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  Mondondone castello ultra millenario

Cap. B01 - Storia e Oratori campestri - Pagina B01.03

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2024 - © Copyright 2024 - Bibliografia

INDICE:

 

 

Prime notizie

Mondone è nominato in un atto di divisione tra i Malaspina e gli Estensi nel 996; in tale circostanza Mondondone fu assegnato ai Malaspina, Marchesi della Liguria Orientale e Conti di Tortona. Mondondone prese il nome dal carolingio Conte Dodone che costruì il castello fortificato nel IX secolo. Detto anche Mons Otonis.

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Il secolo XII

Il 3 marzo 1141 la signora Mindonia vendeva beni posti in Mondondone.

 

Nel 1157 Gislanzone Salimbene, fondando in Pavia l'ospedale di S. Lazzaro per o lebbrosi, dava in dote i suoi beni posti in Mondondone.

 

Nel 1158 il feudo di Mondondone era tenuto in consorzio da signori che lo vendevano nel seguente commentario:

- Al 16 aprile 1158 Gerardo di Cremona e suo figlio vendevano al Monastero del Senatore di Pavia la metà della loro porzione del castello con le sue pertinenze per £ 200.

- Al 15 di maggio 1158 Nicolò di Cremona figlio del fu Gisolfo, con il consenso di sua madre Mindonia, vendeva a Senelinda - badessa del Monastero del Senatore di Pavia - la sua metà della porzione del castello e corte con terre, sedimi e uomini per £ 233. Cioè la quarta parte di tutto il castello circondato da mura e da fossato e con la cappella ivi fondata in onore di S. Archelao e l'avvocatizia (patronato) delle altre cappelle dovunque fossero, pertinenti alla stessa corte.

- Al 15 di maggio 1158 lo stesso Nicolò vendeva l'altra sua metà al predetto monastero ed a Tebaldo e Boccadoro fratelli Canevanova per lo stesso prezzo (£ 233).

 

Il 2 maggio 1162 Sisto e i suoi figli Nicolò e Gualtiero viventi con la legge longobarda vendevano al Monastero del Senatore di Pavia la 24^ parte del castello, torre, villa ed annessi, precedentemente acquistata da Bergonzio di Dorno.

 

Nel 1164 l'imperatore Federico Barbarossa tolse il castello di Mondondone dalla proprietà del Comune di Tortona, alla proprietà della città di Pavia. Pertanto il comune di Mondondone si staccò dal tortonese per essere incluso nell'Oltre Po Pavese.

 

Il 14 febbraio 1171 Pepino di Cremona vendeva ai figli di Pietro Cane  la 24^ parte del castello, torre, villa ed annessi.

 

Nel 1183 la pace di Costanza, preceduta dagli accordi tra i Comuni e Federico I, noti come Pace di Montebello per essere stati stipulati "in territorio Papie in campo subtus Montebellum", concluse le lotte tra le città italiane e la Germania. I Comuni di Mondondone, Retorbido e Murisasco iniziarono a reggersi autonomamente con propri statuti e magistrati.

 

Il castello di Mondondone essendo corte era sede di un notaio; la sua guarnigione difendeva Codevilla che, essendo Pieve, vegliava spiritualmente anche sulla chiesa di Mondondone.

 

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Il secolo XIII

 

Questi signori Cremona erano della Famiglia Della Torre come appare da un atto del 1209, riferito dallo storico Robolini.

 

Nel 1248 un istromento legale indica che il castello con le sue pertinenze era posseduto per metà dal Monastero del Senatore di Pavia e per metà dai signori Canevanova.

 

Il 21 ottobre 1268 il podestà dei militi di Pavia assicurava il Monastero che nessuno dei suoi militi avrebbe più danneggiato Mondondone.

 

Il 20 dicembre 1268 la badessa Felice del Monastero del Senatore nominava Rolando di Canevanova podestà e rettore del paese di Mondondone.

 

Nel 1279 Guglielmo Cirimeo Vicario del Podestà di Pavia ordinava ai consoli, al consiglio ed al Comune di Mondondone di riconoscere come podestà Giorgio Carbone eletto dal Monastero del Senatore. Infatti, essendo il castello di proprietà per metà dal Monastero del Senatore e per metà dai Canevanova, essi si erano accordati di eleggere un anno ciascuno il podestà. Ma i Canevanova pensavano di eleggere per due volte consecutive. Cosicché le monache si erano rivolte al Podestà di Pavia per fare ricorso, vinto in tale anno.

 

Nel 1290 il Comune di Pavia aveva alienato i beni di Mondondone per cui il Vescovo di Pavia Corrado Beccaria lottò strenuamente per mantenere le pertinenze del suo vescovato.

 

Il 7 giugno 1298, una sentenza del Podestà di Pavia, ordinava alla Comunità di Voghera di non danneggiare gli uomini di Mondondone poiché erano sottoposti alla giurisdizione del Monastero del Senatore e di conseguenza concedere loro di muoversi liberamente tra Mondondone e Voghera e viceversa.

 

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Il secolo XIV

Nel 1315 Matteo e Azzone Visconti con l'aiuto dei Beccaria presero Mondondone e lo fortificarono.

 

 Il 29 maggio 1316 Galeazzo II Visconti ordinava al Podestà di Mondondone di rafforzare le mura, il castello ed il borgo.

 

Nel 1317 scoppiò la guerra tra Galeazzo II Visconti e Giovanni II Marchese del Monferrato. Le sue truppe mercenarie assediarono il Castello di Mondondone che dovette cedere, unitamente ai castelli di Nebbiolo, S. Antonino, Barisonzo, Fortunago ed altri. Successivamente Luchino Dal Verme lo recuperò dopo breve tempo.

 

Nel 1322 era comandante militare il vogherese Filippo Medici.

 

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Il secolo XV

 

Nel 1412 il duca di Milano donava Mondondone in feudo a Rinaldo Beccaria per compensarlo dei suoi servigi.

Gli Sforza succeduti ai Visconti mantennero il feudo di Mondondone nel proprio territorio di giurisdizione.

Nell'Archivio di Stato di Milano si trova il manoscritto del giuramento di fedeltà di Manfredo e Rinaldo Beccaria al duca Galeazzo Maria.

 

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Il secolo XVI

 

Nel 1516 il Trattato di Noyon riconosceva l'occupazione francese del Ducato di Milano ed i relativi territori dell'Oltrepo Pavese tra cui Mondondone.

 

Nel 1526, in seguito alla sconfitta di Francesco I di Francia a Pavia (1525), con il Trattato di Madrid la Francia rinunciava ad ogni pretesa sul territorio italiano. Così i borghi dell'Oltrepò passarono, con il Ducato di Milano, sotto l'impero spagnolo di Carlo V.

 

Nel 1537 il registro del focatico (recensione delle famiglie, chiamate fuochi) censiva 41 fuochi a Mondondone, ben 4 in più di Codevilla. A Mondondone risiedeva la famiglia del Podestà messer Francesco Palma, due notai della  Benedetto e Geronimo Dal Pozzo e due sacerdoti, il Curato Bernardo Corteso e il cappellano Zolmi.

Esisteva anche un'osteria, cioè ristorante con albergo.

 

Tra il 1554 e il 1556 Carlo V abdicò tutti i regni in favore del fratello Ferdinando e del figlio Filippo. A quest'ultimo fu assegnata la corona italica, nei cui territori era compreso anche Mondondone.

 

Il 13 gennaio 1570 Aurelio Cataneo vendette a Tomaso de Meda una proprietà posta "in giurisdittione di Mondondone" (archivio di Stato di Voghera).

 

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Il secolo XVII

 

Alla morte di Aureliano Beccaria, senza prole, la Camera Ducale assegnò nel 1610 il feudo di Mondondone a Giovanni Battista Beccaria con il titolo di conte, unitamente a Codevilla ed altri luoghi.

Quando il Vogherese passò sotto i Savoia, Voghera fu costituita provincia e il feudo di Mondondone fu incamerato da Voghera. Mondondone divenne capoluogo del grosso comune che comprendeva gli abitati di Codevilla, Garlassolo, Casareggio, Rasei, Piana, S. Antonino, Torrazza, Trebbio, Pragate, Mogliazza (Mogliasco), Cedé, Riccagioia, Maresco, Castellazzo, Nebbiolo (Nebiolo), Murisasco (Muriasco), Case di Bertuggia.

L'abbandono dell'antico castello ne causò la rovina e in seguito la scomparsa.

 

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Il secolo XVIII

 

All'inizio del Settecento si ebbe la guerra di successione spagnola che portò a sconvolgimenti militari nel nostro territorio.

 

 

Nel 1703 l'Oltrepò fu scorporato dal Principato di Pavia e annesso al Piemonte, con il Trattato di Torino.

 

 

La pace di Utrecht del 1713 assegnò l'Oltrepò all'Austria tra cui Mondondone.

 

 

 

Abitato di Mondondone nel foglio di mappa del Catasto del 1723

 

 

Nel 1743 il Trattato di Worms assegnò la provincia di Voghera ai Savoia che ne presero possesso nel 1744.

 

Nel 1748 la Pace di Aquisgrana sancì definitivamente il possesso dei Savoia.

 

 

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Il secolo XIX

 

Nel 1802 la Napoleone proclama l'annessione del Piemonte alla Francia, fatto che comportò il totale cambiamento del sistema amministrativo, l'obbligo del francese negli atti pubblici e la leva militare obbligatoria.

 

 

Garlassolo

Le frazioni di Garlassolo Inferiore e di Casa dei Frati furono staccate nel 1924 e unite alla Parrocchia di Codevilla.

Nelle carte antiche di Garlassolo, il toponimo è scritto Carlasco o Carlasio, nome che deriva da Car cioè "monte", di origine ligure ed è più antico del nome di Mondondone.

Negli atti di S. Bovo è chiamato castrum.

Nel 982 Gandolfo e sua moglie Algarda donavano beni posti in Garlassolo all'abbazia di S. Maiolo.

Nel 1114 Benzone e fratelli donavano la terza parte della Cappella di S. Stefano di Garlassolo.

Anche nel 1140 i medesimi Benzone e fratelli donavano allo stesso Monastero un'altra terza parte.

Nel 1153 questa chiesa era intitolata a S. Stefano ed a S. Agnese ed era interamente di proprietà del suddeto Monastero.

Nel 1229 il Capitolo dei Canonici di Pavia affittava a Giovanni di Alinerio di Mondondone una villa in Garlassolo.

Anche il Capitolo di Tortona e l'abbazia di S. Marziano possedevano beni in Garlassolo.

 

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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni  (webmaster)

C. Goggi - Per la storia delle parrocchie della Diocesi di Tortona - 1967.

G. Garbi - C. Scrollini - Codevilla e la Pieve Scomparsa - 2000