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MARETTIMO A PIAZZA DEL DUOMO

di Paolo Romano

Da persona che si occupa di marketing e comunicazione devo riconoscere che i giovani dell'Associazione hanno ben radicato in loro l'importanza del "comunicare". In poco meno di un mese hanno realizzato il III Raduno Sociale con l'obiettivo d'incontrare i Soci dell'Associazione sparsi per il Nord Italia: Genova, Bologna, Venezia, Milano. 
Questa volta è stata Marettimo a spostarsi. 
Considerata la bellezza di questa isoletta delle Egadi, il suo mare, le sue grotte, la sua montagna, risulta naturale venirla a visitare, anche fuori stagione, quando i colori diventano protagonisti di uno scenario straordinario e i sentieri montani molto più accessibili che nella stagione estiva. 
I Soci dell'Associazione, che rappresentano un nutrito gruppo di turisti abituali, lo sanno e sentono perciò il bisogno di venirla a trovare spesso, come una persona cara... e in particolari ricorrenze come la Festa di San Giuseppe, patrono dell'isola. 
Marettimo nel suo piccolo suscita una specie di mal d'Africa: se ti prende è difficile staccarsene. 
Splendida e talvolta inaccessibile, come certe belle donne è abituata ad essere visitata, frequentata, ammirata, "emozionata" un po' in tutte le stagioni. 
Questa volta però si è mossa lei. E' venuta a Milano per portarci un augurio di un buon 1996, per comunicarci la sua presenza attraverso i giovani dell'Associazione. 
Personalmente, da Socia che vive a Milano ma che l'ha molta nel cuore, ho vissuto questo incontro con immenso piacere. 
 

Alle 11 di una freddissima, grigia, "classica" domenica milanese erano tutti lì puntuali, grandi e piccoli che ci aspettavano. Chi da Bergamo, chi da Lugano, chi da Pavia: sono venuti tutti, semplicemente per salutarci, per scambiare quattro chiacchiere immaginando, forse, di essere da Giovanni alla "Scaletta" con Punta Basano sullo sfondo. 
E' stato bello rincontrarci tutti lì, un po' come una grande famiglia, programmare visite all'isola in un prossimo futuro, ritrovarci con il calore e la semplicità che unisce una gran parte di noi che da anni la frequentiamo. 
C'era un gruppo di giapponesi, anch'esso riunito nella grande Piazza del Duomo, che ci guardava un po' stupiti. Forse il nostro entusiasmo li meravigliava ma non è qualcosa che apparteneva a noi. 
E' Marettimo che ci ha fatto ritrovare come dei vecchi amici da sempre. Anzi, alcuni erano "aspiranti" Soci che ne avevano solo sentito parlare e, mossi dalla curiosità, si sono uniti a noi. 
Verso mezzogiorno un gruppetto ci ha lasciato e parte di noi Soci con tutti gli altri siamo andati a pranzo in un piccolo ristorante poco distante. 
Piazza del Duomo e il Castello di Punta Troia sono stati i protagonisti di un disegno nel quale abbiamo posto tutte le nostre firme in ricordo di questo incontro. 
Io personalmente ho firmato ai piedi del castello. Alle sedici un po' malinconica sono andata via, ringraziandoli, con un poster in regalo e recitando, come un mantra, una poesia che dice: "....non dirmi che la tua vita è un'isola...".  
 

DIAMO I NOMI ALLE STRADE


Completare la mancante toponomastica del centro abitato di Marettimo sarebbe utile, intanto perché è giusto che ogni strada abbia un nome, ma anche per ndividuare e capire un minimo di storia. 
Non v'è dubbio, infatti, che attraverso i nomi, a cui le vie dovrebbero essere dedicate si possa risalire alle origini storiche e socio-culturali delle nostre isole. 
Per cominciare, si potrebbe intitolare una via a Polibio, la storico che per primo ha parlato di Hiera e continuare con piazzale dei Fenici, via dei Cartaginesi, dei Romani... per ricordarci da dove partì la flotta che nel 241 a.C. portò al triste epilogo della Battaglia delle Egadi; mentre una via della Pace ci riporterebbe alla pace sancita proprio a Marettimo tra Cartaginesi e Romani a seguito della vittoria di quest'ultimi. 
Allo stesso modo una via degli Eremiti ci ricorderebbe di quei monaci che con molta probabilità intorno al X secolo edificarono la chiesetta ubicata nella località "Case Romane" e una via Ruggero II D'Altavilla colui che fece erigere il Castello di Punta Troia. 
Ai santi sono già dedicate molte vie dell'isola, ad eccezione della Madonna di Custonaci a cui, forse, la via Custonaci era originariamente dedicata. 
Anche la storia recente è ricca di personaggi illustri ed autorevoli che hanno onorato Marettimo con la loro presenza. Tra questi lo scrittore inglese Samuel Butler, il quale credette di riconoscere in Marettimo - era il 1889 - l'antica Itaca di Ulisse. 
Un affettuoso ricordo andrebbe inoltre rivolto al fondatore della chiesetta dedicata a Maria SS. delle Grazie nel 1887, Frate Antonino Mulè da Burgio
E che dire di Giacomo Montalto, uno dei promotori dei fasci dei lavoratori siciliani che proprio a Marettimo, nel 1892, riuscì a costituire una sezione composta quasi esclusivamente da donne, cosa assai rara per quei tempi in Sicilia.


E del suo illustre pro-nipote il magistrato Gian Giacomo Ciaccio Montalto, barbaramente ucciso dalla mafia nel 1982, il quale molto amava quest'isola. 
Chi si ricorda ancora del piroscafo "Ancona"'? Fu silurato il 7 novembre l915 e i naufraghi furono ritrovati morti la nottata del 17 novembre sulla spiaggia "galera". Perché dunque non dedicare una via a tutti i Caduti in Mare per non dimenticare che anche l'isola ha pagato perdendovi tanti suoi figli? La storia dell'isola ci conduce inevitabilmente all'attività principale che è la pesca. 
La maestria con cui i Marettimari seppero esercitare tal mestiere li rese famosi fin nel Nuovo Mondo. D'obbligo quindi dedicare un piazzale al "pesce azzurro" ed al salmone oppure ricambiare chiamando una delle vie del paese Via Monterey
Potremmo inaugurarne la targa magari la prossima estate in occasione della quasi certa visita del Sindaco della suddetta cittadina californiana in cui vive una numerosa comunità di nostri compaesani. 
E se ancora rimanessero strade e viuzze senza un nome potremo attingere a flora e fauna che hanno fatto conoscere l'isola dal punto di vista naturalistico, e allora ecco una Via del timo, della brassica, della scilla... o del falco, dell'aquila, del Bonelli ecc... 
Per finire sarebbe doveroso erigere un marmo in cui scolpire quei nomi che ci riportano immancabilmente alle nostre origini: Aliotti, Bevilacqua, Campo, Incaviglia, Maiorana, Poliseri, Spadaro, Torrente.... e parlo nel vecchio e abbandonato "Cimitero Calvario", per ricordare a tutti (purtroppo ve n'è di bisogno) che è lì che riposano i nostri Avi che con molto coraggio e sacrificio colonizzarono quest'isola selvaggia e impervia. 
Quel piccolissimo cimitero, che rappresenta per noi un luogo di culto, potrebbe diventare un Monumento alle Nostre Origini.