Nel 1926, parroco Giuseppe Bozzani,
si iniziano sistematici lavori di
restauro, diretti dallingegnere Guido
Guidetti; si tratta purtroppo di un
restauro condotto col metodo della
restituzione stilistica, propugnata
da Viollet-le-Duc e portata avanti
successivamente da altri, ne citiamo
uno tanto per restare
in area padana: Alfonso Rubbiani. Si abbassa il pavimento di ventisei centimetri, non sulla scorta di tracce probanti, ma solo perch�"la bassezza delle navate esterne, la larghezza da esse date alla Chiesa intera lo esigevano" (33), si badi bene che per larticolista le "navate esterne" altro non sono che le ex cappelle laterali! A proposito dellinvenzione della facciata: "Il complesso della facciata es.eguita dalla Ditta Cooperativa Cementori di Reggio colla finezza dei lavori di cemento, collarmonia delle linee, nelleleganza delle finestre e della cartella soprastante la porta maggiore, pur essa conservatasi nellantica forma settecentesca, �rius�to di assai buon gusto" (34), risulta alla fine un eclettico connubbio di elementi manieristici e barocchi, dove si forano e si allargaiio arbitrariamente finestre solo per "dare luce ed aria" senza pensare che cos�facendo si alterava la lettura architettonica dellinterno basata su calibrati giochi di luci ed ombre. Anche la decorazione pittorica dellinterno si svolge attraverso motivi sempre in bilico tra lenfasi barocca ed il virtuosismo rococ, che nulla hanno a che fare con la sobria ed elegante architettura, ancora memore della grande stagione rinascimentale, sebbene qua e l� auspice la Controriforma, spunti anche qualche ripensamento in chiave manieristica.
Tuttavia, questa campagna di restauri ebbe un innegabile merito, forse suo malgrado. Come gi�accennato allinizio di queste note, essa mise in luce diverse parti della cappella romanica, dando cos�la possibilit�agli studiosi di poter collocare un importante ed essenziale tassello in quel complesso mosaico composto da carte scritte ed opere costruite.
