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Diocesi di Tortona - Unità Pastorale di Voghera Collina - Parrocchie dei Comuni di:

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  Storia della Parrocchia di Mondondone

Cap. B01 - Storia e Oratori campestri - Pagina B01.04

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2024 - © Copyright 2024 - Bibliografia

 

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Antica cappella di S. Archelao

Nel 1158 esisteva nel castello una cappella dedicata al santo greco Archelao. Unitamente ad essa vi erano altre chiese fuori del circuito del castello.

 

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Chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo

Il culto di S. Bartolomeo, titolare della Parrocchia, ebbe due momenti di sviluppo: nell'anno 899 quando le sue reliquie furono trasportate da Benevento a Roma e poi nell'anno 1198 quando Papa Bonifacio VIII ordinò che tutti gli apostoli si festeggiassero con rito doppio.

Si deduce che la devozione a s. Bartolomeo a Mondondone possa quindi risalire al X secolo.

 

Nel 1189 esisteva in Mondondone il beneficio di S. Germano.

 

Nel 1299 il Vescovo Mons. Pietro Bussetti  suddivise la diocesi in distretti unendo insieme Retorbido, Codevilla, S. Antonino, Mondondone, Murisasco e Pontasso.

 

Nel 1408 risulta rettore Don Uberti Maggi.

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La struttura dell'edificio

L'edificio è composto di due parti:

- l'aula centrale più ampia con archi e volte a sesto acuto, che costituiva la chiesa originale, orientata sull'asse est/ovest con coro retrostante l'altare est.

- la navata laterale destra risulta già esistente nel 1786. Si suppone che sia stata edificata agli inizi del Settecento.

Attualmente la chiesa interna risulta ruotata di 90° con il nuovo altare maggiore verso nord, la cappella di S. Bartolomeo a sinistra verso ovest e l'altare della Madonna a destra verso est costruita al posto dell'antico altare maggiore.

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Il XVI secolo

 

Dopo il Concilio di Trento, i Visitatori Apostolici, inviati da Roma a valutare lo stato di preparazione dei sacerdoti, il grado di spiritualità dei parrocchiani e lo stato degli edifici sacri, redassero cronache minuziose e fedeli dello stato dei fatti.

 

A Mondondone si recò nel 1576 Mons. Regazzoni, che analizzò lo stato della parrocchia.

 

Nel 1590 le modifiche al santuario e quelle al sacro fonte, già precedentemente ordinate, non erano ancora state eseguite e l'interno presentava inequivocabili segni di trascuratezza:

- "l'altare di S. Antonio è indecentissimo". Quello della S. Croce abbisogna di riparazioni al muro. Il Tabernacolo doveva essere alzato ed adornato con colonne e angeli. Le bocche delle sepolture erano da rifare (a spese del Comune) perchè troppo vicine all'altare maggiore.

- l'altare maggiore fu ordinato che "si trasporti più avanti e nel mezzo del arco acciò vi sii maggior loco per la sacristia e si possa  far un'altra porta dal lato destro del altare smussando alquanto i cantoni del muro attaccato a detto altar magior".   Nota: in questo caso la chiesa era ancora orientata lungo l'asse est/ovest, perpendicolare rispetto all'orientamento attuale.

 

Nel 1595 la Visita Pastorale del Vescovo Maffeo Gambara, trovò che il parroco Don Bernardo Bovero - nominato da 15 anni - non era qui residente. Il decreto di visita così recita: "Per l'avvenire il rettore sia diligente nel far residenza alla parrocchia, dalla quale non si possa partire senza licenza nostra".

Occorreva inoltre acquistare nuove pianete, la tovaglia per i vari altari, i cuscini su cui appoggiare il messale, il baldacchino, l'ombrello per il Santissimo e la borsa per trasportarlo aglio infermi, un palio nero per i morti.

In questo anno, oltre al Rettore, risultano presenti 4 sacerdoti.

 

Nel 1599 le condizioni ordinate erano immutate; anche le "boche delle sepolture dalla bordella dell'altar per cubiti due" non erano state spostate. Non si era procurato il palio nero per i morti, ne' di recintare il cimitero.

Il XVII secolo

 

Nel 1610 la chiesa possedeva tre altari di cui due di patronato e qui dimoravano tre sacerdoti e due chierici.

La parrocchia contava 200 abitanti a Mondondone, 140 a Piana, 130 a Garlassolo e 30 a Cascina Vecchia.

Nel 1643 si registra una notevole diminuzione della popolazione: 300 anime in tutto, probabilmente a causa della pestilenza del 1630.

Nel 1658 il parroco aveva titolo di priore.

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Parroci da ricordare

- Don Paolo Carbone, letterato e poeta amico di Vincenzo Monti, che frequentemente andava a Mondondone per fargli visita.

- Don Vincenzo Pernigotti, uomo zelante e pio, che accrebbe i frutti spirituali della popolazione nella seconda metà dell'800 (come ricorda una lapide in chiesa).

- Don Attilio Bottirola, ultimo parroco residente, deceduto nel 1990.

 

 

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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni  (webmaster)

C. Goggi - Per la storia delle parrocchie della Diocesi di Tortona - 1967.

G. Garbi - C. Scrollini - Codevilla e la Pieve Scomparsa - 2000