Abbiamo deciso di lasciare ampio spazio alle
impressioni e ai racconti di un pellegrinaggio parrocchiale svoltosi a
Medjugorje i primi giorni di giugno, con la speranza che l’esperienza di
spiritualità che hanno vissuto alcuni pellegrini possa essere stimolo di
riflessione per tutta la comunità.
A MEDJUGORJE HO TROVATO LA PACE
CI SIAMO SENTITI
UN’ANIMA SOLA
Il 24 giugno 1981 accade una
cosa che avrebbe sconvolto la vita del piccolo villaggio di Medjugorje (paesino
croato che sorge ai piedi di due montagne): alcuni adolescenti vedono una
figura femminile luminosa.Il 25 giugno ritorna e si presenta: “sono la Beata
Vergine Maria”.
La Gospa (nome croato di
Nostra Signora) ritornerà ogni giorno dando ai ragazzi messaggi per loro
stessi, per la parrocchia e per il mondo: messaggi di pace, di conversione ,
d’amore per riportare al Cuore di Dio l’umanità che cammina lontano da Lui. Dal
1987, questi messaggi hanno cadenza mensile.
Nell’aprile 1991 la chiesa
accetta ufficialmente Medjugorje come luogo di preghiera e si autorizza il
culto. I lavori della commissione per chiarire gli avvenimenti su Medjugorje
sono tutt’ora aperti.
ERO SCETTICA ED INCREDULA …..
E’ stata senz’altro un’esperienza
entusiasmante, nonostante il mio iniziale modo di pensare un po’ scettico
ed incredulo di fronte ai fatti di Medjugorje.
E’ qualcosa che vivi dentro
intensamente, anche contro la propria volontà, perché non puoi rimanere
impassibile davanti a tanta fede e devozione.
Le testimonianze dei ragazzi della comunità per tossicodipendenti e di
suor MarieClaire sono quelle che mi hanno toccata di più nel profondo e che
credo mi abbiano aiutata a capire quanto siamo egoisti nella vita quotidiana.
La cosa più brutta è stata tornare al lavoro dopo quattro giorni di intensa
preghiera e rituffarsi in un mondo dove la fede viene derisa da tutti ed è
allora che diventa molto difficile
testimoniare, ma soprattutto vivere intensamente anche la propria fede.
A MEDJUGORJE HO TROVATO LA PACE
Medjugorje: luogo di pace e di Fede.
Tanta fede.
Ecco la mia impressione. La gente del posto che
prega tanto e a lungo, devota raccolta senza guardarsi attorno e senza fretta.
Quanti rosari ho visto tra le mani della gente!.
La Madonna c’è davvero! E’ lei che lo guida così.
Abbiamo avuto una super
guida: Padre Felice che ci ha fatto pregare, cantare e ci ha spiegato tante
cose da doverlo solo ringraziare.
Siamo tornati con una forte
carica che ha un po’ del soprannaturale cioè la pace interiore che per me è una
grande grazia.
Con queste esperienze:
Fatima, Terra Santa e adesso Medjugorje, rimane sempre vivo il desiderio di
tornarci. Io lo spero.
Nonostante la fatica
accumulata in questi quattro giorni, sono contenta di aver partecipato a
questo pellegrinaggio.
Conoscevo la ex-Jugoslavia
solo a causa della guerra, in quelle zone c’è ancora miseria, abbiamo visto
case squarciate, e tanti buchi nelle pareti della case dovute ai colpi delle
mitragliatrici, ma quanta voglia di andare avanti abbiamo percepito
nelle gente che abbiamo incontrato.
Tante sono le cose che mi
hanno colpita, prima di tutto l’atmosfera, il clima di tranquillità, la pace
che entra nel cuore quando si è a Medjugorje.
Un momento particolare del
pellegrinaggio e che non scorderò mai è
quello che abbiamo vissuto sul monte Krizevac. Domenica, infatti, ci siamo
recati alle sei di mattina su questo monte per la via Crucis. Inizialmente il
tempo era buono, ma man mano che salivamo peggiorava, fino a quando è iniziato
a piovere, sempre più forte, la fatica di proseguire era tanta, considerato che
il sentiero era roccioso e sempre più
irto.
Sembrava quasi di
partecipare alla fatica che Gesù ha vissuto sul calvario. Mentre l’acqua
continuava a scendere (vien proprio da dire “veniva giù che Dio la mandava”)
siamo arrivati fino alla tredicesima stazione, quella che ci ricorda la morte
di Gesù e mentre padre Felice ci narrava questo tratto del Vangelo ha smesso di
piovere improvvisamente e c’è stato un attimo di silenzio. All’improvvisamente un colpo di vento ci ha
immersi in una nuvola bianca, poi ha ripreso a piovere. Una sensazione strana
ci ha invaso e ci ha dato la forza di proseguire il cammino.
Abbiamo continuato la nostra
via crucis fino all’ ultima stazione, fino a quando abbiamo raggiunto la grande
croce, dove abbiamo fatto un cerchio e tenendoci per mano abbiamo cantato e
pregato, bagnati fradici.
Insomma, questa via crucis è
stata particolare, emozionante, mi ha lasciato tanto … e non la dimenticherò
facilmente.
A MEDJUGORJE TUTTO PARLA DI
LEI ….
Anch’io ho qualcosa da dirvi sul pellegrinaggio di
Medjugorje. Confesso che non è facile descrivere tutto quello che ho visto,
vissuto e sperimentato nel giro di quattro giorni.
Quando la protagonista è la
Madonna, allora tutto è imprevedibile.
A Medjugorje tutto parla di
lei e la sua presenza si percepisce in tutti i pellegrini (provenienti da tutto
il pianeta): c’è tantissima fede e tanta preghiera.
Girando per Medjugorje vedi
tanta gente e soprattutto tantissimi giovani con la corona del rosario in
mano che pregano.
Alle Messe e all’adorazione
c’è una preghiera incessante rivolta alla Mamma di tutti. Tante confessioni in
tutte le lingue mi hanno fatto pensare che il Padre è sempre disponibile a
perdonare.
Ho provato emozione e spesso
mi sono ritrovata con gli occhi bagnati di lacrime, come quando, ad
esempio, abbiamo assistito ad una
apparizione della Madonna. C’era un silenzio quasi irreale, una preghiera
molto piena, si sentiva la presenza dello Spirito Santo.
Abbiamo assistito ad una
catechesi condotta da una suora belga, Maria Chiara, che ci ha interpellato
tutti, con la domanda: “Cosa sei venuto a fare a Medjugorje?” Ho sentito
il mio cuore piccolo, piccolo battere forte. Era una figura molto esile e aveva
una voce molto pacata, ma ci ha posto domande molto precise che facevano
riflettere.
A Medjugorje ci sono comunità di ragazzi per i quali la droga è stata
in passato il loro pane quotidiano. In
questa comunità sono “curati” con preghiera e lavoro.
Due di loro ci hanno raccontato la loro esperienza. E’
stata una testimonianza molto forte. Questa comunità è aiutata anche dalla
Chiesa Italiana.Verso le nuove realtà la chiesa è presente per aiutare
concretamente.
Insieme abbiamo anche fatto
il percorso della Via Crucis: un’esperienza indimenticabile, molto sentita.
Arrivando lassù, al termine della via Crucis, c’è una croce con un grande
piedistallo collocata in quel posto già nel 1933, perché da sempre c’è fede a Medjugorje. Ho visto ragazze libanesi
pregare appoggiate a questa croce con la testa come se fossero a Gerusalemme al
muro del pianto.
A Medjugorje tutto quello che succede è un “segno” della Madonna. La
sua presenza è viva e reale, i suoi messaggi sono una continua richiesta di
preghiera. Sta a noi …
Non posso più dilungarmi, ma
un GRAZIE grande a FRANCESCO MARANI (la perla preziosa della nostra parrocchia)
che con la sua presenza sia in pullman, sia a Medjugorje ci ha testimoniato
l’insegnamento di Gesù : “Se non diventerete come bambini non entrerete nel
regno dei cieli”
Vorrei essere capace di
spiegare cos’è accaduto, ma è così difficile.
Maria, Regina e Madre della
pace ci ha condotto fino a Lei. Ci ha chiamati e, per il solo fatto di averLe
risposto, ci ha fatto dono del miracolo della Conversione. Io sono sicura che
non può esistere niente di più grande, neppure l’ ottenere un miracolo che
possa anche guarirci da un male incurabile, è solo un organo del corpo che
risana. Ma noi abbiamo avuto la guarigione della nostra anima e dello Spirito. Maria
è entrata dentro di noi facendoci conoscere tutto il suo amore, talmente
grande, che la gioia e la pace sono dentro di noi.
Le abbiamo aperto il nostro cuore e lei ci ha insegnato a pregare
proprio con il cuore, la fede non può essere ridotta solamente ad un modo di
pensare o ad un comportamento. Maria vuole amore da noi e più noi saremo capaci
di amare pregando, più otterremo tanto e tale amore da Lei che tutta la nostra
vita acquisterà il vero significato, la vera luce.
Maria ci ha insegnato a
pregare e a non avere paura, nonostante tutti i nostri limiti, ad amore Gesù , i nostri fratelli,
i nostri amici e le persone che incontriamo ogni giorno. Maria vuole ricondurci
al Signore, e noi che ritornando a casa da Medjugorje e che abbiamo portato a
casa tutti questi doni cercheremo di diventare i suoi messaggeri di pace.
Oggi sono certa, nel modo
più assoluto, che se ogni istante della nostra vita lo affidiamo completamente
nelle mani di Maria, non potremo che essere meravigliati dalle risposte che da
parte sua avremo.
Se è vero che è Lei che
chiama un grazie davvero a Maria che hai chiamato anche me e il mio piccolo
Francesco.
Un grazie grande a chi ha
organizzato, autisti compresi, un grazie speciale alla mia famiglia che ha
“caldeggiato” questo pellegrinaggio.
Un grazie a tutti i
partecipanti, a chi si è preso così tanta cura di Francesco dandomi così la
possibilità di tornare a casa alleggerita e sollevata nello spirito e nel
fisico.
Un grazie speciale al mio
Francesco, sei stato stupendo, non hai creato problemi, un vero pellegrino
modello e penso che tu abbia dato molta gioia oltre che a noi anche a Maria.
Grazie a Don Giovanni e a
tutti i parrocchiani che non sono potuti venire con noi, che da Budrio ci sosteneva con la
preghiera … le abbiamo sentite!!!
Grazie inoltre al nostro
Padre Felice
senza di te questo pellegrinaggio non sarebbe stato così ricco. Ci hai
predisposti a Maria con una preparazione, un desiderio di Lei, con la
preghiera, con la tua simpatia, uno stile tutto tuo, di chi ha già “incontrato”
Maria.
Oltre alle grazie speciali
collettive ed eclatanti che abbiamo vissuto, come poter assistere ad una
apparizione della Madonna a Miryana (che per uno strano disegno non sono
riuscita a vedere, forse l’unica in quella moltitudine di gente, perché
guardavo una ragazza che non era lei e bastava che mi scostassi di 2 cm da dove
ero per scorgere Mariana) e come il segno particolare in cielo, che tutti
abbiamo visto, un arcobaleno che circondava il sole ….insomma, oltre a queste
grazie speciali collettive che, però, sono anche individuali perché ognuno le
vive a modo suo, oltre a tutto ciò
ognuno di noi è tornato con un bottino prezioso, per se, ma soprattutto
per quelli a casa e per quelli che ci hanno affidato preghiere e richieste. Noi
siamo certi di essere riusciti a “strappare” alla Madre Santa qualche grazia
particolare per loro e non certo per i nostri meriti, ma per il grande amore
che Lei ha per tutti.
Domenica ore 6, giornata che già si preannuncia impegnativa date le
condizioni metro che non erano delle migliori. Siamo partiti per la via Crucis
sul Krizevac (alto monte su cui è apparsa regolarmente Maria) e di via crucis
si è trattato almeno per me che avevo tanti dubbi nel cuore: andare o non
andare?. Il problema era Francesco, e se piove? E se il bimbo si ammala?.
Quando siamo partiti il
cielo si stava aprendo, buon segno, era uscito perfino il sole e questo mi ha
convinta a intraprendere il sentiero del Krizevac con Francesco.
Man mano che si saliva il
tempo peggiorava e tornava l’angoscia: proseguire o tornare indietro? È stata
una vera gara di solidarietà: Sergio, Lindo, Felice, le due Vere ecc… hanno
fatto i turni a portare in spalla Francesco su per quel monte, e poi sono scese
le prime gocce e poi via via un bel temporale e tutto il resto.
Anche se Kwait, ombrelli e
portantini hanno fatto la loro parte il peso della decisione di continuare me
lo sono portato tutto nel cuore, da una parte mi davo dell’incosciente,
Francesco è delicato e aveva anche la tosse, dall’altra pensavo che c’è la
Madonna che ci aiuta e che lo stavo facendo per Lei. Poi finalmente siamo
arrivati alla cima del monte,era pieno di pellegrini che cercavano un riparo
spirituale nell’unico posto dove ci si poteva riparare: la croce.
Questa era una prova
superata, ma ci attendeva una prova ben più impegnativa, il ritorno … pioveva a
dirotto. Davide (l’autista) si è preso a carico Francesco, che nonostante tutto
era tranquillo, anche se forse lui non ci ha capito molto di questa fretta a
salire per poi ridiscendere subito e di tutta questa acqua che continuava a
cadere; Siamo arrivati ai piedi del monte e abbiamo veramente sentito l’aiuto
della nostra grande Mamma che ci ha protetti tutti perché nonostante tutta
l’acqua che è scesa, nessuno è caduto, nessuno si è fatto male, nessuno si è
preso il raffredore.
La gioia di riuscire a
salire è stata tanta, ma quella di riuscire a tornare giù ancora di più. Sono
contenta di essere andata sul Krisevac e rendo grazie a Dio e a Maria
Santissima, se Francy si fosse ammalato non me lo sarei mai perdonata, ma non
capita tutti i gironi di andare su e giù per i Krisevak.
Una delle innumerevoli
grazie che Maria ci ha elargito è stata quella di condividere il viaggio di
ritorno con Annalisa, la dolcissima moglie di Jakov (il veggente più giovane,
all’inizo della apparizione aveva solo 10 anni e attualmente ha l’apparizione e
il messaggio il giorno di Natale). Annalisa è madre di 3 bellissimi angioletti, durante il viaggio,
ci ha fatto una testimonianza su quella che è la sua vita di mamma e di moglie
di un veggente, ci ha parlato di com’era la sua vita prima di incontrare Jacov
(la vita di una ragazza come tante), di tutte le difficoltà passate per
arrivare al matrimonio. Ci ha parlato dell’effetto che hanno avuto Jacov e la
Madonna da quando sono entrati a far parte della sua vita. Come madre non ho
potuto fare a meno di “tallonarla” (stomaco permettendo per via delle curve)
per cercare di carpirle qualche “trucco del mestiere”.
Annalisa sta crescendo i
suoi piccoli nutrendoli nel fisico e nello spirito, pane, preghiera, amore e
dedizione totale a Maria e Gesù (cosa che dovremmo fare tutte noi mamme)
Annalisa sta rispondendo ad un progetto preciso di Maria che punta molto sulla
famiglia, sui futuri uomini e donne di domani. Quando Milly ha detto ai bimbi
di Jacov e Annalisa che ci saremmo fermati per la Santa Messa loro si sono
illuminati di gioia. Questi bambini stanno crescendo “geneticamente
modificati”, nei cuori e nello spirito. La politica di Maria è chiara e
sacrosanta: Ha lasciato i veggenti liberi di farsi una famiglia (su sei
veggenti cinque di loro sono sposati con prole) Lei ha cresciuto questi ragazzi
che vent’anni fa erano ancora bambini nutrendo il loro patrimonio genetico e la
loro anima e loro ora stanno allevando i propri figli cambiando le generazioni.
Quello che la Madre Santa sta realizzando in questo sperduto paesino
della Croazia penso sia quello che Maria vorrebbe realizzare in ognuno di noi,
modificarci geneticamente e questo sarebbe per noi un gran bel vantaggio se
solo fossimo capaci di rispondere di sì incondizionatamente.
Il ritornello di una canzone
che è stata la più gettonata del pellegrinaggio cade di proposito “Madre
della Speranza veglia sul nostro cammino, guida i nostri passi verso il figlio
tuo” Grazie o Madre di Dio.
Per chi mi conosce sembrerà
strano, ma non riesco a trovare le parole per descrivere questo pellegrinaggio
.
Potrei raccontare delle 1000
avventure che ci sono capitate in quattro giorni di vita comunitaria, come di
quando abbiamo lasciato Renzo Catellani in un bar della Croazia e mentre lui si
sbracciava per fermare il pullman, una signora, non riconoscendolo, lo salutava
dal finestrino.
Oppure potrei concentrare la
mia descrizione sulle cose belle di Medjugorje, sulla presenza di persone
provenienti da tutte le parti del mondo, abbiamo visto e parlato con Irlandesi,
Giapponesi, Libanesi, croati, Francesi vivendo in prima persona l’università
della Chiesa. Abbiamo pregato e cantato in tutte le lingue inimmaginabili.
Potrei anche dilungarmi sulle lunghe ore passate in
pullman (quasi 19 ore all’andata e altrettante al ritorno).
Oppure potrei parlarvi del
nostro accompagnatore, Padre Felice, un gesuita di Verona che la Madonna ci ha
inviato per accompagnarci in questa avventura spirituale. Padre Felice (di nome
e di fatto) un simpatico 66 enne che è stato più di 60 volte a Medjugorje e che
ora ci accompagna i gruppi e le parrocchie per avvicinarli a Maria.
Eppure mi rendo conto che,
anche raccontando di tutto questo, non toccherei in realtà quello che
Medjugorje ha rappresentato per me.
Prima di tutto a Medjugorje
ho “respirato” un’atmosfera di preghiera, continua, fedele, che inevitabilmente
ti coinvolge … A Medjugorje tutto ti parla della Gospa (Maria) e del Signore
… e tutto te ne parla in un modo così semplice, spontaneo, coinvolgente,
naturale … proprio come dovrebbero essere, mentre, purtroppo questa
atmosfera è nettamente in contrasto con quella che viviamo tutti i giorni nella
nostra vita, pur essendo cattolici e praticanti. A Medjugorje la preghiera è
prima di ogni cosa, mentre noi tendiamo a relegarla nei ritagli di tempo,
quando il ritmo caotico del nostro darci da fare ci lascia un po’ di spazio.
All’inizio pensavo di
assistere a quelle scene che rasentano il pregiudizio, la superstizione, il
fanatismo … pensavo di vedere persone in cerca dei famosi “segni” che le
riviste italiane andavano pubblicizzando e invece a Medjugorje ho vissuto la
gioia dell’essere cristiano, la gioia del credere, il sentirsi tutti fratelli
perché figli dello stesso Padre e della stessa Madre … e questo l’abbiamo
sperimentato soprattutto nella santa Messa.
La prima Messa l’abbiamo
celebrata in una grotta dedicata alla Madonna di Lourdes, la seconda Messa era
in Croato, la terza in francese, l’ultima è stata celebrata in un parcheggio a
Trieste, abbiamo usato come altare alcune valige, non avevamo le sedie e
neppure i confort che spesso lamentiamo nelle nostre chiese, ci bastava il
fatto di essere lì, tutti insieme e di poter celebrare la Messa in semplicità,
fraternità … pregando e cantando … La Madonna nei suoi messaggi ha chiesto di
partecipare alla Messa tutti i giorni, se possibile. Come momento centrale
della giornata .. anche di questo a Medjugorje abbiamo fatto esperienza.
E poi, infine, Medjugorje mi
ha lasciato il desiderio sempre più forte di essere in pace con il Signore, anche attraverso il
sacramento della riconciliazione, vissuto in questo paesino della Croazia in un
clima contagioso come la cosa più naturale del mondo, in opposizione al nostro
farlo spesso per dovere.
La testimonianza più bella è
stata quella dei due figli di Annalisa, la moglie di un veggente che ha
condiviso con noi il viaggio di ritorno. Arianna e David hanno partecipato con
gioia a tutti i momenti di preghiera. E posso dirlo, visto che sono spesso con
dei bambini, la loro spontaneità, la loro gioia, “merce” rara ai nostri tempi,
mi ha rasserenata …
Milena
Menozzi
CI SIAMO
SENTITI UN’ANIMA SOLA
Sono Luisa, per desiderio di mio marito ci siamo
iscritti al pellegrinaggio a Mediugorje, con un po’ di paura da parte mia per
problemi di salute.
Chi ha organizzato, i pellegrini, la fede …, ogni
giorno è stato pieno di gioia e di avvenimenti.
Tutti i santuari mariani mi fanno avvicinare sempre
di più alla Madonna.
Quando
A Medjugorje è apparsa la Madonna alla veggente, c’ero anch’io lì vicino, ho
provato un qualcosa al cuore che mi rimarrà.
Dopo la testimonianza dei ragazzi di Suor Elvira,
pure le parole di Suor Maria Chiara ci hanno commossi, poi Padre Felice con le
sue preghiere e meditazioni ci siamo sentiti un’anima sola ed abbiamo portato
ai nostri cari l’abbraccio accompagnato dalla frase “ti voglio bene”.
Luisa
Rossi