Come si è accennato, sulla base
dell’età anagrafica di don Vincenzo e della sua più volte manifestata
disponibilità a ritirarsi, la Curia mise in movimento la procedura che doveva
portare nel termine di un anno alla nomina del nuovo parroco.
Arrivò in
parrocchia nell’ottobre del 1997 don Andrea Volpato per ricoprire la carica di
vice parroco, con la prospettiva già informalmente annunciata dalla Curia di
diventare da lì ad un anno il nuovo parroco di S. Pietro Apostolo di Favaro
Veneto.
Anche don Andrea è originario di Favaro, essendo nato in via Ca’
Solaro il 3 settembre del 1963, proprio nell’anno e nei giorni in cui fu
istituita la parrocchia di S. Pietro. Ha compiuto regolari studi presso il
Seminario Patriarcale di Venezia ed è stato ordinato sacerdote nella cattedrale
di S. Marco il 18 giugno 1988. Quando arriva da noi non è perciò alla sua
prima esperienza ministeriale, ma ha già operato come cappellano presso la
parrocchia di S. Giorgio di Chirignago, dedicandosi in particolare alla pastorale giovanile.
Lasciare Chirignago, mettendo fine ad una decennale esperienza, è stato
piuttosto duro: questi dieci anni hanno rappresentato i primi della sua vita
sacerdotale, anni quindi altamente formativi, durante i quali sono maturate
importanti esperienze e si sono creati rapporti duraturi. Lasciare Chirignago
significava anche assumere in un breve lasso temporale un nuovo e più
importante compito, diventare parroco, il più giovane parroco della Diocesi di
Venezia. Diventarlo inoltre nel proprio paese, poco lontano da dove si è nati e
cresciuti e dove si conosce e si è conosciuti da tutti.
La nomina a parroco di
S. Pietro Apostolo avviene, come si è detto, il 20 settembre del 1998.
Ripensando a questi anni, don Andrea osserva che la responsabilità del
nuovo incarico in un primo tempo è pesante, ma successivamente il peso si
stempera, le incombenze quotidiane dividono la responsabilità in una sequenza
ininterrotta di azioni che l’esempio del vissuto e l’esperienza trasformano
in consapevolezza.
Volendo confrontare le due esperienze, quella passata e
quella in corso, è possibile definire dei caratteri che per un verso omologano
e per l’altro differenziano Favaro e Chirignago. Come parrocchie sono due
realtà che hanno in comune il senso di “paesanità” della gente, che si
sente di Favaro o di Chirignago, ma non di Mestre, forse perché fino agli anni
20 erano due comuni autonomi, separati, e forse anche perché fino al secondo
dopoguerra non esisteva ancora il continuum di case, palazzi e strade che
caratterizza ora il territorio.
Si differenziano invece per il fatto che S.
Giorgio di Chirignago è una parrocchia originaria, storica (ad es. vi si svolge
in settembre una delle più antiche “fiere franche” dei dintorni), mentre
S. Pietro di Favaro è una parrocchia nuova, nata per separazione dall’antica
chiesa matrice di S. Andrea, e che successivamente negli anni '90 ha a sua volta
subito una scissione per formare la terza comunità di Favaro, dedicata a S.
Leopoldo Mandich.
“Qui a Favaro ho trovato un ambiente parrocchiale ben
strutturato, in tutte le sue varie componenti (catechisti, gruppi), che ha reso
possibile il proseguimento del lavoro pastorale già svolto. Ho incontrato anche
un Consiglio Pastorale attivo, conscio del proprio ruolo in modo positivo e
propositivo. Perciò è stato possibile portare avanti un lavoro nella
continuità, interpretandolo e facendolo evolvere in relazione al momento
storico che ci troviamo a vivere”.
Per un anno, dal 1998 al 1999, don Andrea
viene aiutato dal vicario cooperatore don Mirco Pasini, che passerà poi come
cappellano alla parrocchia del Corpus Domini del Rione Pertini.
Un capitolo a
parte riguarda le opere parrocchiali realizzate nel corso degli anni precedenti
e ormai bisognose di adeguamenti alla legislazione in materia di sicurezza nel
frattempo divenuta operante. Si è quindi provveduto a suddividere gli
interventi necessari in blocchi di lavori da realizzare gradualmente, a seconda
dell’urgenza e dell’impegno economico richiesto.
Anzitutto si è
ristrutturata la canonica, ricavando al piano terra un piccolo appartamento per
don Vincenzo. Si è poi realizzata una prima ristrutturazione del patronato e ne
è stato adeguato l’impianto di riscaldamento.
Ora [2003] è in corso di realizzazione
(e speriamo presto concluso, magari quando leggeremo questo opuscolo) il corpo
di collegamento tra la canonica e il patronato, che comporta un impegno
economico di circa 80.000 Euro.
Il finanziamento è già in parte coperto, per
la parte restante si confida come sempre nella buona disponibilità dei
parrocchiani, affinché provvedano con generosità a mantenere le opere
parrocchiali integre, efficienti ed aperte a tutti.
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