La
devozione a San Teodoro proviene dal vecchio paese, Castelmonardo,
completamente distrutto dal terremoto del 1783.
La devozione verso il
"Grande Martire" diffusasi in Oriente molto rapidamente (così come ci
testimonia il panegirico che S.Gregorio da Nissa compose in
occasione dell'anniversario della sua morte) giunse a Castelmonardo per
opera dei monaci basiliani.
Nel vecchio paese esisteva una
abbazia intitolata a San Teodoro al punto tale che fino al
1945, i parroci che si sono succeduti nell'attuale parrocchia
possedevano il titolo di abate. (L'ultimo fu l'abate
Bernardo Maiolo).
La festa solenne che si celebrava
il 9 novembre, secondo quanto scritto nel martirologio,
dal 1950 è stata anticipata alla terza domenica di settembre. Il
parroco di allora, don Vincenzo Galati, decise per tale
spostamento per ovvi motivi climatici.
La statua in legno del santo
(vedere l'immagine sopra) usata per la pubblica venerazione e per la
tradizionale processione per le vie del paese proviene direttamente
dalla vecchia Castelmonardo, anche se più volte ritoccata e restaurata.
E' sicuro che anticamente la base su cui poggia il santo era molto più
alta e artisticamente lavorata, ma di essa non ci è rimasto nulla:
probabilmente fu eliminata per alleggerire il peso e favorire i
portatori durante le processioni. Nell'ultimo restauro, risalente
al 1993 ed eseguito da un professionista del luogo, prof. Pasquale
Anello, si è solo provveduto a una ricolorazione della statua
e all'aggiunta, nella mano sinistra, del Libro dei Vangeli, secondo
quanto raffigurato in una pergamena rinvenuta nello scorso decennio.
Nella parrocchia si possiede anche
una reliquia con un pezzo di osso proveniente da Brindisi, dove tutt'ora
è sepolto il corpo del Santo.
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