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A circa tre chilometri a est di S.Marco in Lamis, sull'antica "Via Sacra Longobardorum", si erge il convento francescano di S. Matteo. E' uno dei più antichi e rinomati santuari del Gargano.
Attualmente convento francescano fu fondato dai Benedettini col nome di S.Giovanni in Lamis e così è ricordato nei molti documenti medioevali. non si conosce con esattezza la data della sua nascita. Si sa tuttavia, che all'inizio del Millennio era già una realtà ecclesiastica e sociale importante; il suo vasto feudo che a quell'epoca era già integralmente costituito, comprendeva, grosso modo, l'attuale territorio di S.Giovanni Rotondo e quello di S.Marco in Lamis, oltre a diverse pertinenze sparse qua e là per la Capitanata e la Puglia.
La sua fondazione sulle pendici del monte Celano fu dovuta all'esigenza di accudire i pellegrini che alla fine del secolo V incessantemente salivano al Gargano diretti alla grotta dell'Arcangelo Michele a Monte S.Angelo. Il santuario nacque dunque come ospizio dei pellegrini e come tale ha sostanzialmente continuato a funzionare durante i secoli fino ai nostri giorni.
I Benedettini di S. Giovanni in Lamis, avevano coniugato la vita contemplativa,tipica del loro ordine,con quella apostolica che li metteva in stretto contatto con una umanità quella dei pellegrini sempre varia ed esigente.
I Benedettini in seguito alla grave crisi in cui si dibattevano nel secolo XIV, ma anche a motivo della politica dei papi avignonesi e degli Angioini furono sostituiti dai Cistercensi.
Nel 1372 l'amministrazione del monastero fu affidata a un Abate Commendatario. La serie degli Abati Commendatari terminò solo nel 1782 quando il benefizio abbaziale fu dichiarato Regio Patronato.Nel 1578 ci fu un ulteriore cambio della guardia, il monastero fu affidato ai Frati Minori Osservanti della Provincia di S.Angelo di Puglia.In quegli anni ci fu una ripresa vigorosa dei pellegrinaggi verso la grotta dell'Arcangelo Michele.
Da alcuni decenni la chiesa di S.Giovanni in Lamis. ospitava una preziosa reliquia, un dente molare, che la tradizione diceva appartenesse all'Apostolo ed Evengelista S.Matteo. Questa reliquia suscitò uno straordinario interesse:il Santo Apostolo veniva invocato specialmente in occasione di malattie provocate da animali; l'olio della lampada che ardeva nel suo sacello era ritenuta miracolosa per guarire i morsi di cani rabbiosi.
Anche il nome dell'antico monastero fu cambiato da monastero di S.Giovanni in Lamis in convento di S.Matteo.
In questi ultimi decenni i frati insieme all'accoglienza dei pellegrini hanno sviluppato anche un'intensa attività culturale con l'apertura di una grande biblioteca, di un museo,iniziative di ricerca e divulgazione, pubblicazioni, concerti.
Il santuario di S.Matteo, agli interessi religiosi e culturali,unisce anche un rilevante aspetto naturalistico che lo rende una delle mete più complete e frequentate del Gargano.Inserito nel Parco Nazionale del Gargano, il santuario è circondato da una zona boschiva tra le più ricche per il numero delle specie botaniche, per l'ampiezza degli orizzonti e per la varietà del suo paesaggio mantenutosi sostanzialmente intatto.
Natura,storia,cultura e spiritualità sono le componenti essenziali di questo luogo che i secoli ci hanno consegnato con tutto il suo tormento, ma anche con tutta la sua forza propositiva. Costruito sulla strada, il santuario di S.Matteo,più degli altri santuari della Capitanata, esprime la presenza rassicurante e provvida del Signore che dispensa amore ai suoi figli,viandanti della vita,il pane del cammino,la parola che dà vita e la luce che rischiara i passi.