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| settimanale della Diocesi di Cesena-Sarsina |
Anno XXXIV - n. 9
9 marzo 2001
La
trasfigurazione è narrata da tutti e tre i Vangeli sinottici, ma da angolature diverse.
Luca la colloca dopo la
professione di fede di Pietro e il primo annuncio della passione. La vede come preparazione alla stessa, ormai vicina.
Anche Matteo la presenta dopo la professione di fede di Pietro e il suo primato e ne fa una
proclamazione di Gesù come nuovo Mosè.
Marco vede in essa una
manifestazione del Messia nascosto, in linea con il "segreto messianico", caratteristico del suo vangelo.
Questa scena di gloria è la
conferma, da parte del cielo, dell'identità trascendente di Gesù, proclamato Figlio di Dio, l'Eletto. superata l'analoga proclamazione avvenuta durante il Battesimo, al Giordano. Qui viene coinvolta anche la sua corporeità:
"Il suo volto cambiò d'aspetto"; momentaneamente, la gloria, cioè il fulgore della sua
divinità che uguaglia Gesù al Padre risplende sul suo volto. In Luca tale manifestazione è connessa con
l'esodo, la "la sua dipartita" che avrebbe portato a compimento a
Gerusalemme dove il mistero della sua per- sona si sarebbe svelato pienamente attraverso la sua passione, morte, resurrezione e ascensione in cielo.
Di questo parla con Mosè ed Elia, che rappresentano tutta la Legge e i Profeti; il suo viso
raggiante ha un parallelo con quello di Mosè che scende dal Sinai, ma mentre Mosè riflette la luce di Dio, Gesù riflette la propria.
Tutto accade alla presenza di Pietro,
Giacomo e Giovanni che, pur oppressi dal sonno, tuttavia vedono la sua gloria.
La loro oppressione più che
dovuta al sonno, è dovuta alla loro ottusità mentale che scomparirà solo quando riceveranno da Gesù
Risorto il dono dello Spirito Santo.
Pietro fa, a nome di tutti, un
intervento fuori posto, proponendo una soluzione che perpetui quella condizione paradisiaca,
cancellando del tutto la croce. La voce del Padre interpreta il senso della trasfigurazione di Gesù. Egli è
"l'Eletto' (non "il diletto"), per indicare che Lui è il
"Servo di Javhè", sofferente e crocifisso di cui parla il profeta Isaia (cap. 52).
"Ascoltatelo": è l'invito ad ascoltare l'inviato di Dio che porta a compimento la legge e i Profeti.
"Egli trasfigurerà anche il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo
glorioso" (Fil 3,21).
Ancora oggi, Signore, continui a trasfigurarti davanti a noi nelle persone delle migliaia dei tuoi
martiri, sia di quelli morti per Te che ti hanno conosciuto per nome, sia di quelli arrivati a Te attraverso il sacramento del fratello senza averti mai conosciuto. La tua veste
divenne candida e sfolgorante; la loro è diventata rossa per il sangue, ma sfolgorante come la tua.
Continua a trasfigurarti davanti a noi attraverso loro e la loro
presenza in ogni Chiesa ci incammini più celermente verso l'unità.
Piero Morigi
Questa pagina è stata aggiornata il 17/03/01. |