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TUTTO SPORT - TUTTO SPORT - TUTTO SPORT

*  FORZA  CANOSSA  *

Giugno 1993.
Già si respira un'aria testa nelle tre piccole isole delle Egadi.
Il lungo inverno è passato; le ansie e le paure che legano gli isolani al mare si sono attenuate. 
Ora si pensa al bello, al divertimento. Tutti gli abitanti escono, per così dire, dal guscio invernale e si preparano a recepire le dolci carezze del sole che rende questi luoghi un vero paradiso terrestre. 
Tutti si sentono più felici, orgogliosi di aver vinto l'ennesima sfida alla Natura, che, durante la stagione fredda, si è resa più di una volta insidiosa. 
Ma ad adornare questo stato di "euforica quiete" che si percepisce nelle isole, sono intervenuti un gruppo di semplici uomini, di diversa età e, se vogliamo, di diversa cultura. 
Un gruppo di persone che, negli ultimi tre anni ha affrontato insidie di ogni natura, ha sofferto e gioito dei suoi stessi sforzi. 
Sto parlando della squadra di calcio "Oratorio Canossa" un piccolo gruppo di sportivi che si è creato una dimensione con le proprie gambe, che ha reso grande un intero arcipelago volando nella tanto attesa e sperata 2a Categoria. 
Un traguardo meritatissimo, guadagnato in ogni partita, tra l'incredulità degli "addetti ai lavori". 
Si è concluso un campionato che, per chi l'ha vissuto non potrà essere facilmente dimenticato. 
Sembrava di essere tornati al passato, quando il solo nome della squadra faceva tremare l'avversario. Oggi l'avversario trema non più per l'aggressività dei giocatori ma per i particolari schemi di gioco che il CT Abbellito è riuscito a trasmettere ai quegli uomini.

Schemi degni (per come sono realizzati) della 1a Categoria. 
 

 

Eppure, tanta gloria che oggi fieramente possiamo vantare è nata da tanta sofferenza, da tanti piccoli "bocconi amari" che giocatori (ancor più dirigenti) sono riusciti a sormontare con spiccato spirito di cameratismo ed umiltà, degni del Santo nome stampato sulla maglia (S. Madre Maddalena di Canossa).  Pertanto tutti noi dobbiamo dire grazie ai giocatori, all'allenatore, al corpo dirigente, allo sponsor. 
Ma un riconoscimento particolare lo dobbiamo al Presidente della Società, Padre Cingolani, che, al clima belligerante che involge tutti i campionati dilettanti di ogni girone calcistico, ha trasmesso, tramite la qua squadra, un messaggio di fratellanza, amore e devozione al Signore per tutte le gioie che, tra le tante avversità del mondo d'oggi, ci danno la forza di affrontare il domani. 

Grazie A. C. CANOSSA

IL GRANDE CUORE DELLA CANOSSA

Alla fine di ogni attività, di qualunque natura essa sia, si tirano sempre le somme per giungere a delle conclusioni. Io, per ottenere la stesso scopo, intendo, invece, le loro differenze. Per parlare delle ragazze della Pallavolo femminile di Favignana, bisogna proprio fare delle differenze.

 

 

 Anche quest'anno la Canossa Volley ha partecipato ai campionati provinciali di questo sport, ottenendo buoni piazzamenti, ma al di là dei risultati, penso sia doveroso parlare delle condizioni in cui le nostre figliole sono costrette ad esprimere la loro carica agonistica e sportiva. La prima nota dolente è l'insularità che costringe spesso a delle vere e proprie avventure... (ma lo studio non ammette nessuna giustificazione...). 
A mio avviso, però, non è neanche giustificabile che non ci sia parità di condizione di studio mentre c'è uguale severità di giudizio. Le ragazze arrivano a casa stanche e infreddolite e magari sofferenti per qualche buona mareggiata, pranzano rapidamente e iniziano lo studio a pomeriggio inoltrato. Ci sono da cinque a sei materie da preparare ogni giorno... E' veramente difficile trovare anche il tempo per l'allenamento di pallavolo dovendo poi l'indomani mattina alzarsi alle sei per affrontare nuovamente il viaggio in aliscafo ed andare a scuola. Il tempo lo si trova la notte, conciliando orari e necessità di tutti e tenendo conto della disponibilità di fruizione dell'unica palestra in uso (quella della Scuola Media).

La seconda nota dolente è la mancanza di strutture. 
A parte il fatto che la Palestra scolastica versa in condizioni di precaria manutenzione, non si capisce perché non debba nascere una struttura pubblica che consenti a Favignana di ospitare i maniera adeguata i suoi atleti. 
Per quanto riguarda il porto di Favignana, inoltre, è incredibile come non si sia riusciti a tutt'oggi a realizzare quelle opere primarie che garantiscano una maggiore efficienza e facciano pesare meno i disagi dell'isolamento. E' chiaro che, in queste condizioni ambientali, solo l'impegno personale può sopperire alle carenze strutturali. Impegno che le nostre ragazze hanno sempre splendidamente profuso. Va dunque tributato loro un plauso riconoscente. Sarebbe giusto nominare, nel ringraziamento, ogni atleta, ma, a simbolo di questo spirito di sacrificio, rivolgiamo un pensiero di ammirazione agli allenatori Pietro Di Bella e Maria Bannino ed alla prof. Janet Bertolini capitana della squadra. Nonostante i problemi personali dei primi due e gli impegni di una madre di famiglia che lavora, con le loro capacità atletiche e umane hanno dato un grande esempio di generosità e di spirito di abnegazione, che ha trascinato anche chi, in difficoltà, stava per cedere. 
Un appunto va fatto, invece a quelle istituzioni che hanno il compito preciso di sorvegliare sul buon andamento dello sport in tutti i suoi aspetti. Sarebbe opportuno che da più parti si intervenisse in un'unica direzione che è quella di dare ai nostri giovani le stesse possibilità che hanno gli altri di esprimere le loro potenzialità. 
Questo deve essere fatto in nome della Sport, perché il suo spirito è proprio quello che, a parità di mezzi, a prevalere siano soltanto le capacità intrinseche dell'individuo e null'altro. 
Bisogna impegnarci perché si affermi una vera giustizia sociale affinché i ragazzi, già penalizzali da fattori oggettivi, non si sentano per di più emarginati, pena lo spalancarsi di abissi da cui non si torna indietro. 

Grazie ancora, ragazze, per il vostro impegno.