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Marettimo è l'isola dell'arcipelago delle Egadi più lontana dalla costa di Trapani ed è stata la prima a staccarsi dalla terra ferma. Si deve a questo periodo di isolamento, molto più lungo rispetto al resto dell'arcipelago, lo sviluppo sul suo suolo di una vegetazione del tutto particolare che annovera qualcosa come una trentina di specie vegetali endemiche, che non esistono quindi, neanche nelle relativamente vicine isole di Favignana e Levanzo. Le sue coste sono alte e strapiombanti, costituite da incantevoli, bianchi, calcari dolomiti. I suoi pizzi montuosi offrono ricovero a numerose specie di rapaci e, addirittura, al muflone.
E' molto difficile trovare in un'isola un insieme così vario e ricco di valori naturali e paesaggistici che, miracolosamente, sono ancora in un ottimo stato di conservazione.
Itinerari
All'escursionista, Marettimo offre due itinerari di vera eccezione: il primo conduce a piedi fino alla cima di pizzo Falcone ed al grande altipiano che degrada verso le pareti a strapiombo della costa nord-occidentale e occidentale dell'isola. Il sentiero parte dall'abitato di Marettimo. Si raggiungono le cosiddette "case romane" (resti di abitazioni costruite in epoca tardo romana ed adibite successivamente a cenobio monacale) e una bellissima chiesetta bizantina nelle cui immediate vicinanze si può far rifornimento d'acqua. Il sentiero principale si conclude alla sorgente che rifornisce d'acqua il paese.
All'altezza delle "case romane" si deve, quindi, imboccare una traccia a sinistra che si inerpica lungo i fianchi di monte Capraro. Da pizzo Falcone si osserva un panorama davvero incantevole sulla costa orientale e sulle guglie del vicino pizzo della Madonnuzza. Nei dirupi orientali di pizzo Falcone, in maggio, si potranno osservare le magnifiche fioriture a bulbo della Scilla Hughy, una delle endemiche dell'isola e numerose altre fioriture di piante rupestri, alcune delle quali rare o endemiche.
Il secondo itinerario si effettua via mare, circumnavigando l'isola. Puntando dal Paese verso Nord incontriamo la grande grotta del Cammello, un tempo abitata da una colonia di foche monache. Subito dopo è la volta del grande promontorio di punta Troia sulla cui cima è ubicato un piccolo castello aragonese ove fu imprigionato per un periodo Guglielmo Pepe. Il castello si può anche raggiungere via terra, seguendo un sentiero che si dipana lungo la costa.
Alla base del promontorio si apre la grande grotta del Tuono. Dopo l'ansa dello scalo Maestro vi è la grotta della Pipa (così chiamata per la sua forma allungata).
Superata Punta Mugnone incontriamo cala Bianca dal fondale chiarissimo, la teoria di alte pareti a strapiombo, la grotta della Bombarda e della Bombardella, la grotta Perciata (in cui si può entrare solo con il mare calmissimo), la grotta del Presepe con le sue stalagmiti e stalattiti gigantesche le cui forme ricordano proprio i personaggi della natività.
Qua e là, si aprono minuscole spiaggette mentre, muniti di cannocchiale, si possono osservare i rapaci in volo.
Riserva naturale
Economia ed ecologia sono avversari sempre più accaniti. I marettimari hanno istituito un comitato per la sopravvivenza della comunità locale e presentato una proposta per una "riserva viva e non mummificata": un parco che rispetti la natura, ma anche lo sviluppo locale, basato soprattutto su pesca e turismo. Il giudizio è delicato. A Marettimo riserva ed isola sono un'equazione.
L'isola è intatta. Poche centinaia di metri quadri di case cubiche costruite con il tufo di Favignana è tutto lo spazio concesso all'umanità: quanto basta per andare dallo scalo Nuovo, passaporto della modernità, allo scalo Vecchio con le barche in secco.
Gli abitanti hanno nel sangue la pesca, il culto del mare, e non a caso le loro barche da pesca sono tra le più solide e più curate che mai abbiano solcato il Mediterraneo.
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Il castello aragonese su punta Troia
Grotta della Pipa
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