Fin dai primi tempi fu chiara l’esigenza di allargare l’area
di proprietà della parrocchia. Spingevano in questo senso evidenti ragioni di
opportunità, per avere più spazio attorno da dedicare alle attività sportive
e ricreative dei ragazzi e insieme per permettere eventuali futuri ampliamenti
delle strutture esistenti.
Verso il 1968 si prese perciò la decisione di
acquistare dai fratelli Bolzonella e dal signor Voltan Giuseppe un appezzamento
di terreno adiacente di 1800 mq, per la somma di £ 16.000.000 all’incirca. In
questo modo l’area di proprietà della chiesa si estendeva complessivamente
per 5920 mq e il nuovo spazio fu destinato a campo di ricreazione per i ragazzi.
Verso l’inizio degli anni 80 erano stati ormai estinti i debiti riguardanti le
prime opere parrocchiali e la chiesa, e vista la disponibilità di spazio si
cominciò a pensare ad altri progetti. Alla fine del 1982 si chiese alla Curia
il permesso di poter realizzare una nuova sala parrocchiale (vicino alla chiesa,
sul lato est dell’edificio, in modo da non occupare gran parte del terreno
delle attività ricreative) e nel contempo di ristrutturare la precedente
costruzione, per ricavarne vari locali a servizio della parrocchia (sale per
riunioni, ufficio parrocchiale, studio per il vicario cooperatore, ecc.).
Si
ottennero in breve tempo il parere favorevole della Curia e le relative
concessioni edilizie. Il progetto venne elaborato ancora dall’arch. Baessato,
e l’impresa fu sempre quella di Cester Romeo di Favaro. Il finanziamento
complessivo ammontò a 200 milioni di lire: 50 milioni erano già in cassa, 20
furono concessi in prestito dall’Ufficio Nuove Chiese, 10 milioni li regalò
il Patriarca .
“Come sempre tutto il resto è stato raccolto pian piano, con
molta pazienza, dalla popolazione”, annota don Vincenzo.
La sala, come si è
accennato, venne inaugurata ufficialmente dal Card. Marco Cè nel gennaio 1984,
nel corso della visita pastorale. Il 3 agosto del 1984 il comune rilasciava la
dichiarazione di abitabilità della nuova sala, e nel febbraio del 1985,
superati ormai alcuni vecchi problemi, anche quella di agibilità
della chiesa parrocchiale e delle altre precedenti costruzioni (canonica e opere
parrocchiali annesse).
“Meglio tardi che mai!” esclama don Vincenzo nel suo
resoconto, e si capisce che si è tolto un bel peso dall’animo. “In data 11
febbraio 1986 tutto era finito e tutto è stato pagato”.
Ma le spese, come si
dice anche degli esami, “non finiscono mai”, e ogni anno porta con sé la
sua pena. Nell’estate del 1986 bisogna riparare otto finestre della chiesa,
che ormai non si alzano più, se ne rendono apribili altre due in presbiterio e
si sistemano le altre (£ 5.100.000). Un anno dopo (1987) si devono
ristrutturare tutti i servizi igienici del Patronato (20 milioni). Sempre in
quegli anni si restaura la copertura della chiesa e il cornicione (45 milioni) e
si rifà l’impianto elettrico (32 milioni). Ma c’è un altro progetto che sta a cuore alla nostra comunità da tanti anni: la sistemazione definitiva
del presbiterio della chiesa.
Nell’autunno del 1994 si cominciano a consultare
vari tecnici ed esperti e ci si affida in particolare a mons. Gino Bortolaso
(addetto ai beni culturali della diocesi) e all’arch. Maurizio Bergamo (“uomo
di fede e di profonda conoscenza della liturgia e delle regole liturgiche… con
vasta esperienza”).
L’architetto elabora il progetto e si ottengono le
necessarie autorizzazioni dalla Curia e dall’Ufficio Tecnico Comunale.
I
lavori partono all’inizio del 1995 e vengono completati a Pasqua del 1996.
“Oggi
ammiriamo l’area del presbiterio allargata e più funzionale; il meraviglioso
mosaico di 52 mq sullo sfondo e i preziosi marmi di “cipollino”. La chiesa
è molto più attraente ed accogliente. Io mi auguro, come ho detto in altra
sede, che la gente preghi meglio e guardando il mosaico che raffigura il Cristo
Pantocratore, attorniato dalla Vergine Maria, S. Gabriele e S. Pietro Apostolo da
una parte e da S. Giovanni Battista, S. Michele e S. Marco dall’altra, sia
stimolata a conoscere sempre più anche l’aspetto storico della nostra Fede
Cristiana”.
Proprio negli
stessi anni nella nostra chiesa viene realizzato un altro importante
abbellimento. La signora Nadia Tagliapietra, pittrice di origine veneziana, ma
ormai abitante da venticinque anni nella nostra parrocchia, segue con molta
gioia e interesse i nuovi lavori. Avendo frequentato negli ultimi anni dei corsi
di restauro, graffito e mosaico, si raccorda con l’arch. Bergamo e il parroco
ed esegue con la tecnica del graffito “Il Battesimo di Gesù” come sfondo
al fonte battesimale.
Lasciamo a lei la parola.
“L’ispirazione è venuta dal
mosaico (XIII secolo) del Battistero della Basilica di S. Marco; i colori
hanno tenuto conto della presenza dei marmi grigio-verde. Cristo, immerso nel fiume Giordano, viene battezzato da Giovanni Battista. Assistono tre Angeli,
simbolo della Trinità. Dall’alto giunge lo Spirito Santo sotto forma di
colomba, accanto alla stella a otto punte, simbolo della perfezione di Dio.
Nelle acque del fiume appare un bambino: è la personificazione del fiume
stesso. L’insieme, appena accennato, quasi delicatamente disegnato, è stato
concepito e realizzato sobrio, elegante, mistico, anche per contrastare e
compensare lo sfolgorio dorato del mosaico nel presbiterio”.
Esegue poi una
tavola a graffito raffigurante S. Antonio da Padova, ispirato ad un affresco
della Basilica di quella città, dipinto da un pittore anonimo, contemporaneo
del Santo. L’opera si trova ora nella nicchia in fondo alla parete di sinistra
per chi entra in chiesa, vicino all’altare.
Nel gennaio del 1996 infine, in
alternativa ad un piccolo quadro molto tradizionale raffigurante S. Rita da
Cascia, dipinge una nuova immagine della santa, mediante la tecnica dell’affresco
su tavola. S. Rita è appoggiata ad una base rocciosa ed è ritratta in
meditazione del Crocefisso; sullo sfondo a destra il roccione su cui si recava
spesso a pregare; sotto il paesetto natale di Roccaporena, chiuso tra le
montagne. L’opera è ora esposta nel corridoio tra la chiesa e la sala
parrocchiale.
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