Incontro di formazione docenti
Cc.:
Nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo
O Dio vieni a salvarmi
T.: Signore vieni presto in mio aiuto
Cc.: Gloria al Padre…
T.: Come era in Principio…T.: Amen
Inno
allo Spirito Santo
Insieme
Vieni Santo
Spirito Manda a noi
dal cielo Un raggio
della tua luce Vieni padre
dei poveri Vieni datore
dei doni Vieni luce
dei cuori Consolatore
perfetto Ospite dolce
dell’anima Dolcissimo
sollievo |
O luce
beatissima Invadi
nell’intimo Il cuore dei
tuoi fedeli Senza la tua
forza Nulla è
nell’uomo Nulla senza
colpa Dona ai tuoi
fedeli che solo in
te confidano I tuoi santi
doni Amen |
SALMODIA (Salmo 26 1-9)
Ant. Di te ha detto il mio cuore:
cercate il Suo volto
1c.Il Signore è mia
luce e mia salvezza, di chi avrò paura?*
Il Signore è difesa
della mia vita, di chi avrò timore?
2c Quando
mi assalgono i malvagi per straziarmi la carne, *
sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere.
Se
contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme;*
se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia.
Una
cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore*
tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
Egli
mi offre un luogo di rifugio nel giorno della sventura. *
Mi nasconde nel segreto della sua dimora, mi solleva sulla
rupe.
E
ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano; immolerò nella sua casa
sacrifici d`esultanza,*
inni di gioia canterò
al Signore.
Ascolta,
Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.*
Di
te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il tuo volto,
Signore, io cerco.
Gloria al Padre….
Come era in principio..
Ant. Di te ha detto
il mio cuore: cercate il Suo volto
“Tu sei grande, Signore, e
ben degno di lode; grande è la tua virtù e la tua sapienza incalcolabile (Sal 144,3; 146,5). E l`uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si
porta attorno il suo destino mortale, che si porta attorno la prova del suo
peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l`uomo, una particella del
tuo creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro
cuore non ha posa finché non riposa in te. Che io ti cerchi, Signore,
invocandoti e ti invochi credendoti, perché il tuo annunzio ci è giunto. Ma chi mi farà riposare in te, chi ti farà venire nel mio
cuore a inebriarlo? Allora dimenticherei
i miei mali e il mio unico bene abbraccerei: te. Cosa sei per me? Abbi misericordia, affinché io parli. E cosa
sono io stesso per te, sì che tu mi comandi di amarti e ti adiri verso di me e
minacci, se non obbedisco, gravi sventure, quasi fosse una sventura lieve
l`assenza stessa di amore per te? Oh, dimmi per la tua misericordia, Signore
Dio mio, cosa sei per me. Di` all’ anima mia: «La salvezza tua io sono!».
Dillo, che io l`oda. Ecco, le orecchie del mio cuore stanno davanti alla tua
bocca, Signore. Aprile, e di` all`anima mia: «La salvezza tua io sono».
Rincorrendo questa voce, io ti raggiungerò, e tu non celarmi il tuo volto. Che
io muoia, per non morire, per vederlo”
Lettura
Dal Vangelo Secondo Matteo (28 ,9-20)
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno». Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia». Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi. Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Pausa
di meditazione
Riflessione
Preghiera conclusiva
Al
termine si recita insieme il Padre
nostro…
Preghiamo
insieme: Signore, rendici testimoni del Risorto in ogni luogo del
nostro agire. Fa’ che il nostro lmite non sia ostacolo al riconoscimento della
Tua Presenza salvifica e disponi il nostro cuore ad accogliere l’azione dello
Spirito Santo che ci viene data solo da Gesù che ci ha detto:”Pace a voi, non
abbiate paura, io ho vinto il mondo”, perché solo in te possiamo trovare la via
del perdono e della salvezza. Amen
Guida: Il Signore
ci conceda di mantenere salda nel nostro cuore la sua Parola
Tutti: Amen
Guida: Ci benedica
Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Tutti: Amen Guida: Andiamo in
pace Tutti: Rendiamo grazie a
Dio
Lettura
Dal Vangelo Secondo Matteo (28 ,9-20)
Riflessione
Cristo risorto prima di tutto
Vogliamo
cogliere assieme alcuni punti della lettura evangelica che abbiamo ascoltato.
1. Gesù “Venne loro
incontro”
Nell'ultima
pagina del Vangelo secondo Matteo l'annuncio della Risurrezione e la missione dei
suoi discepoli sono descritti assieme all'impatto dell'annuncio sull'umanità
dei discepoli e sull'ostilità del mondo.
Ed ecco Gesù venne incontro [alle donne] dicendo:”Salute a voi!” (Mt 28,9).
Il punto di partenza non è, in
fondo, quello che siamo, non è quello che il mondo è,
non è quello che ci sentiamo. Il punto di partenza, l'originale punto di
partenza è Gesù Cristo risorto che viene
incontro a noi. Il punto di partenza, prima di quel che siamo
o non siamo, prima di come ci sentiamo, prima di quello che abbiamo fatto o non
fatto, prima di quello che ci capita giorno per giorno, di bello o di brutto,
prima di tutto, è Cristo risorto che viene incontro a noi e ci dice: «Salute! Ti salvo! Ti faccio star bene!
Cambio in bene, in positività la tua vita, il tuo cuore, la tua tristezza, la
ricerca vana del tuo cuore!».
Che Cristo risorto sia la cosa
più originale, “Prima di tutto”, è così vero che persino le guardie del
sepolcro corrono in città per annunciare ai sommi sacerdoti quanto era accaduto
“omnia
quae facta fuerant” (Mt 28, 11). Non hanno potuto dire altro,
raccontare altro che un fatto accaduto, un avvenimento, anche se erano contro,
anche se erano ostili, anche se magari non credevano ai loro occhi. Talmente
originale è l'avvenimento di Cristo, è talmente «prima di tutto», che anche chi
lo odia, anche chi deve per scelta o per forza essergli ostile, non riesce ad
affermare altro che quel fatto è accaduto.
Vale la pena soffermarsi sull'episodio delle
guardie, prima di ritornare ai discepoli e a noi, perché è un episodio che
illumina il nostro giudizio sul mondo, il mondo di allora, il mondo di oggi, il mondo di ogni epoca che si è dipanata nella
storia dall'istante in cui un Uomo risorto dai morti è andato incontro a un
paio di donne impaurite e trafelate.
E’ facile
leggere il passaggio sulle guardie del sepolcro come un inciso eventualmente da
omettere per concentrarsi sul racconto vero e proprio della Risurrezione e
degli incontri coi discepoli.
Eppure, se
siamo minimamente attenti e partecipi al dramma del mondo, del nostro mondo,
della nostra società e della situazione culturale della nostra società, ci
accorgiamo che questo episodio è estremamente
importante, e che è importante leggerlo dentro il racconto della Risurrezione,
incastonato com'è nella buona novella della Risurrezione di Cristo.
Se siamo
minimamente partecipi e giustamente inquieti nel nostro sguardo sul mondo, ci
accorgiamo di quanto abbiamo bisogno che questo episodio
sia raccontato, perché ci accorgiamo che tutto quanto accade oggi, con mezzi di
comunicazione potentissimi e diffusissimi, in un mondo politicamente forse più
raffinato nel bene e nel male di duemila anni fa, tutto quanto accade oggi era
già presente nei fatti verificatisi il mattino della Risurrezione del Signore.
2.. Menzogna e corruzione
Mentre le donne erano
per via, alcuni della guardia giunsero in città (Mt. 28,11).
L'ostilità
all'avvenimento della risurrezione di Cristo scatta contemporaneamente ai
primissimi passi dell'annuncio. Là dove qualcuno si mette in cammino, si mette
a correre per annunciare che Gesù Cristo è risorto ‑ cioè
che è vivo e presente, tanto che lo si può incontrare, parlare con Lui e
toccarlo(v.9 ) immediatamente, contemporaneamente scattano i passi di chi a
questo annuncio si oppone. E’ come un'ombra che si disegna immediatamente là dove
una luce irradia.
Notate che
quest'ombra, all'origine, non nega il fatto, non nega l'avvenimento. L'ombra
vorrebbe solo opporsi all'annuncio. Poco importa al mondo che l'avvenimento sia o non sia, l'importante è che nessuno ci creda, che
tutti lo ritengano falso, senza verificarlo. Allora l'unica preoccupazione è
attaccare l'annuncio cristiano. Come? Deliberarono di dare una buona somma di
denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e
l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni
noia». Quelli, preso il denaro,
fecero secondo le istruzioni ricevute (Mt 28,12-15).
Il mondo si
oppone all'annuncio cristiano con la menzogna e il denaro, con la menzogna
pagata. E potere si accanisce contro l'annuncio della
Risurrezione con la menzogna corrotta e corruttrice.
Questa dinamica è iniziata il mattino di Pasqua e si protrarrà fino
alla fine dei tempi. Potere, denaro e menzogna saranno sempre alleati contro
l'avvenimento di Gesù Cristo vivo e presente.
«Così questa diceria si è diffusa fra i Giudei fino a oggi» (Mt 28,15). Come è attuale oggi questa nota di Matteo: la diceria si è
«divulgata» ‑ et divulgatum est
verbum istud ‑ come oggi, più che mai, con la divulgazione dei media
e dei libri che vanno per la maggiore che il potere sa così bene organizzare
contro tutto quanto e chiunque annuncia che Gesù Cristo è vivo e presente, vivo
e operante nella carne dei discepoli e nel mondo!
3.«I discepoli, intanto, andarono»(v. 16)
Ebbene, in questo clima che si
perpetua da duemila anni, cosa fa Cristo, cosa fa la Chiesa, cosa è chiesto a
noi? Il passo del Vangelo di Matteo continua così:
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte
che Gesù aveva loro fissato. Quando lo videro, gli si
prostrarono innanzi (Mt 28,16- 17).
«Gli undici
discepoli, intanto, andarono in Galilea»: questo «intanto andarono» riflette il
«mentre esse [cioè le donne] erano in via» che
introduce l'episodio delle guardie corrotte.
Il mondo si
organizza e si accanisce contro l'avvenimento della Risurrezione di Cristo. Cosa fanno i discepoli? A cosa sono chiamati? A continuare, malgrado tutto, il loro cammino determinato
dall'avvenimento di Cristo vivo e presente.
Il mondo si oppone, il mondo si organizza contro, congiura, crea
alleanze, il mondo mente e paga per mentire. I discepoli, donne e apostoli,
vanno avanti, apparentemente ignari di tutto, con una schiettezza ingenua
perché pensano solo all'avvenimento di Cristo risorto. Malgrado
tutto - tradimenti, rinnegamenti, viltà, incredulità - i discepoli pensano solo
a Cristo risorto, ed è come se questo lasciarsi determinare anzitutto e
soprattutto dal Signore assorbisse, vanificasse, tutte le trame del mondo,
tutte le alleanze del male, tutte le tattiche della menzogna.
Questo muoversi
determinati solo da quell'avvenimento è una cosa, un'esperienza, un movimento
di persone e di vita che misteriosamente riesce a vincere la menzogna
organizzata del potere, quella menzogna che si è divulgata da allora «fino a oggi», un oggi che non si è fermato al primo secolo dopo
Cristo, ma che dura ancora e durerà fino alla fine del mondo.
Questa menzogna
fa parte della storia del cristianesimo, del dramma del cristianesimo, come la
zizzania della parabola: «Un nemico ha
fatto questo!» (Mt 13,28). Non ce ne libereremo mai, saremo sempre
confrontati con lei; è e sarà la lotta costante della Chiesa.
I primi
discepoli ci insegnano che il metodo per affrontare
questa menzogna del potere, prima di essere una difesa, prima di essere un
contrattacco, è lasciarsi determinare dall'avvenimento stesso della
Risurrezione, un lasciar determinare anzitutto se stessi da quell'avvenimento.
Il problema
allora non è che il mondo menta, non è che il mondo
semini la zizzania. Il problema è là dove questa zizzania si insinua
fra le, gambe dei discepoli e impedisce loro di correre quella corsa che
l'avvenimento del Risorto innesca.
4. «Alcuni però dubitavano»
Gli undici
discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni
però dubitavano (Mt 28,16‑17).
«Alcuni però
dubitavano»: è questo il vero problema.
L'ostilità del
mondo c'è e permane fino alla fine. Ma il vero
problema è un altro: il vero problema siamo noi, la nostra fede in Cristo vivo
e presente. “La fede non è semplicemente l’adesione ad un complesso in
sé completo di dogmi, che spegnerebbe la sete di Dio presente nell’animo umano.
Al contrario, essa proietta l’uomo, in cammino nel tempo, verso un Dio sempre
nuovo nella sua infinitezza. Il cristiano è perciò contemporaneamente uno che
cerca e uno che trova. È proprio questo che rende la Chiesa giovane, aperta al
futuro, ricca di speranza per l’intera umanità” ci ricordava nell’Angelus del 28
agosto Benedetto XVI.
«Alcuni però
dubitavano». E sono lì davanti a Lui! Lo vedono! E sono lì prostrati davanti a Lui!
Dobbiamo
guardare in faccia questo scetticismo che ci invade
anche là dove siamo prostrati davanti al Risorto, anche là dove la presenza del
Risorto ci è donata. Dobbiamo guardarci in faccia là dove lasciamo albergare
nel nostro cuore la non fede di fronte al Signore presente e vivo che ci vuole
incontrare, che ci dà appuntamento per incontrarci, che è già lì per
incontrarci. Questo dubbio, è come l'infezione in noi della menzogna del mondo,
un'infezione che ci penetra dentro la coscienza e il cuore fin là dove siamo
fatti per incontrare il Signore che ci ha creati e redenti.
Questo dubbio,
questo scetticismo, questa non aderenza del cuore alla presenza del Risorto è
il vero problema della nostra vita e della nostra vocazione. E come una lama
sottilissima che si inserisce fra tutto quello che ci
è stato donato da Cristo e in Cristo, e la missione di verità e di misericordia
che Lui ci affida.
«Alcuni però
dubitavano». Ma allora siamo forse perduti? Se
dubitano anche coloro che lo conoscono, che lo amano, che lo vedono, che lo
adorano, chi salverà noi dalla nostra poca fede, messi di fronte come siamo a un mondo menzognero e ostile?
Ma cosa fa Cristo di fronte
al dubbio dei suoi? Gesù accentua il suo metodo, il metodo che Lui è, che la
sua stessa persona incarna: cioè la sua presenza. Di
fronte al dubbio dei suoi, Gesù si avvicina di più: Alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi,
disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra [ma come possiamo
temere l'ostilità del mondo?]. Andate dunque [«dunque ‑ ergo», perché la
missione è una conseguenza dell'onnipotenza di Cristo, si appoggia tutta
sull'onnipotenza celeste e terrestre del Signore] e ammaestrate tutte le
nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con
voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo!» (Mt 28,17‑20).
In questa riga è contenuta tutta la vocazione mia e vostra:
siamo chiamati: ad annunciare la Parola, a vivere i Sacramenti, ad esercitare la
paternità e maternità in famiglia e nella scuola o la guida pastorale tutta
fondata sulla sequela filiale di Cristo. Una
vocazione, una missione da capogiro, folle, impossibile. Ma
l'ultima frase di Cristo cambia tutto, ci distoglie dal timore e dalla pretesa
assurda su noi stessi: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine
del mondo!».