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IL GIORNALE DELLE EGADI - NOVEMBRE 1994

Marettimo, non "un'isola qualunque"

di Pippo Vetri

"Lontana dagli occhi lontana dal cuore" è un modo di dire che secondo il mio parere mal si adatta al rapporto che intercorre tra alcuni di noi e quella montagna adagiata sul mare come un mastodonte addormentato. 
Sotto questa forma appare Marettimo a chi, dotato di un po' di fantasia, le si avvicina venendo da Trapani. 
E i contorni di questa immagine si compongono più efficacemente se il contatto visivo si realizza gradualmente. E' un approccio che richiede un lento processo di adattamento, un contatto che matura garbatamente come un feeling che può sbocciare tra due adolescenti. 
Nelle mie parole c'è forse un po' di esagerazione, ma non pochi di voi, sono certo, avranno avuto, in qualche momento della loro vita, la stessa sensazione attraversando il braccio di mare che separa l'Isola dalla terraferma. 
Il ricordo visivo dell'estate marettimara riscaldava le lunghe serate padane di alcuni cugini che stimolati dalle immagini filmate delle grotte dalle acque cristalline, delle baie incontaminate, delle spiagge assolate, per un attimo dimenticavano le nebbie ed i rigori dell'inverno piemontese. 
Marettimo, se fossi stato un contemporaneo di U1isse ti avrei configurato in un dea dei boschi che come una sirena incanti chi ti avvicina. 
Noi che abbiamo consentito a questo richiamo siamo divenuti tuoi fedeli seguaci e ogni anno, dopo il solstizio d'estate, avvertiamo un'inquietudine, quasi un anelito di abbandonare la vita cittadina e tornare da te alla ricerca di noi stessi e desiderosi di una convivenza basata sulla reciproca stima e sul rispetto disinteressato. 
Gli abitanti di Marettimo, costretti all'inizio della cattiva stagione a lasciare l'isola per rifugiarsi a Trapani, si struggono per questa smania ed è solo sulla loro terra che l'inquietudine si placa, la tensione si smorza. 

Lì essi ridiventano pescatori, cacciatori o semplicemente usufruttuari di un po' di sole e di una brezza marina seduta su uno scalone di pietra. Il ricordo di vicende trascorse sul mare ed i frammenti di vite consumate in paesi lontani vagano disordinatamente da casa a casa tra la Scalo vecchio e lo Scalo nuovo, ma si compongono di tanto in tanto nei racconti dei più anziani. 
In passato i giovani talvolta stavano ad ascoltare affascinati da quelle memorie, spesso alterate dal tempo, ma sempre gradevoli.
Allora non esistevano i mass-media che oggi propagandano ben altre vicende e condizionano la nostra esistenza. 
Marettimo, pur insidiata dalle leggi dell'arrivismo e del consumismo, riesci ancora a mantenere intatta la tua dignità, a conservarti unica e originale. Ma per quanta tempo ancora? E' una domanda che ogni tanto mi pongo, oggi più spesso che in passato. 
E' un'apprensione che gli amanti di Marettimo provano e si attenua allorché con il sopraggiungere dell'estate ci è consentito di tornare a godere di ciò che Marettimo continua ad offrirci, che tutti apprezziamo e ci sforziamo di mantenere integro ed immutato. 
Ma la montagna non muta, per lo meno ln modo facilmente percepibile; l'essere romano invece può assumere usanze e stili in sintonia con nuove esigenze ed attrattive più seducenti. Non sempre però il cambiamento si identifica con il progredire. L'illusione spesso è compagna dell'apparenza. 
Entrambe possono condurre a smarrire il significato dell'"essere umani" anche in un luogo da sempre consacrato, per necessità e per tradizione, alla vita comune bonaria e proficua, comparabile a quella di una sana famiglia marettimara.


 ITINERARI :

 

Castello di Punta Troia.

Per raggiungere a piedi il promontorio di Punta Troia su cui sorge il Castello, bisogna immettersi lungo il sentiero che continua oltre le ultime case del paese sul lato settentrionale e proseguire per almeno un'ora in una passeggiata che è senz'altro una tra le più suggestive da effettuarsi una volta giunti sull'isola. 
Tale sentiero che scorre sotto la montagna immerso in una fitta vegetazione a macchia mediterranea, si affaccia, sulla destra, agli spettacolari strapiombi sul mare; ed infine, dopo aver sovrastato lo scoglio del cammello, scende a zig-zag verso l'istmo che unisce il promontorio di Punta Troia al resto dell'isola. 
Qui si può fare il bagno in una delle spiaggette più belle: la Scalo Maestro, così chiamata perché esposta al vento del nord, ma usata un tempo come ridosso per le barche quando soffiava la scirocco. 
Su di noi, intanto, incombe il fascinoso maniero posto sulla montagnetta alta 116 metri che da un lato strapiomba vertiginosamente sul mare. 
Vi si giunge in circa 15 minuti. L'edificio nacque come torre di avvistamento per opera dei saraceni e, contro gli stessi, venne poi usata da Ruggero II re di Sicilia. Nel XVII secolo gli spagnoli edificarono l'attuale castello munendolo di un'ampia cisterna e di una piccola chiesa, che fu fino al 1844 la Real Chiese Parrocchiale di Marettimo. 
 


La cisterna fu trasformata poi in prigione e da Ferdinando II nel 1785 destinata a carcere politico per i patrioti della repubblica partenopea. 
Nel 1844 fu abolito il carcere e la fortezza fu usata come semaforo militare fino all'ultima guerra. 
Oggi è abbandonato. Il vento la sbriciola irreparabilmente, mentre, dal lato dello strapiombo, parti del parapetto franano sul mare. 

Località "CASE ROMANE ":
Edificio Romano e Chiesetta i Medioevale.


Alle spalle del paese una mulattiera sale per il fianco della montagna fra balze di campi ora lasciati a pascolo e punta verso nord. 
Si supera una sorgente, poi una fattoria abbandonata e, in circa 30 minuti, si raggiunge un piccolo agglomerato disabitato che racchiude importanti ruderi di una costruzione romana ed un bellissimo piccolo tempio dei primi secoli del cristianesimo, la cui struttura esterna è ancora in buono stato... 
(Gin Racheli "Egadi Mare e Vita").

Marettimo fu senza dubbio sede di un presidio Romano come dimostrano i resti di un edificio ad opus reticulatum dal quale si domina parte della costa sicula. 
Nel corso di quest'anno l'edificio è stato oggetto di scavi archeologici per conto della soprintendenza ai beni culturali di Trapani. 
I lavori effettuati hanno messo alla luce aspetti inediti sulla natura dell'edificio.
 

MONTEREY NEL CUORE

Sono passati esattamente due anni dalla nostra visita a Monterey. Infatti proprio in quei giorni si celebravano i 500 anni della scoperta dell'America e con la nostra mostra fotografica "Di qua e di là dal mare" si aprivano a Monterey le manifestazioni e i festeggiamenti per ricordare il "Columbus day". 
Sebbene sia passato tutto questo tempo è ancora vivo in noi il ricordo di quegli splendidi momenti trascorsi nella bellissima penisola di Monterey, insieme ai nostri connazionali che ci hanno accolto e ospitato con grande affetto, accudito e trattato come figli.  Scorrono sempre davanti a noi le immagini dell'inaugurazione della mostra al Monterey Conference Center alla presenza di Mr. Dan Albert Sindaco della città, di Jerome Lucido, Presidente del Centro di cultura e linguaggio italiano, di Susan Klusmire, che ci ha amorevolmente assistito nell'allestimento della mostra, di Anita e tanti altri nostri paesani che commossi osservavano le foto dei loro cari, del loro passato, della loro isola. 
Sicuramente tutto ciò non lo dimenticheremo mai.  Ricordiamo la serata al Ranch e la serata di gala in nostro onore e tutte le altre innumerevoli e gradite attenzioni nei nostri confronti.

A questi momenti ne sono seguiti altri a Marettimo che hanno ancor più rafforzato il rapporto tra Marettimo e Monterey: pensiamo alla festa degli Emigrati organizzata nell'agosto dell'anno scorso con i nostri paesani che trascorrevano le loro vacanze estive nell'isola. 
Pensiamo anche alla visita fattaci da Jerome e Mary Lucido all'inizio di questa estate. La loro piacevole compagnia per soli due giorni, i loro saggi consigli, le loro idee sono stati per noi uno stimolo in più per continuare a lavorare in questa direzione e chissà se in questa occasione non si siano gettate le basi per una futura iniziativa da portare di nuovo a Monterey. 
Jerome e Mary hanno portato con loro anche delle splendide foto donataci dalla Signora Donna Penwell Direttrice del Museo del Mare di Monterey e con questa breve lettera pubblicata sul nostro giornalino, vogliamo cogliere l'occasione per ringraziarla ufficialmente per il dono, ma soprattutto per la sua grande disponibilità, durante il nostro soggiorno, nel farci visitare e illustrare il Museo in anteprima alla sua apertura ufficiale. 
Per concludere ci piace ricordare il momento particolarmente emozionante che ci fu durante l'inaugurazione della mostra fotografica quando tra l'incrociarsi di sguardi commossi tra noi e i nostri paesani si concluse dicendo: VIVA MARETTIMO VIVA MONTEREY. 
 

Luigi Ialuna

LA SCUOLA DI SCI NAUTICO A MARETTIMO



Carolina Di Salvo in azione


L'uomo, si sa, non ha mai accettato di non saper fare due cose: volare e camminare sull'acqua. 
Con un po' d'ingegno però, è arrivato anche a questo. I primi tentativi di "Sci Nautico" risalgono al 1922 effettuati da Ralph W. Samuelson che, con un idrovolante, si fece trainare su due rudimentali "sci" sulle acque di Lake City nel Minnesota. 
Adesso, grazie alle scuole di sci nautico aperte su tutto il territorio nazionale, è possibile imparare a sciare con meno difficoltà. 
Uno dei centri federali da quest'anno è approdato anche a Marettimo, ad opera di Gianfranco Montanti, istruttore F.I.S.N. (Federazione Italiana Sci Nautico), nonché atleta stesso. 
La scuola di "Sci nautico" a Marettimo è stata accolta con entusiasmo da numerosi turisti, alcuni già esperti sciatori, altri neofiti di questa disciplina. Viste le diverse capacità tecniche degli sciatori, le lezioni comprendevano sia l'ambientamento e le prime nozioni sui due sci, per i principianti, che l'affinamento della tecnica sul monoscì da slalom e da figura per i più esperti. 
Il centro "Sci Nautico Marettimo", per organizzazione, rispecchia gli stessi crismi di altri centri nazionali; mette cioè a disposizione l'attrezzatura completa da sci, il motoscafo da traino con un "driver" che la conduce, ed un maestro per l'insegnamento. 
Una cosa, però, la rende veramente unica: lo splendido paesaggio che si presenta allo sciatore durante la sua lezione. 
Non soltanto, infatti, la limpidezza dell'acqua permette di ammirare la ricchezza e la varietà dei fondali, ma il riverbero del sole al tramonto, sulla roccia dolomitica della costa, rende suggestivo ed indimenticabile ogni momento della lezione. 
La particolare bellezza dell'isola, può essere vissuta da quei turisti in grado di apprezzare gli spunti naturali e selvaggi che l'isola offre, tra i quali ben si inserisce l'attività idrosciatoria.
 

ANGELA BRUNO