Per
ben 16 anni, dall’agosto del 1971 all’agosto del 1987, don Vincenzo
non scrive più una riga nelle sue cronache parrocchiali e se ne scusa in
termini di “negligenza personale”.
Ci pare di poter pensare a questo fatto in un modo un po’
diverso. C’è un detto piuttosto noto che afferma: “fa più rumore un
solo albero che cade, piuttosto che una intera foresta che cresce”.
I primi anni della nostra parrocchia sono stati scanditi dagli avvenimenti
di maggior risonanza che abbiamo descritto. Poi è cominciata la fase,
più raccolta ma non meno importante, del consolidamento e della crescita.
La dimensione più profonda di una comunità parrocchiale
stà nella sua vita di fede, Campo Giovani Calalzo Campo A.C.R. Cesclans
alimentata dall’ascolto della Parola e realizzata prima di tutto nell’incontro
con Cristo nei sacramenti.
E nella nostra chiesa abbiamo accolto per tanti anni l’annuncio del
Vangelo e la catechesi dei nostri sacerdoti.
Attorno al nostro altare molti di noi sono stati battezzati,
si sono accostati alla Prima Comunione e alla Cresima, si sono sposati,
hanno ricevuto l’estremo saluto.
La nostra chiesa ci ha accolto negli avvenimenti più
importanti e in quelli più quotidiani, nei momenti belli o tristi della
nostra vita.
Questa realtà più sostanziale, fatta di valori religiosi ed
umani, si è espressa e ha dato significato ad altri aspetti più esterni
e visibili. Non è qui possibile ricordarli tutti e farne la storia.
Né in fondo avrebbe molto senso. Succede un po’ come in
una famiglia (un paragone che ci è venuto naturale altre volte): tanti
piccoli avvenimenti e gesti quotidiani, che non pretendono certo di essere
considerati originali, riescono però a creare a poco a poco, in modo
continuo e quasi impercettibile, dei legami strettissimi che segnano tutta
l’esistenza.
La vita in fondo è sempre più ampia, profonda, continua di
qualsiasi “storia” che cerchi di spiegarla, classificarla,
schematizzarla.
La nostra parrocchia è sempre stata animata da una miriade
di gruppi ecclesiali. In primo luogo i gruppi di catechisti, con il loro
percorso di formazione e il solenne mandato ricevuto ogni anno dal
Patriarca e dal parroco.
Poi i gruppi ACR, rivolti ai ragazzi di varie età, con i
loro campi scuola, le feste, le animazioni.
All’inizio della nostra parrocchia, per un periodo, fu
attivo anche un gruppo scout, collegato a quello di Carpenedo, che poi si
interruppe negli anni seguenti, caratterizzati da una generale crisi dell’associazionismo
giovanile.
Una iniziativa originale della nostra comunità è il “Gruppo Natura”,
sorto verso la fine degli anni 80 e ancora attivo e in positiva
evoluzione. E’ rivolto in particolare ai ragazzi delle medie e delle
superiori e si è ispirato per alcune tematiche e metodologie alla
esperienza dello scoutismo. Centrale per questo gruppo è la
sottolineatura dell’importanza del contatto con la natura, come mezzo
per una equilibrata crescita umana e religiosa. Del resto il creato “è
fatto ad immagine di Dio”e in ogni suo aspetto ci parla e ci riconduce a
Lui.
Un altro gruppo di lunga durata è stato il “Gruppo Canto”,
che anima la vita liturgica della nostra comunità. In particolare è
bello vedere il continuo avvicendarsi tra le varie generazioni: gli “iniziatori”
degli anni 60-70 guardano ora con affetto ed orgoglio i loro figli che
continuano a cimentarsi con spartiti, chitarre ed “harmonium”.
Un gruppo più istituzionale e codificato è il Consiglio Pastorale
Parrocchiale. Infatti ha anche una data di nascita ben precisa: il 2
dicembre 1981. Preceduto da altri “comitati” e “giunte” più
informali, nacque all’inizio degli anni 80 anche sulla base delle nuove
concezioni sul ruolo dei laici nella Chiesa. In una nota del 1988 il
parroco sottolinea gli aspetti positivi di tale istituzione, ma evidenzia
anche i pericoli “della dispersione e dell’eccesso di verbalismi” e
conclude: ”mi pare che in qualche modo il Consiglio sia ancora in fase
di rodaggio”.
La nostra parrocchia, nel corso degli anni, ha dimostrato una
buona sensibilità per le iniziative sportive, culturali, artistiche e
ricreative.
Nei primi anni molte attività ruotavano attorno al già
citato Comitato Festeggiamenti e alla Festa del Patrono. Il nostro
campetto di pallacanestro fu teatro di vari e partecipati tornei. Si
lanciarono nelle scuole diversi concorsi di disegno, poesia, fotografia,
composizioni letterarie dedicate al nostro territorio. I lavori più
meritevoli venivano premiati e pubblicati in alcuni agili opuscoli, che si
possono leggere con gusto ancora oggi.
Per sostenere le ricerche storiche e documentaristiche su
Favaro nacque e operò per diversi anni il gruppo culturale “Faber”.
La nuova sala parrocchiale offrì un ambiente adeguato per incontri,
conferenze, mostre espositive dedicate ad argomenti religiosi e culturali
di vario genere. Costituì inoltre il palcoscenico ideale per il Gruppo
Teatrale, attivo fin dal 1973, che si dedicò ad animare le attività del
nascente Patronato promuovendo varie attività, giochi, pomeriggi per
anziani e giovani, vedi ” Il Cicalino d’oro” concorso canoro per i
ragazzi del catechismo, reçital per i ragazzi, assunse poi nel 1978 il
nome de “Il Vernacolo” e la parrocchia di San Pietro Apostolo vide
cimentarsi il fior fiore dei nostri “attori” di casa su testi teatrali
di Goldoni, Rocca, Selvatico, Gallina, Wulten., Rossato e Giancapo,
Ottolenghi, in dialetto e in italiano come: Se i no xe mati no i volemo,
La boseta de l’ogio, I balconi sul canalasso, Il
campiello, Nina non far la stupida (piccolo tentativo di
operetta).
Il Vernacolo inoltre si è dedicato per anni ad animare il
Carnevale, allestendo rassegne teatrali, concerti corali, in particolar
modo a Natale, si è dedicato inoltre per anni a mettere in scena testi di
impronta sacra da La passione tratta da Jacopone da Todi, La
passione di Diego Fabbri, Il vangelo e la bibbia in Venezian di
A.Carminati, letture dalla sacra bibbia, rese a quattro voci, ecc.,
Nella vita di una comunità che nasce e si sviluppa è
importante saper cogliere quelli che il Concilio chiamava “i segni dei
tempi”.
La cronaca di don Vincenzo ci aiuta ad evidenziarne qualcuno.
Anzitutto il forte sviluppo demografico della nostra parrocchia. All’inizio
l’aumento è rapido, ma abbastanza costante: si passa dai 4000 fedeli
del 1963, ai 6000 del 1967, ai 6300 del 1968, ai 6800 del 1970.
Negli anni 70 lo sviluppo diventa tumultuoso: 207 nuovi
appartamenti nel grosso insediamento di case popolari al n° 68 di Via
Triestina; 50 nuove case popolari in Via Monte Celo; 150 abitazioni di
cooperative edilizie e altre 50 di tipo popolare in Via Monte Prabello; 68
nuovi insediamenti di famiglie di dipendenti delle Poste e
Telecomunicazioni sempre nella stessa zona.
“Per questi insediamenti la popolazione è aumentata [agli
inizi degli anni 80, ndr] fino a circa 10.000 abitanti". Si dice “circa”
perché il parroco non è più riuscito a benedire le famiglie in modo
sistematico e rendersi conto del numero esatto degli abitanti”.
Si pone perciò il problema di dare vita ad una nuova
parrocchia, che verrà effettivamente istituita nel 1986 e dedicata a S.
Leopoldo Mandich.
Il primo parroco è don Michele Somma, all’epoca cappellano
di S. Pietro Apostolo di Favaro. Alla vecchia parrocchia rimangono 7000
abitanti, alla nuova circa 3000. I confini sono rappresentati da Via Monte
Cimon e dalla via di accesso alla nuova piscina.
Ma gli inizi non sono affatto facili, per cui don Vincenzo
nel 1989 scrive: “Sono passati tre anni, tre lunghi anni: ancora non è
sorto un punto di riferimento, c’è solo l’area, anche mal definita
perché in parte, circa 600 mq, sono già occupati da strade e parcheggi…Colui
che scrive è sempre stato un po’ amareggiato per l’andamento delle
cose”.
Solo nel 1992 la separazione della nuova parrocchia da S.
Pietro sarà effettiva e verrà nominato il nuovo parroco, don Enzo
Piasentin.
Ma ci sono anche altre cose che preoccupano: il forte calo di
presenze alla Messa Domenicale e in generale l’affievolirsi della vita
religiosa.
“La Chiesa di S. Pietro, che per almeno 15 anni era appena
sufficiente e talvolta piccola, oggi è più che sufficiente e talvolta è
veramente grande!”.
In una sua riflessione Don Vincenzo cerca di capirne i
motivi:
1) flessione della pratica religiosa, dovuta forse al così detto
progresso, o anche al sistema di vita attuale: il lavoro, l’emigrazione
domenicale ecc..
2) C’è anche una forte diminuzione delle nascite per cui i bambini di
1° Comunione sono meno di metà degli anni pieni. Il calo progressivo è
iniziato nel 1975.
3) C’è anche un allentamento nell’accedere alla vita di Comunità: si
battezza tardi (dopo alcuni mesi), aumenta il matrimonio civile.
4) Forse c’è un non appropriato insegnamento catechistico: i ragazzi e
i giovani sono sempre più distratti dalle cose della vita e sono sempre
più distanti dalle cose religiose”.
L’analisi è sofferta, ma la fede continua a sorreggere: “Mi conforta
solo pensare che Dio ha “mille” modi per salvare gli uomini, uno dei
quali è anche la chiesa e il sacerdote!”. Inoltre la popolazione sta
invecchiando: “Le proporzioni sono quelle, pochi i battezzati e molti i
morti. L’aumento del numero degli anziani costituisce una risorsa, ma
anche un problema nuovo per la comunità civile e religiosa."
E’ pressappoco in quegli anni che la nostra parrocchia
comincia ad organizzare le “Feste degli anziani”: gli incontri di
preparazione, la messa, il momento conviviale, la gita-pellegrinaggio.
E in questo ambito la nostra parrocchia conosce un nuovo segno dei tempi:
un gruppo di suore laiche, dell’Ordine di Nevers, si stabilisce per
qualche anno in un normale appartamento vicino a Piazza Pastrello, proprio
per svolgere la sua opera di assistenza nei confronti dei malati e degli
anziani.
Affiancano in questo senso il gruppo della “S. Vincenzo”,
associazione di volontariato già attiva dal1964, che deve affrontare ora
anche i problemi derivanti dall’emigrazione, dall’emarginazione e
dalle “nuove povertà”.
Ancora, la crisi della famiglia è un fenomeno evidente:
aumentano i matrimoni civili, le separazioni, i divorzi.
E allora anche la nostra parrocchia organizza i Corsi di
preparazione al matrimonio e i Gruppi Sposi. Si istituiscono anche le
Feste dei Lustri di matrimonio: un occasione per ringraziare insieme il
Signore, rinnovare le promesse e riprendere forza per continuare il
cammino di coppia.
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