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FILOSOFIA DELLA RELIGIONE

 

L’ERMENEUTICA

 

La filosofia della religione è una scoperta del pensiero moderno, in particolare nasce con Spinoza, nel XVIII secolo.

Spinoza rompe con il passato ribaltando il rapporto fra fede e ragione che fino a Tommaso aveva tenuto banco nella filosofia e nella teologia. Il maggior rilievo dato alla ragione (illuministicamente intesa), prevale sulla religione che diventa così un momento particolare e devozionale dell’agire umano. In ogni rottura, comunque sopravvive qualcosa del passato, nel nostro caso ciò che resta è la tensione ermeneutica, cioè il  processo di interpretazione della religione rivelata rispetto soprattutto alle scritture. Ci avviciniamo alla filosofia della religione spinoziana, recuperando dalla tradizione cristiana quegli elementi  che hanno costituito il sorgere della filosofia della religione.

1.      L’ERMENEUTICA SPIRITUALE IN ORIGENE

La patristica greca con Origene, ha tentato di trasformare “l’evangelo sensibile in evangelo spirituale”, andare cioè nella profondità della scrittura per cogliere la verità (lo Spirito) che si cela dietro le immagini.

Il problema ermeneutico è dunque nel rapporto tra lettera e spirito, figura e mistero. Nella filosofia greca la visione antropologica era così ripartita: “soma, psiche e pneuma”. Origene fa coincidere il “soma” con il senso letterale, con la carne della scrittura e dunque appartiene ai più semplici; per i più progrediti c’è la psiche della Scrittura ossia il senso morale; per i perfetti il “pneuma” ossia il senso spirituale.

Dunque la profondità della scrittura non conosce fratture proprio come l’unità profonda dell’essere umano.

2.      L’ERMENEUTICA DEL SEGNO DI AGOSTINO

Il primo passo di Agostino è stato quello di costituire una teoria del linguaggio in cui è fondamentale la distinzione fra signum e res.

Signum = ciò che rinvia ad altro da sé   //       Res= ciò che ha senso per sé e non indica altro

Le scritture dunque sono segni dati da Dio all’uomo perché scopra le res  necessarie alla salvezza.

Un’ulteriore  distinzione riguarda il senso letterale e quello figurato.. Il primo va dalla parola alla cosa, il secondo dalla cosa si apre ad un orizzonte più vasto. Il ruolo dell’intelletto è conoscitivo: intellectus fidei che presuppone:

-         la fede nel dato rivelato letto all’interno della chiesa

-         la capacità di penetrare nei contenuti della fede attraverso la relazione signum-res.

In questo modo Agostino libera la comprensione di Dio dal dualismo platonico e da ogni forma di antropomorfismo.

3.      IL MEDIOEVO: FEDE E RAGIONE

Nel medioevo si sviluppa una lettura ed interpretazione delle scritture complessa e notevole.

In particolare la molteplicità dei sensi scritturistici vengono sintetizzati nella formula ”Littera gesta docet- la lettera insegna i gesti- quid credas allegoria – l’allegoria è il primo senso spirituale,- moralis quid agas – il senso morale – duod tendas anagogia – tutto tende alla eternità”. P.es. Gerusalemme (lett. Città geograficamente identificabile; allegoricamente è la chiesa; moralmente è l’anima; anagogicamente è la città celeste.

 

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