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IL MESSAGGIO DEL VESCOVO NELLA VISITA
PASTORALE A FAVIGNANA E A LEVANZO

"Le parrocchie delle Isole richiedono una attenzione tutta particolare: approfondito studio del territorio e della cultura prevalente. 
Si tratta di ambienti di non larghi confini con tutti i vantaggi e limiti che ciò comporta. 
Il ridotto numero degli abitanti (3.800 circa), il tipo di occupazione, i problemi del tempo libero, le tradizioni tramandate da una generazione all'altra, l'impegno per la solidarietà senza dubbio necessario ma non sempre facile, le difficoltà provenienti da difficili confronti, le sofferenze di natura economica e vitale (il numero dei defunti supera abbondantemente quello delle nascite), la più facile scoperta dei limiti e degli interessi del prossimo, la mancanza di strutture educative e di occupazione per i giovani, contribuiscono a rendere problematica la convivenza anche dal punto di vista religioso. 
La lunga esperienza in ambienti similari mi spinge a dare alcuni suggerimenti che potrebbero migliorare di molto la situazione anche dal punto di vista globale. 
E necessaria una più approfondita critica conoscenza del territorio. La pastorale delle famiglie e dei giovani soprattutto ha assoluto bisogno di tale approfondimento critico. 
E' necessario poi "evangelizzare" la pietà popolare tenendo presente che le "feste" sono un autentico laboratorio di indagine e che la "lettura" delle verità di fede deve passare attraverso il confronto con la Parola di Dio e lo studio delle esigenze socio-culturali-sistenziali. Senza questo confronto si va verso il degrado delle feste religiose e poi verso la scomparsa di esse almeno a livello autenticamente religioso. Tutto ciò deve essere favorito dalla Catechesi che, lungi dall'essere finalizzata unicamente ai sacramenti, deve divenire sempre più un "servizio alla Parola orientato ad approfondire e a far maturare la fede delle persone e della comunità". 

I suoi compiti sono quindi quelli di far cambiare la vita all'uomo (conversione) alla luce della Parola di Dio e dell'insegnamento della Chiesa, di far vivere comunitariamente la vita ecclesiale e dare una testimonianza tangibile che si esprime nella missione. 
Il discorso della Carità non può limitarsi alla necessaria ed utilissima assistenza. La carità più grande è quella che va alla radice dei problemi e educa la coscienza a quella solidarietà cristiana che è essenziale alla propria salvezza (Mt 25,30-45) e al bene di quella comunità civile e religiosa nella quale si è inseriti. E' questo il compito della "Carità". Non possono mancare in ogni parrocchia alcuni referenti ben preparati che si tengono in continuo contatto con la "Carità" diocesana.

La vita del cristiano poi, come si ricava da tutta la Bibbia, dal Nuovo Testamento in particolare, deve essere Liturgia (Rm 12, 1-2).
Il cristiano non può contentarsi di "atti isolati" di culto che sarebbe ipocrisia compiere al di fuori delle disposizioni della Chiesa (non sarebbero più atti ecclesiali).
Si richiede quindi:
 

 

Natale: Dono di Dio all'umanità


"Così Dio ha amato il mondo da sacrificare il Figlio suo unigenito per la salvezza di essa". 
Dio regala all'umanità quanto di più caro abbia: il Figlio suo. 
Lo dona a noi mediante la Vergine Santa, in una prodigiosa festa di angeli che a miriadi cantano la gioia celeste di Dio e la pace ridonata alla terra. 
Il dono di Dio ha subito trovato risposta da parte dell'umanità: accorrono i vicini pastori con i loro poveri doni, accorrono da lontano i Magi con i loro simbolici regali. 
La gioia del Natale è proprio in questo dono che Dio ci elargisce nel Figlio suo e nei doni che gli uomini offrono a Dio nell'amore verso di Lui e verso i loro fratelli. 
Purtroppo dopo venti secoli ogni anno il Natale ritrova il mondo in preda all'ingiustizia, all'odio, alla mancanza di amore e di pace. 
Per noi cristiani è un sacro dovere considerare se dentro la nostra vita, c'è veramente "posto per Lui". 
Accoglierlo non vuol dire contemplare estatici il presepio, commuoverci, abbandonarci ad atteggiamenti sentimentali... ma di fronte a Dio che viene, occorre fare lo sforzo di alzarci e di andargli incontro; uscire dalla nostra casa, dai nostri schemi umani, dalle nostre abitudini, dai nostri gusti, dai nostri egoismi...".
 

BUON NATALE !

- un riferimento costante alla storia della salvezza (Bibbia);
- un confronto con le verità di fede quali sono indicate dal "Catechismo della Chiesa cattolica";
- molta attenzione al Magistero del Papa e del Vescovo della propria diocesi;
- saper celebrare "in spirito di verità". Nessun gesto liturgico, nessun sacramento, va posto nell'essere se non è espressione della nostra "risposta" al "dono" che Dio ci fa. 
Momento culminante della nostra vita divenuta liturgia (offerta totale di noi stessi a Dio) deve essere la Domenica "Il giorno del Signore e della Chiesa" inserita nell'Anno liturgico che è autentico cammino di fede voluto dalla Chiesa (molto utile al riguardo il riferimento al sussidio diocesano "Itinerario di fede con l'Anno Liturgico"). 
Ciò esige:
- costante aggiornamento dei catechisti;
- la creazione di un gruppo liturgico che curi le celebrazioni (lettura della Parola di Dio, servizio all'altare...) evitando ogni forma di improvvisazione e promovendo l'impegno del cristiano nella vita di ogni giorno (anch'essa liturgica) e una educazione ai sacramenti, come afferma il Vaticano II, "attraverso i riti e le preghiere" (SC 48) e non in forma astratta e teorica, in modo che il rito in se stesso divenga "catechesi liturgica" senza bisogno di spiegazioni nel corso della celebrazione;
- molta attenzione alla "catechesi sistematica" (articoli del Credo, Dieci comandamenti, preghiera). Si confronti frequentemente al riguardo il già citato "Catechismo della Chiesa Cattolica"; 
- "allargamento della catechesi" come è esigito dalla situazione attuale: dovuta informazione circa l'Ecumenismo e il dialogo, interessato alle "missioni" non solo come Chiese da aiutare economicamente ma, soprattutto come Chiese sorelle ricche di fede che ci fanno uscire da una visione di Chiesa molto ristretta e quindi non cattolica. 
In un territorio come questo non si può ignorare il problema e i problemi del turismo. A quanti vengono in queste isole bisogna dare la buona testimonianza della vita cristiana ed offrire la migliore accoglienza ed impedire che la loro presenza porti nocumento alla fede e alla morale cristiana. 
Non si può concludere senza esprimere un sincero ed affettuoso ringraziamento a quanti, presbiteri, suore, laici impegnati, lavorano con dedizione e a volte con sacrificio grande per il bene di questo territorio. Solo il Signore può dare loro quella ricompensa che si meritano.
Vi benedico affettuosamente
 

+  Domenico Amoroso Vescovo