Difficile essere umili, saper stare in
silenzio anche quando si ha ragione, quando si pensa di aver
ragione.
Difficile saper ascoltare, non parlarsi addosso.
Ascoltare e saper tornare indietro nelle nostre convinzioni.
Ravvedersi. Comprendere i propri errori.
Grande è colui che sa piangere e ammette le sue paure.
Colui che sa chiedere scusa anche quando non dovrebbe, con
umiltà e rispetto.
Il capo è capo per carisma e per acclamazione più che per
elezione democratica.
Il capo sa circondarsi di collaboratori di cui ha fiducia.
Collaboratori che sa ascoltare e apprezzare.
Ne sa accettare i consigli riconoscendo con umiltà quando sbaglia.
Noi tutti siamo fallibili, perfettibili ed effimeri.
Viviamo le nostre miserie e siamo di passaggio.
Piccoli esseri nell’immensità del Creato.
Vorremmo essere Francesco, San Francesco. Un extraterrestre.
Un Santo.
L’omissione è uno dei peggiori peccati - hanno detto. Plagio, fanatismo, bigottismo, nascondono
a noi, ciechi, l’orgoglio e la prepotenza “di pensiero” cui
siamo soggiogati.
La dialettica, l’arte dell’oratore, è un’arma potentissima
che confonde le menti e trascina le folle.
Impariamo a
camminare con i nostri piedi e ragionare con la nostra
testa.
E quando ci fanno un torto, con il silenzio possiamo dare la
risposta più efficace.
A volte fingendo di non capire e con un sorriso, disarmiamo
il nostro avversario.
Per il bene comune, spesso, dobbiamo evitare lo scontro. In
silenzio.
Riusciremo comunque a farci comprendere e rispettare.
Lo scontro verbale, peggio se fisico, è manifestazione
bestiale.
Ignorare ferisce più che contestare. Perdonare il nostro
nemico è santità.
Con pervicacia difendiamo i nostri egoismi, l’egocentrismo,
la vanità.
L’orgoglio.
Amare è più difficile che odiare.
Essere umili.
Questi noi non siamo. Noi lo vorremmo.
Giovanni T.
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