LA LOGICA DEL CONCETTO E DEL SEGNO VERBALE
I mattoni di cui si servono tutte le scienze per costruire i loro edifici sono i concetti. Del resto, la scienza e la filosofia cominciarono a muovere i primi passi dal momento in cui i greci scoprirono il logos, il concetto, e per spiegare le cause e i principi delle cose misero in disparte il mito (che si serve di immagini e racconti) per avvalersi del concetto.
Il
passo della logica spetta pertanto al concetto. è su questo prezioso materiale che
dobbiamo concentrare anzitutto la nostra attenzione, per cercare di capire quali siano le
sue qualità e le sue attitudini e apprendere così come vada usato.
La
nozione di concetto
Premettiamo
che nel corso dei secoli il linguaggio filosofico, nella trattazione di qualsiasi
argomento, si è arricchito notevolmente. Così oggi per parlare della stessa cosa non
disponiamo più di uno solo ma di molti vocaboli, i quali tra l'altro non sono sempre
adoperati allo stesso modo dai vari filosofi. Si pensi per esempio a termini come
sostanza", "persona", "essere",
"intelletto", ragione" ecc.
Per
parlare dei contenuti iniziali della conoscenza intellettiva oltre al termine concetto
si usa con altrettanta frequenza il termine idea, il quale, disgraziatamente, è stato
reso ambiguo dalla filosofia moderna che lo adopera per qualsiasi genere di conoscenza,
incluse le percezioni dei sensi e le immagini della fantasia. Un'altra espressione usata
frequentemente dai medioevali per indicare il concetto è
species intelligibilis, contrapposta a species sensibilis. Species
vuol dire immagine, rappresentazione. Altre espressioni da ricordare sono verbum
mentale (parola della mente) e intentio intellecta (pensiero pensato). Nella nostra
esposizione, per maggior chiarezza, noi useremo preferibilmente il termine
"concetto".
Che
cosa si intende per concetto?
Qui
non affronteremo il problema dell'origine del concetto che studieremo altrove, ma
analizzeremo la sua natura e le sue proprietà.
Per
concetto intendiamo un tipo di conoscenza ben preciso, che si distingue nettamente dalle
sensazioni e dalle immagini della fantasia.
Queste, infatti, sono sempre particolari: è la sensazione di questo o quel piacere, di
questo o quel suono, l'immagine di questo o quell'altro, di questa o quella casa, di
Pietro, Paolo, Giovanni. Il concetto, invece, è
la rappresentazione universale di un oggetto. Nel concetto si coglie il piacere in
sé, il colore in sé, il suono in sé, l'albero in sé, la casa in sé, l'uomo in sé
ecc.
Il
concetto è il primo atto della mente o intelletto. Gli atti successivi sono i giudizi e i
ragionamenti,
per formulare i quali noi abbiamo bisogno di concetti. Come suggerisce la parola stessa, il
concetto è frutto di un atto di concepimento; la mente lo porta alla luce e lo apprende.
E concetto è un parto dell'intelligenza. L'apprensione è precisamente l'atto con cui
la mente coglie un oggetto e, cosi, genera il concetto.
Ciò
che caratterizza il concetto è la sua universalità: quanto è espresso dal concetto vale
per tutti e per sempre, e il concetto ha questo potere precisamente perché considera
le note essenziali che tutti gli individui debbono possedere. Grazie all'universalità
abbiamo i seguenti risultati: a) il concetto riconduce a unità il molteplice (colto
intuitivamente dai sensi), ed è esso stesso questa unità; diviene pertanto possibile
ricondurre sotto l'universale, costituito dallo stesso concetto, ulteriori dati offerti
dall'intuizione rendendoli intelligibili. Una volta ottenuto, il concetto stesso è per
sua natura "la rappresentazione possibile anche di altre e diverse cose", così
che queste cose ulteriori e diverse vengono ricondotte sotto di esso, con la conseguenza
che ciò che vale per il concetto vale necessariamente per tutte queste ulteriori e altre
cose; b) ogni concetto, essendo ciò a cui viene ricondotta una molteplicità di
"dati intuitivi" è naturalmente la sintesi di una molteplicità, cioè
delle sue parti costitutive; le parti costitutive del concetto corrispondono pertanto alle
parti che costituiscono la molteplicità originaria dei "dati intuitivi"
molteplicità che si trattava appunto di capire c) come il concetto nella sua
" totalità" possiede "universalità", così la possiede anche ognuno
dei suoi elementi componenti (ognuna delle note che lo costituiscono).
Come
ha sottolineato Cartesio, qualità essenziali di un concetto,
che sia in grado di rendere evidente il suo oggetto, sono la chiarezza e la distinzione.
"E'
chiaro quel concetto che è presente e aperto a una mente che vi attende; così come
diciamo essere chiaramente viste da noi quelle cose che, per la loro presenza all'occhio
che guarda, lo muovono abbastanza fortemente. Distinto invece è quello che, essendo
chiaro, è così nettamente separato da tutti gli altri, da non contenere in sé
null'altro affatto che ciò che è chiaro".
Chiara è una rappresentazione in generale e chiaro in particolare
è un concetto quando in generale quella e in particolare questo sono sufficientemente
determinati per distinguere l'oggetto loro proprio da tutti gli altri. Per la distinzione
si richiede di più: "distinta" è una rappresentazione in generale e distinto
un concetto in particolare, quando tutte le note contenute in generale in quella e in
particolare in questo, che insieme costituiscono la rappresentazione o il concetto
dell'oggetto in questione, sono colte per se stesse. Per il concetto ciò significa dunque
l'esigenza che ciascuna delle sue note costitutive sia colta per se stessa. ed evidente
che ciò è possibile solo grazie a un'analisi completa del concetto in questione.
Chiarezza
e distinzione sono strettamente connesse. Sicché, quanto maggiore è la chiarezza,
tanto più grande è la distinzione; per contro quanto più aumenta l'oscurità, tanto
più cresce la confusione. Per esempio, se il concetto di uomo è pensato così poco
chiaramente che in esso non viene insieme pensata quella differenza specifica mediante la
quale il concetto di uomo si distingue da quello di essere vivente in genere, in tal caso
il concetto di uomo sarà di necessità così confuso che mediante esso non sarà
possibile pensare uomo e animale come due realtà diverse. Se, per contro, il concetto di
essere vivente in generale viene pensato così indistintamente che in esso non resta
escluso ciò che appartiene solo al concetto di uomo (come differenza specifica), in tal
caso per ogni essere vivente (animale come uomo) viene pensato ciò che in realtà è
valido solo per gli uomini. In questo modo di nuovo va perduta la differenza fra gli
oggetti del primo gruppo (degli animali) e quelli del secondo (degli uomini) e alla
mancanza di distinzione si aggiunge di nuovo la perdita della chiarezza. Nel primo caso
(concetto di uomo) l'indistinzione si presentava manifestamente nella forma di una
determinazione lacunosa; nel secondo caso, invece, (concetto di essere vivente),
l'indistinzione consisteva in una forma di determinazione eccessiva.
Le
proprietà del concetto
Tutti
i concetti (idee) hanno due proprietà fondamentali: la comprensione (detta dai
moderni anche intensione, connotazione, contenuto) e l'estensione (detta anche
denotazione)
L'estensione
indica il numero di individui ai quali un concetto è applicabile.
Così, per es. l'estensione del concetto uomo è l'insieme di tutti gli uomini.
Ogni concetto è in grado di rappresentare (di "definire") una classe (che può
anche in definitiva includere un solo individuo) di oggetti (siano essi cose, sostanze,
accidenti, qualità, eventi ecc.). Si deve sempre presupporre, a tale proposito, che ogni
concetto è definito, cioè determinato da un complesso di note definitorie. Il concetto
rappresenta allora tutti quegli oggetti (la classe,appunto, di tutti quegli oggetti) i
quali contengono come proprie determinazioni le note corrispondenti (che sono le note
definitorie del concetto).
La
comprensione (intensione, connotazione) designa l'informazione concettuale fornita da
un'idea Per es., la comprensione del concetto uomo è l'insieme dei caratteri, degli
aspetti che io ho dinanzi alla mente quando penso "uomo", e cioè animale
ragionevole, libero, socievole, mortale ecc.
Estensione
e comprensione sono inversamente proporzionali: quanto maggiore è l'una tanto inferiore
è l'altra. Così per es. la comprensione del concetto di Dio è vastissima, in quanto
include innumerevoli perfezioni; per contro, l'estensione è minima perché si riferisce a
un solo individuo. Invece la comprensione del concetto di corpo è molto piccola in
quanto ci informa che si tratta di una realtà materiale; mentre la sua estensione è
enorme, perché le realtà materiali sono innumerevoli.
Ovviamente per la logica l'esame della comprensione (contenuto) del concetto deve sempre costituire il momento fondamentale; infatti la comprensione è primaria e l'estensione è soltanto una funzione della comprensione; in realtà il vero e proprio esame del numero degli individui a cui il concetto si applica e delle classi è di secondo o terz'ordine: un concetto può rappresentare una classe, solo se il suo contenuto (comprensione) è determinato.