definizione non è sufficiente a descrivere pienamente
i sentimenti di chi l’ha vissuta.
E’ stata una settimana
di condivisione, dove ognuno aveva il suo impegno dove ognuno, grandi e
piccoli, giovani e anziani, ha avuto un suo compito; una settimana di aiuto
reciproco, dove un problema non era mai solo tuo, dove un tuo bisogno veniva
risolto insieme a tutti gli altri; una settimana di preghiera, in cui il
giorno non era solo svago e lavoro ma anche incontro atteso con la Parola
del Signore, con le preghiere che uniscono il Popolo di Dio mattina e sera;una
settimana per conoscerci meglio,
per parlarci con calma
e pronta disponibilità, nelle belle sere stellate ma soprattutto
nelle lunghe passeggiate; una settimana per far conoscere ai nostri figli
altri bambini uguali e diversi da loro con i quali andare d’accordo ogni
ora, ogni giorno, imparando a condividere le idee, i giochi; una settimana
in cui nessuno di loro ha mai sentito bisogno della televisione, che pure
c’era, e per tirare fuori da ognuno di noi un po’ del bambino che siamo
stati;
una settimana insomma
dove ci siamo sentiti comunità vera, ecco, questo è sicuramente
il sentimento rimasto nel cuore di tutti noi: nessuno dei partecipanti
ora sente più estraneo chi era lassù.
[Betta e Ada]
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