Il significato delle parole
Voglio introdurre in questo modo il nuovo corso di studi di
Religione Cattolica dell’a.s. 2006-2007.
Durante gli anni precedenti ho avvertito in modo sempre
crescente la difficoltà alla comprensione semplice
del vero senso delle parole che si usano.
Ciò dipende da molti fattori: il più impressionante e potente
contro la capacità di comprensione dei ragazzi, è dato dalla superficialità della vita e degli impegni
perseguiti. In poche parole è dato dalla superficialità di ciò che si
guarda!
Se l'uomo contempla grandi cose, col tempo diventerà grande,
se abbassa lo sguardo verso le piccolezze, col tempo diventerà piccolo come
quelle...
Ma anche se la vita ed il suo significato sono minacciati resta,
in ciascuno una grande domanda, una esigenza che non si spegne; anzi
quest'ultima, col passare del tempo campeggia sempre più prepotente nella
persona umana!
Ecco, noi vogliamo essere ascoltatori attenti di questo “cuore
umano” di questa sete dell'uomo, e nello stesso momento di tempo soddisfare la
primissima sete di ciascuno: la conoscenza.
Lo dice anche Dante Alighieri quando vorrebbe che ciascuno
salisse al livello di nobiltà di Ulisse..."…fatti
non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza…" ...
Conoscere è allora una grande esigenza del giovane!
Cominciamo con alcune parole, andiamo a vedere il loro
significato profondo, semplice; non sono parole qualunque ma quelle che
coinvolgono di più aspetti importanti del vivere, degli ideali e dei destini
degli uomini.
Cominciare questo corso vuole anche dire affrontare le dovute
spiegazioni che mettano in chiaro la decadenza nell'uso dei significati.
Cominciamo con una parola che ho usato nel testo appena
scritto:
Semplice: è il contrario di doppio. Una persona
semplice dovrebbe essere una persona sincera,
ben disposta nei confronti di ciò che incontra... Vuol dire anche intero, nella più ampia accezione del
termine: unito psicologicamente e anche intellettualmente molto attento alla realtà delle cose.
Doppio invece significa menzognero:
“quella persona è doppia”.
Questa parola è stata portata al suo massimo livello di
significato da Gesù Cristo.
Gli evangelisti parlano spesso della semplicità, della
semplicità evangelica: “Gesù nel bel mezzo della discussione sulla
grandezza dell'uomo, prende un piccolo bambino, lo pone in mezzo a tutti e dice
le famose parole: ‘Chi non diventerà come lui non potrà entrare nel Regno dei
Cieli!’”
Indicando così la totale importanza della semplicità per
comprendere e capire le cose più grandi!
Un grande romantico tedesco di nome Novalis scrisse: “Essere semplicemente come sono i
bambini , questa è la cosa migliore! Niente è
più greve che dover portare la propria debolezza. Iddio soccorre in ogni
necessità”.
Semplice è quindi un modo di essere molto profondo; lo si
potrebbe descrivere così: “L’atteggiamento
con cui Dio crea l'uomo di fronte alla realtà”. Non riguarda un momento
solo della vita, non é un momento isolato della vita.
E' meglio considerarlo un vero e proprio metodo, un metodo con
cui l'uomo è stato fatto per incontrare bene la realtà, per avere conoscenza
della verità.
Semplicità: modo di essere che è compiuto solo in Dio.
Osservazioni in margine
Nei nostri tempi questa parola vuole dire non essere troppo complicati,
anche non essere troppo esigenti nelle conoscenze o nelle spiegazioni delle
cose...
Il rischio che si corre è quello di diventare a poco a poco “semplificatori delle cose”. Vi sono
molti esempi di ciò nelle trasmissioni televisive cosidette impegnate...Amici
di sera, Costanzo e i suoi show ecc.
Sii semplice! Ecco questa piccola frase che secondo il
nostro secolo vuol dire: “Dai, non
fare il difficile!”
Ma questo non è il suo vero
senso!
La seconda parola che voglio trattare è
Affezione
Questo termine è già conosciuto dalla maggior parte di voi.
Ora voglio decifrarlo ben bene: si può dire che l'affezione è
la capacità dell'uomo di aderire alle cose.
Questa è una grandissima cosa che deve essere rispettata
moltissimo; la sua importanza è colossale nel campo della conoscenza; infatti
senza affezione non si può conoscere bene nessun essere.
L'affezione occupa una parte centrale della ragione.
Anzi possiamo dire che attraverso questa capacità la ragione
dell'uomo trascina con sé tutta la persona, tutti i fasci di interesse della persona
nell'atto della conoscenza!
E' quindi una capacità nobilissima ed efficacissima!
Ma c'è anche un altro riscontro che riguarda questo tema a noi
molto caro dell'affezione : modo vero di ragionare.
Non può essere veramente corretto il modo di ragionare se non
è sorretto da una grande affezione.
Un buon pensatore dei nostri anni dice: “…la ragione, nel suo
vero uso, non può non essere sempre la sorgente di una grande e vera affezione…”
Anche per gli adolescenti ciò è assolutamente vero! Non può
esserci buon allievo se non chi ha una buona sorgente di affezione.
Anche per lo studio in generale tutto questo si avvera in modo
determinante.
Noi vediamo questo nei compagni in cui c'è più impegno con tutto:
in loro la conoscenza è più chiara e più facilitata.
Si può coniare lo slogan seguente: “una grande affezione aiuta
la ragione, una debole affezione frena la ragione!”
Qui però non ci sarà bisogno dello psichiatra. ma di genitori
sinceri, attenti e con animo grande e generoso verso figli! Questo basta!
Osservazioni in margine
Questo termine che abbiamo visto essere molto nobile ed
importante per l'animo umano e per l'uomo in genere come viene trattato oggi? Come
viene insegnato?
Anzitutto dobbiamo registrare una sua dequalifica: viene usato
solo nella sfera dei sentimenti! Niente di più falso e più incompetente!
Questo termine non riguarda la sfera emotiva ma la sfera del
"patire". Così dicono anche tutti i grandi filosofi e partire dal
grande Aristotele fino a noi.
Così anche ciascun giovane può correggere i grandi che magari
non sanno bene l’origine storica delle parole che descrivono le capacità
dell'animo umano come questa che stiamo trattando noi!
Perché viene insegnato con solo questa accezione riduttiva?
Possiamo dire che i maggiori responsabili di questa decadenza
sono i giornali, settimanali e mensili in cerca di "sensazioni" o
notizie per vendere a tutti i costi.
In questa spasmodica ricerca tutto diventa buono per mere di
guadagno, anche i più ricchi sentimenti e le più belle capacità dell'uomo!
Perciò l'affezione viene mercificata nella sfera del “sesso a
buon mercato”!
I responsabili sono i giornalisti di bassa caratura dei
settimanali più venduti. Voi potete dire che c'è anche una responsabilità di
coloro che comperano tale merce: vi do ragione; rimando però la spiegazione più
avanti nel programma.
La terza parola del corso è Libertà
Anche questa é una parola assai impegnativa, soprattutto per
chi è giovane oppure conserva nella vita tutta quell'energia conoscitiva e di
decisione per ciò che è bello: caratteristica dei giovani degni di questo nome!Per
tutta la storia cristiana
Per la tradizione cristiana si può definire così questa decisiva
dimensione dello spirito umano: “Libertà è quel livello della natura in cui la
natura diventa capace di rapporto con l'infinito”
In questo grandissimo slancio sta tutta la capacità di ogni
uomo di “compiersi”, cioè di poter guardare veramente verso il suo "fine
ultimo", il suo destino vero. Tutti voi potete ricordare ora “L'Infinito”
di G. Leopardi, oppure tante terzine di Dante il quale non perde occasione per
ricordare all'uomo questo suo magnifico viaggio: “chi segue sua stella non fallirà
glorioso porto”
Quindi la libertà è un continuo andare verso ... :”andare
verso ciò che spinge verso il giusto ed il bene!” A questo punto ridiventa
chiarissimo il fatto di Gesù Cristo che ha messo la libertà in rapporto col
vero! Perché? Perché nella libertà acquista grandezza il fatto di decidere:
bisogna decidere con che cosa stare, chi o che cosa seguire. Nella libertà è
contenuto un “seguire”.
Ecco che si fa strada il concetto di libertà che vuol dire
adesione e non di libertà come viene tradotto oggi in moltissime occasioni.
Osservazioni in margine.
Il concetto di libertà che passa per la maggiore nelle aule di
scuola è il seguente:”fare ciò che si vuole”, “fare ciò che si sente giusto”, “fare
secondo il proprio parere....”ecc.
Ora, riflettendo bene, così come ci siamo abituati a fare
durante le ore di Religione Cattolica, dobbiamo subito osservare uno scadimento
di intelligenza assai grave: infatti tutti noi sappiamo che se uno fa ciò che
vuole, impone se stesso, senza rispetto per le circostanze.
Faccio quello che voglio è la frase della violenza.
Ci chiediamo: come si fa a scambiare la violenza per libertà?
Pensiamo ad uno studente che "fa ciò che si sente"
con le ore di studio, con la ragazza, con i genitori, con i propri impegni un ragazzo che va dietro ai
propri “umori” lo chiamereste libero?
Possiamo fare molti esempi anche per quella definizione che
dice: “libertà è fare secondo il proprio parere”.
Dovremo però considerare attentamente la differenza tra il
parere circa una cosa, un fatto, e la verità di quella cosa o di quel fatto.
Ma questo argomento l'abbiamo già trattato lo scorso anno.
Allora si disse un'idea molto valida per oggi: bisogna sempre confrontare i
parere con una unità di misura o con una unità di giudizio.
Per sapere il valore del proprio parere bisogna avere ben
presente qualcuno, o il proprio punto di riferimento!
Ovvio che non può essere il parere stesso!!!
Se ci si confronta solo col proprio parere si cade in un
brutto circolo vizioso. Circolo vizioso: circolo che fa sbagliare! Per ora
basta; tutto ciò mette in chiaro che il concetto forse più maltrattato di
tutti, nei nostri tempi è proprio quello che riguarda la libertà.
Nell'epoca presente infatti non si mette la libertà assieme
alla Verità, ma, a seconda dei casi, assieme alla sensibilità, o alla potenza,
o alle idee, o alla sensualità, ecc.
Non sono certamente cose negative o da censurare; qui si vuole
solamente dimostrare che tutte queste non sono un buon supporto per la libertà
umana.
Queste non sono buone "stelle" per arrivare ad un “glorioso
porto” bensì furbesche sostituzioni ( in termine tecnico si chiamano
"sublimazioni") della più impegnativa prova della Verità.
Sotto accusa ora potremo mettere oltre ad Amici di sera e
Costanzo , tutte le telenovelas e fate
voi il resto...
La quarta parola del corso è: Il Male
Molti scrittori impegnati e non, hanno molte volte detto che viviamo in
un'epoca che non sa più distinguere il bene dal male.
Che cosa vogliono dire esattamente?
A chi parlano?
Chi hanno in mente quando dicono così? I giovani o piuttosto
se stessi?
A voler ben guardare si direbbe, che si riferiscano molto di
più a se stessi che ad altre persone, ma poiché dobbiamo tornare al nostro tema
diremo subito che, in generale, è Male ciò che è contro la vita dell’uomo.
Concetto molto vero ma troppo vago. Dobbiamo perciò tentare
maggior precisione.
Anzitutto bisogna sapere che esso è un concetto presente in
tutte le culture umane, dalle più primitive alle recentissime
Già nei primi tempi della riflessione l'uomo si perse nelle
lunghe ed. imperfette ipotesi fatte per capire meglio il grande problema: perché
c'è il male?
Dalla dottrina di Zoroastro in poi ci furono tutte le dottrine
dualistiche, o dei due principi primi che non si possono eliminare il Bene ed
il Male
L'uomo non seppe spiegare e allora mise in cima alla scala del
sapere le due cose in grave contrasto.
Fino al sorgere del pensiero della Grecia queste teorie
dilagavano nel mondo di allora.
Poi da Platone circa, si cominciò a, considerare meglio il
problema.
Arrivò il Cristianesimo che gettò una luce risolutiva sul Male
e sul Bene; anche S. Agostino, già prima della sua conversione, sostenuto dalla
sua intelligenza e dalle sue conoscenze, riuscì a comprendere che il
"dualismo" era un inganno ma il cammino cristiano diede una visione
bellissima a tutto quanto il problema.
Sorse così un complesso di tesi molto ricche che durò, fino al
17° secolo.
Poi tutte le teorie fecero i conti con la corrente dell’
illuminismo e anche con l'idealismo.
Ma anche a costo di violente polemiche su questo punto, la
visione cristiana fu sempre vincente.
Cosa è il Male? E' l'uso di ogni cosa contro la sua propria
natura.
Nasce dalla libertà dell'uomo, o dell'essere che è stato
creato libero ed inviolabile.
Tra gli uomini il male è un uso sbagliato della misura, o del
criterio che ci è stato dato da Dio per comprendere e capire approfondendole
tutte le cose, dalla propria vita in poi.
Lo afferma. Gesù nel
Vangelo:”State attenti a come giudicate, perché. con la misura che usate così
sarà misurato a voi”...
Ecco l'importanza del criterio di giudizio. L'uomo cioè non può
pretendere di piegare ai suoi interessi o ai suoi vantaggi tutta la straripante
ricchezza della vita, delle cose, dei fatti, dell'universo ecc. come se fossero
tutte cose più piccole di lui stesso.
Ecco la grande presunzione, sorgente di ogni male.
C'è' anche un primo maledetto esempio di questa libertà usata
contro natura.
Anche qui ci sorregge il Vangelo. E' l'esempio di Satana. Gesù
sapeva molto chiaramente della sua esistenza. E' il calunniatore, il
sovvertitore, o come dice la parola greca “diavolo”, "confusionatore"
colui che porta confusione nella vita e nella storia.
Il Diavolo ha usato la libertà totalmente contro la sua natura:
fatto per Dio ha deciso di essere contro Dio.
Noi dobbiamo fare sempre il contrario!
La quinta parola del corso è:
Essa possiede una importanza quasi unica per il cammino
dell'uomo.
Che cosa deve stabilire la morale?
Essa stabilisce il rapporto tra un'azione che viene fatta e
l'utilità di quest'ultima con tutto l'universo di riferimento che questa azione
ha. Si può anche dire: la morale stabilisce il rapporto tra una azione
particolare e la totalità; oppure il rapporto tra la mia azione ed il
significato ultimo di tutto!
Quello che stabilisce la morale
è allora, un ATTO MORALE
Dicesi Atto Morale quell'azione che rispetta tutti i fattori
in gioco di una data realtà (es: amore tra un ragazzo e una ragazza.)
Da questo si apprende bene che l'inizio della morale non è
dato da regole ma da un giudizio della ragione, da un giudizio di valore che viene espresso dalla
nostra ragione che valuta l'orizzonte dentro il quale tu devi porre l'azione.
Bisognerebbe fermarsi molto tempo su questo argomento perché
nella nostra epoca si confonde la morale con la legge morale o, che è peggio,
semplicemente con la legge.
Quindi la ragione valuta…c'è un livello così potente e così
bello di questo giudizio dì valore che arriva alla soglia dei giudizi più veri,
più delicati e certi dell'umana capacità: questa soglia è data dall'amore...
Si può dire che l'orizzonte definitivo che stabilisce la
morale è dato dall'amore.
Se si vuole esprimere più sinteticamente tutto ciò si deve
cominciare ad ammettere che la morale ha come sorgente un orizzonte d'amore
riconosciuto e non le regole!
Su questa differenza si
affermano persone libere e gran di oppure tiepide e meschine, infarcite solo di
regole e di meccanismi.
Anzi devo aggiungere che coloro i quali confidano nelle
regole, prima o poi, senza alcuna eccezione cadono preda dei comportamenti
approvati dalla cultura dominante!
Ricordo che la cultura dominante serve sempre un potere e mai l'uomo
in quanto tale!
La morale è quindi una ricca sorgente di azioni valide e belle
e questa, sorgente è dentro di noi!
Certamente esiste anche la codificazione, l'elenco già fatto
di tutte le azioni che via via gli uomini hanno scoperto vantaggiose e buone
per tutti, ma ciò non deve mai farci dimenticare che per morale si intende
prima di tutto una forza in noi!
Osservazioni in margine.
Dobbiamo chiederci perché mai la morale fa così paura nella
nostra epoca. Come mai? Da che cosa dipende il fatto che coloro che sono
veramente sulla strada del male trovino tanta difesa da parte dell'opinione
pubblica?
Vediamo che avviene così per le persone di successo:... come
Alba Parietti ,Sharon Stone, Madonna, gli omosessuali che hanno però molti soldi,
gestori delle discoteche dove si commerciano tutti i tipi di droghe.
Come mai se le medesime cose vengono fatte da persone singole,
non famose, non ricche, non partecipanti del Jet Set, queste vengono arrestate
e fatte passare per criminali? Da
arrestare!
Non solo la morale cambia,
ma cambia anche la legge!
Leggendo i giornali o ascoltando programmi televisivi si
possono raccogliere prove e documentazioni a non finire di tutto ciò!
Ci risparmiamo, per
questa volta, l'elenco dei programmi che potrebbero essere da noi incriminati
per oltraggio, e non solo al pudore, come si suol dire...
Noi terremo quindi, con molto coraggio ben distinto il fatto
della sorgente della morale, dalla casistica e anche dall'opinione comune
dominante degli stati e delle leggi interne ad essi!
Ricordiamo che la parola Morale deriva dal latino e la radice latina
significa: fatto che si riferisce al comportamento: mos moris costume, comportamento
La sesta parola del corso è
Questa è una parola che porta un significato indispensabile
per la vita dell'uomo, specie per i giovani. Del resto è una parola chiave per
il mondo della cultura, della conoscenza, e se fossimo in un popolo assolutamente
maturo, sarebbe importantissimo per
l'esperienza.
Come tutti i termini importanti anche quello di “Critica”è
stato sottoposto al ‘gioco delle parti’; è il gioco che gli uomini tentano con
i significati della vita e, quindi, con le parole che più descrivono o indicano
questi atteggiamenti assai decisivi di ogni uomo.
Ognuno ha infatti sentito parlare dei “critici” in campo
letterario, in campo scientifico, in campo ideologico e in linguaggio
filosofico. Cosa dice la critica di Leopardi? Chi non si è sentito rivolgere
questa domanda o domande simili a queste, durante il suo curriculum scolastico?
Critica vuol dire: guardare bene in faccia le cose. Si
potrebbe paragonare questa parola. con
quella. più moderna, molto più moderna, di 'replay ' tecnica usata per rivedere
le azioni decisive di una partita di calcio, di tennis, ecc . E’ una tecnica che serve per vedere chiaramente, permette di criticare,
vedere bene tutti gli aspetti di una cosa, mettere in chiara luce; quando le cose
si assommano una con l’altra o sull'altra fare chiarezza separandole, per
meglio vedere dopo, le combinazioni. Critica presuppone un occhio attento,
vigile, sveglio! Quindi questo termine non ha in se stesso nulla di avverso,
nessun concetto che mette "contro", che oppone qualche cosa a, qualche
altra cosa. E’ un termine solare, pacifico, che si rivolge alla piú bella delle
disposizioni dell'anima: comprendere pacificamente, con cognizione di causa! Gesù
fa dipendere molte cose da quest'occhio vigile; infatti nel Vangelo insiste
molto sulla vigilanza che tutti devono avere se vogliono prendere, catturare i
fatti nella verità. Vediamo: “state attenti, vegliate, perché non sapete...”(Marco
13,33 e sgg.) ...”Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora” (Matteo
25,13). In questi brani Gesù insiste sul tenere "ben aperti gli
occhi" per capire perfino ciò che è più misterioso nella, vita, figuriamoci
ciò che dipende da una nostra attenzione.
Comunque è importante notare che Gesù mobilita, vuole che
tutta la genialità dell'uomo sia sempre impegnata in una bella ricerca! Noi
possiamo anche dire che critica è allora la capacità della ragione
dell'uomo protesa a scoprire tutte le
cose nella loro bellezza nella loro chiarezza.
Anche Dante ci aiuta: "ciascun confusamente un bene apprende nel
qual si quieti l'animo e disira
perché di giunger lui ciascun contende…” (Purgat. Canto 170;
127‑29).
Secondo Dante tutti gli uomini devono farsi aiutare dalla capacità
di “critica” per apprendere quel bene che significa pace e felicità! L’uomo
deve scoprire i valori delle cose: la loro bellezza, ed il loro limite! Bisogna
vegliare ma, anche vagliare bene!
Cosa vuol dire vagliare? Vuol dire passare al setaccio cioè
andare a vedere il valore!
Tra le altre cose, bisogna dire che la parola italiana “critica"
deriva da una greca che vuol dire proprio setacciare. Saper dividere le cose
che valgono da ciò che si deve lasciare perdere. A maggior ragione per ciò che
riguarda da vicino la vita della persona!
Krineìn: ecco il verbo greco!
Osservazioni in margine.
Il significato normale che viene dato a questa parola nella
scuola e nella vita è semplicemente da buttare via! Infatti vuol dire andare
contro qualcuno! Il termine ora possiede un significato negativo! Non bisogna
usarlo così ma ritrovare subito il suo senso nobile! La critica è importante perché
descrive la posizione del genio dell'uomo che è al lavoro. Non c’è ombra di
contrapposizione di sorta ! La televisione specialmente nelle trasmissioni più impegnate
e politicamente impostate ci ha insegnato questa “deriva” linguistica del
termine così importante per l'uomo! Così avviene che alcuni alunni di ogni
classe copino come atteggiamento queste insincere applicazioni di linguaggio,
scimmiottando i conduttori più alla moda e più malsani! Invece di approfondire
i valori diventano così reattivi non coscienti di ciò che si dice; col tempo
cattivi ed “infedeli alla realtà” dei fatti e delle cose!
Possiamo guardare