IL METODO DELLA METAFISICA
La
questione del metodo è già implicita nella questione del punto di partenza della
metafisica,ma è opportuno affrontarla anche esplicitamente e direttamente. E quanto
faremo brevemente in questo capitolo.Del metodo della filosofia ci siamo occupati anche
nel trattato sulla "Logica". Qui riprendiamo e approfondiamo quanto abbiamo
detto in quel contesto. Vediamo anzitutto che cosa si intende per metodo.
Che
cos'è il metodo
Il
termine metodo" proviene dal greco (methodos) ed etimologicamente
significa "proseguimento", via", "percorso" e quindi sforzo per
raggiungere un fine. In Aristotele methodos vuol dire semplicemente "ricerca";
talvolta viene usato anche come sinonimo di teoria.
Nell'uso
che ne fa il linguaggio comune la parola metodo indica il modo di procedere
secondo cui vengono eseguite attività di pensiero o delle serie di azioni. Nella parola
"metodo" è sempre implicita l'idea di "una direzione definibile e
regolarmente seguita in un'operazione intellettuale".
Un
procedimento metodico interessa sempre un processo complesso, che viene condotto in modo
consequenziale e con uno scopo prefissato in tutti i suoi singoli stadi. Nel caso di
azioni compiute involontariamente e condotte in modo arbitrario e incontrollato si può
dunque parlare di metodo solo in senso metaforico. In senso rigoroso si deve dunque
intendere per "metodo" un modo di procedere coerente che viene applicato per
raggiungere un fine determinato.
La
scienza, qualsiasi scienza, è per definizione metodica: si tratta infatti di uno studio
metodico e sistematico di qualche sfera della realtà.
I
metodi della metafisica
La
questione del metodo della metafisica ha appassionato da sempre tutti i cultori di questa
disciplina. Di volta in volta ad essa si è applicato quello che veniva considerato il
metodo migliore.
Così,
per Platone il metodo migliore è la dialettica: è attraverso il dibattito, la
discussione tra i rappresentanti di opposte opinioni che si avanza verso la verità. Per
contro Aristotele che dà alla scienza una struttura logica, rigorosa, applica
anche alla metafisica il metodo dell'argomentazione dimostrativa e del procedimento
sistematico.
I
neoplatonici
si avvalgono del metodo assiomatico-deduttivo, che sulla base di pochi principi
consente loro di ricavare tutto il loro sistema metafisico. S. Tommaso, come vedremo
meglio più avanti, ripropone il metodo analitico e risolutivo, che va dagli effetti alle
cause sulla base di determinati principi e mediante argomentazioni dimostrative.Nell'epoca
moderna, che non è soltanto l'epoca della scienza ma anche della metodologia, assistiamo
all'elaborazione di molti nuovi metodi e alla riformulazione di alcuni antichi. Bacone nel
Novum organon presenta il metodo induttivo; Cartesio nel Discorso sul metodo ci espone il
metodo dell'analisi e della sintesi; Spinoza nella sua Ethica more geometrico demonstrata
applica il metodo della deduzione assiomatica; Hume nel Trattato sull'intelletto umano
introduce il metodo dell'associazione delle idee; Kant nella Critica della ragíon pura
elabora il metodo trascendentale; Hegel nella Scienza della logica ripropone il metodo
della dialettica; Husserl nelle sue Idee per una fenomenologia pura definisce il metodo
fenomenologico; mentre Gadamer in Verità e metodo fornisce i criteri della nuova
ermeneutica.Come si vede, praticamente i metodi adottati riguardano direttamente la
metafisica che viene proposta e la possibilità stessa della scienza metafisica.
D'altronde le vie condizionano necessariamente i risultati, mentre per un altro verso il
traguardo che si intende raggiungere predetermina anche la scelta della via.
Il
metodo di S. Tommaso
Del
metodo della metafisica S. Tommaso si occupa espressamente commentando il De Trinitate di
Boezio e dice che esso si articola in due momenti principali: risolutivo e compositivo.
Il primo pratica la via ascendente (è il metodo dal basso): risale dagli enti
particolari alle cause universali; dalle determinazioni concrete all'essere stesso,
oppure dal contenuto di una cosa ai suoi presupposti necessari. Il secondo momento,
quello compositivo, procede in senso inverso,cioè discendente (è il metodo dall'alto):
discende dalle cause universali, dall'essere in quanto tale, agli enti e alle cause
particolari, sviluppando le implicazioni contenute nella realtà suprema. Ecco come si
esprime S. Tommaso al riguardo:"Il processo raziocinativo può assumere due
orientamenti: compositivo, quando procede dalle forme più universali a quelle meno
universali (particolari); risolutivo, quando procede nel senso inverso. Infatti ciò che
è più universale è più semplice. Ora è universalissimo ciò che appartiene a ogni
ente. E perciò il termine ultimo del processo risolutivo in questa vita è lo studio
dell'ente e di tutto ciò che gli appartiene in quanto ente. E queste sono le cose di cui
si occupa la scienza divina (o metafisica) ossia le sostanze separate e tutto quanto è
comune a tutti gli enti. Dal che risulta che l'indagine metafisica è massimamente
speculativa (intellectualis).
Quello
proposto da S. Tommaso è un metodo che parte dal concreto, gli enti, e non da idee
astratte; parte dall'esperienza e non dalla visione di verità eterne.
Si
può dire che all'inizio della sua "navigazione" metafisica S. Tommaso pone un
momento fenomenologico. Infatti nella sua indagine metafisica egli muove sempre da
un'esperienza a largo respiro che riguarda tutto il mondo che lo circonda, sfruttando al
massimo i risultati acquisiti ovunque tanto con la conoscenza ordinaria come con quella
più specializzata delle scienze del suo tempo. Questo è, per l'appunto, il momento
fenomenologico.
Poi,
quando l'esame fenomenologico gli ha fornito sufficienti informazioni sulle proprietà
degli enti, egli procede alla ricerca delle loro radici profonde, delle loro cause ultime:
è il momento risolutivo.. Questo si conclude con la scoperta dell'esistenza dell'Esse
ipsum e delle sue principali qualifiche. Conseguita la massima comprensione possibile
all'umana intelligenza dell'Esse ipsum, può iniziare la discesa e ripercorrere il cammino
in senso inverso, per analizzare più da vicino i plessi che collegano le radici del reale
con gli enti particolari e per comprendere come dalle radici tutti gli enti traggono la
loro origine.E il momento compositivo (compositio).
Il metodo di S. Tommaso è circolare come quello dei neoplatonici, ma mentre nei neoplatonici il descensus precede l'ascensus, in S. Tommaso il circolo inizia con l'ascensus e si conclude con il descensus. Così mentre nei neoplatonici l'ascensus ha una funzione eminentemente ascetica e morale, in S. Tommaso l'ascensus è una ricerca esclusivamente speculativa.
Il
metodo risolutivo-compositivo assicura alla metafisica di S. Tommaso una struttura
piramidale solida e grandiosa, in grado di abbracciare tutti gli enti, di collegarli col
loro fondamento, l'Esse ipsum, e di disporli nel loro ordine gerarchico. Nel suo lavoro
lungo e faticoso, oltre che del metodo risolutivo-compositivo S. Tommaso si serve anche
di molti altri procedimenti quali la definizione, la divisione, la distinzione, la
separazione, l'analogia, il paragone, la metafora, la quaestio, l'argomento di convenienza
ecc. Questa ricchezza e complessità della metodologia di cui S. Tommaso fa uso
nell'indagine metafisica va tenuta sempre presente leggendo i suoi scritti, se si vuole
cogliere la portata esatta delle sue argomentazioni.
La
scelta del metodo
La
scelta del metodo, del buon metodo, della giusta via è sempre un'operazione molto
importante. Questo vale per tutti i campi: per l'economia, l'insegnamento, la medicina,
l'alpinismo ecc. Così chi si accinge a compiere un'impresa alpinistica, prima studia
attentamente la montagna, ne esamina i possibili percorsi, e finalmente decide quale via
affrontare. Questo vale anche per quella grande e difficile impresa che è la metafisica.
La scelta del metodo è decisiva per la soluzione del problema metafisico. Le vie,
infatti, non sono tutte eguali, e non tutte conducono alla meta. Ci sono anche vicoli
ciechi!
Va
tuttavia osservato che gli approcci metodici e le affermazioni relative ai contenuti per
lo più si condizionano reciprocamente, e sono così strettamente congiunti l'uno
all'altro, che una separazione diventa praticamente impossibile. C'è una precomprensione
della realtà che decide in larga misura anche del metodo con cui si dovrà indagare il
problema in questione.
La scelta del punto di partenza pregiudica quindi sin dall'inizio in modo tale la direzione del pensiero che successivamente sarà ben difficile potervi porre rimedio. Tutte le correnti filosofiche quindi possono essere caratterizzate a partire dai loro approcci fondamentali da cui risultano in modo più o meno necessario le questioni particolari. Questa situazione è inevitabile, poiché ogni conoscenza richiede che ci si limiti a un determinato aspetto e che si mantenga la tematizzazione scelta. Le ricerche scientifiche debbono il loro successo proprio a questi principi metodici.
Una
cosa comunque è certa: il metodo della metafisica non può essere esattamente lo stesso
metodo di cui si avvalgono le scienze. Essa non può, infatti, mutuare il suo metodo dalle
scienze sia a causa della singolarità del suo oggetto, che non è particolare e
settoriale, né verificabile empiricamente e calcolabile esattamente, sia a causa della
singolarità del suo obiettivo che è scoprire il Fondamento di ogni essere e di ogni
conoscere. La metafisica non può, perciò, avvalersi né del metodo matematico che è
legato alla quantità, né del metodo sperimentale che è legato alla materia. Il metodo
della metafisica deve armonizzarsi con le esigenze del suo oggetto e del suo
traguardo.Nella metafisica dell'essere e della persona che noi intendiamo elaborare,
l'oggetto è l'ente in quanto ente, mentre il suo traguardo non può essere che l'Essere
stesso, perché al di fuori dell'essere non cè che il nulla.