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PRESENTAZIONE DEL LIBRO

GESÙ DI NAZARETH DI BENEDETTO XVI – JOSEPH RATZINGER

L’uscita del libro di Benedetto XVI – Ratzinger ha acceso un dibattito all’interno della comunità teologica cattolica e protestante oltreché nei pensatori i più vari. Lo stesso Autore sollecita questo dibattito dicendo espressamente che il suo libro non un è atto magisteriale e può essere controbattuto da tutti poiché è "...l’espressione della mia personale ricerca del Volto del Signore...".

Nonostante questa affermazione non si può non notare che lo scritto di Benedetto XVI si presenta come opera scientifica e testimonianza spirituale assieme.

Il libro trasmette tutto il fascino dell'esperienza particolarissima del fine teologo chiamato a diventare Successore di Pietro.

Da un lato, infatti, si tratta di un racconto pastorale che, attraverso uno straordinario commento ai Vangeli, offre un'introduzione ai principi del Cristianesimo

Il testo inoltre è un saggio che conserva la veste rigorosamente scientifica che contraddistingue gli scritti e i discorsi del Ratzinger teologo.

Le preoccupazioni pastorali e la eccezionale dottrina teologica del Papa concorrono a determinare l'assunto centrale dell'opera: la convinzione che per capire la figura di Gesù Cristo sia necessario partire dalla sua unione col Padre.
Si tratta quindi di un tentativo rigoroso che ha come centro una scelta interpretativa: l’accostamento alla figura storica di Gesù non è irrilevante per la mente ed il cuore di chi lo avvicina.

Il punto centrale del dibattito

C’è una finalità esterna dovuta all’esperienza personale di credente e di teologo: affrontare l’allontanamento prodottosi tra il Cristo della fede e il Gesù della storia, soprattutto degli ultimi decenni, dal ‘50. Si tratta di affrontare il modo dialettico (aut-aut) che ha caratterizzato la teologia della seconda metà del secolo XX, anziché quello sintetico dell’(et et) proprio di tutta la tradizione cattolica. 

Per Ratzinger, fede e ricerca critica sono complementari, non antagoniste, e il Gesù dei Vangeli è il Gesù storico.
L’accentuazione sul Cristo della fede sganciato dal Gesù della storia ha portato molti teologi ad affermare che gli evangelisti non erano assolutamente interessati a una rappresentazione di fatti storici, ma unicamente alla proclamazione di un messaggio di salvezza. Rudolf Bultmann sostiene per esempio: «Il Cristo che viene annunciato non è il Gesù storico, ma il Cristo della fede e del culto». Con una accentuazione diversa, ma negando allo stesso modo una visione storica dei Vangeli, si esprime Willi Marxsen «La comunità primitiva [...] non era interessata a raccontare chi era Gesù, ma chi è Gesù» .

All’inizio dell’esser cristiani c’è l’incontro con la Persona di Gesù Cristo: incontro qui significa ingresso di Gesù Cristo attraverso la via umana di un volto in vissuti concreti di comunione, un incontro tale da dare un nuovo orizzonte veritativo e con ciò la direzione decisiva non solo come verità ma come valore, tale per cui siamo trasformati da Lui, viviamo in Lui e di Lui nel noi della Chiesa nella continuità della sua Tradizione. La Sacra Scrittura usa tante immagini per descrivere questo incontro: la vita e i tralci ma soprattutto la comunione sponsale. E perché questo incontro possa accadere, Cristo infonde in ogni io ciò che di più intimo, di più proprio c’è in Lui, il suo stesso Spirito.

Se mettiamo da parte l’effettivo ingresso di Dio nella storia:"ET INCARNATUS EST", la fede cristiana diviene un’altra religione, qualcosa che riguarda al massimo una morale. Benedetto XVI presenta il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, come figura logica dal punto di vista storico, ragionevole, convincente e contemporaneo.

Per Benedetto XVI, nel testo biblico si trovano tutti gli elementi per affermare che il personaggio storico Gesù Cristo è anche effettivamente il Figlio di Dio venuto sulla terra per salvare l'umanità.
Passiamo più propriamente al contenuto del libro:

Basandosi sul fatto dell'intima unità tra l'Antico e il Nuovo Testamento e avvalendosi dell'ermeneutica cristologica che vede in Gesù Cristo la chiave dell'intera Bibbia, Joseph Ratzinger presenta il Gesù dei Vangeli come il 'nuovo Mosè' che adempie le antiche attese di Israele. Questo nuovo e vero Mosè deve condurre il popolo di Dio alla libertà vera e definitiva. Lo fa con passi successivi che, tuttavia, lasciano sempre intravedere il piano di Dio nella sua interezza.

L'immersione di Gesù nelle acque del Giordano è simbolo della sua morte e della sua discesa agli inferi - una realtà presente, però, in tutta la sua vita. Per salvare l'umanità (Egli) deve vincere le tentazioni principali che minacciano, in forme diverse, gli uomini di tutti i tempi e, trasformandole in obbedienza, riaprire la strada verso Dio (cap 2), verso la vera Terra promessa che è il 'regno di Dio'.
Il tema del 'regno di Dio' (cap. 3) che attraversa tutto l'annuncio di Gesù viene ulteriormente approfondito nella riflessione sul 'Discorso della montagna' (cap. 4), in cui "le Beatitudini costituiscono i punti cardine della nuova Legge e, al contempo, sono un autoritratto di Gesù". Si dimostra così che questa Legge non è soltanto - come nel caso di Mosè - il risultato di un colloquio 'faccia a faccia' con Dio, ma reca in sé la pienezza che proviene dall'intima unione di Gesù con il Padre.
Un elemento fondamentale della vita dell'essere umano è il parlare con Dio e l'ascoltare Dio. Per questo Benedetto XVI dedica un capitolo intero alla preghiera, spiegando il 'Padre nostro', che Gesù stesso ci ha insegnato.
Il contatto profondo degli uomini con Dio Padre mediante Gesù nello Spirito Santo li raccoglie nel 'noi' di una nuova famiglia che, mediante la scelta dei Dodici, rimanda alle origini di Israele. Pur nella sua composizione quanto mai eterogenea, la nuova famiglia di Gesù, la Chiesa di tutti i tempi, trova in Lui il suo centro unificante e l'orientamento per vivere il carattere universale del suo Vangelo.
Per rendere più accessibile il contenuto del suo messaggio e farlo diventare, appunto, orientamento pratico, Gesù si serve della forma della parabola. Egli avvicina le realtà che intende comunicare alla comprensione dell'ascoltatore attraverso il ponte della similitudine con le realtà a lui ben conosciute. Accanto a questo aspetto umano c'è però anche una spiegazione puramente teologica del senso delle parabole, che Joseph Ratzinger evidenza con un'analisi di rara profondità.
Anche il capitolo seguente tratta di similitudini usate da Gesù per spiegare il suo mistero: sono le grandi immagini giovannee. Prima di analizzarle, il Papa espone un riassunto molto interessante dei vari risultati della ricerca scientifica su chi era l'evangelista Giovanni apre al lettore nuovi orizzonti che rivelano Gesù in modo sempre più chiaro come il Verbo di Dio fattosi uomo per la nostra salvezza, come il Figlio di Dio.
Questa visione viene ulteriormente ampliata negli ultimi due capitoli. Il racconto della trasfigurazione di Gesù spiega e approfondisce la confessione di Pietro e, al tempo stesso, la collega al mistero della morte e della risurrezione. Ambedue gli eventi sono momenti decisivi per il Gesù terreno come anche per i suoi discepoli. Ora viene stabilito definitivamente qual è la vera missione del Messia di Dio e qual è il destino di chi vuole seguirlo. Una profonda analisi dei titoli che, secondo i Vangeli, Gesù ha utilizzato per sé, conclude il libro del Pontefice.
Il Pontefice non teme di denunciare un mondo che, escludendo Dio e aggrappandosi solo alle realtà visibili e materiali, rischia di autodistruggersi nella ricerca egoistica di un benessere solo materiale diventando sordo per la vera chiamata dell'essere umano a divenire, nel Figlio, figlio di Dio e a raggiungere così la vera libertà nella ‘Terra promessa’ del Regno di Dio.

Per concludere :

Le tesi della teologia liberale secondo cui nell’indagine storica tesa a reperire notizie su Gesù ci perderemmo in un mare di immagini che tendono solo a creare confusione e ad allontanare il vero protagonista e Signore della Storia, non trova accoglimento nel Gesù di Ratzinger; allo stesso modo è lontano chi colloca al centro Cristo Risorto (il kerygma) e l’annuncio della Resurrezione, trascurando del tutto il Gesù pre-pasquale anzi producendo la spaccatura tra Gesù della storia e Cristo della fede.

"Gesù ci mostra Dio non in astratto, ma il Dio che agisce, che entra nella nostra vita e ci vuol prendere per mano".Chi è Gesù? Colui che ci mostra il volto di Dio ora e qui, Mistero presente nella chiesa. Nessun credente può dire IO senza la certezza di un rapporto reale con chi costituisce il suo IO.

Questo approccio è teso a coinvolgere il lettore in prima persona:questo è il motivo per cui il libro suscita dibattito dividendo i commentatori: o pro o contro .

Buona lettura

Beppe Bonomo

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