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DA IL PANTECO - Febbario 1994

I riti del Venerdì Santo espressione della religiosità locale 

di Liliana Maida Novara

Chi non conosce la nostra provincia ha un'occasione unica per visitarla fuori stagione: la suggestiva processione dei Misteri. I riti sacri del Venerdì Santo sono l'espressione più decantata della religiosità siciliana. Soprattutto nella provincia di Trapani questi riti sono tenacemente radicati nella società e nella cultura locale. Dal capoluogo alla medievale Erice, da Marsala ad Alcamo e Buseto e in altri Comuni ancora, dal Mercoledì al Venerdì Santo è tutto un susseguirsi di processioni.
Il rito più solenne e straordinario si celebra a Trapani: è la processione dei Misteri, che dalle ore quattordici del Venerdì Santo e fino a mezzogiorno del Sabato si snoda tra due ali di folla lungo una sorta di palcoscenico aperto, rappresentato dalle antiche strade e dagli storici quartieri delle città.
La processione ha origini antiche: dal 1600, ininterrottamente, si ripropone ogni anno ai trapanesi. E' costituita da venti gruppi statuari costruiti in legno, tela e colla, opera di artigiani locali dotati di grande tecnica, riscontrabile soprattutto nell'espressione realistica dei volti delle statue.
Fin dai secoli scorsi ogni singolo gruppo è stato affidato, con atto notarile, a una Maestranza o Ceto, che se ne occupa durante l'anno curandone la manutenzione e affrontando le spese necessarie per portarlo in processione.
La Passione di Cristo viene rappresentata nei suoi momenti più toccanti. Il primo gruppo, affidato al Ceto degli Orefici, è la "partenza" (o "spartenza"), intesa come separazione nel dialetto locale, e mostra Gesù che si separa dalla Madre e dall'apostolo Giovanni. La processione si snoda in un crescendo drammatico seguendo il copione più antico del mondo, fino alla morte del Cristo, per concludersi con l'apoteosi della Madonna Addolora splendida e tristissima, avvolta nel suo manto di velluto nero con un grosso pugnale d'argento che le trafigge il cuore, vera immagine di tutto il dolore del mondo.

 

In lei si riconoscono molte donne sofferenti che accompagnano la Madonna in questa processione e la seguono, pregando, per tutta la notte fino al mattino. Vestite di nero, con un cero in mano e talvolta a piedi scalzi per dimostrare la loro devozione o per tener fede al voto fatto.
Ogni gruppo statuario viene portato a spalla dai portatori, detti "massari", in numero diverso a seconda dell'imponenza del "mistero". Portatori per lo più a pagamento, ma talvolta anche per voto come avviene, ad esempio, per il gruppo dell'Ascesa al Calvario, che è uno dei più pesanti.
I Misteri sono ornati con argenti, di volta in volta offerti dai fedeli, e con splendidi addobbi floreali per il cui allestimento tutti i fioristi trapanesi fanno a gara. 
Un discorso a parte va fatto per le bande musicali che si mobilitano da tutta la Sicilia e seguono, ciascuna, un gruppo. Il suono delle marce funebri, che si diffonde per tutta la notte lungo le vecchie strade della città, dà spessore emozionale a una celebrazione che, per la sua imponenza, ha un analogo riscontro soltanto in Spagna.
I "massari" sintonizzano il loro incedere con la cadenza della musica: è l'"Annacata", caratteristico dondolio che viene dato al Mistero facendo due passi avanti e uno indietro. 
Quanto più avviene in perfetto accordo con le bande musicali, tanto più dimostra la perizia, l'affiatamento dei "massari" e la loro intesa con il gruppo che portano in spalla. Attraverso questa processione i trapanesi rivivono con fede e con fervore la Passione di Cristo e sentono rinascere in loro sentimenti religiosi a volte sopiti eppure mai spenti. E a loro volta i Misteri tornano a vivere in tutto il loro splendore ogni anno, attraverso la città con le sue vie, le sue luci, la sua gente.