Intervista a… TERESA CARRER 79 anni


La Sacrestia era la mia casa 

  
La sacrestia era a casa mia. Sono arrivata a Favaro da Meolo, insieme a mio marito nominato bidello della scuola in piazza, nel 1962, un anno prima che nascesse la parrocchia di S. Pietro. Si diceva messa nell’appartamento di Via Altinia (che prima ospitava un negozio di mercerie) e nell’asilo, ma la sacrestia era a casa mia! Don Vincenzo teneva i paramenti, il messale, le tovaglie dell’altare in una valigia, in camera di mio figlio Valerio. Anche il vino della messa, che deve essere naturale e genuino al cento per cento, glielo procuravamo noi dai nostri parenti di Meolo. Finita la messa della domenica, don Vincenzo e Mons. Marcato venivano a prendere il caffè a casa mia, che era proprio lì vicina.
   Mio marito (Ruggero Celebrin) è stato uno dei più attivi nel Comitato Parrocchiale. Nella sua veste di bidello poi, si faceva dare le chiavi dell’asilo per preparare i locali per la messa. Soprattutto dovevamo accendere la grande stufa a legna qualche ora prima, in modo da rendere almeno tiepido l’ambiente. Alla fine dovevamo fare le pulizie: la signora Luigina Sbrogiò, suo marito Toni Trabucco, mio marito Ruggero ed io.
   Si è anche tanto impegnato per l’ingresso di don Vincenzo. Tra l’altro ha messo le bandierine e gli striscioni insieme a Toni Trabucco. Il dott. Bazzarin gli ha consegnato l’anello (mi pare di ricordare che avesse una bella pietra di colore rosso) e ha fatto il discorso. Era contento e commosso, anche perché festeggiava insieme due avvenimenti importanti: l’ingresso a parroco dell’amico don Vincenzo e la nascita di sua nipote. I nostri mariti erano sempre in parrocchia e anche noi, loro mogli. Quando invece la signora Luigina Sbrogiò era a Domegge con sua figlia e io in spiaggia con i miei due figli, la casa rimaneva libera : più di una volta Ruggero , Toni e don Vincenzo si passarono qualche serata in allegria, da vecchi amici come proprio erano.
   Al nostro ritorno ci raccontavano divertiti tutto quello che era successo!

Una crostata da papa 

   Quando il Patriarca Albino Lucani è venuto in visita pastorale in parrocchia, ho dato una mano alla perpetua, signora Laura, per preparare il pranzo. Abbiamo cucinato un buon brodo, con una gallina “de casada”, il secondo e tante verdure. Io in particolare ho preparato la crostata di frutta. Alla fine del pranzo il Patriarca mi ha fatto i complimenti: “Ho ancora la bocca buona del suo dolce!”. Era una persona semplice e sorridente. Per me è stato molto emozionante: posso dire di aver ricevuto i complimenti di un futuro papa! 

Don Vincenzo 

   Ricordo ancora la sua emozione quando ha fatto l’ ingresso come parroco. Nei primi tempi era un po’ preoccupato: per i debiti, ma anche perché, come ripeteva spesso, “è difficile essere profeta nella propria patria”. Ma poi era contento di avere tanta gente intorno che gli voleva bene, si sentiva a casa sua. Se a volte appariva schivo, in compagnia invece si scioglieva e diventava allegro. Ricordo una gita a Cima Grappa: ha cantato per tutto il percorso, e poi si è buttato contento sull’erba ad ammirare il paesaggio. Era proprio disteso, felice. Qualche volta fa un po’ il burbero, per scherzare, ma si vede che ha il cuore buono. Ha lottato la vita e sa cosa vuol dire. 

I cappellani 

   Don Bruno Frison era un prete moderno. Ha portato la musica delle chitarre in chiesa e a me è piaciuta come novità. Ho un bel ricordo di lui. 
   Don Lucio Cilia era molto intelligente e studioso. Ma sapeva anche lui divertirsi in compagnia: più di una volta è venuto a mangiare a casa mia, con don Vincenzo, don Serafino Tenderini e don Michele Somma.
   A proposito di don Michele Somma, io l’ho sempre visto buono di cuore e di tratto. Ti fa sempre festa appena ti vede, ti chiama affettuosamente per nome. E’ anche una buona forchetta: quando gli preparavo gli ossetti, se li mangiava così di gusto che alla fine erano puliti perfetti.
   A don Cesare Zanusso invece è piaciuta tanto la mia “pinsa”, quella tradizionale che si prepara alla Befana, sotto “ea piroea paroea”.