Un miagolio disperato, una ricerca affannosa, poi la scoperta: un gatto interamente attorcigliato a una lunga lenza, con un amo conficcato nel palato. Il giovane, Salvatore Randazzo, volontario della protezione civile, non esita un attimo: corre a comprare dei guanti e libera il gatto. Ciò fatto cerca di scoprire 1'autore del misfatto. Viene a sapere che è stato un ragazzino di dodici anni, non nuovo a queste bravate, che ha gettato alla povera bestiola un pesce ancora attaccato all'amo.
Ma che c'entra la scuola con tutto questo?
Noi siamo dell'idea che la scuola possa fare molto se, oltre a insegnare a leggere e a far di conto, si pone come momento di educazione al rispetto per la vita e per la natura.
Parlare di educazione ecologica, in un'ottica planetaria, vuol dire affrontare un insieme enorme di problematiche che toccano contemporaneamente i rapporti fra i popoli, la gestione delle risorse, 1'attenzione agli equilibri dell'ecosistema Terra, il rapporto fra mondo vegetale, animale e minerale, il rispetto per la vita in tutte le sue forme.
Il mondo dell'educazione, a scuola come in famiglia, è incompleto se non fa emergere nel bambino queste dinamiche.
Purtroppo non sempre esiste negli insegnanti la consapevolezza dell'importanza di questi temi e spesso non esiste nemmeno la capacità di un approccio corretto con essi. La maggior parte delle volte si usa un approccio parziale, di tipo solo naturalistico o solo antropocentrico, limitandosi a sottolineare le catastrofi ecologiche che minano la sopravvivenza dell'uomo.
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L'approccio, invece, deve essere di tipo "olistico", ossia globale, nel senso che ogni tema, ogni problema, deve essere visto, simultaneamente, nei suoi aspetti sociali, politici, ecologici ed economici. Solo in questo modo anche le sevizie fatte a un gatto diventano parte di un tutto nel quale gli equilibri e il rispetto per il mondo circostante diventano le condizioni necessarie per una società sana e civile.
Il processo educativo, così concepito, deve necessariamente portare alla modificazione dei comportamenti propri e dell'intera comunità, e quindi alla scomparsa di dodicenni che possono trovare divertente far soffrire un animale indifeso.
L'educazione ecologica consente una corretta interpretazione di dei versetti della Genesi ove si dice: "Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino dell'Eden perché lo coltivasse e lo custodisse...", per cui possiamo insegnare ai giovani che 1'uomo non fu posto nell'Eden come in un luogo qualsiasi, ma in un vero e proprio "ecosistema" costituito da terra, acqua, luce, esseri viventi, quali le erbe, le piante, gli animali selvatici, i rettili del suolo, gli uccelli del cielo... e, in mezzo a questi, l'uomo quale custode e coltivatore. Nell'Eden non c'è spazio per lo sfruttamento, la distruzione, la morte: l'unica logica che lo fonda e la partecipazione, la custodia, il rispetto e la solidarietà fra 1'uomo e tutte le altre espressioni di vita. Recuperare il valore del giusto rapporto fra uomo e ambiente, che equivale in ultima analisi a recuperare un senso religioso della vita, in senso lato, e trasmetterlo ai giovani, significa costruire una scuola ecologica capace di formare uomini veri.
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